11-01-2013, 19.59.47 | #1651 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La Santa Rita si avvicinò fino a quanto possibile all'isola, poi arrestò la sua avanzata.
“Guisgard...” disse Austus “... non vorrai scendere da solo?” “Solo?” Sorridendo Guisgard, per poi indicare una delle lance. “Non vedi qualcuno è già pronto!” Talia aveva infatti già raggiunto una delle lance. “Rynos, verrai con me e con Talia.” Fece il corsaro. “Ci sarà bisogno di scavare.” “Allora porta con te anche Joao o Emas.” Fissandolo Austus. “Meglio di no.” Rispose Guisgard. “Non sappiamo la portata di quel fantomatico tesoro e ci vorrà spazio sulla lancia.” I tre, così, scesero con la lancia in mare e si avviarono verso l'isola. “Sarà vera la storia degli spettri?” Chiese Rynos a Talia. “Bah... io non ci vivrei neanche da morto lì!” Poco dopo approdarono finalmente sull'isola. La piccola spiaggia era costituita da sabbia e sassi, mentre bassi scogli rendevano difficile raggiungerla. L'isola ora si mostrava ancora più spettrale. Sembrava completamente disabitata e solo il vento pareva aver dimora lì. “Mettiamoci subito in cerca del posto dove scavare.” Fece Guisgard. “Così lasceremo quanto prima questo luogo inospitale.” Si avviarono così verso la boscaglia. Guisgard guidava il terzetto, Talia lo seguiva e Rynos era l'ultimo. Ad un tratto Talia si voltò e non vide più Rynos dietro di lei.
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11-01-2013, 20.47.46 | #1652 | |
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Sorrisi appena a quella domanda di Rynos...
spettri... “Magari stiamo per scoprirlo...” dissi. Avvertii il suo disagio a quelle parole e, involontariamente, il mio sorriso si allargò appena... ed io mi voltai a guardarlo... “Ma non lo credo!” dissi, in tono vagamente divertito “No, Rynos... non credo che la storia degli spettri sia vera!” Giungemmo sulla spiaggia piuttosto in fretta, spinti dal mare agitato e dalle onde, e qui sbarcammo, inoltrandoci quindi subito nella vegetazione... Citazione:
“Rynos?” chiamai. Silenzio. Tornai a guardare in avanti, verso Guisgard, con aria interrogativa... poi di nuovo mi voltai indietro... “Rynos!” dissi di nuovo, ostentando un tono sicuro anche se ero titubante “Rynos, andiamo! Non è il momento di passeggiare! Dove ti sei cacciato?”
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11-01-2013, 20.57.28 | #1653 |
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L'indigeno fissò Cheyenne e sorrise.
Il suo sguardo però in qualche modo tranquillizzò la ragazza. L'uomo infatti sorrideva e sembrava molto rispettoso verso di lei. Le mostrò allora una ricca collana di fiori e la mise al collo della ragazza. Poi le fece cenno di seguirlo.
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11-01-2013, 21.09.02 | #1654 |
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Voleva che lo seguissi...pensai di svegliare Carlos per avvisarlo ma l'uomo sembrava aver fretta.
Feci un respiro e mi incamminai dietro l'indigeno seguita dal mio fido Gulltoppr Cercai di parlare ancora con l'uomo ma lui sembrava non capirmi. Camminammo dunque in silenzio.
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12-01-2013, 02.38.45 | #1655 |
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Cheyenne decise di seguire così quell'indigeno.
Attraversarono insieme un tratto di boscaglia, fino a raggiungere il lago che si trovava alle spalle della villa del colonnello. Da qui l'indigeno condusse la ragazza verso un piccolo molo poco distante. E qua, davanti ad una capanna di pescatori, Cheyenne vide altri cinque indigeni. Erano tre maschi e due donne. Portavano colorate collane di fiori e diademi fatti con petali intrecciati a larghe foglie secche. Le due indigene allora si avvicinarono a Cheyenne, mettendole al collo altre collane di fiori e sistemando tra i suoi capelli uno di quei diademi. La fecero poi sedere su una canoa sulla sabbia, coprendo la ragazza con un variopinto pareo. Uno di quegli indigeni percuoteva un rozzo tamburo tribale, al cui suono gli altri suoi compagni danzavano. Ad un tratto, l'indigeno che aveva condotto lì Cheyenne sorrise nuovamente alla ragazza. “Hawa, tua meno resta.” Disse nel suo incomprensibile idioma. “Bacu, tama lin fao.” “Ha detto” all'improvviso una voce alle spalle di Cheyenne “se vuoi benedire lui e la sua sposa. Essendo la regina della sua isola, tu ne hai facoltà.” Era Fhael e fissava Cheyenne sorridendo. Un attimo dopo si sedette sulla canoa accanto alla ragazza.
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12-01-2013, 03.06.48 | #1656 |
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A quelle parole di Talia, Guisgard si voltò di scatto.
Prese allora la mano della ragazza per avvicinarla a lui. Un attimo dopo estrasse la pistola. “Rynos...” disse guardandosi intorno “... Rynos, dove sei? Mi senti? Rynos, rispondi!” Urlò. Ma solo il vento sembrò rispondere a quei richiami. Nell'aria vi era qualcosa di sinistro. “Resta vicino a me, Talia...” mormorò allora il corsaro, continuando a guardarsi intorno. “Rynos, dove sei?” Chiamò ancora. Si voltò allora a fissare Talia. “Non credo sia tornato alla lancia...” disse “... e di certo non ci ha preceduto avanzando da solo...” il tono ironico tradiva però inquietudine e preoccupazione “... ora cammina sempre accanto a me, Talia...” Penetrarono allora ancora più in profondità in quella boscaglia. Continuarono a chiamare Rynos e a cercare qualche sua traccia, ma il bucaniere sembrava essere sparito nel nulla. Dopo circa mezz'ora raggiunsero il luogo segnato dal tatuaggio di Talia. Il luogo in cui doveva trovarsi il tesoro. E qui vi era una roccia di quarzo bloccata nel terreno. “Dobbiamo cercare una leva e spostarla.” Fece Guisgard. Trovarono allora un lungo ramo pietrificato. Lo fissarono in una sporgenza della roccia e alla fine, a fatica, riuscirono a spostarla di qualche passo. Sotto si mostrò un fondo melmoso. Guisgard prese allora la pala che aveva portato con sé e cominciò a scavare. Scavò per circa un metro e mezzo, fino a quando si mostrò una piccola crepa. A colpi di pala il pirata riuscì ad allargarla quel tanto per poterci passare. Fece allora cenno a Talia di accendere la lampada che avevano dietro e illuminare l'ingresso ricavato da quella crepa. Scoprirono allora uno stretto passaggio, ma sufficiente per essere attraversato da un uomo. Vi era anche una tavola di legno, annerita dall'umidità, sulla quale vi era inciso qualcosa: “Solo io e il diavolo sappiamo dov'è sepolto il mio tesoro! E chi di noi due vivrà più a lungo se lo prenderà tutto!” Intanto, a bordo della Santa Rita, Cavaliere25 aveva scoperto che al suo Becco di Ferro piacevano molto le patate. “Facciamo così...” disse il cuoco al giovane pirata “... io ti darò altre patate per il tuo pappagallo, ma tu, in cambio, resterai qui e mi aiuterai a pelarne altre. Ci stai?”
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12-01-2013, 11.44.15 | #1657 |
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Giunsimo al lago e trovammo altri indigeni. Una donna mi mise al collo una collana di fiori e un pareo alla vita. Poi un uomo parlò in un idioma che non riuscii a comprendere.
Lo fissai con sguardo interrogativo senza capire quando una voce dietro di me, mi tradusse il significato delle parole indigene. Era Fhael. Lo guardai piena di stupore e quando lui si sedette accanto a me sulla canoa, non potei far a meno di gettargli le braccia al collo in un abbraccio. "Sono così contenta di vedervi qui, non riesco ancora a crederci...Siete partito solo da poco e io temevo di non vedervi per lungo tempo. Ma il vostro viaggio? Com'é andata? E questi uomini...chi sono? perché credono sia la loro regina? Io non capisco Fhael..."
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12-01-2013, 21.34.26 | #1658 |
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si mi va benissimo se mi da un coltello e delle patate mi metto gia al opera e mi sedetti su uno sgabello della cucina e aspettai sorridendo
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fabrizio |
14-01-2013, 01.53.19 | #1659 |
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A quelle parole di Cheyenne, Fhael sorrise e strinse a sé la ragazza.
“Poco dopo la mia partenza da qui” disse “giunsi, a causa di una tempesta, su una piccola isola sconosciuta. Lì conobbi la tribù del posto e pian piano mi guadagnai la loro fiducia, fino a scoprire così il dramma di quella gente. Un gruppo di contrabbandieri giungeva a cadenza regolare a rapire le loro donne più giovani, per poi venderle come schiave. Allora decisi di aiutarli. Con i miei uomini preparammo una trappola e quei contrabbandieri vi finirono dentro. Liberarci di loro fu poi un gioco da ragazzi. E per riconoscenza gli indigeni mi proclamarono re della loro isola. Vollero in seguito darmi una loro giovane come sposa... ma io raccontai di voi a loro... per questo ora siamo qui... perchè io possa portare via la mia regina... ammesso che ella accetti di diventare mia moglie.” E sorrise nuovamente.
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14-01-2013, 02.00.21 | #1660 |
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Rigirai l'uncino tra le mani, finché qualcosa di viscido non mi sporcò la mano. Aguzzai lo sguardo nella penombra: era sangue, sangue fresco!
Rabbrividii! Ma tenni l'uncino stretto, pulendolo contro la mia giacca. D'un tratto udii una voce, e poi un altra. "..John.." Mormorai. Mi precipitai nel corridoio. Guardando circospetta a destra e a sinistra. Eppure vi era quella voce, una voce che non conoscevo. Eppure, mi chiamava per nome. "...John.." Chiamai, certa di averlo sentito. Ma poi dei rumori provenienti dal ponte mi fecero trasalire. Corsi in quella direzione e mi fermai davanti alla porta che dava sul ponte. Inspirai profondamente, ed uscii. |
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