20-03-2015, 03.58.14 | #1561 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Fu un attimo.
I due erano vicinissimi. Icarius allora strinse le braccia di Clio. “Lo so...” disse in un sussurro, con ormai la sua bocca vicinissima alle labbra di lei. Labbra che sembravano accendere ogni suo senso, attirare ad esse ogni parte di lui. Labbra morbide ed accoglienti che alla fioca e pallida luce della Luna parevano essere ancora più belle e sensuali. “Lo so...” continuò lui “... ti bacerebbe... e lo farei anche io, adesso... si, lo farei, senza importarmi di ciò che farai o dirai... si, lo farei, ti bacerei... ma ho paura... ho paura che chiudendo gli occhi tu possa pensare e vedere lui e non me... Guisgard e non Icarius...”
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20-03-2015, 06.51.49 | #1562 |
Cittadino di Camelot
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Raccontai l'orribile sogno al prigioniero.
"Ho paura, messere. Ho veramente paura" gli dissi, alla fine. Ma mi tirai su dal giaciglio e mi preparai per mettermi in viaggio. Il prigioniero e Fra' Godwin avevano preparato il carretto e mi fecero accomodare sopra. Per una volta, io che amavo camminare, fui felice di non doverlo fare! Salutammo e ringraziammo il buon frate, che tanto aveva fatto per noi, e ci mettemmo in cammino. Viaggiammo quasi in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri e dopo un breve tragitto, arrivammo alla destinazione indicataci dal frate. "Ecco, deve essere questa la casa!" esclamai, mentre il prigioniero si accingeva a scendere. Della casa, notai subito lo splendido giardino fiorito e fui presa da un'incredibile voglia di sedermi lì a riposare. Il prigioniero bussò alla porta e dopo un attimo, una donna aprì la porta.
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20-03-2015, 09.27.26 | #1563 |
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Ozzillon rimase perplesso, dicendo che ero molto giovane e non voleva mandarmi in giro con sconosciuti.
In effetti neanche io mi fidavo molto, ma volevo saperne di piu`. Ad un certo punto, la donna sorrise e disse qualcosa che mi spiazzo`. Sorridendo, disse che si`, ero molto giovane, ma non mi ero fatta scrupoli in compagnia di quell'ufficiale. Persi un battito: come faceva a sapere di Velven? Fu anche cio` che chiese Rida un attimo dopo. "Non ne ho idea. Solo voi lo sapete" le dissi sottovoce. Ci pensai un po'. "Va bene, vengo. A patto che anche Rida venga con noi. Ultima offerta"
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20-03-2015, 13.29.05 | #1564 |
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Era così vicino.
Così vicino da permettermi di sentire il suo respiro sulla mia pelle, da permettermi di osservare ogni sfumatura dei suoi occhi, che ormai nulla differenziava da quelli di Guisgard, nulla, nemmeno lo sguardo. Così vicino da accelerare i battiti del mio cuore. E allora lo baciai, senza riflettere, senza pensare, ascoltando solo il mio cuore lacerato. Un bacio intenso e travolgente, appassionato. Un bacio in cui racchiusi la sofferenza di quei lunghi mesi, la flebile speranza degli ultimi giorni, il tormento per quella situazione senza senso. Un bacio per Icarius e per Guisgard, perché nel mio cuore erano due aspetti della medesima persona. Un bacio che avrebbe lavato via il mio dolore, e nutrito la speranza che lui potesse tornare da me. Un bacio per dare al mio cuore la forza di battere ancora. Un bacio che mi tolse il fiato ma mi diede vita. Un bacio al termine del quale lui avrebbe aperto gli occhi e ricordato ogni cosa, e allora non ci sarebbero più stati Icarius e Guisgard, ma solo il mio Amore. Un bacio che però, accadde solo nella mia mente, perché in realtà restai immobile, stupendomi del mio autocontrollo. Arrossii appena, chiedendomi se lui avesse visto tutto accadere nei miei occhi. Chinai il capo, ed eravamo talmente vicini, che sentii il suo petto contro la mia fronte. Non so per quanto restai in silenzio, cercando di non ascoltare i miei pensieri. "Se bacio te.." sussurrai, con voce tremante "Faccio un torto a lui... se bacio lui, faccio un torto a te..." scossi appena la testa, senza però alzarla "È una di quelle situazioni in cui si perde in ogni caso..." sorridendo piano, amaramente "Tanto vale fare un torto solo a me stessa...". Restai in silenzio ancora per lunghi istanti, ascoltando la malinconia che mi avvolgeva. "Perché io, Icarius?" sussurrai poi, alzando timidamente lo sguardo, seguendo lo sgangherato filo dei miei pensieri. Sarebbe stato tutto più semplice, forse, se gli fossi stata indifferente. Eppure magari era proprio l'Amore la chiave per arrivare a Guisgard. Quante probabilità c'erano che due uomini avessero non solo il medesimo volto, cosa già assurda di per sé, ma addirittura il medesimo cuore? Tutto quello continuava a tormentarmi. |
20-03-2015, 15.53.51 | #1565 | |
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A quella scena rimasi senza parole, ma sembrava un pollaio..avevano letto la lettera e mi prendevano in giro pure..certo lady Sissi iniziò con dei dubbi ma le due sorelle mi stavano canzonando.."Scusate, ma cos'è questa euforia immotivata..ma non avete compreso ciò che vi ho detto?" e ripetei esattamante ciò che Frate Severo mi disse:
Citazione:
Uscii scioccata da tutto questo trambusto ed entrai nella Baita dei Cedri, accesi le candele e poi il camino..a questo punto non sapevo che fare...il povero frate aveva fatto un buco nell' acqua o forse tutta questa storia era una presa in giro, e io mi ero pure inemicata Rodolfo..a questo punto non mi interessava nè del sosia, di Guisgard e del ciondolo visto per tutti dicevo solo stupidaggini, infatti il Duca nemmeno mi rispose quando gli parlai dell' orfanotrofio ma appena arrivata lady Elisabeth gli aveva subito dato udienza e ascoltata...forse stavo antipatica pure a lui..era meglio pensassi alla mia vita non a quella degli altri. Mi stesi sul letto, tanto ero certa di non fare più quei sogni sulla Gioia, su Guisgard e quella voce macabra che mi assillava da molto e quindi potevo dormire, avevo messo un pesante mobile all'entrata, forse dovevo proprio accettare la proposta di matrimonio di mio zio con mio cugino e avrei regnato a Sygma se il notaio non dicesse io ero ancora vincolata da quel patto inutile, almeno sarei diventata regnante..e mi addormentai.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
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20-03-2015, 16.20.51 | #1566 |
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Molto premuroso l'Arciduca..".Vi ringrazio sarò felice di essere presente domattina a colazione...."....ma a quanto pare....ricordando le parole della Sacerdotessa al cerchio di pietre i cani erano vili ...ma sempre in agguato.......Rodolfo aveva mandato la bella Dama...a prendere Guisgard....aveva paura che me lo portassi a letto per farmi raccontare le sue memorie ?.......Mi inchinai alla Dama che con gentilezza....si impossesso del Poveretto....." Figuratevi Lady Clio....Sua Signoria deve pur riposare......Noi Donne tendiamo ad essere tediose con i nostri problemi.....e non comprendiamo quando un uomo e' stanco.....anche quando i problemi che ci assillano sono veramente importanti ".......Sicura di aver parlato al vento tanto a quei due non importava nulla di Capomazda e dintorni....fui veramente dispiaciuta per quello che potenzialmente potevano essere i resti ancora viventi di Guisgard......sempre che fossero stati i suoi.....
Congedandomi....non andai nella mia stanza.....andai alla Locanda a cercare il Priore......la sera stava ancora volgendo al tramonto di tempo alla colazione ce ne era abbastanza........entrata...chiesi al locandiere di Chiamare il Frate che alloggiava nelle sua Locanda........mi sedetti ad un tavolo.......avevo il mal di testa......pensavo agli avvenimenti di quel giorno...una farsa dietro l'altra......Dovevo scoprire la verità..per conto e nome di chi......Mi venne in mente De Gur......e in che situazione mi aveva messa.......Che fine aveva fatto il Priore......o forse ero io che che ero troppo agitata..... |
20-03-2015, 19.53.33 | #1567 |
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L'ex galeotto ascoltò il racconto di Tessa su quel suo ultimo sogno, avvertendo tutta l'angoscia, l'inquietudine e la paura che attanagliava l'anima della ragazza.
“Era solo un sogno...” disse infine il misterioso individuo mascherato “... sicuramente siete ancora scossa per aver trovato il cadavere di Pirros, non lasciatevi impressionare dunque da questi incubi... ora partiremo e ci metteremo alle spalle tutti gli accadimenti degli ultimi giorni...” Poco dopo ringraziarono e salutarono Fra' Godwin, per poi lasciare la sua chiesetta. Si diressero verso Nord, seguendo le indicazioni del religioso. Dopo un po' la vasta e misteriosa brughiera aveva ceduto il posto al lussureggiante bosco che correva fino a lambire i piedi dei monti. Coloro che, come chi scrive ora, hanno percorso lungo una delle tante stradine il Settentrione Agragolignonese, avranno di certo oltrepassato, o almeno visto, un grandioso acquedotto nella fertile e profonda vallata che dal monte dell'apparizione dell'Arcangelo Michele conduce all'antica e nobile città di Sant'Agata di Gotya, riconosciuto da secoli come la porta del ducato di Capomazda. Le sue monumentali murature, le imponenti arcate e la perfezione delle misure che lo regolano e lo bilanciano sembrano concorrere fra loro nel donare a quella straordinaria costruzione un assoluto senso di maestosità. Attraversarlo da davvero l'idea di uscire da un mondo e di valicarne un altro. E forse questo pensò la maschera di ferro mentre insieme a Tessa, a bordo del loro carretto, passando sotto quelle ciclopiche arcate, lasciavano il territorio Capomazdese. L'ultima costruzione che videro lungo la strada era una piccola locanda, con affissa sul porticato un'insegna che raffigurava un grezzo disegno dell'acquedotto. Naturalmente presentarsi in un luogo sicuramente con altre persone al suo interno scoraggiò l'uomo e la donna persino soltanto ad accarezzare l'idea di potersi fermare là. Quella maschera sul suo volto era come un marchio di sangue impresso su un condannato e dunque destinava ad una vita raminga e solitaria. Così il carretto passò oltre, fino a quando dopo qualche miglio intravidero un piccolo borgo addormentato alle pendici dei monti. Lo raggiunsero e poco dopo, grazie alle indicazioni di Gra' Godwin, riconobbero la casa che doveva appartenere ai due anziani coniughi Oldano e Vecia. Il carretto si fermò davanti al giardino fiorito di quella abitazione e l'ex galeotto scese a terra, per poi aiutare Tessa a fare lo stesso. Bussò ed un'anziana donna venne ad aprire. “Salute a voi...” a quella il prigioniero, che indossava un grosso scialle avvolto attorno al capo, lasciando scoperti solo gli occhi “... immagino siate la signora Vecia... noi due siamo in viaggio e giungiamo qui grazie alle raccomandazioni di Fra' Godwin... ci occorre ospitalità, signora...” “Se venite a nome di Fra' Godwin” lo interruppe la donna “allora siete i benvenuti. Prego, entrate.” I due seguirono l'anziana ed entrarono in casa. “Per la miseria!” Esclamò ad un tratto qualcuno. “Finalmente ti si rivede!” Era un anziano seduto accanto al camino. “Il figliuol prodigo torna sempre, prima o poi!” Fissando il prigioniero che invece lo guardava perplesso. “Di nuovo nei guai, vero?” Scuotendo il capo l'anziano, per poi alzarsi. “Su, vieni almeno ad abbracciare il tuo vecchio zio, razza di spaccamontagne!” Ridendo. “Su, Edmond, vieni da tuo zio!” Intanto da una delle finestre si intravedeva in lontananza il grande acquedotto nel tramonto.
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20-03-2015, 19.57.43 | #1568 |
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Icarius restò per un lungo istante a fissare gli occhi azzurri di Clio, per poi alzarsi e fare qualche passo nel giardino.
“L'Amore” disse “dice qualcuno è simile ad una pianta spontanea... e non invece come ad una piantina da giardino, che si sceglie quando e dove seminare... non ho scelto io di incontrarti e di amarti... è accaduto e basta...” si voltò a fissarla “... scusami, Clio...” con occhi malinconici “... vieni, rientriamo, si è alzato il vento e quando soffia dalla brughiera è sempre freddo...” porgendole la mano e portarla così via da quel malinconico crepuscolo.
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20-03-2015, 19.59.49 | #1569 |
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“Nessuno qui ha detto che farneticate, milady.” Disse Melinna ad Altea. “Ma in tutta sincerità non credo esista un sosia perfetto di qualcun altro. La natura non fa di questi scherzi. Per quanto simiglianti, due individui recano comunque qualche seppur minima differenza e non penso che se un sosia di lord Guisgard si presentasse a corte lo accoglierebbero senza accorgersi delle differenze.”
“Domani comunque lo vedrò e saprò dirvi.” Sissi alle due sorelle. “Se Dio vorrà.” Poi Altea uscì senza dare la possibilità alle tre donne di aggiungere altro e tornò alla Baita dei Cedri. Poco dopo si stese per riposare, ma subito qualcuno bussò con vigore alla porta. “Altea, apri...” era la voce di Bensuon “... sono io, Bensuon, apri che fa freddo qui fuori...”
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20-03-2015, 20.01.23 | #1570 |
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L'ospitalità di Vecia mi scaldò il cuore e un'ondata di ottimismo mi pervase.
"Forse, tutto sommato, verremo a capo di questa situazione..." pensai. La mia ondata di ottimismo però fu spazzata via dalle parole dell'uomo che, vedendo il prigioniero, lo accolse come se lo conoscesse da una vita. Guardai il prigioniero, che mi parve visibilmente perplesso e, istintivamente, gli afferrai un braccio, quasi a voler essere rassicurata. "Per l'amore del Cielo" pensai "questo vecchio deve sicuramente aver perso il senno!"
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