21-06-2011, 02.50.20 | #1431 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Aspetta, Dafne…” disse Pasuan.
La misteriosa ragazza, intanto, era intenta a pregare, in lacrime davanti alla cappellina. “Dafne, ascolta…” continuò Pasuan “… io so cosa significa soffrire per amore… e conosco anche come ci si sente ad essere impotenti davanti alle avversità… forse io e quella ragazza non siamo tanto diversi… anche a me hanno strappato l’immagine di chi amo… queste tenebre, nelle quali sono stato condannato, non sono dissimili dalla tomba nella quale lei giura sia stato rinchiuso il suo amato… io forse non potrò più avere la Gioia di rivedere il volto di chi amo…” esitò per un momento “… ma non voglio che anche altri siano condannati a questo supplizio…” cercò il voltò di Dafne e con una mano accarezzò dolcemente la sua bocca “… perdonami, ma il mio cuore mi dice di agire in questo modo… aiuterò quella ragazza… mi fido di lei… ma non ti obbligherò a seguirmi… decidi tu cosa fare, Dafne…”
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21-06-2011, 02.55.28 | #1432 |
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Salii sul mio cavallo e osservai meglio il paesaggio che ci circondava.
Un canneto. Poteva essere una soluzione. Attesi che anche il mio accompagnatore montasse a cavallo e diressi Pandemonio verso le propaggini della palude. Lì nessuno si sarebbe avventurato. "Mercanti di schiavi? In tal caso hanno fatto la fine che meritavano... nessuno merita una vita di schiavitù." Mi chinai per evitare i rami di un albero e la cascata di foglie che scendevano da esso. Il sole era quasi tramontato del tutto. "Non sono sotto la vostra responsabilità... come vedete posso provvedere alla mia sicurezza." Rallentai e smontai, guidando il cavallo su sentieri più sicuri. "Qui potremo riposare qualche ora. Anche perchè credo di dovervi spiegare per quale ragione abbiamo lasciato Capomazda così rapidamente." Raggiungemmo un tronco d'albero abbattuto, che aveva aperto un comodo spiazzo nella vegetazione. Feci cenno agli spiriti di sparpagliarsi, nessuno si sarebbe avvicinato. Quelli accesero tanti fuochi fatui e rimasero ad aleggiare come fantasmi nella vegetazione circostante, guizzando e nascondendosi. Erano ancora eccitati dal macabro pasto. Ma erano benevoli. La loro luce azzurrina diffuse un gradevole chiarore. "Non temete, non ci faranno alcun male... non sono cattivi. Sono solo... ehm, vivaci." Non era il termine più appropriato, ma era vero. Non erano malvagi e nemmeno crudeli. Erano soli. Erano come bambini desiderosi di piacere a ogni costo. "Sono come bambini. Sono vivaci e un po'...ingordi. E amano che qualcuno si prenda cura di loro." Aggiunsi, tristemente "La solitudine li uccide." Danzarono innocui e sbarazzini, rincorrendosi nell'aria. Allungai la mano e vi girarono intorno, come gatti affettuosi. Era fuoco che non bruciava, leggero più dell'aria e timido come la fioca luce dell'ultimo raggio di sole. "Mi domandavate di Aytli, prima che ci interrompessero..." mi stiracchiai lievemente le gambe e appoggiai la schiena al tronco. "Non era la donna del Gufo, era la sua più cara amica e il suo miglior cavaliere. Da quel che so di lei era spietata quanto lui."
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21-06-2011, 03.21.34 | #1433 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard restò a fissare gli strani segni che operarono gli spiriti.
Melisendra sembrava totalmente a suo agio in mezzo a loro. Che strana e misteriosa donna, pensava Guisgard. Di tanto in tanto osservava il suo volto e le espressioni che assumeva. In certi momenti gli appariva come una donna fredda, distaccata, altera. Forse calcolatrice e sicuramente conscia del suo straordinario fascino. Un fascino non meno potente di quelle sue arcane arti. Un fascino che forse utilizzava per i suoi intenti. Altre volte invece gli appariva come una ragazza dai tratti quasi ingenui e sbarazzini. Guisgard restava sorpreso a fissarla mentre conversava, con tono familiare, con quelle misteriose entità che sembravano accompagnarla in ogni luogo. A volte il cavaliere aveva la singolare sensazione che lei giocasse con quegli spiriti. Eppure, nel profondo dei suoi meravigliosi occhi che brillavano come smeraldi, Guisgard sembrava riconoscere un vago e tormentato senso di solitudine. “Si, è vero…” disse slacciandosi il mantello e accomodandolo dietro la schiena della ragazza che si era appoggiata ad uno scomodo tronco d’albero “… la solitudine uccide… ma quegli spiriti non sono soli… hanno voi…” Scelse un giaciglio tra due lisce rocce di granito e vi si appoggiò. “Si, ho sentito parlare del Cavaliere del Gufo e delle sue tristi gesta…” continuò, mentre da una tasca estrasse la sua ocarina “… dicono che non abbia mai conosciuto né sconfitta, né pietà… feroce come Achille, indomito come Sigfrido… entrambi però avevano un punto debole… ognuno di noi, infondo, possiede un punto debole, che tiene gelosamente nascosto per non apparire troppo debole agli occhi degli altri…” la fissò per un momento “… tranquilla, milady, non bramo avervi sotto la mia responsabilità…” mormorò con un indecifrabile sorriso. E cominciò a suonare la sua ocarina.
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21-06-2011, 03.57.08 | #1434 |
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Smisi di accarezzare le fiammelle e mi voltai a guardare il cavaliere.
"Ciò che avete sentito corrisponde a verità... è incredibilmente forte e spietato. Certe volte pazzo d'ira. Ho avuto modo di assistere ai suoi eccessi, dettati da orgoglio e desiderio di sfidare qualsiasi dio a fulminarlo per le sue azioni." Mi mordicchiai pensosamente un labbro, mentre una fiammella mi spingeva lievemente il braccio, come per attirare nuovamente la mia attenzione. "C'è qualcosa di implacabile dentro di lui... ma di debolezze, non ne ho mai scorta nessuno attraverso i suoi occhi scuri." Abbassai lo sguardo e ripresi a solleticare lo spirito, che corse via lasciando un eco di risa inaspettato, che mi fece sorridere mio malgrado. "Sarebbe tutto più semplice se io prendessi la sua vita..." mormorai, appoggiandomi meglio addosso al tronco.
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21-06-2011, 03.58.54 | #1435 |
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Il vecchio fissò Sayla e rispose con un inchino al suo saluto.
“Dolce fanciulla…” disse “… sono lieto che abbiate lodato la bellezza di questo fiore… esso però conserverà ancora per poco il suo candore, se non verrà donato a Colei a cui è stato destinato…” “Cosa intendete dire?” Chiese incuriosito Icarius. “Vedete, esso è stato destinato ad una donna…” spiegò il vecchio “… ma non ad una donna qualsiasi…” “A quale donna allora?” Domandò Icarius sempre più colpito dal racconto del vecchio. “Non posso descrivervela perché non ho mai avuto la fortuna di vederla.” Rispose Il vecchio. “So solo che si trova nella grande basilica a volta.” “Una basilica a volta?” Ripetè Icarius. “Forse è la cupola di cui ci parlavi, Sayla!” Rivolgendosi poi alla fanciulla. “Si, mio signore.” Annuì il vecchio. “Ed attende che questo fiore le venga consegnato.” “E perché temporeggiate?” Chiese Lho. “Perché è un’impresa al limite delle umane possibilità!” “E perché mai?” Sempre più incuriosito Icarius. “Perché questo fiore deve essere consegnato solo alla dama più bella fra quelle che si trovano nella basilica.” Rispose il vecchio. “Nella basilica vi sono tantissime dame, tutte di rara bellezza, ognuna accompagnata da un valente cavaliere. Se qualcuno, giungendo nella basilica, dovesse consegnare il fiore alla dama sbagliata, allora tutti gli altri cavalieri lo attaccherebbero, uccidendolo in breve tempo per la sua fellonia!” “Mai udita una storia simile!” Esclamò Lho. “Già…” mormorò pensieroso Icarius “… un’impresa ben più pericolosa di tutte le dodici fatiche di Ercole messe insieme… com’è possibile decidere e sentenziare sulla bellezza di una donna? Essa è un qualcosa di unico ed irripetibile! Non esiste una donna simile o paragonabile ad un’altra! La vera bellezza di una donna sta unicamente negli occhi del suo amato! Questa impresa è destinata a fallire miseramente!” Sentenziò l’ultimo dei Taddei. Il vecchio chinò il capo addolorato. “Noi siamo diretti al Cimitero della Guardia.” Disse poi Icarius. “Sapreste indicarci la strada?” “Conosco quel luogo, mio signore…” rispose il vecchio “… ma non vi giungerete mai…” “E perché mai?” Chiese Lho. “Perché vi si accede solo attraverso la basilica a volta.” Rispose il vecchio. “E per attraversarla bisogna risolvere l’impresa di questo fiore.” Mostrando di nuovo ai tre il suo giglio. “Ma abbiamo tempo fino al tramonto. Dopo che il Sole sarà tramontato, infatti, la messa nella basilica terminerà ed il fiore seccherà…” “Allora siamo perduti…” mormorò Icarius “… cosa ne pensi, Sayla?” Voltandosi poi verso la sua giovane compagna di viaggio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 21-06-2011 alle ore 05.14.43. |
21-06-2011, 04.13.33 | #1436 |
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“Prendere la vita di un cavaliere così potente…” disse Guisgard smettendo di suonare “… voi? Siete audace, milady.” Sorridendo. “Il mio maestro soleva recitarmi una vecchia canzone… lo faceva nelle chiare sere d’Estate, quando le stelle scintillavano nel firmamento e sembravano sussurrarti i sogni più belli e di come realizzarli… e quella canzone recitava che un cavaliere custodisce la sua vera forza nel suo cuore… non deve dunque temere nessun nemico se il suo cuore è saldo… ma scegliere solo a quale donna donare il suo cuore, affinché ella sappia custodirlo…”sorrise di nuovo “… stando ai versi di quella vecchia canzone allora, milady, l’unica possibilità che avevate era quella di prendere il suo cuore… ma secondo ciò che si racconta su di lui, quel cavaliere non possiede né cuore, né anima…” restò un attimo in silenzio, mentre il vuoto della brughiera sembrò, per un istante, avvolgere ogni cosa “… e forse è questo il segreto della sua invulnerabilità… quel cavaliere non tiene a nulla e dunque non ha paura di perdere nulla… perché forse ha già perduto ogni cosa…” e riprese a suonare malinconico.
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21-06-2011, 04.35.10 | #1437 |
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"Audace?" Sollevai un sopracciglio, lanciando un'occhiata scettica e divertita. "Non posso prendere la sua vita... sarebbe una colpa troppo grave che si andrebbe a sommare a tante altre quasi trascurabili. Sono una codarda. Avrei potuto prendere la sua vita... ma...."
Ascoltai quella malinconica melodia, perdendomi tra le sue note. Improvvisamente scorsi, sotto la luce della luna, una fila di cavalieri adornati a festa, come per una parata. Erano sottili,quasi trasparenti, come se li vedessimo attraverso l'acqua. A malapena si accorsero della nostra presenza, forse cogliendo le note della musica, ma continuarono la loro lenta cavalcata. I loro abiti erano riccamente adornati e i loro cavalli brillavano sotto la luna. Accanto a ciascun cavaliere cavalcava una dama. Mi voltai verso Guisgard per essere certa che li vedesse anche lui. Li guardai con curiosità. Mi volsi verso le tremule fiammelle che ormai si erano posate tra le canne circostanti e lentamente si affiochivano. "Non avevo mai visto niente di simile..." sussurrai, osservando quegli spiriti antichi. Poi capii. "Ma oggi è il Solstizio d'Estate... e in queste ore qualunque cosa può mostrarsi ai nostri occhi umani." Lentamente, come se si stesse offuscando la superficie di uno specchio, svanirono, tornando celati dai veli della realtà umana. Una quiete si diffuse nell'aria e nel mio cuore. Sorrisi.
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21-06-2011, 04.47.19 | #1438 |
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Guisgard restò sorpreso e turbato da quella visione.
Si voltò a fissare Melisendra e si accorse di una strana luce nei suoi occhi. Erano reali, oppure no? Si chiese. Ma quella visione, simile ad un sogno, svanì troppo in fretta per scoprirlo. “E’ uno dei vostri incanti, milady? Cosa significava ciò che ho appena visto? Io…” disse per poi zittirsi “… chi siete veramente voi? Perché mi avete condotto qui? Cosa volete da me?”
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21-06-2011, 04.53.48 | #1439 |
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“Sono sir Gemmyl ed i suoi uomini! Sono i compagni di lord Ardross!”... “Milady... siamo qui per condurvi in luogo più sicuro...”
“Dove? Voglio vedere prima Ardross!”... “Per lord Rauger è il piccolo Icarius il legittimo erede... e considera il vostro bambino solo un bastardo... ecco perché dovete venire con noi... presso il lago di Partya...” “Al sicuro... in una prigione...” ... in una prigione... una prigione... Gemmyl... Icarius... il lago di Partya... Morrigan si sforzava per non perdere nemmeno un frammento, per non scordare nulla di quella visione... ma l'immagine si andava pian piano sbiadendo, e lei doveva sforzarsi sempre più per trattenerla nella sua mente. Poi la scena divenna di colpo buia e Morrigan si destò di colpo, con la testa che le pulsava forte dal dolore e Samsagra che sembrava chiamarla a gran voce. Fu allora che li vide, uomini armati di spade pesanti che le stavano puntando le loro armi addosso. Era circondata e inerme, così come si trovava, seduta sulla pietra fredda con le spalle addossate alle merlature di quel corridoio. Non aveva alcuna possibilità di fuga. Mentre si rendeva conto di quanto problematica fosse la sua posizione, qualcuno si fece avanti tra quegli armigeri. “Abbiamo interrotto un qualche tuo rituale?” Domandò un uomo col capo coperto da un cappuccio. “Hai forse invocato qualche spirito, amica mia? Beh, forse hai commesso un errore... perché per te, stanotte, è giunta solo madonna Morte…” Morrigan lo fissò, cercando di penetrare l'ombra che gli copriva il viso. Riconoscerlo era impossibile, anche perchè la luce di quella notte era a mala pena sufficiente a scorgere le sagome, tuttavia Morrigan ebbe l'impressione di cogliere qualcosa di familiare in quell'uomo. Non ebbe però il tempo di approfondire quella sensazione, perchè gli uomini armati la pressarono ancor di più con la loro minaccia. Doveva pensare, e farlo in fretta. La fuga l'aveva già esclusa, ma anche afferrare Samsagra e sperare di avere la meglio su tutti quegli uomini era solamente un'impresa folle... quindi non le restava altro da fare... doveva continuare la sua recita, fingersi inerme e spaventata e sperare così di guadagnare un po' di tempo... tempo... tempo per cosa? Forse in fondo al cuore una speranza l'aveva, anche se non l'avrebbe mai ammessa... tempo... tempo perchè Guisgard si accorga che non sono arrivata al nostro appuntamento... tempo perchè possa allarmarsi e venirmi a cercare... tempo perchè mi possa salvare... ma no, è una follia! Scacciò dalla mente quell'idea. Era sola. Poteva solo tentare di giocare quella carta, per non morire... o almeno per non morire subito! Guardò l'uomo incappucciato palesando tutta la sua paura. Con la mano tremante, tese verso di lui l'amuleto che stringeva tra le dita. "Rituale, mio signore?" balbettò, mostrandosi confusa e spaventata "Spiriti? E' solo un medaglione, signore... appartenuto a mia madre... tenetelo, se vi piace... tenetelo pure... prendetelo, se per voi è tanto importante!" ... tanto senza conoscere l'incantesimo non potrete farci nulla! "E poi, signore... perchè queste spade?" proseguì, sgranando gli occhi come una bambina colta da vivo stupore "Io non ho fatto nulla! Ero andata dal mio confessore questa sera... da padre Ravus... chiedete a lui! E adesso cercavo solo un posto tranquillo per la mia anima e per le mie preghiere! Cosa mai vi ho fatto per giustificare tutto questo?" ... Guisgard, dove sei? Che fine hai fatto? Se non fai in fretta, forse non arriverò nemmeno a dirti quel nome... Gemmyl... Icarius... il lago di Partya...
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
21-06-2011, 05.16.04 | #1440 |
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Ero ancora incantata da quella visione.
Mi rivolsi a Guisgard, cercando di tenere il filo di tutte quelle domande. "No, non sono stata io... abbiamo assistito a una cavalcata degli Spiriti Antichi... erano dei, eroi leggendari, un tempo erano l'antico popolo di queste terre... ora sono solo ombre per noi." Scrutai l'oscurità, ma ormai non c'era più nulla, solo il silenzio del canneto. "Probabilmente anche loro ci hanno visto come noi abbiamo visto loro... sono deboli. Non possono più oltrepassare quel confine che ci separa. La Fede di Capomazda li ha allontanati per sempre, tranne in certe notti." Sospirai, pensando inevitabilmente che avrei dovuto fare lo stesso. "Anche io appartengo a un mondo che ormai... non ha più ragione di essere." Quelle parole mi uscirono di bocca troppo rapide perchè potessi fermarle. Ne ero convinta. Cercai di allontanare quei tristi pensieri. "Siete qui perchè Capomazda non era più sicura per voi e... ad essere onesta, non lo è nemmeno il luogo in cui vi sto portando. A Capomazda un nemico potente, colui che ha scatenato questa guerra, vi vuole morto. E fidatevi di una che conosce bene i suoi malefici metodi... non sarebbe stata una rapida spada a porre fine ai vostri giorni. La ragione per cui vi vuole morto è che potete intralciare i suoi piani." Lo osservai per essere certa di non averlo confuso. "Il Cavaliere del Gufo non prenderà la città, molte vite saranno risparmiate... e i baroni traditori saranno puniti... se avrà l'uomo che ha ucciso Aytli. Perciò siamo diretti al suo accampamento. Entro l'alba." MI zittii. Scrutando nuovamente la palude. "Non vi ucciderà. Se lo conosco bene, vi sfiderà a duello." Attirai uno spirito perchè ci illuminasse con la sua tenue luce. "Se avete un'idea migliore... vi ascolto."
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