16-05-2018, 03.26.45 | #1631 |
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Era così bello, così virile, così possente Aegos.
Potevo sentire i suoi pensieri, potevo vedere i mille modi in cui mi avrebbe presa, in cui mi avrebbe dominata, soggiogata, adorata, venerata. Che caro, era quasi come se tenesse a me. Lo credo bene, con tutto il godimento che si è preso questo qui, vorrei anche vedere! Ridacchio tra me e me all'assurdità di quel pensiero. Come sono più fragili gli uomini, dopotutto, però mi eccitavano quei pensieri, mi eccitavano disperatamente. Allora andai a fondo, scrutandoli sempre di più, andando a cercare i pensieri ancora più profondi. Non mi bastava un'infarinatura, una visione generale, volevo sentire la sua voce interiore rimbombarmi nelle orecchie, eccitarmi, sconvolgermi. Volevo possederlo in ogni senso, era mio dopotutto, il mio stalliere, il mio servo, il mio giocattolo. Mi fece inginocchiare e restai a guardarlo dal basso, possente e fiero. Quella carezza mi fece scappare una risatina divertita. Oh, era anche tenero sotto sotto... A propositio di tenerezza, anche il piccolino si avvicinò tutto eccitato. Mi faceva morire con quell'espressione vergognosa e vogliosa insieme, era davvero un amore, volevo vederlo perdere il senno per il piacere, volevo traviarlo e sporcarlo in modo che la sua vita non sarebbe stata più la stessa, mai più, perchè non si può tornare indietro dopo aver conosciuto una tale perversione. Io e Aegos annegavamo già in quel mare, lui stava sulla riva, guardando giù, e io ero la sirena che l'avrebbe preso per mano e fatto sprofondare nell'oscuro abisso della lussuria più sfrenata. Allungai una mano verso di lui, afferrando il membro eretto e tirandolo con forza verso di me, mentre con l'altra mano afferravo quello di Aegos. Allora, guardando il bello stalliere, li portai entrambi alle labbra, passandomeli prima sul viso, come fossero pennelli che dovevano ricalcare ogni tratto del mio viso, poi tirai fuori la lingua e inizia a passarla dall'uno all'altro continuamente, ancora e ancora, guardando negli occhi ora Aegos ora Icarius. Oh e stavolta nulla mi avrebbe separato dai loro gemiti, dai loro pensieri, perchè mi appartenevano, tutti, come loro. |
16-05-2018, 03.41.30 | #1632 |
Cittadino di Camelot
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Lo vidi annuire, quasi con professionalità e ci portò in un capanno.
Lì prese un elenco con dei nomi ed annuii alla sua domanda. Poi guardai Elv sorrisi stringendogli forte la mano. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" Ultima modifica di Lady Gwen : 16-05-2018 alle ore 14.34.59. |
16-05-2018, 04.06.36 | #1633 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Avevano toccato forse il punto più profondo di quell'abisso di lussuria, di perversione, di perdizione.
Lys stava nuda sul letto, con i suoi due bei servitori davanti, eccitati alla follia. Aveva afferrato i loro membri, per poi giocarci, deliziarsi. Giocava con quelle virilità esasperate, gonfie, fameliche, calde. Ci giocava con la faccia, davanti a loro, strappando gemiti profondi ai due servitori. “Oh, madama...” disse fra sé e sé Icarius, perso in quel gioco assurdo, folle, perverso come mai aveva concepito, neanche nelle sue fantasie sulla padrona “... che donnaccia sei... sto impazzendo... sto impazzendo... sei sporca... sporca dentro... e io non so resisterti...” a bocca aperta ed occhi socchiusi tanto godeva per quel gioco. Anche Aegos gemeva e godeva per ciò che stava facendo la sua padrona. “Come fa... ” pensava quasi con rabbia “... come fa una donna così bella a ridursi a tanto? Che schifo... quanto la odio... la detesto... mi fa schifo...” eccitato e geloso da impazzire “... ti piace così tanto vero, sgualdrina? Non sei diversa da una battona... questo sei...” perdendo sempre più il controllo “... se è ciò che vuoi... questo avrai...” come impazzito. Spinse via Icarius, facendolo cadere a terra. Afferrò allora Lys per il collo, stringendolo. “Tu lo farai solo con me, chiaro?” Con gelosia, rabbia ed eccitazione. “Chiaro, sgualdrina?” Gwen ed Elv si strinsero, mano nella mano. Il becchino li guardò ed annuì. “Possa questa notte” disse con fare solenne “con tutti i suoi spiriti, i suoi misteri ed i versi dedicati alla Luna dagli infiniti suoi innamorati, concedervi i suoi favori, i suoi segreti e tutte le sue stelle, rapirvi con la magia delle sue ombre immutabili e donarvi gli immortali sospiri che da sempre chi ama abbandona agli echi perduti di questo eterno crepuscolo.” Fissando i due vampiri. “Potete baciarvi.” Elv allora prese il volto di Gwen fra le sue mani e la baciò teneramente, sancendo per sempre quel giuramento fatto alla eterna notte.
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16-05-2018, 07.49.48 | #1634 |
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Avevo tollerato a lungo la mancanza di rispetto che il cavaliere, celato dalla sua maschera, teneva nei miei confronti.
Non lo avevo denunciato la sera della festa, tenendo fede al mio impegno e adesso ritenevo di essermi sufficientemente sdebitata dal mio debito di gratitudine nei suoi confronti . Ma lui mi aveva messo alla prova, non limitandosi allo scherno più o meno velato, era passato alle mani, cosa che non avrei mai, in alcun caso, tollerato. “ Avete approfittato fin troppo della mia bontà, signore. Con il vostro gesto siete andati ben oltre. Non mi lasciate altra scelta.” Con freddezza poco prima che le guardie arrivassero. Spiegai loro l’accaduto e gli ordinai di allontanare immediatamente il saltimbanco. “ Se vi mostrerete ancora intorno al palazzo, alla mia persona o a quella del Barone, allora sarete subito rinchiuso e questa volta vi assicuro, non potrete più scappare. Ora via, e ringraziate che ho pietà per voi e non vi faccio condannare subito.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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16-05-2018, 08.02.53 | #1635 |
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Davanti a me apparve una figura di schiena, indossava un lungo mantello scuro e la Luna ravvivava i suoi lunghi e bruni capelli.
Pregava davanti a una lapide, sembrava, in silenzio.. Mi feci avanti chiedendomi se fosse reale o uno spirito e dalle mie labbra uscì solo una parola dall'emozione, sussurrata piano e leggera.. "Milord...".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
16-05-2018, 14.42.40 | #1636 |
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Il becchino iniziò a parlare e mi piacquero le sue parole.
Sicuramente non era così, ma sembravano davvero fatte apposta per noi, creature della notte, che ad essa appartenevamo. E mi piacque essere lì insieme, perché era così normale, molto più di quanto non fosse la nostra esistenza libera dalle normali leggi e convenzioni. Ma a quanto pareva, anche noi potevamo avere una vita più o meno normale. Bastava avere la giusta persona accanto. Alla chiosa del becchino, guardai Elv che subito prese il mio viso fra le mani e mi baciò dolcemente. Assaporai subito le sue labbra morbide e poggiai le mani sul suo petto, godendomi quel meraviglioso momento che aveva suggellato la nostra unione eterna. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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16-05-2018, 17.25.48 | #1637 |
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Ero completamente fuori di me, immersa in quella passione incontrollata, in quella perversione così tangibile, così profonda e oscura, che solo pochi esseri umani sarebbero stati in grado di sopportare.
Perché infondo molti vorrebbero rompere le catene che li legano alla società, ma la verità è che ben pochi possono farlo. Io posso... posso eccome. Per me non valgono le normali regole del resto del mondo, come la monogamia, la morale, o in generale tutto ciò che limita la passione, il desiderio, la lussuria. No, io non avevo alcun limite, ed era questo che il mio padrone amava in me, ero ciò che lui aveva fatto di me, senza di lui non esisterei nemmeno, sarei soltanto una parte di Clio, ben nascosta nelle sue notti, relegata nei suoi pensieri più oscuri e proibiti. Invece sono qui, libera e decisa a godere ogni istante della vita che mi è stata concessa. Ora ero lì, inginocchiata tra i miei due servi, a gustarmi quelle virilità così eccitanti, così salde e sicure, così frementi. E mentre la mia lingua li tormentava, li assaporava, gustandone il sapore, la consistenza, la mia mente andava alla ricerca dei suoi pensieri più nascosti e proibiti. E li trovai.. oh se li trovai. Adoravo scoprire quei pensieri, capire cosa stessero provando non solo dai loro gemiti incontrollati, ma anche dalle parole della loro mente, dal battito del loro cuore. Il piccolino stava impazzendo, e questo non era facile immaginarlo, non riusciva a resistermi, e non gli davo certo torto... mai avrebbe potuto essere partecipe di un amplesso così perverso, lussurioso e lascivo. Ma fu Aegos a stupirmi con quei suoi pensieri, così carichi di rabbia e gelosia. Potevo sentire la sua eccitazione, la sua frustrazione, la rabbia che montava di pari passo con l'esasperazione a cui li stavo portando. Mi voleva, mi voleva per sé, solo per sé. La cosa era eccitante, dovevo ammetterlo, ma io volevo anche il mio piccino, e già una volta Aegos me l'aveva portato via, non gliel'avrei certo lasciato fare un'altra volta. Perché poi? Non era più eccitante così? Più perverso e proibito? Il mio padrone avrebbe apprezzato eccome, anzi... stava apprezzando, ne ero sicura. D'altronde, come potevo pretendere che dei semplici uomini, per quanto eccitanti e prestanti, comprendessero la profondità di quell'abisso di perversione? Non potevano, certo, ma io abitavo laggiù, sul fondale oscuro, e se volevano raggiungermi dovevano immergervisi, fino ad annegare. Questo volevo, che annegassero con me, per me. I pensieri erano così forti e intensi, però, da colpirmi ed eccitarmi contemporaneamente. Ma poi Aegos impazzì, buttò a terra Icarius e mi prese per la gola, guardandomi con odio, quasi, gelosia, rabbia e desiderio. Quell'ordine, quel tono, i miei occhi divennero rossi per la rabbia, l'eccitazione. "Io farò ciò che mi pare e piace, servo!" colpendolo con forza al volto con un sonoro e potente schiaffo, con lo sguardo ardente. Portai la mano sul suo polso, e lui iniziò a sentirlo caldo, sempre più caldo, come se la mia mano fosse un tizzone infuocato, a causa della mia magia. "Se voglio prendermi tutti e due i miei servi, li prenderò tutti e due, chiaro?" con aria di sfida, il tono autoritario e deciso, lo sguardo infuocato nel suo. Schioccai le dita, senza togliere lo sguardo dall'azzurro intenso e striato di rosso degli occhi di Aegos. "Su Icarius, vieni qui subito!" ordinai. Mi eccitava terribilmente quella situazione, quella sfida, quel comportamento di Aegos. Volevo vedere fin dove si sarebbe spinto per avermi solo per lui, volevo condurlo al limite, farlo impazzire, uscire di senno, fargli perdere ogni freno e controllo. Nessun uomo mai mi aveva parlato in quel modo, nessuno mai era riuscito a dominarmi, se non il mio padrone, chissà se lui sarebbe stato all'altezza di un compito tanto arduo quanto impossibile. Chissà... |
16-05-2018, 17.34.10 | #1638 |
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“Ora siete per sempre marito e moglie.” Disse il becchino, suggellando così l'unione tra Gwen ed Elv.
In quel momento di nuovo la campana della chiesetta riprese a suonare, mentre il cielo annunciava ormai l'imminente arrivo dell'aurora. “Sarà meglio tornare alla torre, amore...” disse Elv a Gwen. Ma prima di uscire dal villaggio, i due vampiri notarono una lapide, su cui erano incise queste parole: “La memoria di Progna non dimentica i suoi abitanti trucidati una notte senza stelle di un secolo fa da una creatura bestiale e malefica. Non dimentica ora che solo il silenzio eterno dimora nel villaggio disabitato.” Reddas guardò con un ghigno di disprezzo Dacey, mentre le guardie lo portavano via. Intanto l'albeggiare era giunto e Silvia già attendeva nella camera della sua padrona di poterla aiutare a prepararsi.
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16-05-2018, 17.36.57 | #1639 |
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La nobile e solitaria figura nell'udire la voce di Altea si destò, quasi fosse vittima di un incantesimo, per poi voltarsi verso di lei.
Era ancora buio, sebbene il cielo ad Oriente andava schiarendosi, così che la dama poté vedere bene solo i suoi occhi azzurri. La guardò per un lungo istante. “Siete reale” disse “o anche voi un'illusione, uno spettro che abita questo luogo?”
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16-05-2018, 17.42.52 | #1640 |
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Ora siete per sempre marito e moglie
Quelle parole scatenarono una sensazione forte, profonda, dentro di me. Altri rintocchi e il cielo che iniziava a schiarire. "Sì, andiamo..." risposi piano. Mentre lasciavamo il villaggio, però, vidi un'iscrizione su una lapide. E rimasi stupita, anche se in fondo dovevo immaginarmelo. Era ovvio che girasse da un bel po', ma mi chiedevo come avessimo fatto a non notarlo in tutti questi anni. Tuttavia, era il momento di rientrare. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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