24-03-2015, 02.01.04 | #1661 |
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Annuii, sorridendo appena, senza dire altro sulla cicatrice, limitandomi ad osservarla mentre si metteva la giubba.
"Bene..." Dissi poi "Sarà il caso di cominciare..." Annuii, guardandomi attorno. Quella palestra era un sogno, c'era tutto quello che ci poteva servire per l'allenamento, il che velocizzava parecchio le cose. Così proseguii l'allenamento di Icarius da dove l'avevo lasciato, cercando di portarlo ad un rapido miglioramento. |
24-03-2015, 02.10.40 | #1662 |
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Iniziò così l'allenamento fra Icarius e Clio.
Due ore intense e senza neanche una pausa, tra colpi alti e bassi, fendenti, schivate e parate. La ragazza appariva una maestra molto intransigente ed esigente, persino perfezionista, tradendo non solo la sua straordinaria abilità in fatto di conoscenza sulle tecniche di combattimento, ma anche la sua passione e devozione verso quelle marziali discipline. “Io dovrei fermarmi un po'...” disse ansimando il pastore “... sono due ore ormai che mi hai messo sotto torchio... comincia a bruciarmi la mano, tanto mi infastidisce stringere l'elsa di questa spada...” fissò la spadaccina “... vuoi farmi pagare così la tua ostilità? Quasi fosse peggio ammazzarmi di esercizi di questo tuo silenzio? Ho notato che mi ignori da quando abbiamo fatto colazione...”
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24-03-2015, 02.26.38 | #1663 |
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Mi fermai, alzando gli occhi su di lui.
"Facciamo una pausa..." Quasi meccanicamente, cercando qualcosa da bere "Icarius..." Mormorai piano, in modo che nessuno sentisse "L'allenamento è l'allenamento... Se volessi farti del male non ti insegnerei un bel niente..." Scossi la testa. Quella si che era bella.. "Il mio silenzio?" Risi appena, nervosamente "Sono io che ho parlato per ultima senza che tu dicessi una parola... Ed è una cosa che non sopporto..." Con gli occhi nei suoi "Ho detto che sarei stata al mio posto, è il mio posto è qui... Così almeno la smetterai di fraintendere le mie intenzioni..." con un sorriso triste, per poi distogliere lo sguardo. |
24-03-2015, 02.33.42 | #1664 |
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Icarius restò a fissare Clio per un lungo momento, senza dire nulla.
Poi sentì crescere dentro di lui un moto di rabbia. Non sopportava sentirla così distante, così indifferente. Era bellissima ed il solo immaginarla lontana lo rendeva avvilito ed allo stesso tempo arrabbiato. “Già, il tuo posto...” disse con tono freddo, ma con gli occhi rossi per la rabbia e forse anche per la gelosia “... ma ricordati che qui il padrone sono io e decido io dov'è il tuo posto... sei ai miei ordini, non dimenticarlo...” gettando via la spada, per poi bere ciò che i servi avevano lasciato per loro due.
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24-03-2015, 02.48.53 | #1665 |
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Lo ascoltai incredula.
Ma ciao, Guisgard... Ecco dove diavolo eri finito. Alzai gli occhi al cielo e lo costrinsi a guardarmi. "Si può sapere che vuoi da me?" Con gli occhi infuocati nei suoi "Ti sono stata vicino, ti ho permesso di vedere la vera me, senza maschere o corazze... E bada che non è una cosa che mi capita spesso, anzi..." Senza mai staccare gli occhi dai suoi "E tu.. Tu.. Mi hai accusato di prendermi gioco di te... Di ridere alle tue spalle..." Con la voce che era sempre più rotta e incerta, scuotendo la testa, mente sentivo le lacrime affiorare "Cosa ti aspetti da me? Che me ne stia qui, indifesa a lasciarti infierire? Quando..." Chiusi gli occhi per un istante e quando li riaprii una lacrima ribelle mi rigò la guancia "Quando bastava una parola gentile..." Sussurrai chinando il capo "Invece ho avuto solo silenzio e altre accuse...". Restai in silenzio a capo chino, per poi alzare nuovamente lo sguardo su di lui. "Se io mi tolgo la corazza per aprirmi a te e tu mi ferisci senza preoccupartene... Beh, non stupirti se poi io me la rimetto, e ho paura di toglierla.." Con la voce bassa e spezzata, ma sostenendo il suo sguardo. |
24-03-2015, 02.59.28 | #1666 |
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Quel fiume di parole di Clio lo stupì, lo colpì e quasi lo travolse.
Icarius la fissava, ascoltava ogni sua parola, avvertiva l'emozione che il tono di lei riportava in superficie. E restò, almeno per un momento, quasi inebetito. Ma poi qualcosa scattò in lui. Un impulso, uno slancio, anzi, un desiderio. Forte ed irrefrenabile. Con un dito sfiorò il viso di Clio, asciugando delicatamente quella lacrima e poi si avvicinò a lei. Lentamente, ma inesorabilmente. Quasi tremante. Chiuse allora gli occhi. Un po' per pudore, forse anche per paura. Ma forse anche per nascondere la marea i sensazioni che provava. Chiuse gli occhi e continuò ad avvicinarsi a lei. Quasi guidato dal suo respiro, dal suo profumo. Si avvicinò fino a quando non incontrò le labbra di Clio con le sue. Allora si lasciò andare, si lasciò guidare da ciò che sentiva, da ciò che provava. E la baciò. La baciò lui stavolta. Raggiunse le calde labbra di lei e vi restò per attimi infiniti. Attratto ed ammaliato dal loro sapore. E baciandola, istintivamente, cercò con le mani le braccia e poi la schiena di lei, stringendola così a lui.
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24-03-2015, 03.04.32 | #1667 |
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La misteriosa donna rise a quelle parole di Gwen.
Poi il pasto continuò ed alla fine, quando tornarono le servitrici per sparecchiare, la donna chiese alla ragazza di Avalon di seguirla. Scesero in una sorta di cantina, umida e semibuia, che sembrava in netto contrasto con il lusso del palazzo. E una volta giunti là, la donna mostrò un grosso baule a Gwen. Lo aprì ed al suo interno vi erano tantissime maschere e moltissimi costumi. Da quelle che raffiguravano eroi ed eroine classiche, ai costumi di cavalieri e dame cortesi. Ma anche di personaggi immaginari, sconosciuti o anche solo dimenticati. E incredibilmente, fra quelle maschere e quei costumi Gwen vide anche quelle e quelli che raffiguravano Ozzillon, Berio, Rida e gli altri della compagnia. E persino la maschera di Velven c'era in quel baule. “Ecco...” fece la donna “.. scegli la maschera che più ti piace...”
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24-03-2015, 03.08.46 | #1668 |
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Il Re di Cuori ed il Fiore meraviglioso
Chiusi gli occhi mentre mi asciugò quella lacrima con un gesto delicato.
Poi li riaprii e lo vidi avvicinarsi a me. Forse avrei dovuto spostarmi, andare via, invece chiusi gli occhi a mia volta, sentendo il mio corpo fremere al contatto leggerò con le sue labbra. E mi abbandonai a quel bacio, giusto o sbagliato che fosse, come non facevo da mesi ormai, stringendolo a me, in quegli attimi di passione. |
24-03-2015, 03.16.12 | #1669 |
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Quel bacio.
Continuò a lungo. Le labbra di Clio erano ormai schiuse e dentro scivolarono quelle di Icarius, avvertendo e sentendo il sapore di lei, mentre le mani del presunto duca scivolarono lungo la schiena di lei, quasi lui temesse che la ragazza si allontanasse, fuggisse all'improvviso. Poi, lentamente, il pastore cominciò a sbottonarsi la giubba, che pochi istanti dopo scivolò a terra. Allora di nuovo le mani di lui strinsero il corpo di Clio, stringendola ancor più a sé, contro il suo petto nudo, facendole sentire il battito impazzito del suo cuore. “E...” disse in un sussurro lui, staccando appena la sua bocca da quella di lei “... e adesso cosa devo fare?” Tornando poi a baciarla.
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24-03-2015, 04.29.13 | #1670 |
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All'ombra di quel pino, l'altalena dondolava piano, mentre l'ex galeotto e Tessa consumavano la colazione preparata per loro da Vecia.
Poi la ragazza prese a dondolarsi con veemenza, quasi ad imprimere forza all'altalena nel tentativo di allontanarsi da quel mondo che lei aveva descritto con tanto fastidio. Quello in cui le donne dovevano innamorarsi, dovevano amare ed essere amate per dirsi felici. “Quel vecchio è pazzo...” disse la maschera di ferro con gli occhi verso le piante di quel giardino, dove su tutte dominava un robusto melo “... ne parlavo stamani con sua moglie... mi crede suo nipote, finito chissà dove... e pensa di voi che siate innamorata di me...” sorrise “... io non ho nulla di suo nipote e voi meno che niente di una donna innamorata... la vecchia mi ha chiesto di assecondarlo... con ogni probabilità suo nipote non tornerà più e forse ciò è un bene per questi due poveri anziani... quanto a voi, non temete, le mura di Troia stavolta non crolleranno...” col suo solito modo di fare da Guascone “... anche se” alzandosi e facendo qualche passo in avanti “fra quel povero vecchio e voi non so chi sia più pazzo...” senza voltarsi a guardarla “... non si può vivere senza Amore... ma comunque cosa farete della vostra vita non è affar mio...” “Io dico che starà meglio qui, sull'ingresso...” ad un tratto Vecia “... così lo possono leggere tutti.” “Secondo me” mormorò Oldano “starebbe meglio in cucina.” “Chiediamolo ai ragazzi.” Fece Vecia. E i due anziani raggiunsero l'ex galeotto e Tessa. “Secondo voi” chiese loro, mostrando un quadretto con una scritta ricamata al centro “dove starebbe meglio?” La scritta ricamata così recitava: “Il cuore di un uomo può conquistare il mondo intero. Ma solo il cuore di una donna può conquistare quello di un uomo.” “Beh...” fece il prigioniero “... non saprei... immagino dove sia bene in vista. Tu cosa dici, mia cara?” Rivolgendosi poi a Tessa e facendole l'occhiolino. “Ah...” voltandosi verso i due vecchi coniugi “... volevo chiedervi... Fra' Godwin accennò ad un fabbro, o qualcosa di simile... sapete dove abbia la sua bottega?” “E' per la maschera, vero?” Domandò Oldano. “Bravo. Fossi in tua moglie manco ti farei entrare nel letto la notte con quell'affare in testa.” Scuotendo la testa. “Si può sapere come diavolo è finita sulla tua faccia?” “La verità?” Divertito il prigioniero. “La verità... è stata a causa di un incantesimo...” “Incantesimo?” Ripetè il vecchio. “Si...” annuì il prigioniero, per poi tornare a sedersi accanto a Tessa “... mi è stata messa in testa da una strega che si era follemente innamorata di me...” facendo l'occhiolino a Vecia che lo guardava divertita “... e siccome io non volevo saperne, visto era bruna ed a me invece piacciono solo le ragazze dai capelli chiari, allora la megera mi ha imprigionato il volto sotto questa maschera... così il mio fascino non avrebbe potuto più colpire nessuna donna... e solo una ragazza davvero innamorata, pur senza vedermi in viso, poteva liberarmi col suo Amore sincero.” Abbracciando per un attimo Tessa. “Sei pazzo!” Ridendo Vecia. “Completamente pazzo!” “Non metterà mai la testa a posto!” Sbottò Oldano. L'ex galeotto tornò ad alzarsi, senza smettere di ridere. “Mi chiedevi del fabbro...” fissandolo il vecchio “... di certo Fra' Godwin si riferiva ad Ernò... è l'unico fabbro del borgo e la sua bottega non è lontana da qui. Magari davvero riuscirà a toglierti quel ferro vecchio dalla testa.” Annuì. “Anche se io getterei via anche la tua testa vuota, mio scellerato nipote.” Guardò Tessa. “Mi raccomando, ragazza, deve rigare dritto questo fanfarone!”
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