10-09-2013, 22.34.25 | #151 |
Cittadino di Camelot
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I miei occhi fissarono a lungo quelli di Azable..quando egli li distolse in una risata clamorosa..osservai lui e gli altri della banda e pensai che forse più che di bellezza avessero bisogno di qualcuno con un pò di cervello...sospirando...non ero a mio agio con loro.
"Perfetto Altea...ti sei liberata di un vecchio vedovo benestante per capitare in una banda di ladri alquanto strana..che vuole superare Mirabole e ancora non capisco il motivo" pensai irritata. Mi affacciai alla finestra dell'albergo e non mi ero accorta dello scenario che si poteva ammirare di Sygma...le alte guglie e le cupole delle chiese e cattedrali, i maestosi palazzi della gente ricca, le colline dolci che abbellivano l'orizzonte come un quadro, e poi delle casupole dove, probabilmente, abitava la gente più povera. Venni distratta dal discorso tra la banda..era meglio non reagire, ormai mi ero scoperta e per vendetta mi avrebbero potuto riportare a casa...per ora era meglio assecondarli. "Una festa..meraviglioso" dissi con un falso sorriso visto le avevo sempre odiate "allora dobbiamo cercare di avere gli inviti..io mi rendo disponibile da farvi da dama, milord Azable, anche perchè noto non conoscete bene come ci si comporta nella alta società..seppure vi facciate chiamare..barone" risposi con un sorriso ironico.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
10-09-2013, 22.53.32 | #152 |
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Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro, ogni cosa era al suo posto.
Legai il fodero con la spada alla cintura, con il cuore che batteva forte. Non potevo nemmeno immaginare l'idea di perderla, dovevo stare più attenta. Quando la voce della donna mi giunse dalla stanza al piano terra, mi scossi leggermente. Che impazienza… Scesi di sotto portando con me il mio esiguo bagaglio. "Grazie, perdonate.. mi sono attardata.." dissi sorridendo. Tuttavia, nonostante il tono gentile, la mia mente era inquieta. Qualcuno era entrato nella mia stanza, questo era sicuro. Allora perchè non derubarmi? Non avevo moltissimo denaro con me, ma era comunque più di quanto quel maniscalco avrebbe guadagnato in un mese. Dunque perchè non prendere niente? A meno che… Trasalii. A meno che non mi avesse davvero riconosciuta e pensasse di fare una fortuna consegnandomi. Non avevo fatto in tempo a sedermi, che un uomo entrò, chiedendo del marito. Solo in quel momento mi accorsi che non era in casa. Restai a bocca aperta davanti alla reazione della donna. Una faccenda importante? In città? E rinunciare a un cliente? Certo, pensai, bastava trovare qualche ricco mercante o banchiere amico di uno degli Uguali, e il gioco era fatto. Te l'avevo detto io, di non fidarti… non mi ascoltare, Clio.. fai l'incosciente.. Ma ciò che mi stupì ancor di più fu il tono con cui la donna si rivolse a me. Una gentilezza quasi melliflua. No, c'era qualcosa che non quadrava… "Grazie, ma non ho fame…" dissi, senza pensarci. Mi sentivo in gabbia, volevo scappare, volevo lasciare quel posto a tutti i costi. "Vi ringrazio davvero per l'ospitalità, per il cibo, e per i ferri.." dissi sorridendo alla donna "… tenete.." posando delicatamente delle monete sul tavolo, abbastanza per pagare abbondantemente quelle premure. "Ringraziate vostro marito da parte mia… io devo proprio andare.." sorrisi. Così dicendo, salutai la donna con un cenno del capo, e mi avviai verso la porta. Non vedevo l'ora di riprendermi Ercole e scappare via. |
11-09-2013, 05.55.02 | #153 |
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Lo zio annuì a quelle parole di Eilonwy.
Diede allora disposizioni al suo cuoco circa il menù, rigorosamente italiano, da preparare per la festa. Intanto per il palazzo continuava quel via vai di valletti, paggi e servitori, tutti impegnati con i preparativi per il ricevimento. E Cestia, poco dopo, si presentò ad Eilonwy con una lunga lista. “Sono gli invitati che vostro zio ha voluto per la festa...” disse la servitrice “... il meglio della società di Sygma...”
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11-09-2013, 05.56.08 | #154 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Azable mostrò una smorfia a quelle parole ironiche e taglienti di Altea, ma non commentò.
Si sedette e prese a riflettere sulla situazione. “Ci occorrerà un invito...” disse “... bisogna procurarcene uno...” fissò Mundos “... avete delle idee, professore?” “Abbiamo due possibilità, ragionevolmente parlando...” “Vi ascolto.” “O convincere il padrone di casa ad invitarvi...” “Oppure?” Chiese il barone. “Oppure sostituirsi a qualcuno degli invitati.” “Eccellente.” Annuì Azable. “Eccellente, professore. Mussan...” “Si...” fece lo spadaccino. “Scopri chi parteciperà a quella festa e valuta a chi poi sottrarre l'invito.” “Ci penserò io, barone.” “Naturalmente due inviti...” precisò Azable “... uno per me ed uno per milady...” indicando Altea. Mussan annuì ed uscì. “Ora vi mostrerò” rivolgendosi il barone ad Altea “che l'alta società è il mio ambiente naturale... non per niente sono un barone...” rise con soddisfazione.
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11-09-2013, 05.57.11 | #155 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Aspettate...” disse la moglie del maniscalco a Clio “... aspettate... già andate via? Mio marito non tarderà e ha piacere di salutarvi... vi va di restare un po' qui con me? Sapete... non amo molto restare da sola... vedete fuori? Sta piovendo e qui quando il tempo è brutto la campagna è ancora più desolata... ecco... mi sentirò più sicura sapendovi qui... con la vostra spada... vedrete... mio marito non tarderà...”
Intanto, nella capitale, al Palazzo di Giustizia, un servitore aveva informato il viceprocuratore del re che qualcuno chiedeva di essere ricevuto. “Di chi si tratta?” Chiese Simone. “Non conosco l'uomo” rispose il servitore “ma lui afferma di conoscervi...” “Il nome?” “Non mi ha rivelato il nome...” “Allora mandalo via, ho da fare.” “Ha però lasciato detto una curiosa frase...” “Frase?” “Si...” annuì il servitore “... locanda del Ponte... sette anni fa...” Simone trasalì. “Fallo passare...” Il servitore allora fece entrare l'uomo, per poi ritirarsi. “Tu?” Fissandolo il viceprocuratore. “Cosa vuoi tu da me ora?” “Ne avete fatta di strada, signore...” sorridendo Massimo. “Non ho nulla da spartire con te oggi...” “Credete?” Fece Massimo. “Eppure vi porto un buon affare... e noi ne abbiamo già fatti di buoni affari in passato, vero?” “Avanti, parla...” gli ordinò Simone. “Rammentate quando ci siamo conosciuti?” Mormorò Massimo. “Dodici anni fa... voi eravate un ambasciatore di Sygma sull'isola di Crysa... ed io il maniscalco del suo signore...” “Continua...” fissandolo Simone “... ti ascolto...”
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11-09-2013, 10.44.08 | #156 |
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"Siete gentile, ma devo proprio andare.." dissi, infastidita dalle parole della donna.
La mia spada… Allora l'aveva vista, l'aveva notata. "Non dite così.." voltandomi a guardarla "…vedo che sapete bene come cacciare chi non vi aggrada.. salutate vostro marito da parte mia.. io devo partire, sono attesa a Capomazda, e sono già in ritardo, dovrò cavalcare notte e giorno.." mi voltai verso l'uscio e restai a guardare la pioggia. "Vi saluto ora.." dissi. Mi calai il cappuccio sulla testa e andai a prendere Ercole legato lì fuori. "Vieni bello.. andiamo via.." sussurrai al mio fedele amico. Montai in sella e mi diressi al galoppo verso la città. Adoravo cavalcare con la pioggia, Ercole era esperto, e non avevo paura. Sentire le gocce incessanti e taglienti abbattersi sul mantello, e sfiorare il viso mi dava uno strano senso di libertà. Dovevo fuggire, quell'uomo mi aveva riconosciuta, ne ero certa, ero in pericolo. Giunsi presto in città dove la gente cercava di ripararsi in qualche modo dalla pioggia. Non sapevo dove andare. E se alla locanda qualcun altro mi avesse riconosciuto? Sembrava una follia ma, come avevo incontrato quell'uomo, potevano essercene altri. E di certo non avrebbero difeso me. Mi serviva un posto dove andare, un alleato, un amico. D'improvviso, capii cosa dovevo fare, non avevo scelta. Percorsi velocemente la città, col capo coperto dal pesante cappuccio nero, e tornai sulla strada da cui ero arrivata. Benedissi il mio ottimo senso dell'orientamento che mi faceva ricordare alla perfezione ogni percorso che avevo fatto. Era assai difficile che mi perdessi. Alzai lo sguardo verso il palazzo davanti a me. Era imponente ma non sontuoso, era elegante e sobrio, ma c'erano delle guardie a sorvegliarne la porta, sopra di essa, lo stemma della fenice spiccava tra la decorazione. Dov'è il giardino? Un palazzo senza giardino? Mi augurai che avessero anche una residenza di campagna, vivere senza un giardino mi sembrava impossibile. Smontai da cavallo e lo consegnai ad una guardia, ammonendolo di prendersene cura. Salii la scalinata che portava all'ingresso principale, dove due guardie erano ferme, nel vedermi, spostarono lo sguardo fisso su di me. "Desidero parlare con il conte Roberto Fiosari.." dissi, abbassando il cappuccio, ritrovando l'autorità nella voce che avevo cercato in tutti i modi di abbandonare "..è una faccenda personale e riservata.." aggiunsi, anticipando le loro domande. Mi tolsi la catenina che portavo al collo e la diedi alla guardia. Era di mia madre, un filo d'oro semplicissimo che reggeva un'orchidea, simboolo del suo casato, la portavo sempre durante il giorno, quando non dovevo indossare ricchi gioielli abbinati agli abiti. Lui lo sapeva. "Dategli questa, e capirà chi sono, non è necessario che lo sappiate anche voi.. attenderò qui..". Era bastato un istante ed ero di nuovo me stessa. Posai la tazza di té, in fine porcellana cinese, e guardai l'uomo con un sorriso. "Ditegli che lo raggiungerò sul terrazzo…" sorridendo "..vogliate perdonarmi, signore.. tornerò immediatamente.." dissi rivolta alle tre dame sedute accanto a me. Uscii dalla stanza e mi diressi sul terrazzo a passo veloce, scesi la scalinata che conduceva alla grande sala e attraversai la grande vetrata. Lo trovai appoggiato al parapetto, lo sguardo rivolto al giardino. Nel sentire dei passi frettolosi si voltò e mi sorrise. "Ehi.. non ti aspettavo.." dissi, correndogli incontro "…ho giusto due minuti prima che si freddi il té..". Lui si inchinò rispettosamente "Altezza..perdonate l'intrusione, volevo solo vedervi.. devo.. devo parlarvi..". Gli lanciai un'occhiataccia scocciata e divertita allo stesso tempo. "Ditemi allora, Conte Fiosari, cosa volete condividere con la Maestà Nostra?" dissi in tono serio e cerimoniale, prendendolo palesemente in giro. Scoppiò a ridere, e io con lui. Odiavo il cerimoniale in presenza dei miei amici, mi piaceva pensare che per persone a cui davo fiducia e amicizia non fossi una titolo, ma semplicemente Clio. "Dicevi?" dissi, senza smettere di sorridere. Lui divenne serio immediatamente. "Devo partire, torno a Sygma.. tra una settimana.." con un tono che tradiva poco entusiasmo. "Beh, e non sei contento? Insomma.. capisco che non vi sia terra più bella di questa, ma è sempre bello tornare a casa…" sorridendo. Guardò lontano, cercando il mare con lo sguardo. "Mi hanno trovato una moglie, ci sposeremo in primavera.." alzò lo sguardo su di me, ma non disse altro. Una fitta dolorosa mi attraversò il petto, ma non la ascoltai, sapevo che prima o poi sarebbe successo, così come sapevo che non ci sarebbe mai stato nulla tra noi, nonostante l'evidente intesa che ci legava. Restai impassibile "E lei com'è?" "Non ne ho la minima idea.. ho chiesto di mandarmi un ritratto ma mi hanno detto che tanto tornare quindi.. non ce n'è motivo..". "Brutto segno…" con una smorfia "..speriamo non sia grassa o noiosa.. noiosa è peggio, fidati… ne conosco fin troppe..". Lui annuii e sorrise, senza convinzione. "Ti faccio le mie congratulazioni, allora.. Se vorrai tornare a trovarci con la tua famiglia, sarai sempre il benvenuto.." dissi, senza tradire emozioni. Dovevo andare, pensai dolorosamente, le dame avrebbero cominciato a innervosirsi, e mio padre non ne sarebbe stato felice. Gli porsi la mano perchè la baciasse "Addio, Roberto.. sii felice, mi raccomando..". Lui si inchinò, mi baciò la mano e alzò lo sguardo a cercare i miei occhi. Non vi trovò ciò che cercava, sapevo nascondere bene le mie emozioni. "Addio, Clio.. porterò Crysa nel mio cuore, per sempre..". Annuii e mi voltai verso il palazzo. "Clio.." mi chiamò nuovamente, con voce tremante. Voltai il capo e mi ritrovai gli occhi nei suoi, uno sguardo intenso in cui erano raccolte tutte le parole che non ci eravamo mai detti, parole che sarebbero rimaste inespresse per sempre. "Lo so.." dissi, rispondendo a quello sguardo con la medesima intensità "..in un'altra vita..". Lui sorrise senza allegria, io lo salutai con un cenno del capo e rientrai. Raggiunto il piano superiore, prima di tornare nella sala da tè, mi affacciai ad una finestra che dava sul giardino, e lo osservai allontanarsi. "Brutta storia, eh.." la voce di mio fratello mi fece sobbalzare. "Diomede, maledizione.. Mi hai fatto prendere un colpo, sciagurato.." dissi, voltandomi. "..scusa, ma non ho resitito.." ridendo. Lo guardai con una smorfia. "Ti piaceva, eh.." incalzò lui. Scossi la testa "..forse.. mi piaceva il fatto che mi vedesse esattamente per quella che sono, che sapesse tutto di me.." lo guardai e sorrisi "..e non mi prendesse per pazza…". Sapevo di potermi fidare di lui. Era difficile spiegare cosa ci legava, noi stessi faticavamo a comprenderlo. Ma qualunque cosa fosse, la fiducia ne era parte integrante. Mi chiesi se fosse cambiato o se fosse invece rimasto lo stesso. Fissai la porta per un lungo istante, aspettando. Odiavo aspettare, camminavo avanti e indietro per quel piccolo vestibolo, nervosamente, lanciando di tanto in tanto un'occhiata alla porta. Una piccola parte di me si chiese cosa avrei provato nel rivederlo. Niente, le risposi, niente.. non c'era mai stato niente e non ci sarebbe mai stato. Era solo un amico fidato, niente di più. |
11-09-2013, 15.23.25 | #157 |
Cittadino di Camelot
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"Accidenti certo che sono tanti. Pensavo che fossero una ventina, ma a quanto vedo sono piu' di una cinquantina..." dissi sorpresa "....Speriamo che siano tutti socievoli, gentili e cordiali".
Sopirai e dissi "Speriamo che non ci sia qualche dama o qualche cavaliere pronti a sparlare di me già vedendomi".
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
11-09-2013, 15.40.47 | #158 |
Cittadino di Camelot
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Guardai negli occhi il soldato......aveva chiesto a me di pregare per lui..lo avrei fatto....e il carro ando' avanti, sobbalzando e facendo sobbalzare i nostri pensieri...i miei di sicuro....quando altri soldati comparvero ala nostra vista....non finiva pu', quella situazione sembrava senza fine....ci fermarono e ci fecero la stessa domanda.....la differenza fu...che ora sapevo chi fossero quei tre.....erano assassini ........ non avevo molto tempo per decidere......i soldati erano tanti e a cavallo ...loro erano con me sul carro.....contando il fatto che ero la figlia di nessuno che io vivessi o morissi per loro era una questione da niente...sapevo come andavano le cose per i poveracci.....una volta arrivata a Sygma io sarei stata libera......." O mio Dio degli assassini avete detto ?.....vedete questi tre monaci sono sordo muti e mi sono stati affidati da Padre Anselmo perche' li accompagnassi al convento di Sygma........penso che nessuno attacchi tre poveri monaci....in un carro vuoto..e s e poi vorranno il carro...che se lo portino pure...proseguiremo a piedi...intanto pregherò la Vergine Maria di proteggerci......".......non avevo mai detto tante cavolate in un solo momento.....devo dire il vero ?...non mi riconoscevo..piu'.....
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11-09-2013, 16.13.09 | #159 |
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Sorrisi poichè immaginavo quegli inviti li avrebbero sottratti con l'inganno, li vedevo accordarsi mentre mi specchiavo e guardando se il mio volto fosse rimasto innocente e sincero come sempre lo era stato...magari avrei dovuto pure fingermi qualcun altro a quella festa.
Non sopportavo più quegli uomini...Azable poi si esaltava per qualsiasi cosa superficiale. "Scusatemi" dissi rivolgendomi alla banda "mentre voi vi procurate quegli inviti...io ho bisogno di aria fresca...no, non scapperò. Ho visto una stalla nell'albergo con dei cavalli, ho bisogno di una bella corsa a cavallo..sto soffocando qua dentro". Non ascoltai nemmeno la risposta, uscii dalla stanza e potevano pure seguirmi se volevano controllarmi. Chiesi allo stalliere dell'albergo un qualsiasi cavallo e di indicarmi la strada per la collina, salii in groppa al nero cavallo e presto, senza problemi, raggiunsi la radura più vicina. Scesi dal cavallo e lo legai a una staccionata e vidi un piccolo laghetto, mi sdraiai sull'erba fresca guardando le nuvole passare in cielo. Poi mi alzai e guardai la mia figura riflettersi sull'acqua del laghetto..respiravo a pieni polmoni l'aria frizzantina e osservavo il verde stagliarsi davanti a me. Finalmente..un pò di pace..non mi sentivo cosi tranquilla da molto..che sarebbe stato di me..dovevo accettare ora una vita raminga? E mi chiedevo se i miei genitori si fossero attivati in qualche modo per trovarmi.
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11-09-2013, 20.44.12 | #160 |
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Il soldato fissò Elisabeth e poi gettò un'occhiata sui tre falsi monaci.
“Degli assassini come quelli” disse poi il militare “non si fanno certo degli scrupoli ad attaccare tre poveri monaci ed una donna... sono fuggiti qualche giorno fa dalle prigioni di Camelot, quando ormai il boia si apprestava ad impiccarli. Hanno ucciso il loro carceriere e stuprato una donna... durante la fuga però uno di loro è stato ferito... e sia... potete andare, ma seguite sempre il sentiero ed evitate la brughiera... andate!” E il carro riprese il suo cammino.
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