21-06-2013, 00.18.32 | #1561 |
Cittadino di Camelot
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Cosi entrammo in quella angusta cella...solo un comodino di legno e un letto pure di misero legno, mi stesi quando sentii bussare alla parete...sussultai, all'inizio pensai fosse l'antico spirito di un vecchio frate poi per fortuna riconobbi la voce di Daiz..."Sei tu...che spavento Daiz..solo ora ti accorgi che qui è tutto strano? Ma hai sentito? Non capiscono la nostra lingua...d'accordo io ho accento inglese ma tu sei del luogo originario..e poi ci ha trattato di fuggitivi...questo ambiente e posto sembra quasi uscito da un vecchio tomo, forse hanno antiche usanze?" chiesi perplessa.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
21-06-2013, 01.14.43 | #1562 | |
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Alzai gli occhi e, ancora una volta, incontrai quelli dell'uomo.
Quel lieve contatto mi diede sicurezza. Era strano l'effetto che avesse quell'uomo su di me: la sua mano, il suo sguardo, la sua voce... per un momento credetti di potermi fidare. Ma sapevo bene che non era così, che dovevo stare all'erta. E, infatti, la voce di Solder cancellò ogni cosa. Ridivenni rigida e distante, anche verso Masan. "Oh, ma davvero? Dal sarto? Troverete il modo di tornare indietro?" risi appena, Solder era diventata davvero insopportabile "Dato che quando si rivolge a me infila un insulto ogni tre parole, pensavo fosse contenta di starmi lontana.." dissi guardando, forse per la prima volta, la donna con occhi duri e implacabili "..e non dia la colpa a quest'abito.. non andavamo d'accordo nemmeno prima.." sbottai. Scossi la testa, e trattenni la mano di Masan per un momento. Mi avvicinai, il suo viso era così vicino che potevo sentire il suo respiro. Lo guardai ferma, cercando i suoi occhi con i miei, e sussurrai talmente piano, che nemmeno Oriana avrebbe sentito. "Lei lo sa, vero, che non è mia abitudine starmene buona e zitta quando vengo ripetutamente insultata?" respirai piano "..non sono esattamente una ragazzina..". Rilasciai la mano di Masan e lo osservai allontanarsi insieme a Solder. "A più tardi.." dissi, senza curarmi che mi udissero o meno. Dovevo calmarmi, non potevo permettermi di perdere il controllo. Ma non ero abituata a nascondermi nè a fare falsi sorrisi. L'antipatica verità mi era sempre piaciuta di più. Mi chiesi se Masan fosse subito andato a raccontare a Solder di cosa gli avevo sussurrato all'orecchio, ma non m'importava. Quel posto era davvero magnifico, e se, come io avevo sempre creduto, ogni cosa accadeva per una ragione, allora io avevo il dovere di comprendere quale fosse il mio ruolo in tutta quella storia. Perchè Chanty? Perchè il XVI secolo? Perchè quel foglietto era capitato ai miei piedi? Sospirai. Perchè ero in compagnia di una donna tanto insopportabile? Sorrisi. Domande destinate a restare senza risposta. Sentii madama Oriana che mi chiamava, mi voltai verso di lei, le sorrisi e la seguii. La città era davvero bellissima e restai incantata nel passeggiare, commentando questo o quel particolare. Citazione:
Di certo una donna come Oriana non era abituata a un tale linguaggio, e il suo disappunto le si leggeva in faccia. Non che io amassi tale linguaggio, o avessi intenzione di permettere a quei giovinastri di parlarmi in quel modo, ma non era certo la prima volta che sentivo parlare così. Ricordi lontani si affacciarono nella mia mente, e, senza accorgermene, scoppiai a ridere. "Santo cielo, Paul.. c'è una ragazza!" disse ragazzo alto e moro, seduto sullo sgabello di un pub, guardando il giovane davanti a sé. "Chi è il pazzo che porterebbe la ragazza in questo posto?" disse una voce alle loro spalle. "Clio!" in coro i due ragazzi. "Che c'è.." dissi guardandoli stupita "Ah.. parlavate di me?" scoppiai a ridere "...adesso? Dovevate pensarci.. vediamo.. una decina di anni fa?". Mi sedetti su uno sgabello accanto a loro e presi un sorso dalla birra chiara di uno dei due. "No, in effetti Clio non conta.." disse Ned sorridendo "Dai, vai avanti..". Così, Paul finì il suo discorso, tra risate e prese in giro. Poi, si voltò verso di me. "Allora, sorellina.. scandalizzata?" disse, fingendosi serio. "Io?" guardandolo di sottecchi "..ma è tutto qui?" alzai le spalle "...devo ricordarti di quando mi hai raccontato di quella volta che..". "No, no, no.. va bene.. mi arrendo..". Sorrisi. "Devo smetterla di frequentarvi.. o finirò per parlare come voi..". "Perchè, non lo fai già?" intervenne Ned. "Ah! Brutto.." dissi, colpendolo alla spalla. "Dai, non dire così, non è vero.. sabato sera la nostra Clio sembrava quasi una ragazza.." ridendo Paul. "Grazie, eh.." dissi, fingendomi offesa. "E' vero.. vestitino, tacchi.. truccata di tutto punto.." disse Paul, strizzandomi l'occhio. Scossi la testa e alzai gli occhi al cielo. "Vero.. dovevamo stare attenti che non ce la rubassero.. Non hai fatto conquiste? Insomma, sei stata tutta la sera con noi e Lucio", ribattè l'altro. Scossi la testa, mentre un brivido mi attraversava la schiena. "Per chi mi hai preso? Sono una brava ragazza io.. " dissi sorridendo. In quel momento, la mia ordinazione arrivò. "Brindiamo allora, alla nostra migliore amica.. non cambiare mai.." disse Paul alzando il boccale. ".. E all'amore che, prima o poi, ce la porterà via.." gli fece eco Ned. "Ma che avete stasera? Troppo Miele a colazione?" dissi sorridendo. Tuttavia, alzai la birra e feci tintinnare il mio bicchiere contro il loro. I miei ragazzi, i miei fratelli. Mi ero detta mille volte che avrei dovuto frequentare gente migliore. Ma poteva esistere gente più genuina e vera di loro? Le mie compagne di università che pensavano solo a uomini e vestiti? No, non facevano per me. Li adoravo, erano la mia famiglia, e non li vedevo da troppo tempo. Certo, dopo quello che avevo combinato le cose erano diventate complicate. Scossi la testa, ci stavo pensando troppo spesso, ultimamente. I giovinastri erano ancora intorno a noi, ci avevano "accompagnato" mentre la mia mente viaggiava nei ricordi. Guardai Madama Oriana, e le posai delicatamente una mano sul braccio. "Zia, se permettete.. da dove provengo un linguaggio del genere, purtroppo, è fin troppo usuale.. Andate pure avanti senza di me, vi raggiungo immediatamente. Mi fermai, guardai quello che sembrava il più sveglio, e gli risposi per le rime. Considerano l'epoca in cui mi trovavo e l'abito che indossavo, decisamente non se l'aspettava. "Ora che avete avuto il vostro momento di gloria, che le vostre parole oscene ci perseguiteranno per il resto della vita.." dissi sorridendo avvicinandomi ad uno dei ragazzi "..Levatevi dai piedi.." dissi guardandolo, ferma e decisa "Ora!". La tentazione di colpirlo fu davvero tanta, ma era poco più che un ragazzino. Eppure, nell'accingermi a raggiungere Madama Osana, gli feci un rapido sgambetto, facendolo ruzzolare a terra. "Oh, dovete perdonarmi, messere.." dissi ridendo, mentre annaspava nella terra. Fu l'unico momento in cui apprezzai il fatto di non avere le strade in cemento. "Andate a tampinare qualcun altro, ragazzi.." dissi ridendo. Mi affrettai a raggiungere Madama Oriana. "Tutto bene, zia?" dissi gentilmente alla donna "Che razza di mascalzoni..". |
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21-06-2013, 02.02.31 | #1563 |
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Clio tornò così da Oriana.
“Santo Cielo, Clio...” disse la donna “... ma perchè hai dato spago a quei ragazzacci? Meglio evitare gente simile!” Ripresero così la loro passeggiata. Ma pochi passi dopo, alcuni di quei ragazzi rincorsero le due donne. “Damigella...” avvicinandosi uno di loro “... damigella... no, non agitatevi...” fermandosi di colpo e temendo un'altra reazione di Clio “... non vogliamo provocarvi oltre... è che... vi abbiamo visto come avete reagito poco fa... pensavamo foste una di quelle ragazzine viziate, incapaci di difendersi... invece avete saputo zittire Puccio... e allora volevamo chiedervi di essere dei nostri... domani sera ci sarà una festa per i giovani Rossi... al castello di messere Yrko di Bumin... sarete dei nostri?”
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21-06-2013, 02.15.53 | #1564 |
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“Si, hai ragione...” disse Daiz ad Altea dall'altra parte della parete “... ma voglio vederci chiaro... cosa ne dici di farci un giretto? Magari i frati saranno in chiesa per la messa del mattino... e noi potremmo cercare qualche indizio... dai, ti aspetto nel corridoio...”
Così uscirono dalle loro celle e cercarono in giro qualcosa che li aiutasse a capire dove fossero finiti. Come immaginato da Daiz, il convento era deserto, visto che i frati erano tutti ad ascoltare la messa del mattino. I due allora trovarono la biblioteca del convento. Cominciarono così a cercare qualche indizio. Fino a quando Altea trovò un registro, in cui erano annotate le scorte, le spese, le offerte ricevute, i ricavi dell'elemosina e altri aspetti che riguardavano il chiostro. E solo dopo un po' la ragazza si accorse che quel registro recava come data del nuovo giorno il 21 Giugno dell'anno 1513.
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21-06-2013, 02.49.17 | #1565 |
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"Oh.." dissi, sorridendo a madama "..so trattare con gente del genere e, credetemi.. mostrarsi irritati aumenta solo il loro divertimento.. è ora che imparino a stare al loro posto.." abbassai lo sguardo "...vi chiedo scusa se vi ho messo in imbarazzo.. volevo soltanto che si levassero di torno, e che imparassero la lezione..".
Quando sentii dei passi dietro di me, mi voltai e squadrai il ragazzo da capo a piedi. Cosa voleva ancora. Restai a bocca aperta quando mi chiese della festa. Io, ad una festa dei giovani rossi? Ma se quel colore mi faceva accapponare la pelle. Stavo per liquidare il ragazzo con poche parole. Ma quando mi disse dove si teneva la festa, quasi mi mancò il fiato. Quel castello. La spilla, il quadro, lo sguardo del principe, il suono dell'ocarina. Che potevo dire? Sospirai. "Ma davvero? Sembra divertente.." dissi sorridendo "Temo di avere un impegno domani, ma vedrò che posso fare... ". Dovevo andare, eppure, mi chiesi di chi potessi fidarmi. Non potevo dire a Masan e a Solder della spilla nè del principe. Ma di certo avrei dovuto spiegare a madama Oriana, che non andavo a quella festa per i Rossi, e che non volevo avere niente a che fare con loro. Mi chiesi quanto potessi fidarmi di lei, di certo le stavo facendo una pessima impressione. Dovevo parlarle il prima possibile. |
21-06-2013, 06.14.11 | #1566 |
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Quei ragazzi allora sorrisero ed annuirono a quelle parole di Clio.
“Spero possiate essere dei nostri.” Disse uno di quelli e poi andarono via. “Vuoi andare ad una festa di quei giovani?” Chiese Oriana a Clio. “Esercitano così tanto fascino su di te?” Guardò la strada dove erano svaniti quei giovani. “I Rossi amano la libertà sfrenata, senza limiti. E detestano ogni forma di limite e di barriera. Per questo odiano i chierici. Dio è lontano, nei Cieli e forse, per loro, neanche esiste. Ma la Chiesa è qui ed impone norme e leggi ai loro occhi. E questo li ha spinti anche a scagliarsi contro il re e i suoi nobili. Non riconoscono le gerarchie, i privilegi e neanche i meriti. Comunque, se vuoi andare a quella festa, io non posso certo impedirtelo... del resto non sei davvero mia nipote... vieni...” aggiunse “... continuiamo la nostra passeggiata...” girarono ancora per la città e Clio poté vedere il centro storico e la piazza principale. Le botteghe di alabastro, per il quale Chanty era famosa, e le taverne, rinomate per i sublimi vini nati dalle celebri vigne di quelle colline. Tuttavia Oriana appariva silenziosa e distante, con lo sguardo assente e una strana inquietudine sul volto.
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21-06-2013, 09.53.27 | #1567 |
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"Oh, no, madama...." Dissi osservando i ragazzi che si allontanavano "..nessun fascino, disprezzo quel genere di individui... Qui, come ho sempre fatto a casa mia.. Perché, credetemi, potranno avere nomi diversi ma gente del genere esiste in ogni luogo..".
Sorrisi, e seguii la donna per la via. "Tuttavia avete ragione.." Annuendo "..ho intenzione di andare a quella festa, ma non per il motivo che credete voi..". Mi accorsi, con dispiacere, che lo sguardo della donna era distante e freddo. Dovevo averla delusa molto, e la cosa mi dispiaceva, era una brava persona. Dovevo dire la verità, la verità è sempre la cosa migliore, per quanto fosse rischioso. "Venite, madama..." Dissi prendendola sottobraccio "...se permettete, vorrei rivelarvi un segreto.. Non voglio che mi prendiate per quella che non sono.. Ho consacrato la mia vita alla virtù e alla conoscenza, non alla libertà sfrenata.." Dissi sorridendo. Intravidi poco lontano un giardino semplice ma fiorito, e mi sembrò di buon auspicio. Sulle panche accanto alla fontana non c'era nessuno. Forse pochi amavano le cose belle, in quel momento. Mi avvicinai ad una panca lontana dalla strada ma vicina alla fontana, guardando i attorno per essere sicura che non ci fosse nessuno, e feci cenno alla donna di sedervi accanto. "Vi prego.." Dissi indicando la panca con un sorriso. Presi un profondo respiro, e guardai la donna negli occhi. Mi avrebbe presa per pazza? "Voi siete stata così buona con me.. Ed io non sono stata onesta con voi... Ma dovete perdonarmi, credevo di dover tenere questa storia soltanto per me...". Sospirai. "Sento di potermi fidare di voi, e mi auguro di non sbagliarmi.." Sorrisi "..voi, infondo, vi siete fidata di me, mi avete accolto in casa vostra, e trattato come una nipote..". Esitai, ma ormai dovevo andare fino in fondo. Presi, con mano tremante, la spilla e il foglietto dalla tasca, li osservai per un momento, e poi li porsi alla donna, perché leggesse e vedesse. "Fate attenzione, vi prego, mi sono molto cari.. E, soprattutto, non mi appartengono.." Sussurrai. Mentre la donna leggeva il piccolo messaggio, iniziai a raccontare. "Nel viaggio verso la capitale, siamo giunti al castello di Yrko di Bumin... E il suono soave di un'ocarina riempiva l'aria.." Sospirai "..la spilla e il messaggio sono stati lanciato da una delle finestre.. Sono caduti ai miei piedi, nessun altro li ha visti, io li ho raccolti, ho letto il messaggio, e non ne ho fatto parola con nessuno... Ne ho parlato con voi perché mi auguro che possiate capire..." Scossi la testa "..io, lo so che questa non è la mia terra, e che i vostri affari non mi dovrebbero riguardare ma.. Come posso restare inerme?" Dissi guardando la donna "..quel messaggio è arrivato a me, e io credo che tutto avvenga per una ragione.. Ed ora quei ragazzacci mi hanno dato l'opportunità di entrare nel castello senza destare sospetti..." Presi la mano della donna "..capite perché devo andare? Io... Devo tentare... Una ragazza che nessuno ha mai visto è insospettabile.. E, non temete, so basate a me stessa... Ma devo andare.. Non posso perdere questa occasione.. Se lui è davvero lì..." Sussurrai, ripensando al quadro, a quel volto, quello sguardo "..devo fare.. Qualunque cosa sia in mio potere.. Non posso fare finta di niente, non posso..". Sorrisi, mentre rimettevo in tasca la spilla e il messaggio, come se temessi che qualcuno potesse vederci. Avevo parlato a bassa voce, per essere sicura che nessuno sentisse. "Mi caccerete di casa, zia, ora che sapete il mio segreto?" Dissi guardandola con aria speranzosa "..o mi darete della pazza?" Con un timido sorriso. |
21-06-2013, 17.16.53 | #1568 |
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Avevo sentito la voce di Gem...aveva cambiato tono nel dire il nome della citta di provenienza e nel rispondere a Guidox.....era sicuro..senza inflessioni, aveva aquisito una forza strana, forse in quel momento era giusto che fosse cosi'.....eravamo artisti....e dovevamo izzare il popolo a delle porcherie ideate da questo Guidox......" Signore...mi scusi un momento......non possiamo assolutamente fare cio' che dite...primo...non conosciamo il motivo per cui izzare il popolo.....siamo artisti e' vero.....il mio compagno Canta.....ma canzoni che non comprendono i problemi della vostra citta'.....si dovrebbe andare a braccio...e io ...dipingo......come dovrei spiegare al popolo la situazione...attraverso dei colori su tela ?......mi creda lei e' stato gentilissimo....ma credo che non siamo il tipo di artisti che cercate voi...se volete vi facciamo un quadro o vi cantiamo una canzone mentre cenate.......ma per la sobbillazione...non siamo preparati.....".......Sentii la mano di Gem stritolare la mia......per non urlare......mi venne in mente tutto quello che di buono potessi pensare...dovevo allontanare il dolore......certo ero stata troppo moderna...ma che diamine avrei potuto fare...lui cantava le canzoni di de Andre' e io ?......con Picasso non potevo andare da nessuna parte......immaginavo Guidox a cui avrei dovuto fare un autoritratto....con mano moderna....il suo naso un cubo..la sua pelle un pavimento a scacchi..le sue orecchie due colonne........bellissimo......una voce mi distolse dal pensiero....
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21-06-2013, 17.27.17 | #1569 |
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Camminammo senza farci notare in un corridoio, fuori notai un bel giardino e orto curato. Cosi ci trovammo in una stanza e notai un registro e lo lessi accuratamente finché notai la data e rimasi senza parole..guardai Daiz e dissi solo.."Guarda la data impressa qui..ma e' un registro antico o cosa..?"
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21-06-2013, 17.32.42 | #1570 |
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Ad ascoltare il racconto di Clio, ma soprattutto davanti a quel biglietto e alla spilla, Oriana trasalì.
I suoi occhi chiari ripresero il loro naturale splendore ed un sorriso increspò il suo viso che, nonostante l'età non più giovanissima, mostrava ancora i tratti e i segni di una bellezza delicata, pulita e solare, come le donne che i pittori di quelle terre amavano raffigurare un po' ovunque. “Perchè...” disse poi fissando la ragazza “... perchè non me ne hai parlato subito? Questa è la sua scrittura, la riconosco... e la spilla non mente... è l'emblema del suo casato...” si alzò allora in piedi come morsa da un'inattesa eccitazione “... siamo solo due donne noi...” aggiunse “... ma possiamo far sapere ad altri che lui non è andato via... non ha lasciato il suo regno ed il suo popolo... vieni con me, Clio...” Uscirono così da quel giardino e imboccarono una piccola stradina laterale, che seguiva il dorso di un dolce colle su cui quel lato della città sorgeva. Arrivarono da lì ad uno spiazzo, poco distante dalla casa di Oriana, dove sorgeva una chiesa, sulla cui facciata vi era un mosaico di Sant'Andrea che portava in spalla la sua Croce. “Vediamo se c'è Padre Roberto...” fece Oriana. Entrarono allora nella chiesa e raggiunsero il transetto, dal quale si accedeva alla sacristia. Lì vi era un prete, intento a sistemare alcuni messali. “Padre...” avvicinandosi a lui Oriana “... guardate qui...” mostrandogli il biglietto e la spilla.
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