22-06-2013, 13.06.19 | #1581 |
Cittadino di Camelot
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Gem...fu abbastanza chiaro che anche un neonato avrebbe compreso......e quando Guidox si allontanò......finalmente mi spiattello' in faccia ogni suo pensiero......Lui era pratico......era un uomo che viveva con i piedi per terra.........E io com' ero......già....avevo poco da fare la sognatrice......" Tu pensi che io stia giocando con la tua vita ?...dimmi e' questo che pensi ?....e allora ti sbagli di grosso..perche' la vita per me ha un grande valore......ma c'e' una differenza sostanziale..io vivo questo momento con le mie emotività e sono quelle di una donna e tu le vivi da uomo....siamo diversi...Gem...siamo diversi....cosa volevi che mi mettessi a piangere e ad urlare ?......non ne vedo l'utilità.....noi non solo non sappiamo perché siamo finiti qui...e che cosa stia succedendo in questo posto...io non so neanche che cosa mi e' successo nella mia epoca..io come te ero Tranquilla per i fatti miei..e poi...ecco qua...siamo nel 1500...una cosa e' studiare sui libri..una cosa e' vivere quell'epoca.....e ora cerchiamo di uscire da questo caos....nel migliore dei modi...a te il copione..io sarò una brava spalla....."......ero seccata...pensavo di avere un compagno di sventura e invece.........come potevo pensare che Gem fosse diverso.....come potevo.......non lo conoscevo nemmeno......eppure alle volte si può non conoscere una persona e a pelle riesci anche a fidarti...ennesimo buco nell'acqua.....
Ultima modifica di elisabeth : 22-06-2013 alle ore 19.08.37. |
22-06-2013, 16.31.00 | #1582 | |
Cittadino di Camelot
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Guisgard si alzò e scese dalla corriera, mentre io rimasi immobile, fissandolo allontanarsi.
Quella visione... era stato solo un momento, poche immagini, ma erano state tanto chiare e vivide da travolgermi. Una volta rimasta sola, mi presi la testa tra le mani... era una follia, pensai: avevo lasciato Sygma per sfuggire ai sogni che mi perseguitavano, ed invece pareva che essi mi avessero seguita, e addirittura che si fossero rafforzati. Il cavaliere e la principessa... sognavo di loro da più di un anno, ormai... sognavo di loro da quando avevo terminato le ricerche e pubblicato quel romanzo sulla storia di quella regina con la quale, per qualche strano scherzo della sorte, condividevo il nome... l’analista lo aveva chiamato ‘stress’, pensai... ma chissà cosa avrebbe detto adesso, mi sorpresi a chiedermi... cosa avrebbe detto adesso che quei sogni giungevano anche di giorno... e cosa avrebbe detto adesso se avesse saputo che... tentai di scacciare quell’idea che mi aveva colta all’improvviso, ma essa si ripresentò... era folle... ma ora mi ero, mio malgrado, accorta che quel cavaliere aveva sempre avuto, in quelle visioni, gli stessi occhi azzurri di Guisgard de’ Taddei. Spinsi gli indici contro le tempie... forse davvero stavo impazzendo... Citazione:
“Certo!” risposi in fretta alla sua domanda, sperando che quei pensieri non trasparissero troppo dalla mia espressione “Certo che ce la faccio... non è stato niente!” Mi alzai, quindi, e tirai giù dalla cappelliera la bisaccia che conteneva il Codex e la mia borsa... “Coraggio, andiamo...” dissi con un sorriso “Tutto sommato non è un gran danno: è una bella giornata, il sole è alto e la strada sembra essere in gran parte all’ombra degli alberi... ci farà bene camminare un po’!” Lo precedetti, dunque, e scendemmo dalla corriera.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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22-06-2013, 20.15.10 | #1583 |
Cittadino di Camelot
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Ebbi un sussulto...eravamo il 22 giugno 1953? E vidi Daiz impallidire, improvvisamente tutta la sua sicurezza e spavalderia sembrava svanire.
Ascoltai attentamente le parole del priore..."Una guerra dite? Non ne sapevo niente" nella mia mente era ben fissa la idea che questi umili frati rinchiusi nel convento fossero convinti di vivere come nei periodi antichi "noi proveniamo da Capomazda City, però io sono originaria di Oxford..vengo dalla Inghilterra e sono qui perchè sto studiando alla Università molto di più sul casato dei Taddei e Capomazda..e anche se il Fiore Azzurro fosse veramente esistito...ma ho saputo anche questo fiore ha a che fare con un codice ... il Codex Nohliano, ne sapete qualcosa voi?" inziai a parlare come notavo loro facessero. Entrarono due monaci informando che stavano proprio partendo per la capitale...città mai sentita come loro non conoscevano stranamente Santa Agata di Gothia. Diedi un calcio sotto il tavolo a Daiz perchè si era ammulolito di colpo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
24-06-2013, 01.13.08 | #1584 |
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Salutai il chierico e seguii Oriana verso casa.
"No, non credo che sia una chimera.." Dissi sorridendo "Vi capisco..quel biglietto non ha fatto che tormentarmi da quando l'ho tenuto tra le mani.. Non può essere un caso, o un trucco.." Scossi la testa. "Ma io devo andare, si è un rischio.. Sicuramente.. E mi piacerebbe fidarmi di qualcuno così tanto da portarlo con me.. Ma non è così.. la posta in gioco è troppo alta.. E io non posso e non voglio dar finta di nulla.." . Guardai la donna negli occhi "Ascoltate, ho passato la vita a leggere e studiare di situazioni come questa, senza poter far nulla per cambiare le cose.. Ma ora sono qui.. E rischierò quanto c'è da rischiare.. Perché so che è giusto.." Sospirai "Chanty ha bisogno del suo re... E se posso aiutarvi, in qualche modo.. Lo farò, costi quel che costi.." Sorrisi. Corrucciai la fronte quando nominò Masan e Solder. "No, ha ragione.. Loro non capirebbero.. È per questo che non ho raccontato nulla.. Mi avrebbero presa per pazza.. Non saprei nemmeno come spiegare tutto questo.." Alzai le spalle "..ma, infondo.. Non sono tenuta a dar loro spiegazioni..". In quel momento, li vidi arrivare e li salutai con un cenno del capo. "Bentornati..." Dissi guardando i due archeologi "..è andato tutto bene?" Con un sorriso. |
24-06-2013, 01.30.34 | #1585 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Si...” disse Masan a Clio “... ora abbiamo anche noi degli abiti adatti.” E mostrò alla ragazza l'abito blu che il sarto di Oriana aveva preparato per lui.
Lo stesso fece Solder, mettendo in mostra il bell'abito arancio e rosso che aveva preso nella bottega del sarto. Oriana si mostrò compiaciuta e soddisfatta che quegli abiti fossero piaciuti ai suoi ospiti. Poco dopo fu servita la cena. Oriana, dopo aver cenato, si ritirò e diede la buonanotte a tutti loro. Però, prima di andare, la donna fissò a lungo Clio. Era uno sguardo particolare, col quale voleva quasi raccomandare alla ragazza di decidere bene cosa fare. Del resto Clio lo sapeva bene. Quell'avventura al castello poteva essere un grande rischio per lei. E non solo per lei. Poi, prima che anche i tre studiosi si ritirassero nelle loro stanze, Masan su avvicinò a Clio. “Allora, mi dica...” fissandola “... come si trova qui? In questo luogo e in quest'epoca così assurdi per noi? Sembra che sia riuscita a conquistare la benevolenza di quella donna. Del resto non mi meraviglia... lei potrebbe conquistare chiunque, Clio...” accennò un sorriso “... e questo volevo dirle... beh, visto che siamo qui... e questo modo che abbiamo di rivolgerci l'una all'altro... si,voglio dire che non credo sia più il caso di usare il lei fra noi... se anche lei è d'accordo... mi piacerebbe darle del tu...”
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24-06-2013, 02.23.24 | #1586 |
Disattivato
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Ricambiai lo sguardo della donna, e la salutai con un sorriso.
Sapevo cosa significava, e per fortuna mancava ancora un giorno alla festa. Ci avrei dormito sopra. Ma io mi conoscevo meglio di chiunque altro, e sapevo quanto era difficile farmi cambiare idea. Ma la faccenda era troppo pericolosa per essere presa alla leggera. Stavo per ritirarmi, quando Masan venne da me. Lo ascoltai attentamente, guardandolo negli occhi. "Davvero?" Dissi poi, con un sorriso "Eppure non credo che potrò mai piacere alla sua amica.. Non che la cosa mi interessi.." I miei occhi scrutarono i suoi ".. Del tu, eh? Solitamente conosco bene le persone a cui do del tu.. E, soprattutto, mi fido di loro.. Mi sta dicendo che posso davvero fidarmi di lei, Hito Masan?" Mi avvicinai di un passo "posso fidarmi di te?". Restammo in silenzio, con gli occhi incatenati, per lunghi istanti. Eppure non riuscivo ancora a decifrare quello sguardo, e la cosa mi inquietava. "Oh, qui è davvero bellissimo.. Non capisco l'ostilità della sua collega.." Dissi, cambiando discorso "..peccato solo per la situazione politica, così complessa e delicata.. Insomma, il re imprigionato chissà dove, i rossi al potere.. Sembra un bel guaio.." Esitai "..lei si è.." Alzai gli occhi al cielo e sospirai "..e va bene.. Ti sei fatto un'idea su tutta questa storia? Insomma.. Cosa ne pensi.. Al di là del fatto che non sono affari nostri.." Allargai le braccia ed il mio sguardo indugiò per un momento sul dipinto che aveva attirato la mia attenzione ore prima "Ci sarà pure un motivo perché siamo giunti qui.. Ci deve essere.." Sussurrai. |
24-06-2013, 05.36.59 | #1587 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Preso il calcio da Altea, Daiz si destò dallo stupore causatogli dalle parole del priore.
“Davvero...” disse “... davvero siete diretti alla capitale?” Guardando i frati appena entrati. “Ottimo.” Alzandosi in piedi. “Anche noi siamo diretti là. Magari potremmo venire con voi, cosa ne dite?” Il priore era rimasto turbato dal modo con cui Altea in precedenza aveva parlato, ma questa repentina richiesta di Daiz lo sorprese a tal punto che quasi dimenticò le parole della ragazza. “Certo...” fece il priore “... non ci costerà nulla darvi un passaggio...” I frati annuirono e dissero ai due viaggiatori di prepararsi a partire. Poco dopo il carro partì. “Non sapevo cos'altro inventarmi...” mormorò Daiz “... volevo guadagnare del tempo, anche se non so per quale motivo... così ho detto che dovevamo raggiungere la capitale...” fissò Altea “... ma come può essere? Siamo davvero tornati indietro nel Tempo? Guarda questo carro, la strada, i frati... ora che presto più attenzione... il carro è tutto di legno, non si vedono elettrodotti, né passano aerei nel cielo... e questi frati hanno tutto l'aspetto delle comparse che si vedono nei film in costume...”
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24-06-2013, 05.41.02 | #1588 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gem afferrò Elisabeth per le braccia.
“Io non penso nulla di tutto questo, lo sai...” disse fissandola “... so che non stai giocando con la mia vita... ma io devo pensare per entrambi e devo proteggerti... e non posso farlo se tu mi credi diverso da ciò che sono... se tu riponi in me aspettative che non potrò mai soddisfare... tu sei una donna in carriera, un luminare... e sei tante altre cose... sei un Massone... ma qui, in quest'epoca, davanti a questi uomini sconosciuti, tu sei soprattutto una donna... e voglio che tu possa conoscermi bene e fidarti poi di me... questo sono, Elisabeth... sono un uomo che nonostante l'esperienza militare e tutto il resto, ora come ora non sa cosa fare... ma ciò non vuol dire che non saprò proteggerti... ma tu devi fidarti di me... di ciò che sono...” “Allora, signori?” Fece Guidox, appena finì di parlare col suo funzionario. “Cosa avete deciso? Accettate di essere al servizio della nostra causa?”
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24-06-2013, 05.44.17 | #1589 |
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“Certo che puoi fidarti di me, Clio...” disse Masan fissandola negli occhi “... pensi che potrei mentirti o farti del male? Quanto a Solder... non badare a lei...” guardò anche lui il ritratto del re “... non so... non so perchè siamo qui... forse è un caso... forse una sorta di maledizione... si, di incanto o simile... forse è tutto un sogno... un incubo...” tornò a fissarla.
E in quel momento Clio ebbe una sensazione fortissima. Come se lui le stesse per rivelare qualcosa. Forse un segreto. Un segreto. Ma non disse nulla. Era arrivata Solder e lui, salutata la donna e poi Clio, andò a dormire. La notte trascorse così, senza sogni, né incubi. E l'alba giunse presto a destare Clio. Era il giorno della festa al Castello di Yrko di Bumin.
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24-06-2013, 05.44.55 | #1590 |
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Guisgard e Talia, così, scesero dalla corriera e presero a camminare nella direzione che il mezzo avrebbe dovuto seguire se il suo viaggio fosse proseguito senza quell'incidente.
Il posto era incantevole e la natura verdeggiante e luminosa. Fra gli alberi che contornavano la strada si udivano cantare uccellini e vibrare le foglie al fresco alitare del vento, che rendeva l'aria pulita e il cielo di un azzurro terso. “Adoro questi luoghi tra le colline e le pendici dei monti...” disse Guisgard a Talia “... c'è sempre qualche borgo addormentato, i resti di un'antica torre o i ruderi di qualche castello Longobardo, Normanno o Angioino... io credo che questi luoghi, questi scenari sappiano essere romantici e sognanti come pochi altri... basta saperli osservare e poi scegliere... non so, ma il camino di un agriturismo o di una taverna... magari in una freddissima sera d'Inverno, forse il più freddo Inverno degli ultimi anni, mi sembra una cosa fantastica... giungere lì e trovare i proprietari un po' delusi... prenotare allora tutti i tavoli vuoti, farsi servire qualcosa di speciale, mangiarlo davanti a quel camino acceso... e magari poi fare l'amore proprio lì, a terra, scaldati dal fuoco che brucia e dalla passione...” le sorrise “... ma forse questo genere di cose per voi scrittori sono normali... si, voi dovete sempre immaginare grandi emozioni, scene particolari, fughe impossibili di amori travagliati... chissà, magari davanti a quel cammino possono essere arrivati due amanti in fuga...” le fece l'occhiolino. All'improvviso il cielo cominciò a coprirsi, fino a mostrare bagliori lontani. “Credo che stia per mettersi a piovere...” mormorò Guisgard “... sarà meglio affrettare il passo...” prese Talia per mano e i due cominciarono a correre. I lampi e i tuoni iniziarono a susseguirsi sempre con più frequenza. Poi cominciò a cadere una leggera pioggerellina. Che divenne poco a poco più intensa. Guisgard coprì allora entrambi col suo giubbotto da aviatore, fino a quando trovarono riparo sotto un grande noce. “Speriamo smetta presto...” fece Guisgard fissando il cielo grigio “... anche se ne dubito... e comunque non è molto sicuro restare sotto ad un albero nel bel mezzo di un temporale...” così ripresero a correre in cerca di un riparo migliore. Intanto cominciò a far sera. E solo quando era ormai buio, i due videro una luce in lontananza. La raggiunsero e scoprirono che si trattava di una locanda. “La Tinaia...” leggendo l'insegna di legno Guisgard. Ed entrarono.
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