08-06-2013, 20.14.38 | #1441 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltai con interesse le parole di Asevol, anche se già avevo letto qualcosa sul suo computer...il Codex Nolhiano, non lo avevo mai sentito nominare.."Teacher Asevol, potete tenere ancora i tomi per i vostri studi, ma visto la collana non vi è di aiuto vi chiederei di ritornarmela visto ha un valore importante per la mia famiglia, e io ne sono la erede..molte grazie".
Presi per un attimo il mio smarthphone, mi connessi a Internet e scrissi sul motore di ricerca "Codex Nolhiano" mandai l'invio, e nel mentre sentii bussare alla porta. Mi si raggelò il sangue...era lui, il paziente che era da Julien e che cosi tanto la inquieta...Teslya. Mi voltai verso Daiz, gli feci un cenno col capo. Sicuramente pensavo avesse visto nei dossier di Julien pure la foto, ma mi avvicinai piano e gli dissi all'orecchio sottovoce..."E' lui..Teslya". Non feci cenno di uscire, aspettavo che Daiz prendesse qualche iniziativa visto la sua esperienza in materia.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
09-06-2013, 20.03.39 | #1442 |
Cittadino di Camelot
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Le mie scarpe....taglio' di netto i tacchi e me le diede indietro..." grazie Gem....adesso abbiamo eliminato il problema formiche........deve sapere mio caro che ho fatto anni nei campi come forza medica nei posti dove lei neanche ...immagina...nei posti dove la sera....ci toglievamo i pidocchi che si insinuavano attraverso le dita dei piedi per evitare che si infilassero nella pelle.......mi faccia il favore....prendiamo questa bussola e vediamo se ci porta in mezzo a persone civili possibilmente......"....così prendemmo il sentiero che la bussola ci indirizzava e camminammo per qualche tempo...sino a quando....Gem... mi prese per un braccio e parlandomi di una sua esperienza di vita da guerriero..in cui aveva imparato ad utilizzare il suo fiuto .....fiuto magnifico..... due uomini di aspetto diverso passarono davanti a noi...parlavano con un'acceto diverso dal nostro.......sembrava volgare, non camminavano uno al fianco dell' altro....ma il piccoletto camminava un pò indietro rispetto a quello definito Milord......dispensa...avevano parlato di dispensa, io la cacciagione l'avrei messa nel frigorifero oppure nel congelatore.......non avevano fucili....ma Milord aveva le frecce......con arco.....certo, anche nel nostro tempo il tiro con l'arco era uno sport......ma........" Gem, mi avete chiesto cosa intendevo con due passi nel tempo....ecco cosa intendevo......questi non si sono vestiti per carnevale......riflettete, in casa le stoviglie erano in peltro....e non erano perfettamente lavorate.....le bottiglie del vino non avevano etichetta...la casa non aveva un arredamento degno della nostra epoca.......L'aereo......io ero perfettamente sveglia....i miei sensi erano tutti attivi, quando voi avete detto...stiamo precipitando.....mi sono solo accovacciata.....ma ero in sensi, il mio orologio non funziona......ma e' perfetto,...neanche un graffio...io non ho neanche un graffio......i miei abiti......perfetti...voi siete ammaccato....ma perchè mi avete portato a spalla......insomma Gem.......quando si precipita...ci si sbuccia un ginocchio...ci si strappa la giacca e che diamine.....mi dica la verita', neanche lei ha avvertito il tonfo dell'aereo.....noi siamo precipitati in buco nero.........ora, abbiamo due possibilità seguire in silenzio Milord e smilzo..oppure uscire allo scoperto e dire che il nostro aereo e' precipitato.....se siamo a carnevale...non ci sono problemi un colpo di cellulare e tutto e' a posto.....ma se così non fosse.....finiremo in gatta buia....in una sudicia gatta buia....."....tolsi il mio sguardo dal volto di Gem e continuai a seguire con lo sguardo i due...si stavano dirigendo verso la casa
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10-06-2013, 00.02.38 | #1443 |
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Annuii a Masan.
"Ceramente.." dissi piano, senza nascondere il sarcasmo. Adoro essere in compagnia di gente che ha una gran voglia di togliermi di mezzo.. che mi nasconde i suoi loschi piani.. e, per di più, essere finita in un posto che potrebbe essere in un altro tempo, per quanto assurdo.. Certo, caro, come vuoi che stia? Sospirai e cercai di prestare attenzione a ciò che stava dicendo. Che strano, pensai, la bussola funzionava? "Beh, almeno sapremo in che direzione stiamo andando, non le pare?" dissi poi, con voce calma e piatta, rivolta a Masan. Sorrisi, un sorriso gelido e divertito, quando lo sguardo di Solder si posò su di me. "Se siamo nel sedicesimo secolo, non le sarebbe servita a niente.." sussurrai, scuotendo la testa. Ma almeno non devo costantemente guardarmi le spalle... Mi fido di quella donna come mi fiderei di un programma storico in televisione.. Anzi, forse neanche.. Sorrisi tra me e me a quel pensiero, e seguii con lo sguardo ciò che indicava Masan. "Ottimo.." dissi rivolta al professore, lanciandogli una rapida occhiata. Per un momento, per un breve momento, mi era parso di sentirlo vicino, di potermi fidare. Ma dopo la mia marachella non potevo permettermi di abbassare la guardia, neanche per un momento. Ero certa che mi stessero nascondendo qualcosa, e Solder, involontariamente, me l'aveva confermato. E lui non era certo da meno. Non che si fosse mai comportato male con me, anzi. Anche se... Abbassai lo sguardo, ripensando a quel bacio, quasi che potesse leggermi nel pensiero. Scossi la testa, ed inspirai forte. Non dovevo pensarci, avevo fatto benissimo a rifilargli un sonoro ceffone, come si era permesso, dopotutto? Ripresi a guardare la strada, cercando di pensare a qualcosa di più concreto e reale. Il casale era immerso nella vegetazione lussureggiante, e sembrava essere l'unica abitazione nei dintorni. Sperai in cuor mio di trovare un'automobile parcheggiata nel vialetto, ma non c'era. Più ci avvicinavamo e più quel casale sembrava reale, da lontano, infatti, avevo quasi avuto l'impressione di trovarmi di fronte a un quadro, dipinto nei minimi dettagli. Dopo poco tempo lo raggiungemmo. |
10-06-2013, 16.10.30 | #1444 | |
Cittadino di Camelot
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Lo fissai...
“Lo trova assurdo?” mormorai “Sconcertante? Sa... io trovo decisamente più assurdo e molto più sconcertante quell’attacco terroristico, ad esempio... trovo sconcertante quel tentativo di furto al museo... questo mi pare assurdo! Quanto a questa ipotesi, invece... beh... è plausibile che suo zio desiderasse renderla partecipe di ciò che sapeva ed aveva appreso durante la sua vita... ed è plausibile che abbia provveduto a metterla sulla giusta via, qualora non avesse potuto farlo personalmente... non trova?” Per qualche istante rimasi in silenzio, guardandolo... trovava sconcertante tutto quello, pensai... chissà cosa avrebbe pensato di me e del motivo che mi aveva portata a Capomazda... chissà cosa avrebbe pensato di quei sogni che mi avevano perseguitata nell’ultimo anno... Riponendo questi pensieri, tornai a fissare quella lettera che ancora teneva tra le mani... “Non possiamo sapere quando è stata spedita, temo...” mormorai “E comunque... comunque, forse, ciò che ci interessa di più sapere adesso è da dove sia stata spedita... questa Chanty, cui si fa riferimento...” Citazione:
“E queste tracce sono per lei...” mormorai “E’ per lei che suo zio ha scritto queste note, Guisgard... e dunque... dunque, suppongo, sta a lei decidere se seguire la strada che le viene indicata o meno...” Distrattamente, posai una mano sul Codex e sfiorai con le dita quelle parole scritte a margine, probabilmente in fretta e apparentemente con una penna a sfera... “Per suo zio doveva essere importante...” sussurrai “Molto importante, per aver penato così tanto nel cercare di lasciarle tracce ed indizi... quello che non mi spiego è il motivo per il quale anche quei terroristi sono così decisi a seguire questa strada... perché cercano il Codex? Per giungere a Chanty? E per quale motivo giungere là sembra così fondamentale? Cosa c’è in quella terra che giustifichi tutto questo interesse?”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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10-06-2013, 21.24.07 | #1445 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Capitolo II: La Guerra delle chiese
“I Brobdingnaghesi hanno leggi chiare e semplici, un re che regna con giustizia e politici onesti. Tutto ciò stupì tantissimo il buon Gulliver, abituato agli usi e costumi della sua Inghilterra.” (Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver) Così, Clio, Masan e Solder raggiunsero finalmente quel casale. Si trattava di un grande edificio, in muratura con conci di pietra solo grossolanamente squadrati, circondato da un giardino molto ben tenuto e da alti cipressi che lo cingevano come un atrio colonnato. Un breve vialetto conduceva ad un piccolo portico di legno ricoperto da rampicanti e dal quale pendevano quattro piastrelle raffiguranti le stagioni. “Non c'è traccia di asfalto in giro” disse Masan “e non si vede neanche un elettrodotto in lontananza...” “Del resto siamo in aperta campagna.” Replicò Solder. “Può darsi...” fece Masan, per poi entrare nel vialetto che conduceva all'ingresso del casale. E giunto alla porta, bussò. Qualche istante dopo qualcuno aprì. Era una donna e restò turbata nel vedere quei visitatori. “Chi siete?” Chiese, senza smettere di fissarli. Indossava abiti molto diversi da quelli che i tre erano abituati a vedere ed il suo accento non era certo quello conosciuto a Capomazda. “Siamo...” mormorò Masan “... siamo viaggiatori, signora... veniamo da molto lontano... non conosciamo queste terre e siamo in cerca di un posto in cui sostare... naturalmente abbiamo intenzione di pagare...” “Aspettate, per favore...” e rientrò. “Sembra una bigotta!” Esclamò Solder. “Cosa aveva poi? Sembrava aver visto un fantasma!” “Fino a quando non capiremo dove siamo finiti” fissandola Masan “la pregherei di tenere a bada il suo sarcasmo... potrebbe darci noie...” “Dove vuole che siamo finiti?” Sbottò la dottoressa. “Sicuramente in qualche regione oltre i confini di Capomazda. O forse crede davvero di essere nel XVI Secolo?” Ma in quel momento qualcuno apparve sulla porta. E non era la donna che aveva aperto in precedenza. Ora c'era un uomo, robusto e di alta statura. Anche lui indossava abiti strani, che sembravano richiamare i tratti di un'uniforme militare. “Chi siete?” Domandò ai tre. “Abbiamo parlato con una donna...” fissandolo Masan. “E' mia moglie.” Disse il militare. “Ecco, siamo viaggiatori e...” “Si, mi ha detto di voi.” Lo interruppe il militare. “Cerchiamo un posto per riposare, almeno per qualche ora...” spiegò Masan “... naturalmente vogliamo pagare. Se poi è troppo disturbo, allora ci indichi un albergo e le saremo grati.” Il militare li guardò con attenzione. “I vostri abiti e il vostro modo di parlare...” mormorò il militare “... sono strani... da dove venite?” “Da Capomazda.” Rispose Masan. “Capomazda?” Ripetè il militare. “Mai sentito questo nome.” Masan si voltò a fissare Clio e Solder. “Comunque” continuò il militare “qui vicino non troverete alberghi o locande. Solo una piccola chiesa andando verso Sud. Se vi affretterete non impiegherete molto a raggiungerla. Forse il curato potrà aiutarvi.” “Non possiamo lasciarli andare così...” disse la moglie da dietro la porta socchiusa alle spalle di lui “... ci sono i Rossi in giro per queste strade...” Il militare allora li fissò.
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10-06-2013, 21.28.17 | #1446 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel vedere Taslya, Daiz restò a fissarlo per qualche minuto, limitandosi a fare un cenno col capo ad Altea.
“Il professor Asevol, suppongo.” Disse l'uomo. “Si.” Annuì il professore. “In cosa posso aiutarla?” “Ecco, sono un collezionista di antichi libri” spiegò Teslya “e facevo delle ricerche su un antico testo che pare sia perduto da secoli...” “Prego, continui.” Annuendo Asevol. Teslya fissò Altea e Daiz. “Preferirei parlarle in privato, professore.” “Certamente.” Fece Asevol. “Sono miei studenti e stavano per andare via. Prego, ragazzi. Ci rivedremo durante il corso.” E fece uscire Altea e Daiz. Appena fuori dall'ufficio, Daiz prese Altea per mano e corse verso il parcheggio. “Presto, all'auto!” Esclamò correndo. Giunti alla macchina, l'investigatore tirò fuori delle cuffie da una tasca e le collegò al suo smartphone. “Ho nascosto, prima di uscire, una cimice nell'ufficio del tuo prof...” mormorò Daiz “... ora sentiremo tutti i loro discorsi...” fece l'occhiolino ad Altea “... dai, ammettilo... sono troppo in gamba e tu sei pazza di me!” Sintonizzò lo smartphone e cominciò ad udirsi la conversazione nello studio di Asevol: Asevol: “Allora, che libro cercava?” Teslya: “Un codice molto antico... il Codex Nolhiano.” Asevol: “Il Codex Nolhiano? Un libro molto singolare.” Teslya: “E prezioso.” Asevol: “Esatto.” Teslya: “Ho fatto alcune ricerche. Pensavo si trovasse nel Museo Archeologico di Capomazda, invece ho visto che non è lì.” Asevol: “Infatti. Fu acquistato da un collezionista privato ed ora è nelle sue mani.” Teslya: “Chi è questo collezionista?” Asevol: “In verità, non sarei tenuto a rivelarlo...” Teslya: “Gli occhi, professore... guardi i miei occhi... vede? Girano piano... ma sempre di più... più velocemente... più velocemente...” Asevol: “Si... si... si, padrone... ordina e comanda...” Teslya: “Chi ha acquistato il Codex Nolhiano?” Asevol: “Robert de' Taddei, padrone...” “Ma che roba è questa!” Esclamò Daiz quando la conversazione cessò. “Cos'era? Ipnosi o cosa?”
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10-06-2013, 21.32.22 | #1447 |
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Gem ascoltò attentamente Elisabeth.
“Si, il suo ragionamento fila...” disse “... ma è totalmente assurdo!” Scuotendo il capo. “Ma si rende conto? Andiamo, è una donna di scienza lei... non può credere a ciò che ha appena detto!” Intanto, i due uomini erano ormai andati verso la casa. “Seguiamoli.” Fece Gem. “Poi decideremo cosa fare.” Così li seguirono da pochi passi più indietro. “Cosa accadrà ora a sua maestà, milord?” Chiese lo smilzo. “Deciderà il Consiglio.” “Ha perso il potere a vostro parere?” “Di sicuro” rispose il milord “non basteranno più i suoi occhi azzurri a legittimarne il potere.” “I Rossi lo uccideranno?” “Non lo so, amico mio...” mormorò il milord. E raggiunta la casa, entrarono dentro. “Ma dove diavolo siamo finiti?” Sempre più sorpreso Gem verso Elisabeth. “Ha sentito cosa dicevano quei due? Re, Rossi, uccisioni, potere legittimo, segni particolari... ma lo sanno che le Nazioni Unite non permettono più questo genere di cose?”
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10-06-2013, 21.36.59 | #1448 |
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Guisgard ascoltò Talia e restò vagamente perplesso.
“Chanty...” disse “... mai sentito un nome simile...” si avvicinò allora ad un computer e lo accese, per poi avviare il motore di ricerca. “Ecco, l'ho trovato...” E lesse su Google: “Chanty è una terra immaginaria delle leggende e del folclore Capomazdese, situata in un luogo imprecisato del Nord, oltre i confini della Chiesa Romana e subito prima della terra delle nebbie perenni, in una visione simbolica che pone Chanty come sospesa tra il Divino ed il terreno. L'etimologia del nome risale molto probabilmente ad una storpiatura dal Franco Normanno di un antico nome etrusco o perlomeno italico della regione in cui sorgeva il regno di Sygma. Sorto dai racconti di mercanti e pellegrini, questo mito era l'idealizzazione della stessa Sygma agli occhi dei Capomazdesi, vista come una terra ricca di arte e bellezze naturali. Non a caso, nell'iconografia tradizionale, Chanty veniva rappresentata nei tipici paesaggi di Sygma.” “Continua poi con nozioni storiche poco importanti...” mormorò lui “... quindi questa Chanty altro non è che una versione romanzata di Sygma... come il Catai lo era per la Cina... lei però è di Sygma... ha mai sentito il nome di Chanty? Anche qualcosa di simile?” Scosse il capo. “E poi perchè tracciare la via per un regno immaginario? Mio zio non era certo uno che fantasticava... anzi. E questa lettera invece sembra molto reale... non certo uscita da un brano di antologia o da un romanzo fantasy... continua a credere che tutto ciò non sia assurdo?” Fissando Talia.
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10-06-2013, 22.37.51 | #1449 |
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Rimasi per un attimo perplessa ad ascoltare la conversazione quando Daiz pose quella domanda che più che altro fu una esclamazione..."Questo Mr. Teslya non sembra affatto pazzo" dissi seriamente "anzi sa ciò che vuole...e ora penso alla espressione stranita di Julien quando egli uscì dalla sua stanza...che abbia ipnotizzato o usato qualche mezzo pure con lei?E per cosa poi?".
Osservai le carte e dossier che Daiz prese nello studio di Julien.."Guardiamo cosa dicono le carte di Julien...e poi seguiamo quell'uomo quando uscirà dalla Università..pure lui con questo Codice Nohliano..io non so di che si tratta ma non ti sembra una strana coincidenza...il fatto che pensasse si trovasse al Museo Archeologico..ma non lo ha trovato...e se c'entrasse con il furto al Museo?..l'erede dei Taddei è in pericolo ora, dobbiamo avvisarlo penso".
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10-06-2013, 22.55.29 | #1450 |
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Osservai stupita prima la donna e poi l'uomo che avevano parlato.
I loro abiti, il modo di parlare, il fatto che non conoscevano Capomazda.. possibile che fosse tutto vero? Eppure, non sembravano intenzionati a farci entrare. Come dargli torto, pensai, se io vedessi gente così strana sbarrerei la porta, e noi dovevamo apparire davvero singolari ai loro occhi. Sarà anche assurdo, ma non abbiamo scelta.. "Perdonate, buon uomo.." dissi gentilmente, facendo capolino da dietro Masan. "Abbiamo viaggiato a lungo, per giorni e giorni, veniamo da una terra oltre il Monte Ataima.. ci siamo perduti e l'abbiamo attraversato.. Non vogliamo turbare la tranquillità vostra, o di vostra moglie.. Cerchiamo soltanto riparo, anche modesto.. Abbiamo incontrato un frate, poco fa, e ci ha riferito che le strade non sono più sicure, qui a Chanty.." lo fissai con un'espressione speranzosa "..è molto lontana la chiesa di cui parlate? Non vorremmo doverci accampare per stanotte... non manca molto al tramonto... dite.." esitai "..che riusciremo a raggiungerla prima che faccia buio?". Sfoderai l'espressione più ingenua e spaurita che riuscii ad elaborare, e sostenni lo sguardo dell'uomo. |