23-06-2011, 03.45.55 | #1491 |
Cittadino di Camelot
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La porta si era chiusa dietro di me e finalmente potevo rimanere sola con i miei pensieri. Mi lasciai andare a un sospiro, che non avrei saputo nemmeno io dire da dove mi giungesse. Mi sentivo nauseata da tutto quello che stava accadendo.
Avevo appena socchiuso gli occhi e mi ero sdraiata sul letto. Quella voce interruppe i miei pensieri. Quella voce...corsi alla finestra, con apprensione. Poteva essere Uriel? No di certo! Si trovava al sicuro, al Poggio del Sole. Non vidi nulla, così mi precipitai fuori dalla stanza, giù per le scale. Nel cortile, sotto il porticato, mi fermai e rimasi in silenzio, per cogliere nuovamente quella voce.
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23-06-2011, 04.01.41 | #1492 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La notte era scesa inesorabile.
Il cortile era avvolto in una inquietante penombra, mentre una leggera foschia rendeva sfocata ogni cosa ci fosse in quel luogo. Melisendra era sola con i suoi fantasmi ed i suoi incubi, mentre tutta Capomazda si apprestava ad affrontare i suoi. “Mamma!” Disse di nuovo quella voce. Un attimo dopo un’ombra sembrò correre fra gli alberi del giardino poco distante. “Non vieni a prendermi, mamma?” Chiese qualcuno celato chissà dove, attraverso la voce di Uriel. “Io ho tanta paura, sai… ho fatto un incubo stanotte… mamma, vieni, ho paura…” Ad un tratto un vento freddo si alzò nel cortile. Fu solo un istante, ma sufficiente a lasciare nella ragazza un senso di angoscia e disperazione. “Sei coraggiosa, non c’è che dire…” disse qualcuno emergendo dalle tenebre “… hai cercato di salvare Capomazda… lodevole…” accennò una risata compiaciuta “… ma vedi, mia diletta, il destino di questo ducato è già segnato… e tu sai che porto sempre a termine i miei intenti…” Si avvicinò, era lui. Melisendra lo riconobbe subito. “L’imperatore Domiziano…” continuò “… grande uomo, sai… chiedeva, anzi imponeva, al suo popolo di chiamarlo Dominus et Deus… Signore e Dio… e lo era davvero, sai? Era davvero potente come un Dio… sai perché? Perché aveva il potere sulle vite dei suoi sudditi… ed anche io ho questo potere… posso sterminare l’intera popolazione di questo luogo… posso uccidere il tuo caro Gouf… ed uccidere anche te… e non solo te…” sorrise. “Mamma! Aiuto, vuole uccidermi!” Gridò di nuovo la voce di Uriel. “Ma anche tu, in questo caso, puoi avere lo stesso potere dell’imperatore Domiziano…” mormorò l’oscuro signore “… puoi decidere della vita di tuo figlio… puoi decidere se farlo vivere o morire… dipenderà da te, mia cara… da come esaudirai i miei ordini…” e si abbandonò ad una sinistra risata.
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23-06-2011, 04.17.15 | #1493 |
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"Quale sgradita sorpresa..." sibilai. "Come al solito vorresti che ti aiutassi a mettere in atto i tuoi ambiziosi progetti..."
La sua cupa risata mi aveva fatto accapponare la pelle, ma rimasi impassibile. Non potevo cedere. "E da vigliacco quale sei... tu, che celi il tuo volto... pensi che otterrai il mio aiuto minacciando ciò che ho di più caro. Non pensi che, invece, potrebbe solo aumentare il mio desiderio di ucciderti?" Lo guardai con disprezzo. "Quali ordini ancora vuoi che esegua? Non ti basta la distruzione di questa città? Perchè non torni all'Inferno che ti ha creato?"
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23-06-2011, 04.29.20 | #1494 |
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L’oscura figura accennò un sorriso a quelle parole di Melisendra.
“Ho sempre ammirato il tuo coraggio, mia cara…” disse “… e ne hai davvero da vendere… nessuno dei grandi cavalieri di queste terre oserebbe rispondere così a chi può uccidere in qualsiasi momento la persona a loro più cara…” fece qualche passo verso di lei “… Capomazda è ormai condannata… nessuno potrà salvarla… nessuno.” I suoi occhi divennero bianchi e luminosi. “Vi è solo una remota possibilità per questo luogo… Parusia!” Disse quasi sussurrando. “Quella spada è forse l’arma più potente mai creata… solo l’Arciduca può impugnarla… ma quello stolto non potrà farlo… egli infatti è in cerca della sua sciocca moglie e non tornerà mai più a Capomazda… a quest’ora forse la Maledizione che flagella i Taddei lo starà già chiudendo nella sua infernale morsa… ma non posso correre rischi… se egli infatti riacquistasse la memoria prima di perdere la vita in quell’impresa, sono certo che lascerebbe perdere il suo fiore di Sygma per ritornare qui… e potrebbe avere la pessima idea di difendere Capomazda… no, Parusia deve cadere in mio possesso!” Esclamò con rabbia. “Ora! Essa è custodita nella Cappella della Vergine, in un’ara di pietra sull’altare. Io non posso prenderla, poiché quel luogo mi impedisce di adoperare i miei poteri… ma tu invece puoi… va nella cappella e portami quella spada… fallo ed io ti lascerò libera di vivere in pace con tuo figlio…”
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23-06-2011, 04.46.06 | #1495 |
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Spalancai gli occhi, sorpresa.
"Una spada? Vuoi quella spada? E poi... mi lascerai in pace?" Lo guardai di traverso. Sospettosa. "Dov'è l'inganno? E cosa ne sarà degli abitanti di questa città?" Non potevo fidarmi. Non mi fidavo di nessuno, tanto meno della sua parola. "Per quale ragione tanto odio verso Capomazda?" Improvvisamente un vento misterioso soffiò nel chiostro, creando piccoli mulinelli e sollevando polvere. Sorrisi, erano tornati da me.
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23-06-2011, 05.03.30 | #1496 |
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“Si, voglio quella spada.” Disse. “E poi il mio piano sarà perfetto.” Sorrise. “Non voglio ingannarti… non ne avrei motivo… sono ad un passo dal realizzare la mia più grande impresa… un’impresa di distruzione, dolore, morte e lutto… dopo non avrò più bisogno di te… mi sei stata sempre fedele in passato e non reclamerò la tua vita…” esitò “… perché voglio distrutta Capomazda? Per vendetta!” Esclamò. “Perché mi è stato tolto qualcosa che nessuno potrà più ridarmi! Tutto mi hanno tolto i Teddei… tutto…” la fissò “… ti racconterò tutto… affinché tu possa fidarti di me e portarmi ciò che ti ho chiesto…”
Ad un tratto tutto sembrò mutare e poi fermarsi attorno a loro. “Ero un giovane chierico e filosofo presso un nobile signore….” prese a raccontare “… le sue terre erano forse tra le più belle di questo mondo… immerse com’erano lungo scogliere modellate dalle secolari onde del mare, sotto un Sole che scaldava ed animava ogni cosa… fui precettore della sua giovane figlia… era bella, bellissima! Passavamo intere giornate insieme e più cresceva, più diventava bella! Fino a quando accese in me un innaturale desiderio… la volevo! Bramavo il suo corpo più di qualsiasi altra cosa al mondo! Organizzai io il suo matrimonio… un matrimonio di convenienza per suo padre… sapevo che ella non amava suo marito e ciò faceva si che restasse in qualche modo ancora mia… poi, un nefasto giorno, in confessione mi disse di essersi innamorata di un uomo… era uno dei Taddei… impazzii di rabbia e dolore! Giurai che se non fosse stata mia, non sarebbe stata di nessuno! Il loro amore finì tragicamente, ma io ero riuscito ad entrare nelle grazie dell’Arciduca di Capomazda e padre di colui che lei amava! E da allora ho cominciato a tessere i fili per la mia vendetta!” Rise di nuovo. “Ora sai che puoi fidarti di me…” mormorò “… portami la spada… ora… e sarai libera.”
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23-06-2011, 05.23.35 | #1497 |
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Mentre raccontava quella storia, le immagini di quella vicenda mi passarono innanzi, rincorrendosi e mostrandomi gli eventi.
Rimasi attonita. "Sei ancora più pazzo di quanto pensassi..." lo scrutai, senza riuscire a vederne il volto. "TI porterò quella maledetta spada... e poi sparirai per sempre." Avanzai di qualche passo, mentre i mulinelli di vento mi danzavano attorno. "E non torcerai un capello a mio figlio... mai!" "E ora dimmi dove si trova quella cappella e che questa sia l'ultima volta che prendo ordini da te!"
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23-06-2011, 05.29.19 | #1498 |
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L’oscura figura sorrise compiaciuta.
“Pazzo? Forse…” disse “… del resto l’odio e l’amore hanno da sempre fatto girare questo mondo… ma tu non puoi saperlo… tu ignori cosa sia l’amore… e questa è la nostra forza… l’averlo bandito per sempre dalle nostre vite!” Si voltò verso il palazzo. “Eccola, laggiù…” indicò “… oltre il palazzo… quella è la cappella… va e portami la spada… e poi potrai andartene da questo luogo… va, a quest’ora è deserta la cappella…”
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23-06-2011, 05.48.49 | #1499 |
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Non correvo per non dare nell'occhio. Non volevo dare l'impressione di andare in un luogo preciso.
Ormai era scuro e solo la luce delle torce mi illuminava la strada. Mi ero sistemata un velo sul capo e camminavo lungo il selciato. La cappella era silenziosa. Non sembrava esserci nessuno nei dintorni. Scostai lievemente il velo e, timidamente, spinsi la porta ed entrai. Il profumo di incenso mi avvolse appena entrata. Le candele votive ardevano, spandendo nell'aria un piacevole profumo di cera. Osservai l'altare. Per un attimo la quiete di quel luogo mi avvolse, con la stessa forza suadente del profumo dell'incenso che bruciava. "… del resto l’odio e l’amore hanno da sempre fatto girare questo mondo… ma tu non puoi saperlo… tu ignori cosa sia l’amore… e questa è la nostra forza… l’averlo bandito per sempre dalle nostre vite!" Quelle parole riecheggiarono nella mente. Aveva ragione. Avevo asservito ogni sentimento alla ragione, alla necessità, a qualunque scopo mi prefiggessi. Ero così spaventata. Ogni volta che facevo un passo verso la vita, tornavo a nascondermi dietro le mie certezze. E l'unica certezza che conoscevo era me stessa. In realtà non ero mai uscita da quella prigione illusoria in cui avevo passato la vita. L'avevo portata con me. Provai quasi l'impulso di pregare, di gettarmi di fronte all'altare e rimanere lì, a galleggiare in quella quiete a pregare. Ma non potevo. Mi avvicinai all'altare e iniziai a frugare, cercando il luogo dove fosse nascosta quella spada.
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23-06-2011, 05.59.52 | #1500 |
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L’ara di pietra apparve a Melisendra proprio sopra l’altare.
In essa vi era conservata Parusia, la spada appartenuta un tempo a San Michele ed ora custodita dai Taddei. Si narra che quella spada abbia permesso a San Michele di trafiggere Lucifero, ad Ardea di superare le terribili Questioni che martoriavano quelle terre e ad Ardeliano di conquistare Sygma. Poteva ora salvare Capomazda? E chi l’avrebbe impugnata? Melisendra però non poteva rincorrere miti e leggende. Fece morire dentro di sé quel desiderio di preghiera per obbedire, un’ultima volta al suo malvagio signore ed essere finalmente libera. “Da incantatrice ora siete divenuta guerriera?” Disse all’improvviso qualcuno alle sue spalle. “O forse avete deciso di offrire questa spada al Cavaliere del Gufo affinché lasci in vita la gente di questo ducato?” Chiese Guisgard fissandola senza tradire emozioni.
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