04-09-2014, 01.49.15 | #1391 |
Disattivato
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Sorrisi al capitano con gli occhi nei suoi, annuendo a quelle parole.
Mi alzai, rispettosamente, e mi avvicinai di un passo. Lo osservai per un momento. C'era qualcosa in lui.. Qualcosa di.. No, non avrei saputo definirlo, eppure.. Eppure mi turbava.. Perché? "Buonafortuna, qualunque impresa stiate per compiere.." Sorrisi "Faremo comunque il tifo per voi.. E se cambierete idea sul voler rischiare da solo.. Beh, sono sicura che riuscirete a trovarci.." Lanciai un'occhiata ai miei uomini "Siamo abbastanza incoscienti e spregiudicati quanto basta.. Chissà magari un giorno potremo esservi d'aiuto come voi lo siete stato per noi.." Alzai le mani "Siamo pari, certo.. il nostro denaro.." Alzai le spalle "Questo non però non toglie che vi siate guadagnato il mio rispetto.. Se avrete bisogno di noi, ci saremo.. Senza contare che abbiamo lo stesso nemico..". Risi appena, abbassando lo sguardo per un momento. "È buffo, non conosco nemmeno il vostro nome, voi immagino conosciate il mio non è un segreto, io sono Clio, l'Angelo della Tempesta.." Con aria divertita "Ma voi?" Senza staccare gli occhi dai suoi, per poi sorridere "Devo presumere che sia un segreto, dunque?". |
04-09-2014, 02.51.52 | #1392 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La sala era gremita di gente quando Altea vi entrò.
Fu subito annunciata e Dominus restò affascinato nel vederla con quell'abito e con quel gioiello. “Siete incantevole, milady.” Andandole incontro il duca. “Davvero incantevole.” Poco distanti da lei vi erano anche i suoi familiari. Poi arrivò Velv, che subito andò a rendere omaggio al duca. “Sei meravigliosa, Altea.” Rivolgendosi alla dama. “Meravigliosa...” La musica cominciò e con essa i balli. Ogni cavaliere invitò la propria dama a ballare ed anche Velv fece lo stesso. “Posso avere l'onore?” Fissando Altea e mostrando un lieve e gentile inchino.
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04-09-2014, 03.39.59 | #1393 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il capitano fissò Clio.
Si voltò poi verso la finestra che era vicino al tavolo utilizzato dalla ragazza e dai suoi uomini. “Qualcuno ha detto che le nostre azioni sono l'eredità che lasceremo a chi verrà dopo di noi...” disse guardando il cielo che finiva per unirsi al mare in quell'orizzonte senza fine “... sapete, da piccolo vidi costruire una grande torre su un'altura... per mesi uomini di ogni tipo lavorarono senza sosta, senza lamentarsi e senza risparmiare muscoli e fatica... li vedevo tutti i giorni, sotto il Sole e sotto la pioggia... alla fine la torre fu completata e sentii che doveva fungere da avamposto per i cavalieri... ma in quel luogo non vi erano cavalieri, mi ripetevo... allora uno di quegli uomini mi disse che intanto la torre era stata eretta ed un giorno sarebbero poi arrivati anche dei cavalieri... e così fu...” sorrise per un momento, con l'azzurro dei suoi occhi che si fece più intenso “... ognuno di noi fa il suo affinchè il mondo sia migliore e qualcuno un giorno poi utilizzerà i nostri sforzi per migliorare ancor più la vita...” aprì la finestra, lasciando che un soffio d'aria fresca e profumata di salsedine entrasse ad accarezzare il suo volto e quello di Clio “... Clio, l'Angelo della Tempesta...” ripetè “... un nome appropriato direi...” rise appena, sempre con lo sguardo perso oltre l'orizzonte misterioso “... molti mi definiscono un fantasma, sapete? Ed un fantasma non ha nome... ma ha un vantaggio, quello di poterne avere uno diverso ogni giorno ed ogni notte...” tornò a guardarla, mentre il vento la spettinava “... gli antichi Sanniti avevano una tradizione... prima di un'importante battaglia amavano distrarsi facendo vari giochi... un gioco...” sorrise di nuovo “... un gioco per il mio nome... e se fosse quello che non avete pronunciato durante il delirio? Quello che ora fingete di aver dimenticato?” Rise piano. “Chissà... chissà quale nome sarà stato... forse Frederic? No, direi di no... allora Albert? No, non lo vedo adatto ad una ragazza come voi...” accomodandosi i capelli mossi dal vento “... perchè allora non Robert?” Rise di gusto. “Troppo impegnativo... non so, ma a me viene in mente Andrè... si, Andrè potrebbe andare...” si girò verso il mare e poi ancora a fissare Clio “... chissà... Andrè a che vita è destinato...” senza lasciare i suoi occhi “... ma un fantasma può davvero essere chi vuole?” Sorrise malinconico. “Per ora però devo ancora impersonare quel fantasma... Guisgard...” sussurrò “... un fantasma di nome Guisgard...” “Capitano!” Chiamò Irko in quel momento. “Noi altri si va sul vascello!” E Guisgard rispose con un cenno del capo.
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04-09-2014, 15.59.05 | #1394 |
Cittadino di Camelot
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Feci un inchino al Duca Dominus e sorrisi..dovevo sorridere.."Devo ringraziare Sua Signoria che mi ha fatto dono di questo vestito e questo gioiello, indovinando pure il mio colore preferito..l' azzurro e tutte le sue sfumature. Pure voi siete in splendida forma, come sempre".
Subito dopo arrivò Velv, salutò il Duca e si avvicinò a me, guardai istintivamente verso mio nonno e mio padre, i quali ci guardavano in modo serio..i nostri sguardi si capivano e si intendevano visto avevo chiesto a mio nonno di avvisare mio padre sulle intenzioni di Velv ed egli mi fecero un cenno con la testa. "Ballare?" come potevo rifiutare, sarei stata sgarbata e vi era quel diplomatico ospite e quindi accettai ma dopo breve tempo la mia pazienza ebbe un crollo e dissi sottovoce.."Velv, vieni in terrazzo, gentilmente..devo parlarti". Fu cosi che senza farmi notare uscimmo e ci trovammo su quel grande balcone fiorito e parlai sottovoce.."Non sono uscita per stare sola con te..che intenzioni hai? Chiariamo le cose subito..la mia dama di compagnia mi ha detto sapeva avevi intenzione di chiedere la mia mano...eppure mio nonno non ne era al corrente e ti avviso non è di idea concordante, con chi hai parlato visto lady Petronilla lo sapeva? Velv...io ora non ho intenzione di sposarti..non sono sicura..te l'ho detto siamo dissimili, io dovrei rimanere qui e sapere mio marito va per il mare con la sua nave ammiraglia a sparare su qualunque cosa all' impazzata per punire i colpevoli ma uccidendo pure gli innocenti..cosi sei alla pari di Burmid" lo guardai con fare severo.."e poi non posso...sono già promessa sposa a un altro" salvati Altea, anche se hai pure sempre dissentito nella decisione ti avessero scelto un marito nemmeno venuta al mondo..rimarrò sola per sempre ma almeno libera e felice.."si..appena nata lo hanno deciso..non posso rivelarti la persona..ecco cosi la facciamo finita con questa storia..anche se in un momento di follia, ovvero quando quel malefico veliero volante ci era sopra giurai di sposarti se ne fossimo usciti indenni..ma la tensione era troppa..ecco quel veliero volante è stato capace pure di mettermi nei guai per questo". Rimasi in silenzio..avrebbe ribattuto? E se avesse parlato col Duca Dominus? Era abituato ad avere ciò che voleva e non si arrendeva e usava ogni mezzo..se il Duca avesse acconsentito che potere avrebbero avuto le parole contrarie di mio nonno e mio padre? "Velv..se mi vedi vestita cosi incredibilmente magnifica come dici tu, il Duca e altri..è perchè egli stesso mi ha donato tutto questo, abbiamo un ospite importante ed egli, non so il motivo, vuole sia impeccabile..per favore devo essere calma stasera..penso di essere stata chiara..possiamo ritornare nel salone penso" ma il mio animo era già diventato teso ed egli mi fissava e ascoltava in modo strano.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
04-09-2014, 20.49.36 | #1395 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Velv ascoltò in silenzio ogni parola di Altea.
Il suo sguardo era cupo, la sua espressione inquieta. “Un altro...” disse poi “... chi sarebbe? Voglio saperlo... dimmelo o lo chiederò a tuo nonno o a Sua Signoria in persona.” Mostrò un ghigno. “O magari il tuo è solo un trucco... si, il trucco di chi cerca di prendere tempo... di chi vuol trovare una scorciatoia... dimmelo... chi è?” Ma in quel momento uscì sulla terrazza uno dei valletti di corte. “Perdonate, signori...” con un inchino “... ma Sua Signoria chiede la presenza di tutti gli ospiti nel grande salone.” Velv annuì, prese per mano Altea ed insieme tornarono dentro. Qui vi erano tutti. Ed al centro del salone stava il duca, con accanto l'ambasciatore di Cardizia. Allora i servitori condussero al cospetto del Taddeide un grande vassoio coperto da un piatto alto e d'argento. “Amici ed amiche...” prese a dire Dominus “... eccellenza...” sorridendo all'ambasciatore “... Vostra Grazia...” con un inchino del capo verso il vescovo Izzardo di Licinia “... ora un momento importante della nostra serata...” indicando il vassoio coperto “... la nostra terra è definita a ragione la Culla della Civiltà... ebbene, la superiorità della nostra cultura non è data solo, come molti erroneamente credono, dall'abilità bellica e dalla nostra alleanza con la Chiesa di Roma...” rise “... ma anche da molti altri aspetti, quali l'amore per l'arte, per la letteratura, per le scienze e così via... e forse la cucina non è anch'essa un'arte? Dunque il genio umano vi può eccellere se degno di tale conoscenza...” sollevò di colpo il piatto e mostrò un dolce sul vassoio “... ecco a voi la magnifica torta Caprese... uno dei vanti della nostra terra... un trionfo di cacao intriso di mandorle ed ingentilito dallo zucchero velato...” tutti ammirarono quella deliziosa meraviglia. Poi il duca diede ordine ai servitori di offrire a tutti gli invitati una fetta di quella torta. Ma proprio in quel momento Velv chiese di poter parlare. “Milord...” rivolto al duca “... ho scelto questa sera per rivelare uno dei miei più grandi desideri... stasera infatti ho intenzione di chiedere a voi, mio signore, la mano di lady Altea...” Un attimo dopo tutti i presenti applaudirono.
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04-09-2014, 21.00.44 | #1396 |
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Non ebbi il tempo di ribattere che ci chiamarono nel salone, finalmente si poteva conoscere questo Ambasciatore di Cardizia..il Duca voleva omaggiarlo di un regalo e a sorpresa dal vassoio apparì un dolce.
Sorrisi...era un uomo dalle mille inventive, i servitori iniziarono a servire la torta ma ad un tratto Velv prese la parola..purtroppo..e sentendolo posai la forchetta sul piatto..attorno a me tutti applaudivano e guardai verso mio nonno e mio padre sgomenti. Guardai poi il Duca Dominus...forse egli avrebbe ribattuto, calma Altea..non avere colpi di testa affrettati..vuoi che il Duca ti dia in sposa senza sapere il tuo parere? Guardai Velv aspettando il Duca parlasse o intervenissero mio nonno e mio padre ma rimasi in silenzio, senza una inflessione nel viso...abbastanza da far capire il mio disappunto, soprattutto per il poco rispetto nelle mie decisioni..Velv sarebbe stato un prepotente pure come marito.
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04-09-2014, 21.08.20 | #1397 |
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Non ero mai stata alla volontà di nessuno che non fossero stati gli Dei.......e stare lì in bella mostra ad attendere che gli eventi precipitassero mi infastidiva...ma non avevo altro modo se non accettare.....
Dovevo arrivare al mio scopo...se solo ci fossi riuscita.... uscimmo entrambe dalla vasca....ebbi il privilegio di essere asciugata esclusivamente da lei...aveva mandato via le ancelle.........e col suo sguardo felino...mi ricordava che i patti stipulati.....non erano ancora conclusi....almeno il mio ancora sembrava non essere mai stato menzionato...la signora della montagna mi sembrava lontana un miglio...e se dovevo dirla tutta...incominciavo a non sentirmi neanche sicura...." Bene.....allora dite al vostro Padrone...che lo raggiungero' nella sala da pranzo.........e ..un'ultima cosa....se mi dovesse succedere qualcosa Symoin...sappiate che la vostra testa potrebbe essere appesa ad un pennone........Gedeone e' un mio grande amico......e non ama che mi si torca neanche un capello....."...la vidi uscire....e mi avvicinai alla sedia che lei stessa mi aveva indicato....era un vestito di seta rosa........era ricamato da pietre tagliate con maestria....erano fredde ..quindi vere.........indossai il vestito che scivolo sul corpo...come acqua di fonte............Lasciai i capelli sciolti....la scollatura era ampia....e i capelli mi aiutavano a coprirne una parte............profumata dai fiori sparsi nell'acqua....usci' dalla stanza da bagno e seguii uno strano intuito......questi mi portò in una stanza...sembrava un giardino d'inverno....l'aria era umida.....e le piante che stavano all'interno......erano splendide...somigliavano a quelle sulla mia isola.......un uomo di spalle...guardava fuori l'orizzonte era rossastro........sembrava avere una figura imponente....sembrava......." Perdonate se vi disturbo.........ma avete chiesto la mia presenza ....a chi devo l'onore....".... |
05-09-2014, 15.19.55 | #1398 |
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"Andrè.." scuotendo la testa divertita, mentre lasciavo lo sguardo vagare fuori dalla finestra aperta "Qualunque vita lo aspetti, io non ne farò mai parte.." sussurrai quasi.
Poi, alzai gli occhi sul capitano e sorrisi. "Certo, essere un fantasma immagino abbia i suoi vantaggi... Eppure, vi dirò, non mi sembra molto cortese continuare a ricordare ad una dama quanto abbia amato qualcuno che non l'ha mai guardata come avrebbe voluto.." mi avvicinai di un passo "Così come non è cortese ricordarmi che siete stato lì ad osservarmi e ad ascoltarmi mentre deliravo.." mormorai, con gli occhi nei suoi "Non vi pare?". |
05-09-2014, 21.07.31 | #1399 |
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Tutti applaudirono nella sala a quella rivelazione fatta da Velv.
Fu un lungo applauso che echeggiò vivace fra i tavoli, lo sfarzo, la bellezza e la nobiltà di quell'ambiente. Poi il duca si alzò e nella sala calò il silenzio. “Com'è risaputo” disse Dominus “spetta a me decidere riguardo al matrimonio di ogni mia dama di corte, oltre che a quello di ogni mio familiare. Ma è altrettanto noto che lady Altea è la mia pupilla, la vera signora di questo palazzo e la padrona della Domus Ardeiana (ossia la parte privata del Palazzo dei Taddei, dove solo pochissimi privilegiati erano ammessi)... ella è la mia architetta, la mia arredatrice, nonché maestra di buongusto e raffinata esteta personale.” Sorrise. “Tempo fa, rammenterete, decisi di rimandare indietro dei preziosi mobili in ebano e madreperla, solo perchè mal si legavano al verde dei suoi occhi.” Strappando sorrisi compiaciuti agli ospiti. “Dunque, capitano Velv, comprenderete che mai imporrei nulla alla mia pupilla. Nessun mobile o quadro, figuriamoci un marito.” Rise piano. “Sarà allora lei a scegliere. Sarà lady Altea a decidere se accettare o meno la vostra proposta di matrimonio, capitano. Da parte mia, se ella acconsentirà, non vi negherò di certo la mia Benedizione e neanche la mia generosità.” “Grazie, milord.” Con un inchino del capo Velv. “Ma lascerò che lady Altea” tornando a sedersi il duca “decida con calma. Rifletterà dunque stanotte e ci comunicherà la sua decisione domattina a colazione. Ora che riprenda la festa.” Al duca infatti non era sfuggita l'espressione di sorpresa e disappunto, alla rivelazione di Velv, sul volto di Altea. La serata proseguì così, come se nulla fosse, fino a quando la festa terminò e gli invitati lasciarono il palazzo. Il duca si ritirò nei suoi appartamenti e lo stesso fecero tutti gli altri nel palazzo. Altea compresa.
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05-09-2014, 21.13.18 | #1400 |
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Symoin rise a quelle parole di Elisabeth.
“Non è solo il mio padrone” disse poi, mentre con un morbido panno di telo le asciugava il corpo bagnato “ma anche il tuo. E presto lo sarà di tutto il mondo...” la fissava con sguardo ambiguo “... non temere, sia io che lui manteniamo le promesse... sappiamo essere tanto generosi con chi ci affianca, quanto vendicativi con chi ci osteggia...” lasciò cadere il telo e la guardò “... hai un bellissimo corpo... una sciocchezza consacrarlo ad inesistenti dei... sai, non ho mai fatto l'amore con una donna... chissà, potrebbe essere piacevole...” rise di nuovo, per poi voltarsi e svanire nella silenziosa penombra di quella stanza. Elisabeth allora si vestì ed uscì. Attraverso uno stretto corridoio, come guidata da un misterioso istinto, raggiunse una porta e poi un salone. Qui vide un'austera figura rivolata verso una finestra. Fissava il cielo che cominciava ad oscurarsi a causa di nere e dense nuvole. In lontananza si udivano anche dei tuoni. “Vi attendevo, mia adorata...” senza voltarsi il padrone del castello “... siete splendida...” come se potesse vederla “... si, un abito perfetto, sebbene comunque inutile, visto cela la vostra bellezza...” con un dito indicò un tavolino su cui vi erano due bicchieri di cristallo ed una bottiglietta con dentro un elisir blu. “Versate da bere in quei bicchieri, per favore...” mormorò, sempre guardando fuori dalla finestra “... brinderemo a noi due...”
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