10-10-2017, 02.11.40 | #1561 |
Cittadino di Camelot
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Il caos della città non mi disturbava più di tanto, era quasi rassicurante.
Mi misi a leggere i miei appunti, quando due ragazze del mio stesso corso si sedettero accanto a me. Le salutai con un sorriso e gli feci spazio, per farle sedere comodamente. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk
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10-10-2017, 02.13.17 | #1562 |
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Ancora un passo, Clio...
Erano ore che mi ripetevo la stessa cosa. Un passo, solo un altro passo... Ancora non credevo di esserci riuscita, cinque anni a progettare, sognare, immaginare quel momento. Cinque anni in prigione sono tanti, ma venti lo sono molto di più. Cinque anni in mezzo a sole donne che riescono a farti sembrare l'isolamento qualcosa di auspicabile, in una giornata buona. No, io non avrei più fatto quella vita. Nessuna mi credeva quando dicevo di voler scappare, nessuna aveva mai avuto il fegato di farlo. Ma io non mi ero mai arresa, non mi ero mai rassegnata a dover passare la mia vita tra quelle quattro mura maleodoranti. Amavo la vita, la bellezza, il sole, lo splendore delle stelle. Privarmi di tutto ciò che mi faceva sentire viva voleva dire uccidermi, e allora tanto valeva farla finita. Ma prima di perdere la speranza, valeva la pena tentare, valeva sempre la pena tentare. Anche perchè il dettaglio che tutti non smettevano mai di trascurare era che io non avevo ucciso proprio nessuno. Sì, tutti i carcerati dicono di essere innocenti, ma io lo sono davvero anche se nessuno mi aveva mai creduto. Le prove erano così schiaccianti che avrei potuto accusarmi da sola, e la cosa mi puzzava già. Ho passato ogni giorno, negli ultimi 1847 giorni, a cercare di capire che cosa fosse successo quella notte, a chiedermi chi potesse avere interesse a mandarmi dietro le sbarre. Chi aveva pensato di portarsi via la mia vita. Perché la verità è che la Clio di un tempo non esisteva più ormai, la Clio di prima, quella che non avrebbe mai pensato di mettere in discussione la sua libertà, quella ragazza è morta ormai da 1847 giorni. Riposi in pace, ma io so che non è così... La sento dentro di me che si ribella, che scalpita, scalcia, si dispera. La vedo martoriata dalle percosse, vedo il suo sguardo pulito indurirsi, vedo i segni della prigionia comparire piano sul suo corpo e farsi strada nella sua mente. Alla fine, vedo me. La Clio di ora, quella che ce l'ha fatta, quella che è sopravvissuta, quella che ora sta scappando come un animale braccato dal cacciatore nella foresta. Non so nemmeno se qualcuno sia alle mie calcagna, non so se siano vicini o lontani, ma io continuo a correre, ancora e ancora. Un altro passo, Clio... Sento le gambe cedermi, sento il cuore che scoppia, sento il respiro che arranca. Ancora un passo, Clio, ancora un passo.. Ma non mollo, non mollo, continuo a camminare spinta da quell'istinto di conservazione che credevo ormai di aver perduto per sempre. La vita, la libertà, la luna e le stelle, il mare, il sole, il frenetico scorrere della città, sono lì che mi aspettano. Sono lì, devo solo fare un altro passo, anche se sono sfinita. Un altro passo, Clio... Le gambe si muovono rapide una davanti all'altra, ancora e ancora. Finchè non vedo una strada infondo alla via, una strada, delle macchine. Da quanto non vedevo una macchina? Eppure non sembravano poi tanto diverse, ma non mi importava in quel momento, non mi importava nulla che non fosse la mia corsa verso la libertà. |
10-10-2017, 02.13.25 | #1563 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Si, ma magari è preferibile nel primo pomeriggio...” disse la segretaria a Gwen “... il signor Reevs è impegnato con gli allenamenti mattutini... se per lei va bene direi verso le 16.00... naturalmente al suo studio...”
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10-10-2017, 02.16.01 | #1564 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le due ragazze sorrisero di rimando a Nyoko e presero posto accanto a lei.
“Eri anche tu al seminario stamani, ti ho vista seduta non lontano da me...” disse una delle due ragazze “... io sono Livia e questa è Monica... tu come ti chiami?” Chiese a Nyoko.
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10-10-2017, 02.17.24 | #1565 |
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"Certo, alle 16.00, va bene. Lo aspetto qui, allora!" le dissi.
Chiusi la telefonata ed iniziai a predisporre tutto per il servizio, chiedendomi ed immaginando come potesse essere il mio nuovo cliente. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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10-10-2017, 02.18.43 | #1566 |
Cittadino di Camelot
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"Sì, ero lì anche io" dissi sorridendo serena.
"Piacere, mi chiamo Nyoko" dico porgendo la mano e stringendo le loro mani. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk
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10-10-2017, 02.24.28 | #1567 |
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La fuga.
Il sentirsi braccata, come un animale in fuga. La stavano cercando, la stavano inseguendo. Clio sentiva i cani abbaiare, ringhiare, rincorrerla. Sentiva le voci confuse e le grida dei poliziotti. Sentiva le sirene e le auto avanzare. O forse era tutto nella sua mente, era solo una sua paura. Poi davvero senti il rumore di un'auto. C'era una strada poco lontana. Forse una strada provinciale e poco trafficata. E se avessero già messo posti di blocco? Magari era un'auto della polizia quella che sentiva correre. Ad un tratto però udì un forte schianto. Proveniva dalla strada.
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10-10-2017, 02.29.30 | #1568 |
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Gwen si accordò per tutto con la segretaria e poi chiuse la telefonata, cominciando così a preparare il suo studio.
Il tempo trascorse velocemente e l'orologio sembrò segnare le 16.00 prima del previsto. Dalla strada allora la bella fotografa sentì arrivare un'auto di grossa cilindrata.
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10-10-2017, 02.29.49 | #1569 |
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Le ragazze si presentarono e subito trovarono una piacevole intesa.
“Sai...” disse Monica a Nyoko “... stasera noi ed altre studentesse andremo al Club'78... ci sarà una festa... se porti il libretto universitario l'ingresso è gratuito... ci sarà da bere, da ballare ed anche da fumare se ti va... insomma ci sarà da divertirsi... sarai dei nostri, Nyoko?” Sorridendole.
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10-10-2017, 02.30.06 | #1570 |
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Il palazzo reale di Serenica, sebbene conservasse i fasti di un tempo, con sfarzosi muri di malta bianca impreziositi da motivi legati alla tradizione del regno, sorgeva al centro di Seren, la laboriosa capitale che negli ultimi anni aveva visto un deciso rinnovamento edilizio, rendendola di fatto molto simile alle moderne città del continente.
“Altezza...” disse con tono cupo Ahimar ad Altea “... purtroppo, per quel che si sa, il torneo dell'Isola del Drago è tanto antico quanto pericoloso. Vige lì la regola dell'ultimo sangue e quindi capita spesso che i vari partecipanti perdano la vita. Il principe suo fratello era un valente combattente, ma, come recitano i saggi, si trova sempre un avversario più forte prima o poi... sia serena, egli avrebbe voluto saperla felice nonostante tutto...”
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