10-05-2018, 03.37.34 | #1481 |
Cittadino di Camelot
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Bevvi e bevvi ancora, fin quando l'uomo smise di dimenarsi ed i suoi spasmi si annullarono.
Mi sentivo finalmente appagata, soddisfatta, sazia ed era una sensazione indescrivibile, che mai si potrebbe provare nemmeno col cibo più prelibato. Perché solo il sangue era vita. Elv fece lo stesso, mentre lo guardavo sempre più compiaciuta. Poi venne da me e mi baciò, in quella che ormai era diventata una consuetudine fra noi. Come un brindisi in conclusione della nostra cena peccaminosa. E i nostri sapori si mischiarono al sangue, che impregnava ancora le nostre labbra e le nostre lingue. Era oscuro, era perverso, era eccitante e mai ci avrei rinunciato. Ridacchiai alle sue parole. Poi, raccolsi quel sangue, frammisto dei due uomini, dalle mie labbra con la lingua. "L'abilità di un cacciatore è data anche dalla prelibatezza delle sue prede, e tu stai decisamente migliorando... I miei complimenti...'' con un sorrisetto, prima di cogliere anche dalle sue labbra quel nettare con la punta della lingua, lentamente. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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10-05-2018, 03.41.11 | #1482 |
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Sentivo il mio sangue ribollire impaziente e una parte di me a lungo assopita scalpitava ora come un cavallo indomabile.
Dovevo sapere. Sapere se Lui fosse finalmente tornato da me come aveva promesso, coltivando dentro di me il seme della notte. “ Gli occhi lo sono di certo e confesso di avervi guardato a lungo, negli occhi, proprio per provare a scoprire qualcosa in più di voi. Siete un uomo tanto misterioso...” Avrei voluto dire altro, spingermi oltre, tentando quasi di metterlo alle strette. C’ero quasi, e una volta nei giardini sarebbe diventato ancora più facile... Un rumore infranse ogni occasione. Un rumore, una voce, la sua voce. Mi voltai con la mascella serrata, dando a mio fratello la peggiore delle mie occhiaie, trovandolo colpevole di averci interrotti. Di aver interrotto quella atmosfera confidenziale e quasi magica che faceva sembrare tutto possibile. “ Temo mio fratello abbia esagerato un poco con il vino... Lui è sempre così avvezzo ai piaceri della carne, il bere, il mangiare, il divertimento profano... le donne... Una vostra parola Barone e ignorerò il richiamo di mio fratello per poterci concedere la nostra passeggiata. Dunque, cosa davvero desiderate fare?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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10-05-2018, 03.55.49 | #1483 |
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Il sapore del sangue ancora caldo, vivo, pulsante, quello di Gwen, delle sue labbra e della sua lingua.
Tutto ciò sentì Elv baciandola, facendo sua quella bocca. Un bacio carico di desiderio, di slancio. Un bacio al chiarore sinistro di una Luna proibita. Una lunga e densa goccia di quel nettare rosso cominciò a scivolare lungo il mento di Gwen, con Elv che subito la raccolse con un dito. Allora portò quel dito sul corpetto della vampira, dove la piega dei seni era racchiusa dalla stretta scollatura. Cominciò ad ungere la pelle di lei, disegnando un linea lungo la curvatura dei seni stretti fra loro. Nel farlo la guardava. Allora chinò il capo, portando le labbra sul corpetto e succhiando quella striscia rossa, assaporandola con l'odore della pelle di Gwen. “Passeggerai dopo, Dacey.” Disse il Maresciallo quasi richiamando sua sorella. “Ora il barone deve brindare con i suoi fidati uomini.” Tutto infatti era pronto. “I doveri di un signore” fece il barone Minsk “sono tassativi come leggi. Impongono oneri e richiedono onori.” Il Maresciallo sorrise. “Tuttavia” continuò il nobile signore di Monsperone “Ade ignorò i suoi obblighi nell'Oltretomba per fuggire in un bosco molto simile ad un giardino per rapire la sua Persefone.” Guardando Dacey e sorridendo enigmatico. “Mio signore?” Non comprendendo quelle parole il Maresciallo. “Brindate al mio ritorno” a lui Minsk “e mangiate alla mia salute. Dite al saltimbanco di danzare e cantare affinchè tutta Monsperone festeggi.” Prendendo di nuovo il braccio di Dacey. “Io, dopo mesi di prigionia e solitudine, ho bisogno di rivedere le stelle e di ascoltare la Luna. E vostra sorella sarà una meravigliosa Euridice per condurmi nell'oscurità sognante di questa notte.” E con Dacey uscì nel giardino, lasciando un perplesso Maresciallo a fissarli. Rosso sulla sua pedana restò turbato a guardare i due uscire dalla sala ed allontanarsi dalla sua tela.
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10-05-2018, 04.07.23 | #1484 |
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Il suo sapore pulsava, vivo come quel sangue rosso e viscoso che ci legava in un vincolo eterno.
Sentii scivolare lenta una goccia sul mento, ma lui si premurò a raccoglierla. Lo guardai con un mezzo sorriso malizioso e divertito a quei suoi movimenti sulla mia scollatura per ungerla con quel sangue. Poi iniziai a gemere per il piacere che le sue labbra e la sua lingua mi davano, per assaporare quel sangue ed io affondavo le dita fra i suoi capelli per stringerlo ancor più a me ed elevare al massimo quel godimento. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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12-05-2018, 00.32.14 | #1485 |
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Mal sopportavo quel modo cui mi si rivolgeva.
Lo aveva sempre fatto, fin quando ero piccola, a volte tanto da portarmi alle lacrime. Invece di confortarmi, mia madre mi aveva insegnato a sorridere, in qualsiasi circostanza, perché così ci si aspettava da una donna. Un bel sorriso e l’ubbidienza. Tentai un sorriso forzato, le labbra che si assottigliavano,tirate all’insù ma il mio corpo intero si era irrigidito dal fastidio di essere stata richiamata, comandata. Evitando di rispondere, lasciai la replica al Barone mentre già mi preparavo ad avanzare verso mio fratello e il resto dei suoi, prendere un bicchiere e unirmi al brindisi esibendo sempre il mio sorriso tirato. Tuttavia, nonostante il preambolo che poteva trarre in inganno, elegantemente il Barone decise di declinare l’invito del Maresciallo preferendo la mia compagnia e la prospettiva della passeggiata nei giardini baciati dalla Luna. Vidi il disappunto ma anche la perplessità sul viso di mio fratello mentre io ero poco meno che trionfante. Per una volta qualcuno che non aveva seguito le indicazioni di mio fratello e per di più lui non poteva neanche avanzare rimostranze. Circondai con il braccio quello del Barone e nello stesso momento potei notare niente meno che Rosso sulla sua pedana, prossimo all’esibizione. Non lo avevo scordato e soprattutto non avevo scordato le sue intenzioni. Ora si sarebbe esibito mentre il Barone era fuori dalla sua portata. Sapevo che in quell’istante, passandogli non lontano per lasciare la stanza, il cavaliere mascherato mi stava quanto meno maledicendo e mentalmente indirizzando le peggiori offese. Cosa poteva importarmi di un misero uomo e la sua misera vendetta quando io dovevo scoprire se passeggiavo a fianco di Lui, il Re delle Tenebre. “ Devo confessare che mi avete sorpresa e lusingata allo stesso tempo, rifiutando di restare a onorare impegni e doveri solo per poter passeggiare con me. Ora dunque mi sento invasa da una grande responsabilità, fare in modo che questa nostra passeggiata al chiaro di luna sia la migliore che abbiate mai avuto.” Avevamo lasciato la sala affollata e confusionaria, rumorosa per le chiacchiere e la musica, inoltrandoci invece nella pace esterna, dominio di grilli canterini e rapaci notturni alla ricerca di prede. I versi di questi animali erano l’unico suono capace di giungere alle nostre orecchie, insieme al fruscio delicato delle foglie appese agli alberi in fiore, dei rami del salice piangente che si scontravano e incontravano e del selciato che veniva calpestato ad ogni nostro passo. Il tutto ultimato dal mio vestito, con le sue sete leggere e morbide, che toccava il terreno come una frusciante carezza. “ Pensate che io sia troppo ambiziosa? In fondo qui non posso offrirvi vino pregiato, cibi gustosi, dolci elaborati, divertimenti e musiche, solo la mia presenza.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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13-05-2018, 00.16.23 | #1486 |
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Avvertivo freddo, tra l' ambiente così misterioso e gli spifferi che entravano tra le feritoie del Castello.
Mi avvicinavo pieno e alzai gli occhi al Cielo girandomi attorno..lassù quella fiammella ferma eppure tremolante in quella Torre...forse la Torre dove Lui mi aspettava forse no. Mi guardai attorno per vedere se vi erano salde scale per salire e il suo volto mi apparve come le altre volte..ma era davvero lui o era un inganno?
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
13-05-2018, 00.59.39 | #1487 |
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Le mani di Gwen nei bruni e lunghi capelli di Elv, mentre la sua testa era china sul petto di lei.
Sentiva l'umido struscio della lingua di lui sulla sua pelle nuda, sin nella piega calda della sua scollatura, poi il sorbire delle labbra del vampiro che lambivano e succhiavano quella goccia di sangue nella stretta piega dei suoi seni pallidi. Non smetteva, non voleva farlo, anzi succhiava e leccava quella pelle bianca con ardore, desiderio, avidità. Altea avanzò verso quel luminoso e tenue tremolio. Proveniva da una finestra della torre. Entrò nel dongione e vi si avvicinò. C'era una porticina in legno, per metà consumata dai tarli, mentre i cardini erano rosi per la ruggine. Da lì proveniva la debole luce. Guardò all'interno e vide qualcuno curvo a scrivere su un rozzo tavolo di legno, alla fioca luce di una candela. Il Barone prese il braccio di Dacey e nello stupore generale lasciarono insieme la sala, seguiti dagli sguardi perplessi del Maresciallo, quelli enigmatici di Fagianus e quelli infine contrariati di Rosso. Dal chiarore delle candele e della lampade, la ragazza ed il nobile signore si ritrovarono al pallido alone di una Luna splendente di un silenzio fatto di stelle ed ombre. Incorniciato in quel viso ovale e dai bei lineamenti, racchiuso da lunghi capelli scuri ed una barba perfettamente curata, lo sguardo del barone passò dalla Luna al viso di Dacey, per poi sorridere appena. “Anche la fiabesca Sharazade” disse lui “ambiva ad offrire piacere e felicità al suo Sultano, narrando ogni notte una fiaba nuova...” fissandola in tutto il suo splendore “... e non sono forse favole i vostri occhi ambrati? O le vostre labbra coralline? Come la sinuosità dei vostri modi e la sensualità delle vostre movenze.” Guardandola tutta in quel suo sensuale abito. “Dopo mesi di prigionia, senza mai il conforto della bellezza, della luce del giorno e del silenzio della notte, un uomo può anche impazzire, sapete? Dimenticare il fascino del mondo, della vita e di ogni sua promessa. E forse, allora, la mente ed il cuore fuggono via, nella fantasia o magari davvero nella follia... allora si immaginano volti mai incontrati e voci mai udite... forse io vi invoco da sempre... da quanto è lunga la mia cattività... ossia ben oltre la mia prigionia di qualche mese... forse vi sogno da sempre, prima di quanto possiate immaginare...” vicinissimo a lei.
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13-05-2018, 01.04.04 | #1488 |
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Avanzai lentamente e aprii quella porticina consunta e decadente.
Ad un tratto vidi una persona che stava scrivendo su un rozzo tavolo di legno e nell' aprire la porta si udì il cigolio. Entrai ma con cautela.."Chi siete..come mai siete in questo rudere" a voce bassa.
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13-05-2018, 01.04.39 | #1489 |
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Sentivo il movimento della sua lingua e l'ardore delle sue labbra calde, che cercavano ed inseguivano disperatamente quella goccia.
Ed io affondavo e stringevo le dita nei suoi capelli corvini e meravigliosi. Poi alzai il suo volto, ammirandolo in quel suo pallore screziato di rosso e lo baciai. Nel frattempo aprii il primo gancetto del corsetto. "Ti amo..." sussurrai piano, con voce calda e appassionata. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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13-05-2018, 01.14.35 | #1490 |
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Rimasi sbalordita, i miei occhi color miele si spalancarono rivelando la loro luce curiosa, le mie labbra si schiusero incapaci tuttavia di replicare.
E come potevo? Come potevo replicare a parole che parevano dare risposte a domande che non osavo porre. Come potevo parlare quando non avevo che da perdermi nella voce del Barone. Rimasi sbalordita per ciò che disse, oltre a come lo disse. Rimasi sbalordita perché ogni singola parola sembrava ricalcare gli struggimenti che mi caratterizzavano fin dalla infanzia. Rimasi sbalordita perché era così che immaginavo di sentire parlare Lui, quando finalmente si sarebbe rivelato dopo una attesa di anni. O forse era tutta una mia idea. Il mio bisogno, la mia smania di trovarLo mi portava a leggere tra le righe, a cogliere riferimenti e coincidenze che forse non c’erano in semplici complimenti eleganti ed a tratti provocatori . Il Barone poteva semplicemente essere solo un uomo dotato di una buona dialettica, capace di sedurre con le parole e intrigare. Il Barone poteva semplicemente essere solo un uomo. La Luna illuminava generosa il nobile, mettendone in risalto il viso contornato dai capelli scuri ma soprattutto gli occhi neri come la notte più profonda. Eppure per la più piccola frazione di secondo mi parve di vedere... No, stavo immaginando. Quegli occhi erano semplicemente neri. Stavo solo immaginando. Doveva essere un gioco di luci. Non potevano essere diventati rossi per una frazione minima di secondo. Non potevano essere diventati quelli di Lui per il tempo che avevo sbattuto le ciglia. “ Avete l’invidiabile abilità di ammutolire una donna... “ Dissi trattenendo un sospiro per quella vicinanza tra noi.
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