10-04-2012, 10.53.34 | #1541 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: milano
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dai su forza ora basta scherzare facci uscire da qui dissi guardando il falco è colpa tua se siamo ui e ora sei tu che ci devi tirare fuori dai guai e guardai tutti e tre
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fabrizio |
10-04-2012, 12.14.56 | #1542 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Dove il sole è più cocente, e il mare più limpido..
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Le tre figure erano ormai davanti alla casa.. Uscii e sguainai Giada.. Urlando Caricai una di quelle figure.. Credevo di averla colpita.. La colpii?
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10-04-2012, 12.36.15 | #1543 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Terre dei boschi sacri
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"No!" gridai io, terrorizzata dal fatto che avrei potuto condurli alla morte, portandoli in quella fortezza.
Poco dopo però udii delle voci nel vento, ma quella volta erano diverse... capii che salvare quella dama sarebbe stata la cosa giusta. Ripensai a quella voce che udivo nel vento; prima mi aveva detto di allontanarmi dal castello, poi mi aveva fatto udire la voce della dama piena di dolore... Quali erano le sue intenzioni? Ogni cosa che mi diceva condizionava inevitabilmente le mie azioni, ma questa volta dovevo scegliere da sola. Mi tranquillizzai e dissi loro: "Siete sicuri di quello che state facendo? quel castello può rivelarsi davvero pericoloso."
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"Basta un individuo o un semplice gesto per mettere sottosopra l'ordine del mondo." Mago Merlino |
10-04-2012, 15.14.52 | #1544 |
Cittadino di Camelot
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L'insistenza di Lilith era molto forte.....ma non poteva proseguire da sola. Era una brava maga e alchimista, ma come si sarebbe comportata se avesse incontrato uomini con arme ed esperti di combattimento? Aveva bisogno di un "braccio di combattimento".
Io risi perchè la sua bontà ed affezione per noi era forte. Non risposi, ma vidi che nuovamente andava cercando qualcosa nella selva.... aveva udito altre voci. Finalmente, vidi che si tranquillizò e decise, senza neanche aspettare la sua richiesta risposi: "Le ho detto che non si libererà di noi, e soprattutto di me. Proseguiamo, e poi, con me ho un libro......"
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
10-04-2012, 16.37.24 | #1545 | |
Cittadino di Camelot
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Le parole dure dell’arcicappellano su Andros mi sorpresero... scossi appena la testa e mi ritrassi, quasi quelle parole fossero lame.
Poi accadde qualche cosa di veramente strano... difficile sarebbe spiegare la sensazione che provai... quelle grida, quei pianti e le panche scagliate contro le colonne, quei passi nella navata che credevo deserta... “Che cosa accade?” domandai con la voce che tremava, senza riuscire a celare del tutto l’ansia e la preoccupazione “ Che cosa accade, padre? Chi c’è?” Ma non ottenni risposta... “Padre...” tentai di insistere “Padre, vi prego... c'è qualcuno?” Mi sentivo inquieta, ora, in quella chiesa... sempre più inquieta e vagamente spaventata... Ma l’arcicappellano non disse niente... Qualche momento di silenzio ancora, un silenzio indefinito e che mi parve non finire mai, un silenzio nel quale non riuscivo ad udire altro che il martellante battito del mio cuore... poi l’ombra iniziò a dissolversi... Citazione:
Tacqui all’improvviso e, chiudendo gli occhi, ripresi fiato... tremavo.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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10-04-2012, 17.04.40 | #1546 |
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XVI Quadro: Il Castello dell'Avvilente Costumanza
("Mal venuto, signore, mal venuto! Quest'ostello vi fu indicato per vostra sventura e onta. Persino un abate potrebbe giurarlo!") (Chretien de Troyes, Ivano o il Cavaliere del Leone) Redentos fissò Parsifal e Lilith e accennò un sorriso. “Damigella…” rivolgendosi a Lilith “… temo che non riuscirete a liberarvi facilmente di questo cavalier servente.” Rise di gusto. “E siatene lieta… sir Parsifal è un valente cavaliere, l’unico a cui affiderei la mia vita e quella dei miei cari.” La donna aveva bussato alla porta del maniero e qualche istante dopo qualcuno aprì. Era un servitore. “Sono venuta a far visita a lady Arya…” disse la donna “… potreste annunciarmi? Loro sono con me.” Indicando Redentos, Parsifal e Lilith Il servitore li fece allora entrare e i quattro si ritrovarono nel maestoso maniero. Li condusse poi dal padrone. Qui trovarono Orco il Rosso e altre due persone, Altea e Fyellon. “Signore…” fece il servitore “… lady Nanzia è qui per vedere lady Arya e questi signori sono con lei…” Ma Orco quasi non si curò di loro e si lanciò verso Altea, strappandole la rosa dalla mano. La strinse tanto forte da farsi conficcare le spine nella pelle. “Quella tomba è vuota…” mormorò Orco “… per ora…”
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10-04-2012, 17.17.43 | #1547 |
Cittadino di Camelot
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Rimasi ferma fissando quell'ignobile uomo, gli occhi freddi come la sua anima e la rosa in mano.. candida come l'animo più puro.
Ad un tratto si sentì bussare alla porta, il servitore entrò e fece entrare delle persone, al sol pronunciare quelle parole sbiancai..."Ma come è possibile che siano venuti da lady Arya...ella è defunta".. e subito vidi il padrone del maniero scagliarsi verso di me distruggendo quella rosa e asserendo che la tomba....era vuota. Rimasi in silenzio...guardai Fyellon...volevo avvicinarmi a lui e scappare da quel posto. "Una tomba vuota...messere" deglutii "è una strana usanza del vostro castello?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
10-04-2012, 17.26.36 | #1548 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Era una bellissima giornata, dal cielo di un azzurro scuro e sterminate nuvole, gonfie e bianchissime, che naufragavano lontane, perse lungo un orizzonte sconfinato e dai tratti ultraterreni.
Il Sole, splendente e luminoso, con i suoi raggi purpurei e dai bagliori dorati, sferzava le cime delle voluminose colline tutt'intorno, che sotto quel manto rilucente si accendevano con tonalità di verde sconosciute ai forestieri. Il pranzo per gli ospiti era stato preparato nella sala centrale del palazzo di Sygma, chiamata Delle Quattro Stagioni, per la presenza sotto le quattro grandi vetrate rettangolari di altrettanti dipinti raffiguranti le allegorie dell'Inverno, della Primavera, dell'Estate e dell'Autunno. La particolarità di questa sala era quella di essere perfettamente illuminata ai solstizi e agli equinozi. Attorno alla tavola vi era una vivace agitazione e tutta la corte sembrava affascinata dai racconti dei due viaggiatori giunti a Sygma. Guglielmo, il più anziano, era abbigliato con un vestito di velluto blu e guarnito con ampi e vistosi bottoni ottonati, mentre stretti calzoni di cotone finivano racchiusi in lunghi stivali di cuoio. L'altro invece era vestito alla maniera dei giovani studenti che in quei tempi animavano le scuole cattedrali e cittadine, con un abito a metà tra il borghese e il militare. Ciò che colpiva invece era il suo aspetto, luminoso e superbo, come se la magnificenza di quelle terre avesse acceso in lui una luce di primordiale fulgore. Ad un tratto, il più giovane di loro propose al re, alla regina e a tutti i presenti, un originale arcano. Cristiano così cominciò a dire: “Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore. Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai. Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore. Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora. Chi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?” Tutti allora cominciarono a ragionare, interessati e divertiti, su quel misterioso indovinello. Tutte le ipotesi furono avallate dai presenti e ciascuno scelse quella a suo parere più efficace. Alcuni ragionarono seguendo l'istinto, altri la Fede. Qualcuno cercò di rispondere scimmiottando ragionamenti filosofici, altri ancora addirittura chiamando in causa la logica matematica. Per certi era in ballo la morale, per altri l'etica. Perfino la legge e i diritti di proprietà furono tirati in ballo. E mentre quella sfuggente soluzione teneva occupati i presenti, nella sala giunse la principessa Chymela. Ella appariva come una di quelle bellezze di Avignone o Carcassonne, con occhi di un'ambrata trasparenza, pelle bianca come alabastro e labbra dai riflessi di corallo. I capelli erano lunghi e chiari come il grano all'imbrunire e il sorriso radioso dai riflessi di madreperla. Tutti si alzarono in piedi e Cristiano restò a guardarla. La ragazza avanzava nella sala avvolta da una gioia radiosa e teneva il viso leggermente chino, come a voler sfuggire a tutti gli sguardi dei presenti e tener celata la felicità che traboccava dai suoi occhi vispi e dal suo solare sorriso. “Vieni, Chymela.” Fece suo padre, indicando il posto accanto al suo. “Ho udito che la corte è alle prese con un singolare quesito...” sorridendo al padre la ragazza “… del quale, sono convinta, il nostro arguto ospite conoscerà di certo la soluzione.” “Nessuno temo la conosca, milady…” fissandola Cristiano “... forse è celata solo nel cuore di chi ascolta e legge...” sorrise “... volete scegliere una delle tre, milady?” “Perché non rispondete voi a quel quesito, messere?” Guardandolo Chymela. “Chi secondo voi, dunque, possiede davvero quel Fiore?” Guisgard si guardò intorno, ma tutto era come prima. Nessuna panca era rotta o fuori posto. “Milady è stanca, mio signore…” avvicinandosi l’arcicappellano “… meglio condurla nella sua stanza…” “Ora ripartiremo…” fissandolo Guisgard e stringendo a sé Talia, come a volerla tranquillizzare “… siamo stati fin troppo qui… oggi stesso riprenderemo il nostro cammino…” “Già, sua eccellenza ha una missione, vero?” Entrando il vecchio guardiano. “Anzi, un tesoro da trovare… ma forse è un viaggio troppo lungo e tortuoso da affrontare per un uomo solo e una ragazza cieca…”
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10-04-2012, 17.42.37 | #1549 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Reas si lascio cullare in quei suoni donati da Elisabeth.
“Sono anime in pena…” disse poi alla maga “… condannate dalla loro follia… sono mesi che non metto piede li dentro… ma se vorrete, vi accompagnerò, milady…” I due allora presero la via della torre. Il guardiano aprì e salirono fino in cima, dove si trovava una vasta sala dominata da un profondo silenzio. Reas ed Elisabeth entrarono, senza però vedere nessuno. Ad un tratto apparve un’ombra. “Cosa cercate?” Chiese. “Avete portato delle fragole?” “No, messer Goz…” rispose Reas “… come state voi?” “Sapete che esiste una malattia…” fissandolo Goz “… una malattia capace di uccidere con un rosa o con un carciofo… basta una puntura e si muore…” “Qui siete al sicuro, messere.” Sorridendo Reas. “Lady Elisabeth, rammentate?” Indicandogli la donna. “Voleva vedere questa torre.”
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10-04-2012, 18.27.08 | #1550 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il falco fissò Cavaliere25.
“E perché mai dovrei aiutarvi ad uscire da qui?” Domandò. “Vi siete cacciati voi in questo guaio!” “Su, falchetto, aiutaci…” disse Tieste. “Sono offeso!” Ribatté il rapace. “Anzi, vi lascerò qui… al fresco!”
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