23-06-2011, 07.53.46 | #1511 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Pasuan guardò Dafne e sorrise teneramente.
“Scappiamo via senza pagare la stanza? Beh, davvero poco cavalleresco, non credi!” Disse sfiorandole il viso e giocando col dito sul nasino di lei. “Dafne…” diventando serio “… tu e Hubert siete le cose più preziose che ho… e tutto ciò che sono, che faccio o che sogno è rivolto a voi due… io ora sono felice come non lo sono mai stato prima… tanto felice che ho quasi paura di svegliarmi e scoprire di aver sognato te, il bambino e questa notte…” la baciò e fece scendere la sua mano lungo la schiena di lei, accarezzandola e donandole dolci brividi di piacere “… e non voglio che ad altri sia tolta la felicità che invece è stata donata a me…” continuò “… quella ragazza… dobbiamo aiutarla… lei chiede solo di essere felice col suo amato… come lo siamo noi due, amore mio… come sei bella…” sospirò mentre la sua mano le sfiorava il viso “… darei qualsiasi cosa per rivedere almeno un’altra volta il tuo volto ed il tuo corpo…” la strinse allora a sé, avvolgendo i loro corpi nudi in quelle bianche e delicate lenzuola, come a voler imprimere sul suo corpo il profumo di lei. Restarono così per un tempo che parve infinito. Il canto degli uccelli animava quel mattino e sembrava giungere ai due amanti sul dorato alone dei raggi del Sole che invadeva la stanza. Ma nessun altro suono di quell’idilliaca mattinata d’inizio Estate poteva coprire la melodia ben più forte ed armoniosa di quella che nasceva dal battito unito dei loro cuori innamorati.
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23-06-2011, 11.41.20 | #1512 |
Cittadino di Camelot
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Io e Lho seguimmo Icarius ed entrammo anche noi nella enorme cattedrale. delusione.
"No..." risposi dubbiosa ad Icarius, " è praticamente impossibile. Perchè celebrano la messa in questo posto orribile?" La cattedrale era gremita di cavaliere e dame stupende. Erano davvero tutte bellissime, impossibile scegliere la più bella fra tutte loro. Le osservai dubbiosa, cercando di scorgere un viso diverso, più bello degli altri. Poi la vidi. Mi sorrise. Il bellissimo vestito bianco strisciava per terra e i lunghi capelli biondi erano raccolti in una retina rosa. La guardai a lungo e vidid che non era sola. Anche lei, come tutte le altre dame, era accompagnata da un cavaliere. Era bellissima, ma Icarius non l'avrebbe mai nemmeno presa in considerazione, essendo lei una sedicenne. era cambiata, no aveva più lo sguardo infantile, come quello di una bambina, era più matura, a differenza di me. Mi tolsi la tunica e mi avvicinai a lei, cercando di non dare nell'occhio, ma tutti ci fissavano. Le dame osservavano incantate il giglio che Icarius aveva tra le mani. Poi le fui finalmente di fianco. "Luna... sei con un cavaliere! Posso sapere..." l'accompagnatore m'interruppe alzando una mano e si tolse l'elmo. Gli sorrisi. "Ancora tu, Nishuru." lo salutai seccata. "Luna, sapresti dirmi chi tra queste dame è la più bella? E' in gioco la vita di Icarius." Luna mi guardò, ma non mi rispose; poi abbassò la testa, come se si vergognasse. "Non lo sai... Non importa, speriamo che Icarius abbia buon occhio, o il nostro viaggio finirà qui!" la fissai. Poi tornai a guardare Icarius, che si era portato a pochi passi da me. "Nobile Taddei, non dovete farlo. C'è un ragazzo che potrebbe dire chi è la più bella al posto vostro..." dissi guardando Nishuru. "Vi prego, voi siete troppo importante!" Guardai disperatamente Lho, sperando che mi aiutasse a convincerlo. Icarius, ragiona, ti prego! Hai la mente offuscata dal dolore, non puoi farcela! Per te Lady Talia è la più bella, qui, morirai. Devo fermarlo, ma come? Abbassai tristemente lo sguardo.
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"La Morte non è una punizione, ma una liberazione" Dragon Heart. |
23-06-2011, 14.03.15 | #1513 |
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L’atmosfera nella sala mutò in un istante... un vento leggero e gelido mosse le foglie oltre la finestra quando Layla smise di parlare, io lo sentii raggiungermi e penetrare in me, quasi fosse un nefasto presagio...
Rabbrividii impercettibilmente, ma mi sforzai di non perdere il controllo: non potevo, non in quel momento... “Il Pegno del Cuore?” domandai cautamente “Di che cosa si tratta, milady?” Osservai un breve momento di silenzio poi, con un sospiro, soggiunsi: “Vedete, mia signora... voi dite di non avere il potere di salvare la vita di mio marito, poi dite che questo calice può alleviare le mie pene... a me sembra che le due cose non possano andare d’accordo! Niente allevierà la mia pena se non la salvezza di Icarius... niente, milady!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
23-06-2011, 16.47.32 | #1514 |
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Lo guardai con aria interrogativa. Quella risata tuttavia sciolse un po' del mio malumore.
"Non vedo per quale motivo dovrei fidarmi di voi... soprattutto dal momento che ancora non mi avete detto chi siete e cosa fate davvero a Capomazda." Ripresi il mio scialle, indecisa se offrirglielo per avvolgere la sua spada o no. "Cosa cercate qui?" Non potevo usare i miei poteri per scrutare dentro di lui, ma potevo ancora affidarmi all'intuito, quindi esaminai ogni sua più piccola espressione, ogni minimo movimento del volto e la profondità dei suoi occhi. Me ne rimasi silenziosa a osservarlo. Mi massaggiai un polso, senza mai togliergli gli occhi di dosso. "Se dobbiamo collaborare dovrete essere onesto... e non pensate nemmeno per un attimo che eseguirò i vostri piani senza fiatare... Non ho bisogno di un nuovo padrone."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
23-06-2011, 21.28.49 | #1515 |
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Mi lasciai andare tra le sue braccia, nascosi il viso nell'incavo tra la sua spalla e il suo collo. Aveva un buonissimo odore!
"Quando ero molto giovane e vivevo ancora a Camelot una mia vecchia amica mi disse che solo due persone che si amano veramente riescono a sentire il vero profumo della pelle dell'altro. Ora capisco che cosa voleva dire, sento il tuo odore... non è un profumo, non sai di nulla, ma sai di te!" Gli diedi dei piccoli morsi sulla bocca e poi gli baciai il collo "Per quanto riguarda quella ragazza ti seguirò, l'aiuteremo come vuoi tu, ma non perdiamo tempo! Ho grandi progetti per noi due! Anzi... ho notato che un po' in periferia rispetto al tuo paesino c'è una piccola casetta di legno, sembra disabitata e necessita di qualche lavoretto. Mi piacerebbe tanto andarci a vivere, formare lì la nostra famiglia... perchè tu una famiglia con me la vuoi, vero? Quella sera, quando mi respingesti, non eri serio, vero?" mi irrigidii tutta temendo alquanto la risposta che mi avrebbe dato...
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23-06-2011, 21.30.21 | #1516 |
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Nishuru fece qualche in avanti, mentre tutti i cavalieri lo fissavano in religioso silenzio.
Si avvicinò e fissò Icarius. “Attento, mio signore.” Disse Lho. Icarius lo tranquillizzò con un cenno e tornò a fissare Nishuru. Questi allora accennò un enigmatico sorriso e cominciò a recitare: “Il nostro nobile Taddei cerca qui la più bella. E chi mai sarà questa dama? Questa, o quella? E avrà gli occhi azzurri, celesti, o magari verdi? Se fossero poi scuri, come la sera in cui ti perdi? Cercate, mio nobile e valente signore del ducato! Cercate col cuore, poiché Lei è nata senza peccato!” Nishuru sorrise di nuovo e ritornò accanto a Luna, lasciando nel cuore di Icarius una vaga ed indefinita inquietudine.
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23-06-2011, 21.50.59 | #1517 |
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Pasuan sorrise a quella parole di Dafne.
“Conosco quella vecchia casa in periferia…” disse, lasciando che il respiro di lei accarezzasse il suo volto “… si racconta che sia appartenuta ad un nobile cavaliere che aveva abbandonato tutto per sposare una semplice contadinella… costruì con le sue mani quella casa e ne fece il loro nido d’amore… lei aveva una voce bellissima e restava a cantare per il suo amato nei lunghi pomeriggi d’Estate e nelle incantate sere stellate d’Inverno… ancora oggi, giura qualcuno, proprio durante i pomeriggi più soleggiati e le sere più scintillanti si può sentire il dolce canto di lei come se fosse accompagnato dal vento…” La baciò. “Io non ti ho respinto, Dafne…” sospirò “… né quella sera, né mai… volevo solo proteggerti da me, dal mio egoismo… non potevo sopportare di vederti legata a me per pietà o compassione, invece che per amore… perché, piccola mia, la tua felicità è ciò che più bramo… io voglio vederti sognare ogni notte… sognare tutte le meraviglie che questo mondo può donare… e poi, al tuo risveglio, poter esaudirli tutti quei sogni…” Le sorrise fissandola. Il suo sguardo non aveva più il dono della vista, ma nei suoi occhi vi era una luce molto più abbagliante di quella del Sole. Era la luce dell’amore. “Ora meglio prepararsi e scendere gìù, gioia…” disse a Dafne “… voglio risolvere quest’impresa e ritornare con te a casa, per riabbracciare il piccolo Hubert e cominciare una vita tutta nuova con voi due.”
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23-06-2011, 22.23.03 | #1518 | |
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Citazione:
Riuscii a dire solo queste due parole, ciò che mi aveva detto mi aveva colpito nel più profondo del cuore. Era la più bella dichiarazione d'amore che avessi mai sentito! Mi alzai trascinandomi dietro il lenzuolo, chiusi la finestra che era rimasta aperta per tutta la notte. Poi mi voltai, guardai Pasuan e provai una gioia sincera per quell'amore grande ritrovato. D'ora in poi avrei voluto svegliarmi tutte le mattine con lui vicino, mai più gli sarei stata lontana. Quando fui sicura che nessuno dal di fuori potesse vedermi lasciai andare il lenzuolo e mi rivestii. "Sono pronta, possiamo scendere giù!" dissi.
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24-06-2011, 02.57.03 | #1519 |
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Layla assunse una strada espressione.
Come indispettita, infastidita dalle parole di Talia. “Detesto” disse assumendo un tono severo, quasi risentito “le persone che esitano, che appaiono titubanti. Quelle che cercano di comprendere e di dominare gli eventi. La ragione!” Esclamò. “Già vi dissi che voi, milady, siete una splendida Ragione. Perfezione, contegno, cortesia. I vostri modi, il vostro agire, tutto fa di voi una dama perfetta. Almeno in apparenza. Eppure sapete come mi apparite? Come una bellissima villa vuota. Vuote le sue sale, vuoto il suo verziere.” Il cielo di Maggio. Tutta la città ne era invasa e sotto la sua luce gli sguardi di ogni ragazza apparivano innamorati. “Layla, sei qui!” Disse Angly. “Ma come? Manca poco ormai al ballo e tu non sei ancora pronta?” Lei fissava la città dalla finestra senza voltarsi verso l’amica. “Layla! Ma insomma! Mi ascolti?” Finalmente si voltò, restando a fissarla con quei suoi meravigliosi occhi dello stesso colore del cielo di Maggio. “Layla, cos’hai?” Domandò Angly. “Andate voi alla festa...” mormorò Layla “... dì alle altre che potete prendere i miei gioielli ed i miei vestiti… anzi, voglio che tu prenda il mio vestito più bello... è stato fatto apposta per il ballo e sarebbe un peccato se nessuno lo indossasse...” “Ma è stato cucito apposta per te, Layla... solo tu puoi indossare quel vestito... indosso a chiunque altra sfigurerebbe... tu sei la più bella fra tutte noi...” “La bellezza non porta la felicità...” sospirò Layla “... sono stata sciocca... ho agito col cuore e non con la ragione…” “Layla, io…” tentò di dire Angly. “Va, ti prego...” interrompendola lei e sforzandosi di sorridere “... e poi ricordo bene come quel soldato ti ha guardata l’altra sera... secondo me è già al ballo che aspetta te… va, ti prego...” “E tu?” “Ho i miei libri...” sorridendo lei “... e poi devo ancora occuparmi dei miei fiori in giardino… va e non stare in pena per me... e ricorda che voglio un resoconto della serata, compreso l’abbiglio delle nostre vecchie dame di corte, che non perdono occasione per mostrare la loro solenne immagine di nobiltà vetusta ed ammuffita!” Esclamò fingendosi divertita. Angly abbracciò la sua amica e poi andò via. Layla restò sola ed immaginò quel ballo. Immaginò il suo meraviglioso vestito e quella musica celestiale. “Non avrei dovuto credergli…” sussurrò tra le lacrime “... le ragazze mi avevano detto che faceva così con tutte... ama le donne... le ama tutte e dunque non ne ama nessuna... lo dicono tutti che quelli della sua stirpe sono fatti così... sono adulatori, bugiardi e credono di essere i padroni del mondo, senza preoccuparsi degli altri e dei loro sentimenti... che sciocca che sono a dar retta al mio cuore... forse è anche vera la storia delle ancelle... che sciocca...” Si asciugò le lacrime e cercò di farsi forza. Scese nel verziere e raggiunse la sua vecchia nutrice. “Aspetta, Sissy!” Chiamandola. “Voglio occuparmene io di quei fiori!” “Vi credevo al ballo, milady.” “No, voglio restare qui con i miei fiori...” rispose Layla “... non pensi siano bellissimi?” La nutrice annuì. “Si dice che ai fiori va dato un nome…” sorridendo Layla “... ma questa rosa è talmente bella che non saprei come chiamarla...” “Mia Amata...” disse all’improvviso qualcuno arrivando alle spalle delle due “... io la chiamerei Mia Amata. Non posso immaginare nome più bello.” Layla, riconoscendo quella voce, si voltò di scatto. “Tu?” Lui sorrise annuendo. “Io...” mormorò lei. “Avevo un appuntamento con la ragazza più bella del mondo per andare ad una festa di ballo.” Disse lui. “Perché dunque ti meravigli?” “Credevo che non saresti più arrivato ormai...” “Oggi a palazzo era atteso il vescovo” rispose lui “e sai quanto mio padre tenga a questa cosa. Dice sempre che è il clero che legittima la nobiltà!” Come a voler imitare il tono austero di suo padre. I due ragazzi scoppiarono a ridere. “Ora però il ballo sarà cominciato…” malinconicamente Layla. “Beh, peggio per tutti loro!” Esclamò Lui. “Noi balleremo lo stesso! Corri ad indossare il tuo vestito e balleremo tutta la notte!” “Non posso...” un pò sconsolata lei “… ho detto ad Angly di prendere lei quel vestito...” “E cosa cambia? Per me nulla!” Esclamò lui. “Ho tutto ciò che mi occorre… la Luna ad illuminare il tutto, il vento come dolce melodia e questi fiori come degno scenario... e soprattutto ho la fortuna di poter ballare con la dama più bella del mondo... mi concedete questo ballo, milady?” “Il mio strascico, milord.” Fece Layla porgendogli l’orlo del suo vestito. “Oh, che onore, milady.” Inchinandosi lui. E cominciarono a ballare in quello scenario che sembrava incantato. Ed il cuore di Layla batteva come mai aveva fatto prima d’ora. In quel momento Layla scosse il capo, come a volersi destare da qualcosa. “Io, come detto, non posso salvare né la vita di vostro marito, né la vostra.” Disse a Talia. “Ma posso donarvi la serenità, affinché voi non restiate schiacciata da questo immenso dramma.” Fissò allora il calice. “Il Pegno del Cuore è ciò che richiede il nostro animo per non angosciarci e tormentarci oltre. E’ un pegno che vi permetterà di non soffrire più. E come ogni pegno richiede poi un suo prezzo per essere riscattato… ma voi, mia signora, non siete in condizione di discutere e mercanteggiare su quel prezzo adesso… ecco, questo è quanto. Decidete voi, mia novella Alcesti… avete tutto per dar seguito ai vostri romanzeschi proclami d’amore…” ed accennò un sorriso.
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24-06-2011, 03.35.35 | #1520 |
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Pasuan e Dafne si vestirono e poco dopo scesero al pianterreno della locanda.
La ragazza che aveva chiesto il loro aiuto li stava attendendo nello spiazzo antistante la locanda, facendosi dondolare da un’altalena legata fra due alberi. Appena vide i due, sorrise e li raggiunse. “Milady, siamo pronti per partire.” Disse Pasuan. I tre allora lasciarono la locanda e si diressero verso il luogo della tomba, dove si trovava prigioniero l’amato della ragazza. “Conosciamo il nome del vostro amato, milady…” fece Pasuan durante il tragitto “… ma non il vostro…” “Perdonatemi se ho mancato nel rivelarvelo, amici miei.” Si scusò la ragazza. “Ma gli eventi mi hanno totalmente travolta. Il mio nome è Amelya.” Dopo un pò arrivarono in un luogo sinistro e spettrale. Avevano viaggiato attraverso uno stretto sentiero, perduto in una sconfinata boscaglia, fino a quando videro una vecchia cupola emergere dal folto e selvatico fogliame che sorgeva sotto un pendio. Le pietre di quella antica costruzione, superstite di un’epoca perduta ormai nel dimenticato eco del tempo, sembravano parlare di paura, angoscia e disperazione. Come se un qualcosa emergesse da quella cupola e tentasse di respingere i tre. Come se dentro di essa si celasse un terribile segreto che nessuno doveva svelare. “Eccola, quella è la tomba.” Disse Amelya indicando la cupola. E Pasuan, al suono di quelle parole, comprese che quella tomba era maledetta.
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