27-06-2013, 01.59.32 | #1631 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Daiz fissò quei vestiti e poi tornò a guardare la stanza.
“Sta succedendo qualcosa...” disse poi pensieroso ad Altea “... non so cosa, ma è evidente che sia così... anzi, forse è già cominciata... e noi, nostro malgrado, ci siamo dentro...” anche lui prese un po' d'acqua, per poi sedersi sul letto e restare a riflettere “... quell'uomo... quell'Yrko, non mi piace affatto... ho dovuto dire che eravamo sposati... e non comprendi il perchè? Non vedevi come ti guardava? E' ovvio che ti ha messo gli occhi addosso... e il mio stratagemma di fingerci marito e moglie servirà almeno a farci guadagnare un po' di tempo... infatti dubito che il vincolo matrimoniale fermi un uomo del genere... anche perchè non mi sembrava avesse molti scrupoli mentre predava quei frati dei loro beni...” si alzò dal letto “... ora uscirò e farò un giro nel castello... cercherò di scoprire dove davvero siamo finiti... tu però resta qui e chiuditi bene dentro... io tornerò presto...” ed uscì. Ma poco dopo, qualcuno bussò alla porta della camera di Altea. “Mi manda messer Yrko...” era un servitore “... egli chiede di incontrarvi, milady... vi attende giù, nella Sala Merlata...”
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27-06-2013, 02.07.28 | #1632 |
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Ascoltai con attenzione Giacomo.
"Vedo che siete un uomo molto accorto.." dissi sorridendo "...Avevo sentito dire che il re era fuggito.. " scrollai le spalle "..puri pettegolezzi..non mi intendo di queste cose..". Restai impassibile quando indicò Masan. "Beh, ringraziate i vostri uomini.. ce ne sono voluti quattro.. in effetti.. era pericolosissimo.." dissi con un sorriso beffardo. " Siete fin troppo premuroso.. Casa di mia zia non è lontana.. ma se vorrete accompagnarci non ho nulla da obbiettare.." sorrisi "..Anche se non credo mi salverete dalla sua ira..". Più che altro, pensai, le farete venire un colpo nel vederci arrivare insieme: penserà che ho combinato chissà quale guaio, che mi sono fatta scoprire o peggio. Fortunatamente, però, sia Giacomo che i giovani rossi mi avevano visto solo come una ragazzina sprovveduta. Anche se, pensandoci bene, probabilmente lo ero. |
27-06-2013, 02.35.51 | #1633 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“In fondo è stato fortunato il vostro amico...” disse Giacomo a Clio “... se fossi stato io a trovarlo, con ogni probabilità, l'avrei ucciso...” chiamò alcuni dei suoi e fece preparare una carrozza.
Così, con quella, il Nero riaccompagnò la ragazza e Masan da madama Oriana. La donna era ancora sveglia, intenta a leggere un libricino di preghiere quando udì giungere la carrozza. A tenerla ancora sveglia era stato il pensiero di Clio a quella festa. Subito i servitori accolsero la carrozza. E un attimo dopo sul portone del palazzo apparve anche Oriana. “Salute a voi, madama...” saltando giù dalla carrozza Giacomo “... splendida sera, vero? Fresca, chiara, asciutta, stellata... sere del genere mi fanno quasi pentire di non essere un uomo romantico e sognatore...” “A cosa devo questa vostra visita, messere?” Fissandolo Oriana. “Ho solo riaccompagnato a casa vostra nipote ed il suo amico.” Rispose il Nero, mentre i servitori, essendosi accorti delle condizioni di Masan, aiutarono l'archeologo a rientrare in casa. “Purtroppo” continuò Giacomo “la festa è un po' degenerata... qualcuno, più esuberante, voleva fare a pezzi le vestigia del vostro amato sovrano, altri invece più audaci, come vostra nipote, hanno pensato bene di appartarsi in compagnia di qualcuno... ma i miei uomini non sono molto affini a questo genere di situazioni e così il cavaliere di vostra nipote ha avuto la peggio... ma si rimetterà presto.” Oriana per un momento fissò Clio, per poi riportare lo sguardo sul Nero. “Infondo” aggiunse questi “voi non siete troppo diversa da messer Guidox ed i suoi compagni... loro devono tenere a freno gli umori del popolo, mentre voi siete impegnata con l'euforia di vostra nipote... immagino sarà seccante domani ascoltare in giro i commenti di chi spettegolerà su questo...” sorrise appena “... ma vi invito a non badarci più di tanto... altrimenti vi verrà il dubbio se sia più degradante avere una Rossa come nipote, oppure una...” “Va bene così, messere.” Interrompendolo Oriana. “Credo vi siate incomodato già troppo stanotte. Immagino debba ringraziarvi per aver riportato a casa mia nipote. E' tardi. Credo che ci ritireremo. Grazie ancora, messere.” “E' sempre un onore servirvi, madama.” Mostrando un lieve inchino Giacomo, per poi lanciare un'occhiata verso Clio. “E buonanotte anche a voi, damigella.” E salito sulla sua carrozza, andò via.
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27-06-2013, 03.02.20 | #1634 |
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Sorrisi appena, e mi morsi la lingua per non dire che Masan era disarmato.
Seguii docilmente Giacomo fino alla dimora della donna. I miei occhi cercarono quelli di Madama Oriana. Alzai gli occhi al cielo alle parole di Giacomo, sapevo bene che Oriana conosceva i motivi per cui mi ero allontanata. Quando poi l'uomo se ne andò, lo salutai con un freddo cenno del capo. Vidi che Masan era accudito dai servi così mi avvicinai a madama Oriana. Chinai il capo "...Mi dispiace.." sussurrai "...Ho cercato di non farmi riconoscere da quell'uomo.. nessun altro sapeva chi fossi.. vi ho portato dei bei guai.. e non ho combinato niente.." sospirai "...c'era un tale disordine, ho pensato che nessuno avrebbe badato a noi.. ma poi sono arrivati gli uomini del Nero e non sono riuscita ad andare da nessuna parte..". Alzai gli occhi verso il ritratto del re sulla parete, e una fitta mi colpì in pieno petto. "Mi dispiace.." sussurrai, con voce tremante, quasi parlassi al quadro "..Avevate ragione, Madama.. sono solo una ragazza, non combinerò niente.." dissi tornando a guardare la donna. Alzai lo sguardo, e una nuova luce brillò nei miei occhi "..però l'ho sentita.. proveniva da una rampa di scale che saliva al piano di sopra.. una melodia, dolce e malinconica allo stesso tempo.. era la stessa ocarina che ho sentito giorni fa.." restai con lo sguardo a mezz'aria per un momento "non che sia di molta utilità, poichè io non posso confrontarla con la sua, come ha detto padre Roberto.." sospirai. "Poi ci hanno fermato.. abbiamo cercato di difenderci ma erano troppi.." osservando Masan poco lontano "...non gli ho detto niente.. solo che volevo visitare il castello.. non avrebbe approvato.. e ora mi odierà per quello che gli ho fatto passare per un banale capriccio.." sorrisi, senza allegria "..insomma, non ne ho combinata una giusta.. mi dispiace..." alzai lo sguardo "..ma sappiate che non sono il tipo che si arrende facilmente.. non ho intenzione di starmene con le mani in mano... ormai ci sono dentro, anche se quell'uomo mi ha preso per una rossa degenerata.. farò tutto ciò che posso per aiutarvi.. solo, non so cosa..." guardai la donna negli occhi "...ma non voglio che corriate alcun rischio.. vi ho già dato abbastanza problemi..". |
27-06-2013, 03.08.01 | #1635 |
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Gem fissò Elisabeth senza dire nulla.
Lasciò che la donna entrasse nel suo letto, per poi coprire entrambi con quel lenzuolo. Era una notte fredda, nonostante fosse Giugno. Ma ormai si erano accorti che le notti a Chanty apparivano più fresche di quelle Capomazdesi. Il pilota allora si voltò verso la candela accesa accanto al letto e la spense. Strinse così a sé la donna e lentamente la camicia di lei scivolò via. E si amarono. Si amarono a lungo per tutta la notte. E più volte. Solo l'incerto bagliore delle torce accese sulla ronda merlata esterna riusciva a squarciare, sebbene poco, il buio della stanza. Così Gem poteva riconoscere il corpo nudo di Elisabeth mentre la donna era su di lui, tra il lenzuolo ed il suo petto, con i capelli che scendevano ad accarezzare il viso del pilota ardente di passione. Poi giunse l'alba e li trovò ancora l'uno accanto all'altra. Dalla finestra la luce del nuovo giorno invadeva la stanza, diffondendo voci e rumori dall'esterno. Fisyem si era svegliata.
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27-06-2013, 03.25.34 | #1636 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Oriana ascoltò in silenzio ogni parola di Clio.
E anche lei, come la ragazza, aveva gli occhi fissi sul ritratto del principe Ardena. “Ho udito molte volte” disse finalmente la donna “la musica di quell'ocarina... ricordo persino quando fu la prima volta... eravamo nel giardino del Palazzo Reale... e lo vidi... era un giovane dai capelli scuri, la pelle chiara e gli occhi azzurri... e forse furono quegli occhi a colpirmi più di tutto... erano enigmatici, a tratti sognanti, ma anche malinconici... e nell'ascoltare quell'ocarina io quasi mi estraniai da tutto il resto... poi quella musica cessò di colpo e mi destati... lo trovai a fissarmi...” alzò gli occhi dal ritratto e guardò fuori, nel buio della notte “... forse aveva ragione Padre Roberto... forse stiamo rincorrendo un fantasma, un'illusione o forse soltanto una beffa...” scosse il capo “... forse dovremmo davvero arrenderci... oppure...” avvicinandosi alla finestra ed indicando qualcosa. Fece allora cenno a Clio di guardare anch'ella dalla finestra ciò che lei stava indicando. Era il Palazzo Reale di Fisyem che dominava sulla città mentre cominciava ad albeggiare.
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27-06-2013, 10.17.10 | #1637 | |
Cittadino di Camelot
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Entrai nella stanzetta e richiusi la porta.
Era piccola ma ordinata e pulita, la tinozza era al centro ed era piena di acqua limpida e fumante... mi avvicinai e vi immersi piano una mano, giocherellando con l’acqua... ero stupita: avevo avuto la buona sorte di viaggiare abbastanza, nella mia vita, ma mai avevo visto niente del genere... Sorrisi, lievemente divertita. Poi iniziai a prepararmi per il bagno. Detestavo prendere la pioggia, bagnandomi per strada... mi faceva sempre venire un freddo tremendo quando accadeva, e mi metteva addosso una tale stanchezza... quell’acqua invece era calda, piacevole, lievemente profumata... mi lasciai sprofondare, quindi, appoggiai la testa sul bordo estremo e poi, lentamente, quasi senza accorgermene, chiusi gli occhi... Citazione:
quel sogno... Robert e Beatrice. Sollevai lo sguardo verso la porta chiusa, oltre la quale si trovava Guisgard... dovevo dirglielo, pensai... ma subito abbandonai l’idea... dirgli cosa? Che facevo strani sogni ed avevo visioni? Mi avrebbe presa per matta! Eppure... Fissavo la porta e, all’improvviso, mi accorsi di stare tremando... anche se non avrei potuto dire se tremavo per le conseguenze di quella visione o perché l’acqua in cui ero immersa stava ormai diventando fredda... “Sto... sto bene!” mi costrinsi a dire, quindi, a voce alta perché potesse sentirmi da dietro la porta “Sto bene, ma... puoi aspettarmi un momento, per favore?” Non sapevo perché lo aveva detto... o meglio, non sapevo perché l’idea di uscire da quella stanza da sola mi spaventava adesso... Senza badare alle gambe che mi tremavano forte, dunque, un po’ per il freddo ed un po’ per l’agitazione, uscii dalla tinozza... mi asciugai in fretta e mi rivestii con la veste asciutta che avevo trovato nella cassapanca... poi andai verso la porta e la aprii. E Guisgard era lì, vagamente stupito forse, in mezzo al corridoio. E, per qualche ragione, vederlo mi fece sentire meglio... “Grazie...” mormorai, in tono quasi di scusa “E’ che...” mi voltai ed osservai per un momento ancora la stanzetta con la tinozza, poi tornai a guardare lui “E’ che questo posto è un po’... non so... insolito, e... beh, non me la sentivo più di stare sola...” Sorrisi appena, come a voler esorcizzare quell’agitazione che mi scuoteva, inspiegabilmente, da dentro... “Andiamo, per favore...” soggiunsi “Andiamo in camera...”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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27-06-2013, 11.24.03 | #1638 |
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Seguii lo sguardo della donna posarsi sul quadro, e lo osservai con lei per lunghi istanti.
Ne studiai attentamente ogni dettaglio, ripensando a quello molto più sontuoso custodito nel castello di Yrco di Bumin. Ma la verità era che andavo a cercare sempre lo sguardo dell'uomo, restando a fissarlo più di quanto avrei dovuto. Nell'udire le parole della donna, poi, sorrisi. "Già.. quegli occhi.." sussurrai. Come potevo spiegarle l'effetto che avevano avuto su di me, solitamente così distaccata? Continuavano a tormentarmi, esattamente come quella musica, capace di scovare l'angolo più remoto dell'anima. Ed era proprio quello sguardo dipinto a spingermi ad andare avanti, a non arrendermi alla prima difficoltà. "Di certo hanno una luce capace di restare impressa nella memoria per non andar più via.." dissi piano. Guardai fuori dalla finestra, osservano lo splendido palazzo che la donna mi mostrava. "Oppure no.." dissi di rimando alle sue parole. "Stasera ho visto i Rossi da vicino.. ho sentito i loro discorsi, ho osservato il loro modo di comportarsi.. cosa accadrà a questa bella terra se continueranno a governare?" scossi la testa "..no, arrendersi non mi sembra una buona idea.. per quanto forse sia la più saggia.." guardai lontano "..forse è vero, forse stiamo inseguendo un fantasma, un'illusione o una beffa.. ma io credo che non tentare di cambiare le cose, equivalga a perdere in partenza.. non credete?". Voltai lo sguardo verso Oriana "..quello è il palazzo reale? Non ho ancora avuto modo di vederlo da vicino.. ma, ditemi.. perchè me lo state mostrando ora?". |
27-06-2013, 16.35.37 | #1639 |
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Daiz aveva perfettamente ragione...avevo notato più volte quello sguardo misterioso posarsi su me e darmi un grande senso di irrequietezza...soprattutto per il fatto di non sapere chi era quell'uomo e in che luogo mi trovassi.
Poco dopo che Daiz uscì dalla stanza sentii bussare alla porta, sentii le parole del servitore e sussultai. Daiz aveva detto di non muovermi, ma non avevo il coraggio di contraddire gli ordini di quell'uomo..e perchè voleva solo vedere me? "D'accordo" risposi perplessa "dite a.." pensai un attimo ai modi di fare e costumi del luogo "a sir Yrko che arrivo subito, devo..cambiarmi di abito". Mi guardai in un vecchio specchio di ferro battuto e mi vidi con quel vestito corto e le scarpe alte..non era consono all'abbigliamento del posto e soprattutto pensai, deglutendo, se fossimo stati veramento nel 1513. Fu cosi che aprii l'armadio e presi un vestito e lo indossai di fretta. Aprii la porta e trovai il servo ad aspettarmi..."Prego" dissi "possiamo andare, vi chiedo di indicarmi la stanza dove sir Yrko mi sta aspettando". Speravo solo Daiz si accorgesse mi trovassi li e anche in fretta.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
27-06-2013, 19.56.40 | #1640 |
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Guisgard fissò Talia per qualche istante.
“Va...” disse piano “... tutto bene? Forse era l'acqua, vero? Immagino sia diventata fredda in fretta... andiamo, in camera è più caldo...” e ritornarono nella loro stanza. Mangiarono un po' della minestra portata loro dal locandiere e poi, complice la stanchezza per il viaggio, si misero subito a letto. E dall'altra parte del telo steso lungo la camera, Talia sentì il lento suono di un'armonica. Era Guisgard a suonarla. Era una musica vagamente malinconica, forse suonata alle stelle che, numerose, si mostravano nel cielo insolitamente buio che appariva dalla piccola finestra. E forse solo quelle stelle potevano comprendere il senso di quella musica. La notte poi trascorse in fretta, senza che Talia avesse altra visioni o sogni. E al mattino un raggio di Sole, dorato e zampillante, insieme al profumo di pane caldo appena sfornato, la destarono dal suo sonno. E dall'altra parte del telo la luce del mattino le mostrò la sagoma di Guisgard che canticchiando si vestiva.
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