24-06-2011, 21.54.51 | #1531 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Si, sono d’accordo, milady!” Disse divertito Guisgard, mentre Melisendra si avviava verso l’uscita della cappella. “Dovevate restare in quella palude. C’era una Luna incantata ed il firmamento era costellato da luminose stelle. Ed io avrei fatto faville!” E rise di gusto.
Uscita, la bella incantatrice si ritrovò in una strada con ancora diverse persone ad attraversarla. L’oscura figura, però, sembrava essere stata inghiottita dal crepuscolo che pian piano si faceva strada nell’imbrunire. Ad un tratto le si avvicinò un mendicante. Aveva un aspetto deforme ed emanava un odore rivoltante. “Fate la carità ad un povero figlio della miseria, bella signora…” mormorò “… siate generosa al pari della vostra bellezza, milady… chiedo poco… una moneta o anche un pezzo di pane… una spilla, un monile o una spada per il mio padrone…” disse fissandola con un enigmatico sguardo “… una bella spada per il mio buon padrone e vedrete che la sorte vi ricompenserà… a voi ed al vostro bel bambino…” aggiunse con un ghigno.
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24-06-2011, 22.40.09 | #1532 |
Cittadino di Camelot
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Non appena quella patetica figura si avvicinò a me e pronunciò quelle parole, un moto di rabbia impotente mi fece fiammeggiare gli occhi, ma mi trattenni.
Feci scivolare il pacchetto tra le sue mani ruvide e nodose. "Digli che questo è il mio regalo di addio... ci rivedremo all'Inferno, qualora l'Inferno esista." Mi allontanai bruscamente, scomparendo tra le stradine piene di gente. Mi domandai se avrebbe mantenuto la parola. La sua parola, però, sapevo bene quanto poco valesse. Entrai nella taverna e mi sedetti in un angolo. Ero preoccupata. Non avrei mai saputo proteggere Uriel da lui. Era ancora troppo forte. Forse avrei dovuto mandarlo più a nord, magari in un convento. Quel pensiero svanì subito, appena mi resi conto della sua assurdità. Non potevo fare una cosa del genere. Sarebbe stato crudele. Feci un cenno a una ragazza che si aggirava per la taverna, servendo boccali e piatti di carne fumante. Le chiesi di portarmi lo stufato. Un profumo delizioso riempiva la sala, insieme all'odore delle erbe profumate appese alle travi. Mi massaggiai le tempie e esalai un profondo sospiro.
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24-06-2011, 23.42.02 | #1533 |
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"Lo conosco il mito di Euridice, me lo insegnò mio padre. Farò come mi dici ma lascia che vada io davanti, potrò vedere se ci sono degli ostacoli ed eventualmente potrei aggirarli. Tu non potresti accorgertene, caro" mi avvicinai al viso di Pasuan, lo accaezzai e lo baciai sulla bocca, un bacio casto per non avvilire troppo Amelya.
Mi voltai poi verso la ragazza "Avremo bisogno di una torcia, sapete dove trovarla?". Guardai l'entrata della tomba, mi vennero i brividi ma mi feci coraggio "Forza andiamo! Troviamo Ludovici e leviamoci il pensiero! Sapete cosa vi dico Amelya? Noi avremo bisogno di un aiuto, stiamo pensando di ricostruire una casetta per andarci a vivere, il vostro amato potrebbe lavorare per noi e guadagnare qualcosa. Così potrete sposarvi..." cercavo di pensare a cose positive per respngere il senso di vomito che mi assalì una volta entrati nella tomba. C'era un olezzo terribile di chiuso, muffa e non so che altro, feci come mi aveva detto Pasuan, strinsi la sua mano ed iniziai a parlargli "Pasuan, sono sicura che il piccolo Hubert crescerebbe felice in quella casetta, mi piacerebbe riempirla di fiori, anche d'inverno! Poi vorrei che fosse tanto luminosa, e mi piacerebbe che fosse accogliente. Per aiutare con le spese potrei lavorare come sarta per le signore del nostro borgo e di quelli vicini, sono molto brava con ago e filo, lo sai vero? E potrei anche dare delle lezioni ai bambini, potrei insegnare loro a leggere e a scrivere in cambio non di denaro, non ce ne serve! Lo farei facendomi pagare con i frutti della terra: grano per fare il pane, ortaggi, qualche cacciagione, uova. Anche se le galline potremmo tenerle anche noi, di quello potresti occupartene tu.... anzi, perchè non pensi a mettere su una scuola di cavalleria lì alla casetta? Avresti tanto da insegnare ai giovani e, se trovi qualche cadetto di buona famiglia, potresti anche guadagnare qualcosina!" mi fermai un momento per riprendere fiato, ma mi venne nuovamente un capogiro quando mi resi conto del luogo nel quale eravamo. Decisi quindi di continuare "E poi, una volta sistemati potremmo mettere in cantiere un fratellino per Hubert, che ne dici? Te la senti? Non necessariamente vorrei che fosse un maschio, sarebbe bellissimo avere anche una femmina! Ne voglio tanti di bambini, almeno quattro, anche cinque se vengono... però non lamentarti se poi divento un po' cicciotta! E poi vorrei avere un ca...." Non potei finire la frase, sentii un boato. Soffocai un urlo in gola e di scatto mi voltai verso Pasuan rifugiandomi tra le sue braccia "Che cos'è stato? Pasuan..."
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25-06-2011, 01.51.27 | #1534 |
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“Oh, si, mia signora…” disse l’orrendo mendicante appena Melisendra gli passò lo scialle nel quale era avvolta la spada “… credetemi, l’Inferno esiste…” ed una grottesca risata avvolse poi la sua voce mentre si allontanava nel buio della sera.
Melisendra allora raggiunse la taverna. Si sedette ad uno dei tavoli ed ordinò uno stufato. La taverna era colma di gente ed ovunque era possibile vedere cavalieri, soldati di ventura e semplici avventurieri impegnati al gioco, o in compagnia di avvenenti donne. Erano in attesa di ordini, visto che ormai le voci dell’assedio si erano ampiamente diffuse in tutta la cittadella e cercavano di allentare la tensione proprio negli svaghi che offriva quel luogo. “Stasera deve essere la mia serata fortunata, a quanto pare!” Esclamò all’improvviso uno di quegli uomini avvicinandosi al tavolo di Melisendra. “Mi sono sempre chiesto che volto avesse la Dea Bendata ed ora finalmente lo so! Stasera, milady, ho capito che sareste stata voi la mia fortuna! Sapete, io sono di quegli uomini che non attendono la buona sorte, ma vanno invece a cercarla!” Rise compiaciuto. “Madonna Fortuna è una donna e come tale va conquistata! Permettete che mi presenti, milady… sono Gerom de Gayardeff! Ragazza!” Chiamando poi la fanciulla che serviva ai tavoli. “Portaci del vino! Di quello buono! Stasera bisogna brindare alla mia fortuna!”
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25-06-2011, 02.12.58 | #1535 |
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Ero talmente assorta nei miei pensieri che non avevo fatto caso a quell'uomo, se non quando non aveva interrotto le mie meditazioni.
Intorno l'aria era piena di chiacchiere e risate. Sembrava quasi che non dovesse esserci nessuna guerra. In realtà cercavano distrazione nel vino, nel gioco e nelle veneri. Non mi mostrai particolarmente interessata, anzi, degnai quell'uomo di un rapido sguardo appena. "Gerom, vi consiglio di cercare la vostra fortuna altrove... troverete a un altro tavolo una compagnia più adeguata. Non sono in animo di brindisi e risate, perciò vi inviterei a lasciarmi sola." Detto ciò lo guardai aspettando che se ne andasse. Lanciai un'occhiata alla porta della taverna.
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25-06-2011, 02.29.33 | #1536 |
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“Sono sincero, mia signora…” disse Gerom “… anche a me comincia a dar fastidio questo posto. Il frastuono, le risate e le imprecazioni di chi perde al gioco mi danno sui nervi! Perché non lasciamo questo posto e raggiungiamo l’altra parte della cittadella? Conosco un luogo che sembra fatto apposta per far sospirare i cuori degli innamorati. E voi, milady, siete troppo bella per restare qui tutta sola. Io dico che…”
“Ehi, voi, vi spiace cedermi il posto?” Chiese all’improvviso qualcuno interrompendo Gerom. “E perché mai dovrei?” Domandò questi. “Ci sono altri tavoli liberi! Dunque sceglietene uno e lasciateci in pace!” “E’ qui che voglio sedere, amico.” Replicò Guisgard. “Quindi alzatevi e lasciatemi il posto.” “Davvero? E perché?” “Perché voglio sedere accanto a mia moglie.” Rispose seccato Guisgard. “Quindi alzatevi e toglietevi di torno.” “Ah…” mormorò stupito Gerom “… ecco, io… non potevo immaginare che… si, chiedo scusa… non sapevo… i miei omaggi, milady.” Salutando Melisendra ed alzandosi. “Vi chiedo ancora scusa, messere.” E si allontanò. “Chissà perché, tipi del genere non mancano mai.” Disse Guisgard sedendosi. “Questo stufato sembra squisito. Ragazza, ne porti un pò anche a me?” “Si, messere.” Rispose la fanciulla che serviva ai tavoli. “Com’è andata?” Chiese poi a Melisendra. “Avete consegnato la spada?”
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25-06-2011, 02.56.11 | #1537 |
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Ero ben lieta del suo tempismo. Lo osservai sedersi e ordinare.
"Moglie? Carino... almeno non è peste. Forse inizio addirittura a starvi più in simpatia che durante il nostro breve viaggio nella brughiera. Voi state guadagnando punti." Gli sorrisi, per una volta senza ironia. "Non l'ho consegnata a lui, ma uno dei suoi servi... un orrendo mendicante che mi ha fermata lungo la strada." Infilzai un pezzetto del mio stufato. "Peccato... non mi sarebbe dispiaciuto mandarlo al diavolo di persona..." Assaporai il sapore della carne. Deliziosa. Ero parecchio affamata. Stavo usando i miei poteri più del solito e ciò mi metteva appetito. "Avete preso la spada?" mi sporsi verso di lui.
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25-06-2011, 03.06.14 | #1538 |
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“Mia moglie, già.” Disse sorseggiando del vino. “Perdonatemi, ma non sono riuscito a trovare di meglio. La voce di quel tipo mi irritava ed avrei detto qualsiasi cosa per togliermelo di mezzo.” La fissò ed accennò un sorriso. “Davvero guadagno punti? Ah, bene, allora vuol dire che non rischierò più di farmi prendere a colpi di pigne!”
Assaggiò un pò di quello stufato. “Era ovvio che mandasse qualcuno a prendere la spada…” mormorò “… non poteva rischiare di essere visto… meglio così. Questo ci ha dato un certo vantaggio. La spada? Certo che l’ho presa. Ora è in un luogo sicuro."
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25-06-2011, 03.20.00 | #1539 |
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Inzuppai il pane nel mio piatto e a quelle parole sollevai lo sguardo.
"Come? Ma vi avevo detto che avrei voluto esaminarla!" Bevvi un sorso di sidro di mele. Per un attimo la diffidenza prese di nuovo il sopravvento: che ne sapevo io di quell'uomo. Fidarsi di qualcuno era mai stata una buona idea? "Immagino non mi direte dove l'avete nascosta... e questo ci rimette in disaccordo, caro il mio maritino." Appoggiai il bicchiere e lo guardai mentre la ragazza gli serviva il suo piatto. Non mi ingannava quell'aria leggera... era a Capomazda per un motivo e prima o poi lo avrei scoperto. "Che fine a fatto l'onestà?" mi domandai tra me e me, prima di addentare un pezzetto di pane.
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25-06-2011, 03.41.47 | #1540 |
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“Siete sempre in malafede, milady!” Disse Guisgard scuotendo il capo. “Non sapete che fra marito e moglie non ci sono segreti?” Facendole l’occhiolino.
Intanto la ragazza gli serviva lo stufato. “L’hai preparato tu?” Le chiese Guisgard. “Si, messere.” Annuì la ragazza. “Con le mie manine!” “Ecco perché ha un sapore così dolce!” Esclamò lui. La ragazza sorrise ingenuamente. “Sapete, ho preparato anche una torta di mele ed una crostata alle fragole!” “Eh, adoro la crostata!” Sussurrò lui. “Ne porteresti un pò anche alla mia mogliettina?” Indicando con lo sguardo Melisendra. “Sai, è in collera con me ed io sto cercando di farla addolcire un pò.” “Si, vado a prenderne una fetta.” Tornò poi indietro. “E voi, messere? Non volete assaggiarla?” “Ovvio!” Sorridendo lui. “La spada, come detto è al sicuro, milady.” Disse a Melisendra appena la ragazza si allontanò. “E nessuno vi impedirà di analizzarla.” Sorridendo con quella sua solita irriverente espressione.
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