25-06-2011, 06.51.32 | #1551 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Layla fissò quasi indispettita Talia.
“Vi ricordo, milady, che qui siete ospite.” Disse con tono severo. “E che quindi siete sottoposta alle regole di questa casa. Non osate mai più rivolgermi a me in quel modo. Cosa celano i miei occhi e il mio passato è affare che non vi riguarda. Badate che non vi ammonirò più per questo. La prossima volta che accadrà, vi farò pentire amaramente della vostra insolenza e scortesia. Forse fra le colline della vostra Sygma è uso comportarsi così, ma qui vi comporterete come richiedono le regole della cortesia.” Si avvicinò alla finestra e fissò il verziere. “Per quanto mi riguarda potete attendere vostro marito anche in eterno.” Aggiunse. “Ma fino ad ora le vostre sono solo parole.” Si voltò a fissarla. “Avete rifiutato di bere da quel calice… forse perché un pegno del cuore è per voi un onere troppo grande, abituata come siete a vedere ogni cosa attraverso la ragione, a vivere con distacco e sobrietà le passioni della vita.” Sorrise enigmatica. “Vostro marito, qualora riuscisse a raggiungerci, troverebbe solo la morte qui ad attenderlo. Come tutti coloro che lo hanno preceduto.” La servitrice si avvicinò di nuovo al calice. “Devo ordinare di far portare via il calice, milady?” Chiese Layla a Talia. “Avete deciso di non voler sapere cosa cela davvero Il Pegno del Cuore? Che forse è un rischio troppo grande per lady Talia di Sygma, la dama che crede solo in ciò che può vedere e toccare? Un rischio che non vale la pena correre neanche in nome di quell’amore che con tanta passione avete ribadito? Un rischio che non vale la pena correre neanche per vostro marito?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
25-06-2011, 12.23.23 | #1552 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Un paese invisibile ad occhi umani...
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"Non morirete, Nobile Taddei. Troveremo Lady Talia e torneremo a Capomazda, che ha bisogno di una guida. Voi siete il duca e anche se io non sono un vostro suddito, vi proteggerò come meglio posso." esitai per un momento, poi lo seguii lentamente e anche Lho, Luna e Nishuru, con le armi in mano, fecero come me.
"Per Ksajel..." sussurrai piano, per farmi forza. Quado raggiungemmo l'abside, da cui potevamo vedere ogni singola persona all'interno della cattedrale, lo vidi. Era lì, in mezzo a tutta quella gente. Sapevo che era solo un fantasma del mio passato, ma lo salutai. Alzai una mano e lo salutai. Ksajel, il mio Ksajel... Non riuscii a trattenermi e piansi. Una lacrima scese lungo il mio viso, lentamente. Mi dispiace, mi dispiace tanto... sei morto a causa mia. E così com'era apparso, Ksajel, sparì ed io ritornai bruscamente alla realtà, quella in cui Icarius stava rischiando la vita.
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"La Morte non è una punizione, ma una liberazione" Dragon Heart. |
25-06-2011, 15.29.04 | #1553 | |
Dama
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Citazione:
"Seguitemi e non aprite bocca. Tanto non risponderò alle vostre domande" Mi avviai verso i stretti cunicoli fino a giungere davanti ad un portone pesante. Estrassi la chiave da sotto il mantello e aprii la serratura. La torcia che reggevo in mano emanava abbastanza luce da intravedere i volti stanchi dell'allegra brigata. "Entrate, forza". Uno ad uno entrammo. La stanza era satura di aria polverosa e quasi irrespirabile. Sopra ad un tavolo malconcio vi erano delle vivande ricoperte da un telo di lino bianco. "Non potete uscire di qua ora. Dovete attendere un mio segnale. Io uscirò e tornerò fra qualche ora, quando la via sarà libera. Faccio questo non perché mi siete simpatici, ma per un voto che ho fatto...non a Dio ma ad un uomo" Detto questo mi lasciai la combriccola alle spalle ed uscii. |
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25-06-2011, 16.47.28 | #1554 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Dai boschi nebbiosi
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Ero incuriosita da quell'uomo e forse potevo davvero fidarmi di lui, ma qualcosa mi dava la sensazione che non mi avesse detto tutto.
"Capisco..." tamburellai lievemente con la punta delle dita. "Anche Uriel è molto sensibile al fascino delle armi dei cavalieri... temo che un giorno vorrà impugnarle. Spero solo che..." lasciai quel pensiero in sospeso. Finii il contenuto della mia coppa e la posai nuovamente davanti a me. "L'unico motivo per cui non ho ucciso il Gufo e sono restia a farlo..." sussurrai, perdendomi con lo sguardo tra le venature del legno del tavolo, "è che un giorno mio figlio mi chiederà di suo padre... e non potrei mai dirgli che l'ho ucciso io. Sarebbe... imperdonabile." Tamburellai nuovamente, sovrappensiero. "Tornando a Parusia... ha avuto una reazione strana quando ho cercato di prenderla. Mi ha come scottata... per questo sono incuriosita..." Le candele tremarono, nella taverna. Osservai bene i movimenti delle fiamme e sorrisi... erano tornati. "Qualunque cosa pensiamo di fare, dobbiamo avere un piano... non è il momento di improvvisare. Cosa suggerite? Siamo bloccati tra queste mura."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
25-06-2011, 17.51.09 | #1555 |
Cittadino di Camelot
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Alzai la testa, cercai di guardare Pasuan, non lo vedevo. Lo cercai con le mani, sentii il suo viso, individuai il suo naso e la sua bocca. Poi abbassai le mani cercando le sue.
"Pasuan, non ti posso descrivere quel che vedo perchè non vedo! Amelya è corsa via con l'unica torcia che avevamo" avevo la voce tremante e le lacrime iniziarono a scendermi lungo le guance. Piansi in silenzio, non volevo essere udita da Pasuan, non volevo spaventarlo ulteriormente. "Io, io non so dove sia andata, credo laggiù... ma è tutto buio, non filtra nemmeno la luce dall'entrata, l'abbiamo lasciata alle nostre spalle molto tempo fa. Pasuan, moriremo qui, me lo sento". Avevo un terribile presentimento, l'avevo sempre avuto, e ora diventava sempre più reale. Sarà stato l'odore, sarà stato lo sconforto, sarà stato lo stomaco che avevo sottosopra da quando avevamo iniziato il viaggio 'nell'oltretomba', ma non mi resi conto che le forze iniziavano a lasciarmi. Senza accorgermene caddi tra le braccia di Pasuan come un peso morto e persi conoscenza. Vedevo una luce verde chiaro intorno a me e tutto era immerso in una sorta di vapore acqueo che profumava di erbe aromatiche. Sentivo delle voci ma non riuscivo a vedere nessuno, d'un tratto le nebbie si aprirono. Davanti a me si palesò un enorme prato abbellito da cascate, alberi secolari e fiori; vi erano anche molte persone, cercai dei visi conosciuti, ma non riconobbi nessuno. D'un tratto una voce alle mie spalle "Benvenuta! Lo sapevo che ci saremmo ricongiunti" mi voltai "Friederch, che cos'è tutto questo? Dove sono? Ma... ma tu sei vivo..." ero stupefatta "No tesoro, io sono morto" "Ma allora perchè ti vedo?" "Perchè anche tu sei morta! Questo è l'aldilà! Non stupirti, dovresti saperlo dove sei, ci sei venuta tu stessa entrando nelle vecchia tomba. Ora staremo insieme per l'eternità. Anzi, guarda... ti ho fatto un regalo, ho chiamato qui con noi anche Hubert, nostro figlio..." Vidi allora il piccolo Hubert corrermi incontro, era più grande della sua età e mi chiamava "Mamma, mamma, sono venuto anch'io! E' stato questo signore a dirmi che era un bel posto e che mi sarei divertito, guarda che bello..." "Non gli hai nemmeno insegnato a chiamarmi 'papà', sono molto adirato con te, Dafne! Il bambino è morto per colpa tua, per stare con il tuo nuovo amante non hai curato il bambino, vergognati!" "Sì mamma, sei cattiva, cattiva, cattiva! Mi hai lasciato solo mentre stavo male!" Friederch e Hubert diventavano sempre più grandi, e le loro voci sempre più gravi. Io rimpicciolivo e tutto intorno si faceva nero, ebbi solo la forza di urlare forte "Hubert! Hubert non andare, resta qui, resta vivo! Hubert!"
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire |
25-06-2011, 19.37.51 | #1556 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La cattedrale era colma di dame e cavalieri.
Un’atmosfera solenne dominava quel luogo, mentre la luce arcana delle sue candele ne illuminava ogni angolo. Icarius fissava il giglio nelle sue mani, quasi ad invocare aiuto per quella disperata impresa. In un momento che sembrò infinito, l’eroe taddeide vide ogni attimo trascorso con Talia attraversare il suo cuore. Ne sentiva la vivace voce e rivedeva il suo solare sorriso. Gli occhi di lei, così luminosi e pieni di vita, lo fissavano sospirando come in quelle indimenticabili notti trascorse al Borgovecchio. E un angosciante senso di solitudine scese sul suo cuore. Si sentì perduto e stanco. Poi, alzando gli occhi, vide i suoi compagni di viaggio. Il fedele Lho e la giovane Sayla. E ripensò alle ultime parole della fanciulla. “La più bella…” disse fra sé “… chi è mai la più bella fra queste dame?” Icarius doveva decidersi. Il crepuscolo era ormai prossimo ed avrebbe sancito la fine di tutto. Come Bassanio, anche lui doveva compiere una scelta estrema ed assoluta. Il ritratto di Porzia non appariva diverso da quella di Talia. Era celato tra gli incanti di quel luogo, come quello della bella ereditiera in uno dei tre scrigni. Ma che scelta fare? Icarius allora ripensò a tutto ciò che era accaduto dal momento in cui avevano messo piede nella cattedrale. E gli tornarono alla mente i versi di Nishuru. Allora si voltò e fissò l’abside alle sue spalle. “Non può essere che così…” sussurrò “… a Dio piacendo…” Alzò allora il giglio come a volerlo mostrare a tutti i presenti. “Alla più bella!” Esclamò. E lo posò ai piedi della statua della Vergine Maria.
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25-06-2011, 19.42.23 | #1557 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Che io sia investito dei più alti onori riconosciuti ad un cavaliere!” Disse Finiwell sorpreso dall’apparizione e dalle parole di Llamrei. “In vita mia non ho mai conosciuto una monaca tanto singolare nelle parole e nell’atteggiamento!”
Fissò poi Morrigan e Cavaliere25. “Beh, almeno ci ha tolto dai guai!” Aggiunse. “Ora non ci resta che attendere il suo ritorno. Voi due come state?” Chiese poi ai suoi due compagni. “Siete tutti interi?” E si tenne forte la ferita, che continuava a perdere sangue.
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25-06-2011, 20.03.35 | #1558 |
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Guisgard si guardava intorno, tra il chiasso ed i profumi della taverna.
“Per il momento l’unica cosa da fare è tenere Parusia al sicuro dalle mire dei suoi nemici.” Disse. “Quella spada custodisce un potere che non è di questo mondo” continuò “ed è sconosciuto ai più. Per questo ha reagito in quel modo quando avete cercato di toccarla.” Finì il contenuto della sua coppa. “E comunque non mi sento sicuro a tenervi qui, in questa taverna.” Mormorò. “Presto si accorgeranno del trucco della spada… come la tela di Penelope, ricordate il mito?” Sorridendo. “Meglio uscire di qui e cercare un posto sicuro in cui rifugiarci. Così da poter pensare anche ad un piano.” Fece tintinnare tre monete sul tavolo e si alzò. “Siamo stati abbastanza qui.” Disse “Ora possiamo andare via senza il rischio di attirarci sospetti.” Sorrise col suo solito modo da guascone. “Del resto chiunque al mio posto non vedrebbe l’ora di tornarsene a casa con una moglie come voi.” Le fece l’occhiolino. “Piaciuta la cena, signori?” Chiese la ragazza venuta a prendere le monete. “Ottima, amica mia!” Rispose Guisgard. “E poi quella costata! Eh, credo abbia un potere afrodisiaco! E’ per questo che ora io e mia moglie ci ritireremo nel nostro nido d’amore!” “Vi auguro una dolce notte, signori!” Sorridendo maliziosa la ragazza. Un attimo dopo, Guisgard e Melisendra lasciarono la taverna.
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25-06-2011, 20.13.51 | #1559 |
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“Dafne!” Disse Pasuan. “Dafne, svegliati!” Scuotendola.
Il cavaliere aveva la ragazza fra le sue braccia e cercava di farle riprendere i sensi. Finalmente Dafne riprese conoscenza. Le accarezzò i capelli e la baciò. “Va tutto bene, piccola…” le sussurrò lui dolcemente “… non ci accadrà nulla e torneremo da Hubert molto presto… ti ho promesso una vita di felicità, ricordi?” Sorridendole. “Ed un cavaliere mantiene sempre le sue promesse.” “Aiuto!” Gridò all’improvviso una voce dall’oscurità che li avvolgeva. “Aiutatemi, cavaliere! Vogliono uccidere me ed il mio amato! Aiutateci!” Era la voce di Amelya. “Dafne, hai sentito? Era quella ragazza!” Disse Pasuan. “Presto, guidami nel punto in cui proveniva la sua voce!”
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25-06-2011, 20.41.13 | #1560 |
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"Sono quasi sicura che saremmo una coppia più credibile se litigassimo..." mormorai mentre camminavamo lungo la via.
"Avete una strana concezione del matrimonio..." lo guardai con ironia. Poi riflettei sulla situazione. "Appena capirà che la spada è una comunissima arma, mi cercherà... a palazzo. Quindi non posso tornare là... peccato, c'era una fantastica tinozza!" Alzai gli occhi al cielo come se fosse stata una tragedia... una parte di me rimpiangeva quella comodità. Sentivo gli abiti ancora impolverati dalla cavalcata. "Dove stiamo andando?", domandai.
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