25-06-2011, 04.01.52 | #1541 |
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Lo guardai con l'espressione di un gatto pigro e annoiato.
"Oh dei... e quello cos'era?" sollevai gli occhi al cielo e poi finii il mio stufato. "Non è sfiducia... è semplice circospezione. In fondo dubito che voi affidereste la vostra vita nelle mie mani, quindi non biasimatemi se cerco di stabilire se quello che sto calpestando sia un terreno privo di insidie." Posai il cucchiaio, soddisfatta della cena. "Sarò una brava mogliettina, ma vorrei sapere dove si trova la spada, prima di abbassare le armi e diventare collaborativa..." Mi versai ancora abbondante sidro. "Ah, niente dolce. Sono carnivora."
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25-06-2011, 04.16.50 | #1542 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Fermò la sua mano e le versò lui il sidro nella coppa.
“Lo credete davvero? Eppure lo sto facendo, milady.” Disse lui. “Sto affidando la mia vita nelle vostre mani, stando qui con voi ora. Nelle mani di una donna che ha cercato e che forse cercherà ancora di consegnarmi nelle mani di un cavaliere che si è proclamato mio carnefice.” La fissò. “Smettetela di stare in guardia ed abbassate, almeno per una volta, le difese.” Continuò. “I vostri nemici sono altri, non io. Quanto alla spada… essa è in un posto sicuro, che possiamo visitare in qualsiasi momento. Anche se forse non è proprio adatto ad una signora…” In quel momento arrivò la ragazza con le due fette di crostata. “Assaggiatene un pezzetto…” disse Guisgard a Melisendra “… forse davvero vi addolcirà un pochino… come le albicocche dell’altra sera nel giardino… immagino abbiate un meraviglioso sorriso ed è un peccato tenerlo nascosto così a lungo…” aggiunse per poi assaggiare un pò di quella crostata.
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25-06-2011, 04.52.56 | #1543 |
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Rimasi in silenzio.
Forse aveva ragione. Abbassare le difese per una volta non mi avrebbe fatto male. Chinai il capo per un attimo. Cos'era quell'atteggiamento? Soprattutto rivolto a qualcuno che non mi aveva fatto niente. Respirai profondamente. "Ecco... appunto... non desidero avere la vita di nessuno tra le mie mani... ho già la mia e quella di Uriel. E io di mani ne ho solo due." Bevvi un sorso e guardai la crostata. "Sono abituata a pensare solo a me stessa da così tanto tempo che vi ho trattato ingiustamente", ammisi. Quindi assaggiai la torta. "E' davvero gradevole..." Sorrisi. "Come le albicocche."
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25-06-2011, 05.07.39 | #1544 |
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“Già” disse sorridendo Guisgard “e non a caso fragole ed albicocche sono i miei gusti preferiti per la crostata di frutta.”
Restò a fissarla. “Mi chiedevo…” mormorò “… come avete potuto innamorarvi di quell’uomo… al punto di dargli un figlio? Un uomo che non prova scrupoli nel minacciare il sangue del suo sangue…” esitò “… perdonatemi, sono uno sciocco… vi giuro che non toccherò più quest’argomento… vi chiedo di scusarmi…” Sorrise come a voler scacciare quella strana sensazione che sentiva dentro di sé. “Comunque avevo ragione…” disse “… avete un bellissimo sorriso… anche se è tutto merito della crostata, lo so.” Aggiunse divertito.
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25-06-2011, 05.44.14 | #1545 |
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"Non vi dispiacete... è una domanda che mi sono posta anch'io." Mi sistemai una ciocca di capelli scivolata davanti al viso e continuai. "All'epoca non era così implacabile... e io commisi l'errore di intravedere qualcosa. Quando lo conobbi fu per ucciderlo, per conto del mio signore."
Posai il pezzo di crostata. "Forse è stata la speranza che un giorno qualcuno avrebbe fatto lo stesso per me... voglio dire... intravedere la mia umanità dopo una vita come quella. Sapevo che c'era del buono in lui. Per un po' andò tutto bene." Bevvi nervosamente un sorso di sidro. Guardai il vuoto, pensierosa e persa in quei ricordi che sembravano quelli di un'altra persona o di un'altra vita. "Ora penso che sia stata solo un'illusione. Quella persona che ricordavo non esiste e forse non è mai esistita. Era solo il mio desiderio di sfuggire alla mia gabbia. Quando si pensa di essere felici, tutte le catene sembrano più leggere... ma sempre di catene si tratta." Addentai l'ultimo pezzetto di torta. "Avevate ragione a insistere... aveva un sapore di casa e bei pomeriggi di sole." Sorrisi.
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25-06-2011, 05.56.23 | #1546 |
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Guisgard ascoltò il racconto di Melisendra, senza fare altre domande.
“Si…” disse “… l’uomo ricerca l’amore e la felicità che ne deriva da esso… ma spesso questa ricerca diventa solo una lunga ossessione… per poi ritrovarsi solo con un pugno d’illusioni…” Un lampo di malinconia attraversò in quel momento il suo sguardo. Nella taverna tutto era immutato. Tutti parlavano ad alta voce, ridevano, cantavano, amoreggiavano o giocavano. “Perché vi interessa tanto la spada dei Taddei?” Chiese all’improvviso. “Avete detto di volerla vedere, analizzare… perché?”
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25-06-2011, 06.05.59 | #1547 |
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Ero ben felice di cambiare argomento, quindi risposi al volo.
"Perchè se la vuole lui... allora deve avere certamente qualche dote incredibile! O almeno vantaggiosa per chi la possiede. Inoltre, non so se lo avete notato nella cappella, ma non riuscivo a toccarla... più che sufficiente a stuzzicare la mia curiosità!" Lo osservai con un placido sorriso a fior di labbra. "E voi? Cosa facevate in quella cappella? Eravate lì per cercare Parusia?"
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25-06-2011, 06.08.04 | #1548 |
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Quel luogo era appestato da un fetido di morte.
L’odore di ossa, di corpi decomposti sembrava salire dalle profondità della terra ed affliggere ogni angolo di quella tomba. Era come scendere nei meandri dell’Ade. E proprio come Orfeo ed Euridice, Pasuan e Dafne sfidavano lo spettrale dominio della morte. La voce di lei guidava il cavaliere e gli infondeva coraggio. Le loro mani erano unite proprio come quelle del mitico cantore e di sua moglie. Quelle mani erano un legame forte, capace di intimorire anche le forze del male che sembravano aver scelto quella tomba come loro naturale dimora. Come il leggendario filo di Arianna guidava Teseo nel terribile labirinto di Crosso, così Pasuan si affidava alla voce della sua amata, nell’attesa di sfidare la minaccia che sembrava attenderli nel ventre di quella tomba. Poi quel boato improvviso che sembrò squartare l’irreale silenzio di quel luogo. L’eco della calda voce di Dafne sembrava ancora vibrare fra quelle antiche murature, quando quel sordo boato raggelò il loro sangue. Pasuan strinse a sé Dafne e cercò con la voce la ragazza che li precedeva. “Questo boato…” disse “… cosa è stato?” “Non lo so…” mormorò spaventata Amelya. “Aiutatemi!” Gridò all’improvviso qualcuno. “Aiutatemi, non resisto più!” “E’ la voce di Ludovici!” Urlò Amelya. “E’ lui! E’ in pericolo!” “Ne siete certa?” Chiese Pasuan. “Si, la riconoscerei tra mille!” “Restate calma e non allontanatevi!” “No, non posso! Forse è in pericolo! Ludovici, arrivo da te!” E corse verso quella voce. “Fermatevi!” Gridò Pasuan. “Restate qui, può essere pericoloso!” Ma la ragazza svanì in quelle tenebre. “Accidenti!” Imprecò Pasuan. “Dafne…” disse poi estraendo la spada “… ora guidami nella direzione in cui è andata Amelya… mi raccomando, cammina lentamente e dimmi tutto ciò che vedi...”
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25-06-2011, 06.24.57 | #1549 |
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“Si, ho notato qualcosa quando eravamo nella cappella…” disse Guisgard “… eravate come inquieta… giravate attorno a quella spada con una strana espressione sul volto… un misto tra rabbia e curiosità… però attenta che la vostra curiosità non vi metta nei guai!” L’ammonì scherzosamente.
Sorseggiò ancora dalla sua coppa. “Cosa ci facevo nella cappella? Se vi dicessi che pregavo mi credereste?” Accennò una risata. “Beh, ad essere sinceri… e dobbiamo esserlo, da buoni coniugi…” facendole l’occhiolino “… ero lì proprio per vedere quella spada… Parusia…” sussurrò “… volevo sapere cosa si provava ad impugnarla… e toccare con mano quella leggendaria arma… vedete, sin da piccolo ho ascoltato storie su quella spada e sulle sue incredibili imprese… e nei sogni di un fanciullo che brama sopra ad ogni cosa diventare un cavaliere, la spada è sempre un qualcosa di speciale… e Parusia rappresentava, per quei miei sogni di allora, il più alto simbolo di cavalleria…” sorrise quasi a destarsi da quei ricordi “… e quindi non potevo resistere alla tentazione di vederla una volta giunto qui a Capomazda.” La fissò divertito. “Ho soddisfatto la vostra curiosità, milady?”
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25-06-2011, 06.36.02 | #1550 |
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“Hai ragione, amico mio!” Disse Finiwell a Cavaliere25. “Sembra che neanche l’Inferno voglia accogliere questi maledetti! Più ne ammazziamo, più ce ne ritroviamo contro!”
Diede uno sguardo alla ferita e, strappatosi un lembo del mantello, tentò di fasciarla per arrestare il sangue. “E’ un taglio profondo, ma la fasciatura mi aiuterà a sopportare.” Mormorò. Spronò allora i suoi due compagni, Morrigan e Cavaliere, a tener testa, insieme a lui, ai loro nemici. Ma lo scontro sembrava sempre più impari. “Forse è davvero la fine…” ansimando Finiwell. In quel momento una botola, a pochi passi da loro, si aprì presso l’ingresso del vecchio mulino. Finiwell si accorse subito di quella possibile ed insperata via di fuga. “Presto, entriamo lì dentro!” Disse ai suoi due compagni. “E’ la nostra unica via d’uscita!” La botola, che probabilmente conduceva ad un piano segreto e sotterraneo del vecchio mulino, era stata aperta da un misteriosa figura, avvolta nel suo lungo abito nero, accorsa, forse mandata dall’Alto, in loro aiuto. Era una monaca: Llamrei.
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