07-05-2019, 17.40.51 | #1471 |
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Minsk, a quel punto, si congedò col Visconte, ribadendo che la pietra era ormai certamente introvabile.
Il nipote della baronessa allora informò Elv che la commissione dell'affresco era annullata, ma che gli avrebbe comunque elargito un compenso per il disturbo. "Beh, meglio che niente" divertita ad Elv. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
07-05-2019, 18.01.04 | #1472 |
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La conoscenza che trovai in quella mente era impressionante, davvero impressaionente, sterminata, completa e senza i pregiudizi che invece ponevano freno a quella, seppur geniale, di Minsk.
Il modo in cui lo mise alla porta mi lasciò interdetta, ma cominciavo un po' a comprendere l'indole del mio capo, e giurai a me stessa che al momento giusto mi sarei tolta la soddisfazioe di far volare tutti gli oggetti della stanza così, solo per vedere la sua espressione e seguire tutti i ragionamenti della sua mente che cercavano disperatamente una spiegazione razionale a quel fenomeno! Mi voltai nuovamente verso Minsk, sempre più curiosa di vedere che cosa avrebbe detto. Ma restai sbigottita da quello che disse. Tutto lì? Non cercava quel collezionista, non si impegnava nella ricerca? La cosa non mi piaceva proprio per niente, ma c'era poco che potessi fare. Seguii Maday e Minsk fuori dalla villa, dopo aver salutato la bella ragazza dai capelli rossi e il signor Label.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì! |
07-05-2019, 18.11.56 | #1473 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'indomani, lungo un angolo secondario di Via San Michele, a ridosso di Piazza della Miglioria, che affiancava il lungo corso del Lagno, in un caffè appartato un uomo si godeva il proprio pomeriggio libero.
Lavorava come giardiniere presso una ricca duchessa e sembrava ben soddisfatto del nuovo impiego. Ad un tratto un uomo dall'aspetto indefinito raggiunse uno dei tavolini accanto al suo, si sedette ed ordinò da bere. Foros notò che costui, avvolto in un giubbotto leggero e scuro, col bavero alto che lasciava intravedere a stento i suoi occhi azzurri e profondi, lo fissava con una certa insistenza. Il giardiniere che non voleva attirare l'attenzione, dato che di guai ne aveva avuti già troppo negli ultimi tempi, finse di non notare quegli sguardi su di lui. Tuttavia il misterioso individuo non accennava a distogliere la sua attenzione dal giardiniere, al punto che questi cominciò ad avvertire un certo disagio. “Foros...” disse ad un tratto finendo il suo bicchiere. “Prego?” “Allora ci ho visto giusto...” l'altro “... è proprio lei.” “No, lei si sbaglia...” sorridendo Foros “... io mi chiamo Armand Lulec.” Mentendo. “No, io una faccia non la dimentico” l'uomo “e lei è proprio Foros. Ho veduto molte volte la sua foto in tv negli ultimi tempi.” “Temo si confonda...” finendo il suo caffè Foros e con una certa fretta di andare. “Vorrà dire chiederò a quel poliziotto laggiù se ha la mia stessa impressione su di lei...” “Ma chi è lei?” Seccato Foros. L'uomo aprì parte del giubbotto e mostrò un colletto bianco. “Un prete?” “Si, Foros.” Annuì l'uomo. “Perchè tu sei Foros, vero? Non mentire al mio abito, altrimenti dovrai renderne conto a Dio. E la Sua giustizia è infallibile, non come quella degli uomini.” “Cosa cerca da me?” “Aiutarti a sfuggire alla giustizia terrena...” fissando l'uomo “... per quella Divina non avrai scampo, ma non è affar mio.” “Non comprendo...” “Sei un assassino ed un ladro, Foros.” Il giardiniere sbiancò. “No... sono stato rilasciato...” “Solo perchè non c'erano prove...” rise l'uomo “... ma io credo di poterne fornire qualcuna, convincente, alla polizia... ad esempio l'impronta del tuo dito... essa ti inchioderebbe senza possibilità di salvezza.” “Com'è possibile?” “Sono stato in quella camera dopo di te...” raccontò l'uomo “... ho visto l'impronta del tuo dito sporco di sangue sulla parete... l'ho impressa su un foglio bianco e poi ho ripulito il tutto. Infine ho gettato uno dei tuoi bottoni, che avevi perso accanto al cadavere della povera baronessa dopo la colluttazione, vicino al letto, lontano da corpo della vittima.” “Perchè tutto ciò?” “Perchè volevo dar alla polizia indizi vaghi, ma non prove certe.” “Perchè?” Ancora Foros. “Per poterti incastrare, amico mio.” Divertito l'uomo. “Perchè mi è indifferente la tua Sorte, ma volevo la Pietra Girellara. E poiché tu l'avevi rubata, il solo modo di averla era ricattarti. Tutto un semplice piano.” “E sentiamo...” ambiguo Foros “... quanto è disposta a darmi per averla?” “Amico mio...” sbuffò l'altro “... ti sto dando qualcosa di infinitamente più prezioso... la tua libertà. Dammi retta, non sei nella condizione di chiedere o patteggiare. Consegnami la pietra ed io ti lascerò libero.” “Neanche una cifra minima?” “Nulla.” “Non mi lascia scelta...” “Non ne hai.” Con uno sguardo freddo e tagliente l'uomo dagli occhi azzurri. “Pensavo voi preti provaste la pietà per i propri simili...” “Non sei un mio simile, Foros.” Replicò l'altro. “Consegnami la pietra. Ora.” “E' accanto a noi...” “Ti burli di me, Foros?” “No...” indicando col capo un vicoletto laterale, solitario e poco illuminato “... segua il marciapiede, al tredicesimo ciottolo... lì sotto c'è la pietra... era giunto apposta per recuperarla, visto le accuse erano cessate e non avevo più sbirri alle costole... avanti, paghi il conto, si prenda la pietra e mi lasci in pace...” L'uomo pagò per entrambi, si alzò ed entrò nel vicoletto. Contò i ciottoli e con un coltello sollevò il tredicesimo. Uno scintillio rossastro liberò il suo riverbero magico e misterioso, brillando come Venere in un limpido crepuscolo. L'uomo nascose la pietra in una tasca segreta del giubbotto ed andò via, tra i passanti della strada. Chi era quel misterioso uomo? La risposta, forse, restava celata nel chiarore limpido e profumato di quel pomeriggio ad Afragolopolis. FINE EPISODIO
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07-05-2019, 22.59.15 | #1474 |
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IL CASTELLO DELLE SELCI DORMIENTI
Strane e cupe leggende da tempi immemori i fanciulli di queste terre hanno imparato a conoscere sin dall'infanzia, a spaventarsi ed a fingere poi, una volta adulti, di non crederci più. Dimora di tali sinistre tradizioni è l'antico Castello detto delle Selci Dormienti, che al solo vederlo non appare diverso dagli oltre 200 manieri che nella Bassa Caivania abbelliscono il paesaggio lungo il corso del Lagno. Eppure oscuri misteri ne affliggono da sempre la nomea. Come il VI° visconte di Afranbrook, dedito a pratiche sataniche ed orge sfrenate, finito poi sul capestro per volontà del Borgomastro dopo orripilanti testimonianze circa le sue innaturali passioni. Ma anche lady Lasyn, sedicente strega finita sul rogo dopo aver assassino ben 6 mariti e bevuto il sangue dai feti frutto dei suoi aborti spontanei. Senza dimenticare poi il più famigerato di tutti gli abitatori del castello, ossia lord Anylton Ubb, adoratore di innominabili creature che a suo dire reclamavano bambini per i loro pasti sacrileghi. Lord Anylton fu celebre anche per aver offerto nella sua corte asilo ad un discusso scienziato ed alchimista del XVII secolo, il discusso e misterioso Roberto Minsker. Oggi, in pieno 2019, il Castello delle Selci Dormienti non ha perso il suo fascino agli occhi dei tanti che ne ammirano, pur non credendo più a nessuna delle sue terribili leggende, la monumentale bellezza attraversando l'affascinante regione della Bassa Caivania. +++
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07-05-2019, 23.11.05 | #1475 |
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Iniziai a controllare ogni dettaglio prima di andarmene, se gli allarmi erano ben collegati, i gradi di umidità e la temperature nelle teche che contenevano i preziosi manoscritti miniati, e percorrendo il grande corridoio della Galleria Nazionale Afragolignonese mi diressi verso il mio ufficio personale.
Adoravo il mio lavoro, avevo dovuto lottare molto per essere in uno dei più famosi musei al mondo come storica d' arte e me lo sarei tenuta ben stretta. Chiusi nervosamente la finestra...quante volte avevo raccomandato alla mia segretaria di chiuderla, il tempo era cambiato e io odiavo il freddo. Ma a rendermi nervosa era ben altro, ovvero la lettera che mi era stata affidata giorni fa da parte della mia defunta zia la quale mi nomiva, quale duchessa Altea de Bastian e una delle nipoti predilette e più affezionate, proprietaria del suo castello nella Bassa Caivania alla sua morte, che avvenne proprio due settimane fa. Su quel castello si era detto molto e forse troppo, qualcuno della famiglia diceva vi era qualche mistero, altri che regnava una maledizione, altri era dannato; in poche parole non sarebbe stato preso in eredità da nessuno e questo mia zia lo sapeva. Presi il portatile e lo accesi, entrai nella mail privata e scrissi all' avvocato: "Gentile avvocato, ho deciso dopo molte lotte interiori di accettare l' eredità di mia zia. Ho preso alcuni giorni liberi per poter vedere le sue condizioni, se necessità di manutenzione, le chiederei di assumere nuova servitù...sapete che sono affezionata al mio maggiordomo e verrà con me. E poi assumete della security, visto ciò che si dice del castello la prudenza non è mai troppa, inoltre sono una donna sola e per il valore del maniero e dell' interno non mi sentirei protetta. Vi ringrazio, tra poco esco e mi dirigo al castello, voi potete raggiungermi e contattatemi al cellulare se vi sono problemi...la firma deve essere redatta proprio lì, volontà di mia zia e io mi premurrò di soggiornare subito laggiù". Spensi il portatile, una telefonata a Bafon dicendogli di raggiungermi al maniero con le mie cameriere personali e non mi interessava di licenziare quelle di mia zia, ora ero io la padrona. Uscii dal mio ufficio personale, chiusi la porta a chiave e ripercorsi il largo corridoio dove si sentiva il tichettio delle scarpe a spillo. Salii sulla Ferrari nera e iniziai a sfrecciare verso il castello di mia zia, la duchessa Cornelia Arzebierg de Bastian.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Guisgard : 07-05-2019 alle ore 23.22.39. |
07-05-2019, 23.15.07 | #1476 |
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Dai finestrini, la campagna assolata scorreva come un dipinto impressionista, quelli che solo guardandoli sembra di sentire il rumore del pennello che traccia quelle macchie repentine e decise sulla tela.
Quasi un paesaggio di Monet, o Van Gogh. Il sole era un po' velato, timidamente nascosto dietro un sottile strato di nuvole simile a tulle. Ero diretta alla Bassa Caivania per conto del mensile d'arte per cui lavoravo. Ero la fotografa della redazione e in questo mese avevano scelto di concentrarsi proprio sui castelli. Dunque, quale posto migliore per trovarne di splendidi? Avrei cominciato dal Castello delle Selci Dormienti. Luogo di leggende, storie raccapriccianti e da brivido, che avevano aiutati, nei secoli, la fusione fra realtà e leggenda. Arrivai nei pressi del Castello, parcheggiai la macchina e mi diressi a piedi fino al cancello, per trovare qualcuno e chiedergli di farmi entrare. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk
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07-05-2019, 23.32.00 | #1477 |
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Altea salì sulla sua Ferrari, lasciando così la Galleria d'Arte di Afragolopolis.
Ad un tratto però squillò il suo cellulare. “Pronto, signora duchessa... sono l'avvocato di sua zia.” Disse lui al telefonino. “Ho ricevuto la sua mail e quindi mi sto occupando di avvertire il custode del castello, il signor Doig. Volevo informala che al servizio di sua zia vi era già un addetto alla sicurezza, che lei di certo ricorderà, avendo fatto visita a sua zia di tanto in tanto. Decida lei se rinnovargli il contratto licenziarlo.”
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07-05-2019, 23.35.49 | #1478 |
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Gwen arrivò al maestoso castello.
Era una struttura signorile, sebbene eretta con sontuosità e solidità. Alte torri racchiudevano la parte nobile del maniero, con un architettura che sembrava preferire lo slancio verso l'alto, come se l'edificio ambisse a lasciare la terra per una dimensione diversa, misteriosa, quasi magica. Tutt'intorno dominavano verdi prati ben curati, con faggi, pini, sicomori, ciliegi ed olmi. Il cancello era socchiuso e prima che la bella fotografa lo varcasse apparve un uomo magro, con al guinzaglio due cani dall'aspetto feroce che abbaiavano sena sosta. "Prego..." disse a lei. "... desidera?"
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07-05-2019, 23.37.23 | #1479 |
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Il telefonino suonò e misi il vivavoce e ascoltai l' avvocato "Ah si certo che so chi è, mia zia aveva una predilizione per lui e lui gli era fedele, a mio avviso per soldi. E' un po' particolare, vedrò di parlare con lui...e deciderò se tenerlo o meno, d' accordo? Sono quasi arrivata tra l' altro, per fortuna non vi era traffico" e vidi in lontananza il castello.
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07-05-2019, 23.39.58 | #1480 |
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La Ferrari di Altea arrivò al Castello delle Selci Dormienti poco dopo, trovando un'altra auto davanti al maniero.
Al cancello vide il custode, Doig con i suoi cani ed una ragazza dai capelli rossi.
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