Gli strani e misteriosi casi del professor Minsk

[Lady Gwen]

"Sì, lo è stata decisamente..." annuii.
Poi, battei più volte le palpebre alla sua risposta.
"No, ti prego, mi sentirei in debito con te..." con un vago risolino nervoso.
Mi spiazzava, davvero, anche perché ci conoscevamo solo da alcune ore e nulla poteva giustificare un comportamento così inaspettato, se non che fosse infinitamente gentile.
Poi, arrivò Velv ed evitai di rispondere per non mettere benzina sul fuoco.

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[Guisgard]

Elv con l'aria strafottente entrò e si sedette ad uno dei tavoli, prendendo delle noccioline.
"Si batte la fiacca stasera..." disse mangiando.
Elv guardò Gwen.
"Immagino tu non sappia nulla..." rivolgendosi allora a suo fratello.
"Riguardo a cosa?"
"E' morto un uomo..."
Velv lo fissò.
"L'avvocato della duchessa..." aggiunse Elv "... al castello..."
"Sono secoli che quel castello porta sfiga..." facendo spallucce Velv "... dovrebbero buttar giù le mura..."

[Lady Gwen]

Ricambiai in silenzio lo sguardo di Elv, vedendo adesso distintamente la differenza fra i due.
Il loro volti erano uguali, il colore dei loro occhi, ma non loro.
Loro erano decisamente diversi ed era un bene.
Elv gli spiegò la situazione e beh, non era del tutto sbagliato, sebbene la mia mentalità da critico d'arte e fotografa mi impedisse di pensarlo, ma forse non era un pensiero proprio sconveniente.
"Beh, io vado, domattina si lavora e non posso fare tardi..." sorridendo "Buonanotte" a entrambi "E grazie per la cena..." sorrisi ad Elv.
Poi uscii e mi incamminai verso l'albergo.

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[Guisgard]

Gwen lasciò il pub e si avviò verso l'alberghetto dove alloggiava.
Un pioggia leggera aveva preso a scendere sulla campagna.
La stradina era silenziosa, deserta ed un che di sinistro pareva aleggiare nell'aria umida della sera.
La ragazza giunse all'alberghetto e qui sentì delle voci provenienti dalla portineria.

[Lady Gwen]

Alzai il cappuccio della giacca per proteggere la testa e affrettai il passo quasi in una corsa contenuta.
Arrivai in albergo togliendo subito gli abiti bagnati e andando a dormire poco dopo.
Sul paesino, quella soffusa malinconia era accentuata ora che la pioggia leggera e costante rendeva tutto ovattato, forse anche a causa della morte dell'avvocato.
Poi, però, sentii delle voci provenire dalla portineria, allora mi rivestii e scesi giù.

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[Guisgard]

In portineria Gwen trovò il proprietario ed una donna, alta e magra, dai lunghi capelli scuri, di mezz'età e vestita di nera.
"E questo è quanto, signora." Disse il proprietario.
"Sicuramente questa è la maledizione del castello." Fece la donna.

[Lady Gwen]

Sentii che il proprietario parlava con una donna di mezza età circa l'accaduto al castello.
La donna la pensava come Velv e non potevo dar loro torto.
Giravano delle voci strane su quel posto, da sempre e non c'era molto altro da fare.
Ad ogni modo, restai ad ascoltare.

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[Guisgard]

"Sono solo superstizioni, signora..." disse il proprietario.
"Invece no." La donna. "In quelle mura c'è il genio di un grande uomo. Ci sono i suoi demoni."
"Di chi parla?"
"Dell'alchimista Minsked." Rispose la donna. "Io lo so per certo. Avverto il suo spirito."
Gwen ascoltava tutto.

[Lady Gwen]

Okay, adesso si passava pure al fantasma dell'alchimista.
Era chiaro che fosse il passo successivo all'inquietudine fosse la superstizione.
E dubitavo seriamente che la signora facesse ciò che diceva, ma hey, in questi posti spesso la mentalità era chiusa e chi ero io per dissuaderla?

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[Guisgard]

"Il suo spirito mi parla spesso..." disse la donna "... lo avverto... mi aveva messo all'erta... ed io non ho saputo leggere i segni..."
"Di che parla, signora?" Chiese il proprietario.
"Lo spirito del dottore Minsked mi aveva avvertita..." la donna "... ma non ho compreso... ora so che la maledizione colpirà ancora..."
Gwen ascoltava tutto.