25-06-2013, 23.53.12 | #1621 |
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Accadde tutto così in fretta.
Il sorriso di Masan, le scale, quella melodia. Allora ero nel posto giusto, pensai, rapita da quella musica. Ma poi, quella voce, e gli uomini ci aggredirono. Restai piacevolmente colpita dalla forza di Masan. Tentai di difendermi, ma erano in troppi e lo vidi cadere a terra. Quando tornammo nel salone, degli uomini erano arrivati. "Lasciatemi, dannazione.." Dissi spintonando l'uomo che mi teneva. E poi, inaspettatamente, sorrisi vedendo che quei ritratti non erano stati sfregiati e i giovani rossi erano stati malmenati. "Adesso basta, lasciatemi, dannazione ha bisogno di me.." Dissi divincolandomi. Mi chinai su Masan e tentai di sostenerlo. "Mi dispiace Hito.." Dissi con voce spezzata "..mi dispiace..". Sentii uno degli uomini parlare, e mi voltai verso di lui, trasalii: era Giacomo il nero. Mi voltai di nuovo verso Masan, nascondendo il viso. Non potevo permettere che mi riconoscesse, o madama Oriana ci sarebbe andata di mezzo. Ero un'idiota: come avevo potuto pensare di sgattaiolare da sola in quel castello? Eppure, non mi ero sbagliata, quell'ocarina suonava ancora, non potevo averla sognata. Non potevo fare niente, restai immobile, accanto a Masan, temendo una reazione degli uomini. E Masan non era nelle migliori condizioni. Era tutta colpa mia. Una parte di me si detestava per essere stata così incosciente, ma un'altra pensava che ero così vicina che sarebbe stato stupido rinunciare. A quanto sembrava, però, non avevo scelta. Ma di certo non mi sarei arresa, dovevo solo riuscire a capire quale fosse la strada migliore. Ma in quel momento preciso, restai immobile e silenziosa, tenendo stretto Masan. Ci mancava solo un altro gesto avventato. Così, per una volta, ascoltai e pensai a ciò che potevo fare per uscire da quella situazione. Il mio sguardo, per un momento, volò su quelle scale. |
26-06-2013, 01.33.29 | #1622 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il piccolo drappello, appena dal castello si udì quel corno come risposta, riprese il suo cammino.
“Nobile...” disse Yrko di Bumin a quella domanda di Altea “... le mie virtù e le mie qualità non dipendono dal lignaggio o dal sangue blu...” e sputò a terra “... ciò che sono lo devo solo al mio valore ed al mio animo... sono il comandante militare del partito dei Rossi... il braccio armato della rivoluzione, il flagello dei nobili ed il terrore dei chierici.” Poco dopo arrivarono al maniero. Vi trovarono diverse persone e ovunque dominava una strana atmosfera. “Che succede?” Chiese Yrko ad uno degli uomini di guardia. “Signore...” rispose la sentinella “... la festa che voi avete consentito qui al castello è stata interrotta dall'arrivo di messer Giacomo il Nero.” Yrko fece una strana smorfia. “Va bene...” annuì “... Rukos!” Chiamando uno dei suoi. “Conduci i miei ospiti in una delle stanze per gli ospiti.” Si voltò verso Altea e Daiz. “Seguite il mio servo... egli vi sistemerà in un buon alloggio.” Così, Rukos, accompagnò i due ospiti in una stanza del maniero. “Ma chi diavolo è Yrko di Bumin?” Rivolgendosi l'investigatore ad Altea appena rimasti soli nella loro stanza. “E perchè ci ha condotti qui? Beh, il mio stratagemma ha funzionato almeno... ci ha creduti davvero marito e moglie.” E si affacciò dalla finestra che dava sulla meravigliosa valle che avvolgeva il castello.
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26-06-2013, 01.55.04 | #1623 |
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“Allora...” disse Giacomo guardando i giovani del salone “... allora, chi è stato colui che ha aperto le porte di questa stanza?”
Tutti allora fissarono il ragazzo colpevole, spintonandolo poi davanti al Nero. “Sei stato tu?” Fissandolo questi. “Si, messere...” “E sempre tu hai avuto la brillante idea di voler rovinare questi ritratti?” “Si, messere...” rispose il ragazzo col capo chino. Giacomo lo guardò senza dire altro. “Dopotutto” prendendo coraggio il ragazzo “era un tiranno, no? E sua madre una sgualdrina! Si, avevo una gran voglia di distruggere quei ritratti!” Giacomo allora lo schiaffeggiò con forza e più volte davanti a tutti. “Anche tua madre è una sgualdrina” fece il Nero “eppure nessuno si sogna di sfregiarle il viso... anche perchè per una prostituta è importante aver un viso piacevole.” “Perchè difendete il tiranno e la sua...” Ma Giacomo lo zittì schiaffeggiandolo ancora. “Sono io che faccio le domande, idiota.” Con tono fermo lui. “Se avessi una spada” in lacrime il ragazzo “difenderei l'onore di mia madre...” “Neanche se avessi mille spada potresti, cane...” con disprezzo Giacomo “... perchè l'onore di una prostituta non può essere difeso.” “Vigliacco...” con rabbia il ragazzo. Giacomo allora tolse la spada ad uno dei suoi e la gettò ai piedi del ragazzo. “Impugnala...” ordinò “... morirai con la spada in mano.” E cominciò a mettersi i guanti. Il ragazzo la raccolse e con rabbia si lanciò sul Nero. Questi però evitò il suo affondo, senza estrarre la sua spada. Il ragazzo lo aggredì ancora, senza riuscirlo a colpire però. “La tua sfortuna” mormorò Giacomo “è che fra tutti coloro che si unirono a tua madre non vi era nessuno in grado di impugnare un'arma.” “Maledetto!” Attaccandolo quel ragazzo. Ma all'ennesimo affondo, il Nero lo bloccò e lo infilzò con la stessa spada che il ragazzo impugnava. “Non avrai creduto di vedermi estrarre la spada per un figlio di cagna come te, vero?” E lo lasciò cadere morto a terra. Tutto questo sotto gli occhi di Clio e di Masan. Guardò poi tutti gli altri. “Ora andatevene, la vostra stupida festa è finita.” Sentenziò. In quel momento si udì il suono di un corno. “Messer Yrko di Bumin è tornato.” Disse uno degli uomini a Giacomo.
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26-06-2013, 06.25.35 | #1624 |
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“Si, sono un vero gentiluomo, ahimè...” disse Guisgard a Talia, prima che la ragazza andasse a lavarsi nel catino.
Rimasto solo, cercò poi in quel baule qualcosa di comodo da indossare. La ragazza intanto era giunta nel catino, dove trovò la tinozza già piena d'acqua tiepida. Così cominciò a lavarsi, per poi rilassarsi in acqua... La musica della festa si diffondeva nel salone illuminato e nei corridoi che correvano tutt'intorno, fino a giungere sul grande terrazzo e persino nel cortile colonnato. E sulle note di quella musica i due si lasciarono portare fin fuori sul terrazzo. Raggiunsero il parapetto di marmo e restarono a fissare il meraviglioso firmamento. “Adoro le sere stellate di questo cielo...” disse lui “... non pensavo esistessero tante stelle...” “Da voi non ci sono?” Chiese lei. “D' Inverno, quando l'aria è asciutta e fredda...” rispose lui “... ma mai così tante...” poi si voltò a fissarla. “Perchè mi guardi?” Domandò lei. “Perchè non ho fatto altro che immaginarti e pensarti in tutti questi giorni...” “Robert...” “Il tuo viso...” sussurrò lui “... avevo il terrore di dimenticare qualche particolare... che fossero gli occhi, il sorriso o l'espressione che assumi quando senza badarci ti sistemi quel ciuffo ribelle che scende dal tuo orecchio...” e le accarezzò i capelli “... ieri eri bellissima... anche ora lo sei, ma questi gioielli, il trucco... quasi coprono la tua bellezza... ieri invece eri pulita, fresca... avevi il viso candido d'amore...” e le prese le mani. “Robert...” sospirò lei “... quando ripartirai?” “Domani...” rispose lui “... così prenderò il treno verso sera...” “Il treno...” ripetè lei “... lo immagino spesso... ma per me credo sia inconcepibile... come il mondo da cui provieni...” “Parti con me, allora...” “Vorrei tanto...” “Insieme...” “Vorrei non essere una regina...” “Sei la regina del mio mondo...” “Robert...” “Beatrice...” “E se non dovessi resistere?” Fissandolo lei. “Se mi mancassi troppo? Quando tornerai?” “Fra una settimana...” fece lui “... il tempo di sistemare alcuni affari a Capomazda... poi sarò di ritorno...” “Già mi manchi...” “Anche tu...” “Leonard è un uomo molto buono e generoso...” sussurrò lei “... forse capace di rendere felici tutte le altre donne... ma non me... cosa mi hai fatto, dimmelo?” “Ti ho solo amata...” “Maestà!” All'improvviso una voce. “Messer de' Taddei!” “Barone Jean...” voltandosi lei verso il nuovo arrivato. “Vedo che avete rapito sua maestà!” Ridendo Jean. “Già, peccato che è solo un terrazzo questo” fissandolo Robert “e non l'intera città.” “E perchè mai?” “Per poter fuggire.” “Messer de' Taddei ama burlarsi di voi, barone.” Intervenne Beatrice. “L'aria è diventata fresca... sarà meglio rientrare...” I due mostrarono un lieve inchino e poi seguirono la regina che rientrava nel salone. Qualcuno bussò alla porta del tinello, destando Talia da quella visione. “Tutto bene?” Chiese da fuori Guisgard. “Sei lì da un bel po'. L'acqua è abbastanza calda? Vuoi che ne faccia portare altra, Talia?”
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26-06-2013, 14.40.04 | #1625 |
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Restai ammutolita ad osservare Giacomo il nero insultare e uccidere quel ragazzo.
"Hai capito.." Sussurrai, poi "..pensavo che i rossi fossero dalla parte di quei ragazzi.. Mah..". Mi voltai verso Masan, quando il mercenario ci disse di andare via. "Andiamo, forza.. Appoggiati a me.. Torniamo a casa.. Così potrai rimproverarmi e maledirmi per questa follia.." Dissi, nascondendo a stento la rabbia "Sono un'idiota.. Non ho combinato un bel niente.. E ci sei andato di mezzo tu.. Avresti fatto meglio a non venire.." Gli porsi il mio braccio "dai, forza.. Andiamo via da qui, maledizione..". Ero arrabbiata con me stessa per aver esposto Masan a quel rischio senza nemmeno raccontargli la verità, non avevo scoperto niente di nuovo, avevo solo potuto ascoltare di nuovo quella musica, ma non eravamo nel XXI secolo dove avrei potuto registrarla e farla ascoltare a Oriana. Non avevo speranze da darle. Infondo, però, sapevo che non sarebbe stato facile, dovevo solo riuscire a rimanere lucida. Possibile che mi fossi fatta coinvolgere così tanto? Quello non era il mio mondo, la mia terra, nemmeno il mio tempo. Eppure per me era diventato tutto così importante. Dovevo essere impazzita. Ma era più forte di me. Sospirai. Mi voltai verso la porta aperta alle nostre spalle, da cui si intravvedeva la rampa di scale. Mi dispiace.. Tornerò... Lo prometto... Non so come, né quando.. ma, tornerò.. Lo so.. Poi sentii un uomo annunciare l'arrivo di Yrco di Bumin e mi chiesi se fosse una buona o una cattiva notizia. |
26-06-2013, 16.45.26 | #1626 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Tutti quei ragazzi, così, lentamente cominciarono ad abbandonare il castello.
Masan camminava a fatica, a causa dei colpi subiti, appoggiandosi a Clio. C'era agitazione ora nel maniero, perchè molti si preparavano ad accogliere quello che sembrava esserne il padrone: Yrko di Bumin. Ma proprio mentre Clio e Masan si avviavano all'uscita, la ragazza udì ancora la voce di Giacomo il Nero. E stavolta era rivolta a lei. “Voi, aspettate...” disse lo spadaccino. Si avvicinò così ai due. “Ma voi...” fissandola “... voi siete la nipote di madama Oriana...” la sua espressione cupa ora sembrava tradire stupore “... giuro che non mi aspettavo una cosa simile... chissà cosa direbbe vostra zia se sapesse che sua nipote ama gozzovigliare con la gioventù Rossista...” accennò un lieve sorriso. In quel momento, Yrko ed i suoi uomini entrarono nel castello.
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26-06-2013, 17.19.53 | #1627 |
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Risi alle parole di Giacomo il nero.
"Si, avete ragione.. Ora capisco perché mia zia non voleva che venissi qui.. Manco da Chanty da troppo tempo, dunque.. E quando mi hanno parlato di una festa al castello, non mi sarei immaginata niente di simile.." Lo guardai con uno sguardo innocente "ed è un gran peccato, perché volevo visitare il castello.. L'ho sempre trovato affascinante.. Ma i vostri uomini mi hanno fermato molto gentilmente.. e ho visto solo un salone.. Mi stupisce che voi abbiate salvato quei ritratti.. mi era parso di capire che foste come loro.. Beh, detta così sembra un'offesa.. Intendevo, politicamente.." Sorrisi "Ora, se permettete, ho una sfuriata che mi aspetta a casa..". Poi, arrivarono degli uomini, capii che era il padrone del castello, gli lanciai una rapida occhiata. |
26-06-2013, 18.03.19 | #1628 |
Cittadino di Camelot
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Mi avvicinai a Daiz e fissai pure io la magnifica vallata..."Invece è stata una pessima idea..questa è gente che non scherza, capirà che non siamo marito e moglie subito...e vedrai cosa ci aspetterà. Ma piuttosto hai sentito le parole di quell'uomo?...rivoluzione, capo miliatare dei Rossi. Ma cosa significa? Non mi sembra vi sia una guerra o rivoluzione in corso attualmente nei dintorni."
Presi a vagare nervosamente per la stanza, scrutai alcuni particolari...non vi era luce elettrica, la camera era sontuosamente arredata ma sui comodini di legno intarsiato vi erano candele e anche sopra la scrivania e un mobile. Aprii l'armadio e rimasi a bocca aperta..."Guarda Daiz...questi vestiti...sono..sono sia di uomo che di donna...e sembrano..veramente del 1500...ma vuoi che veramente siamo nel 1513??"presi dell'acqua fresca da una brocca appoggiata su un tavolino e bevvi in un sorso solo da quanto la gola divenne secca dallo spavento.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
26-06-2013, 18.34.39 | #1629 |
Cittadino di Camelot
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Sussultai un po'.....quando vidi un'ombra farsi umana...era Gem, anche lui si era liberato di quel poco che era la decenza......e tornai ad osservare il suo petto nudo...lo aveva messo in bella mostra prima di partire....ma ora non c'era spavalderia nei suoi gesti o nel suo modo di avvicinarsi.......provavo il suo imbarazzo.....provavo ilsuo modo di chiedermi scusa, infondo eravamo due sconosciuti uniti da un unico destino.......sentii il mio letto piegarsi al suo peso...non mi spostai neanche.....volevo sentirlo accanto...non volevo che ci fossero barriere tra di noi.....se non oltre la strana sensazione di quel momento.........Lo ascoltai.......e lo lasciai andare via........a quel punto......mi misi a sedere......sul letto, cosa ci rimaneva ormai, non lo sapevamo, potevano ucciderci.....potevamo vivere in quella epoca ....così strana per noi.....non vi era certezza.....avevamo certezza solo di quella notte...niente altro.......
mi misi in piedi e tolsi i pantaloni..rimanendo con la mia camicia......avevo il cuore in tumulto e la sensazione di andare oltre.......ma...per la prima volta nella mia vita prendevo cio' che volevo......il cervello lo avevo lasciato nella tasca della giacca......volevo essere Elisabeth e non la Dottoressa......non so se ne sarebbe valsa la pena.........forse sarebbe valsa tutta una vita.....e così andai nella stanza di Gem......mi affiancai al suo letto......" Stanotte non ho proprio sonno Gem....e non credo di voler rimanere da sola......".....scostai il lenzuolo e mi misi accanto a lui...." E' una notte particolare....forse domani non ce ne sara' un'altra......"......... |
27-06-2013, 01.49.50 | #1630 |
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Yrko di Bumin entrò nell'androne e con un cenno del capo salutò Giacomo il Nero.
Questi lo fissò, rispondendo con accenno quasi impercettibile degli occhi. “I Blu e i Bianchi” disse poi Giacomo a Clio, quasi indifferente al padrone del castello “aspettano una mossa falsa, un errore da parte dei Rossi. E distruggere o anche solo danneggiare quei ritratti equivale ad offendere l'amor proprio dei monarchici. E del resto hanno ragione... il re potrebbe essere vivo, chissà... quando e se, poi, si scoprirà il contrario, allora non solo quei ritratti, ma tutta la memoria storica della Corona sarà eliminata... e fino ad allora sarà compito mio evitare che i Rossi cadano in errori del genere...” accennò un lieve sorriso “... vedo che il vostro amico è un po' malandato...” indicando Masan “... allora, se permettete, vi accompagnerò io stesso a casa di vostra zia... così potrò salutarla e rassicurarla sulla condotta di sua nipote...” Si avvicinò allora Yrko. “Dopo, al mio ritorno, devo parlarvi...” rivolgendosi a lui con freddezza Giacomo. L'altro annuì e si allontanò.
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