17-04-2012, 03.04.15 | #1681 |
Cittadino di Camelot
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Lilith soffermò il suo sguardo sulla corazza..... è la tipica situazione in cui si verificavano le sue visioni, era un peccato non esserne parte, forse potrebbero aiutarci a capire....
Nel frattempo, rientrarono i nani seguiti da Isengrid. Eravamo stati scoperti. La preoccupazione ed il timore di uno scontro violento avevano preso il sopravvento.... corsi verso Lilith e la nascosi dietro di me: "Stammi vicino" le dissi..... "Sicuramente succederà qualcosa...." I nani chiesero il permesso ad Isengrid di poterci eliminare, ma il servitore con fare subdolo negò il consenso. Sarà una buona occasione per obbligarci ad affrontare la prova.... i nostri cuori avrebbero dovevano tenersi pronti. Mi volsi verso la corazza, in cerca di aiuto....cercando di trarre il giusto coraggio..... mi sentivo vicino al suo destino..... sentivo il suo calore ed i suoi dolori. Quel leggerissimo tocco.....potrà bastare?
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17-04-2012, 03.20.49 | #1682 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Insegrid fissò, per alcuni lunghi istanti, i tre davanti a lui.
I suoi occhi indagatori passavano velocemente da Parsifal, a Lilith, poi a Fyellon. Quest'ultimo allora cominciò a far scivolare, lentamente, la mano sull'elsa della sua spada. Insegrid notò quel suo movimento e rise lievemente. “Non siete prigionieri, amici miei...” fece l'uomo, per poi indossare un grembiule e cominciare a scegliere vari strumenti per il suo lavoro “... questa è una fucina, non una prigione... siete liberi di andare o restare... non troverete nulla di male qui, a parte l'eccessivo calore generato dalla brace e dalle fornaci... ma col freddo che c'è fuori non credo sia poi tanto fastidioso un po' di aria calda...” sorrise e fece cenno ai nani di prepararsi a riprendere il lavoro. “Siete dunque voi il fabbro?” Domandò Fyellon. “Si...” annuì Insegrid “... sono Insegrid, il Fabbro degli Eroi.” “Il Fabbro degli Eroi?” Ripetè Fyellon. “Si.” Rispose il fabbro. “E quell'armatura rossa?” Domandò Fyellon. “L'avete costruita voi?” “Sono stati i miei antenati a forgiarla.” Fece il fabbro. “Il mio compito è custodirla, fino a quando non giungerà chi è destinato ad indossarla.” “E chi sarà destinato?” Chiese Fyellon. “Colui che vincerà l'Avvilente Costumanza.” Rispose Insegrid.
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17-04-2012, 03.57.05 | #1683 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Da una delle finestre che davano sullo spiazzo del Belvedere e sulla bassa vallata scoscesa racchiusa dai verdi colli di San Leuciano, si poteva vedere lontano, quasi come guardare la vita che attraversa il lungo orizzonte indefinito, sospeso in un leggero e sfocato alone bluastro nel quale tutto sembrava perdersi.
Le nuvole si mostravano come decise a scendere sulla terra ed avvolgere ogni certezza umana nel loro confuso ed indistinto manto. Guisgard teneva stretta a sè Talia. La ragazza appariva più pallida a causa di quelle lacrime e dell'inquietudine che aveva stretto il suo cuore. Aveva affondato il suo sguardo lucido, racchiuso dalle palpebre languide, nella camicia di lui, mentre i bagliori liberati dalla luce che attraversava le tendine della stanza disegnavano uno sfondo, incantato e sognante, nel quale si stagliavano gli ambrati riflessi dei suoi occhi. Guisgard passeggiava, in direzione del Casale, lungo la stradina che attraversava il punto in cui la campagna cedeva il posto al bosco di Suessyon. “Guisgard!” Chiamò una voce di fanciulla. “Guisgard, aspettami!” “Ersa!” Voltandosi lui. “Aspettami...” raggiungendolo “... dove vai tutto solo?” “Beh, un cavaliere va sempre in cerca di madonna Avventura e madonna Fama.” Sorridendo lui. “Eh, ma un cavaliere deve però avere una dama” chiudendo gli occhi la fanciulla e sospirando “altrimenti a chi dedicherà le sue nobili imprese?” “Sai che non ci avevo pensato?” Facendole l'occhiolino lui. “Dovresti invece!” “Già.” Annuendo Guisgard. “Magari ne troverai una alla Pesca di Beneficenza di domani sera.” Guisgard sorrise nuovamente. “Però dovresti stare attento a chi ti starà vicino.” “Che vuoi dire?” Fissandola lui. “Nulla... dicevo per te...” “Ossia?” “Sai, ho sentito alcuni discorsi...” fece la ragazza “... nella bottega di mio padre... riguardavano proprio lei... tua sorella...” “Cosa dicevano su Talia?” “Qualcuno parlava del fatto che è una trovatella...” “E con ciò?” Incupendosi lui. “Al Casale degli Aceri tutti lo sono.” “Si, ma si diceva che forse è stata data via” sorridendo la fanciulla “perchè figlia illegittima o naturale... per questo poi il vostro maestro ha deciso di destinarla a quel voto... nessun giovane, nobile o borghese, la prenderebbe come moglie...” “Smettila!” Con tono fermo Guisgard. “Cosa ho detto di male?” Fingendosi stupita lei. “Sono i discorsi che ho udito nella bottega di mio padre...” E mentre la fanciulla parlava, Guisgard serrava sempre più i pugni. “Per questo dicevo...” continuò Ersa “... un cavaliere non può certo chiedere di diventare suo campione... anzi, dice mia madre che quelle come lei, destinate a finire in un tempio, non devono pensare a divertirsi e a cose del genere... è come fare peccato o sacrilegio... per questo abbiamo deciso di non invitarla alla Pesca di Beneficenza...” Guisgard sentì la rabbia crescere sempre più, ma riuscì a trattenersi. “Sai cosa, Ersa?” Assumendo un'aria scanzonata lui. “Siamo tutti così, noi altri del Casale. Anzi, io sono il peggiore...” sorrise “... sai cosa si dice di me? Che sono una testa calda, che litigo un giorno si e l'altro pure, che adoro fare a pugni e detesto ogni tipo di regola...” rise di gusto “... come vedi, è meglio non farti vedere in mia compagnia, o tuo padre andrà su tutte le furie!” “Ti stai burlando di me!” Esclamò Ersa. Lui continuò a ridere. “Sai cosa ti dico?” Adirata lei. “Che Fyellon ha ragione!” “Certo che ha ragione!” Fece lui mentre andava via. “Lui è quello che più di tutti conosce il sapore dei miei pugni!” E rise nuovamente. Poco dopo tornò al Casale. “Guisgard!” Andando verso di lui Talia. “Ti stavo aspettando!” “Davvero?” Accennando un sorriso lui. “Si...” annuendo lei “... guarda...” mostrando delle piantine “... le porterò alla Pesca di Beneficenza... sai, ognuno porta qualcosa... e tu cosa porterai?” “Io non ci andrò.” Con lo sguardo cupo lui. “Perchè?” Sorpresa lei. “Avevi detto che ci saremmo andati insieme...” “Ho cambiato idea.” “Perchè?” “Perchè detesto quelli che ci andranno.” Tagliando corto lui. “Ci litigherò, già lo so.” “Oh...” restando immobile lei. “Anzi, stasera mi divertirò...” fissandola lui “... andrò alla taverna... ci sarà il mio amico Ramon... lui si che è un grand'uomo!” Lei non rispose nulla. “Vuoi venirci, Talia?” “E la Pesca di Beneficenza?” “Che vadano al diavolo!” Esclamò lui. “Vieni, ti farò conoscere Ramon!” Prendendola per mano. “Aspetta, dove andiamo?” Turbata lei. “Sei impossibile, sai? Cambi umore e idea come cambia il vento!” Ma lui non volle sentire ragioni. I due ragazzi, così, raggiunsero la taverna, per cercare lo zingaro Ramon. “Ramon...” chiamò Guisgard affacciandosi ad una finestra “... Ramon, ci sei?” “Chi è la?” Guardando dalla finestra uno zingaro. “Guisgard, ragazzo mio!” Rise allora Ramon. “Vieni, presto! Ragazzi, questo è il mio grande amico Guisgard!” Chiamando gli altri cuochi della cucina. “Ramon, lei è Talia...” avanzando Guisgard e mostrando la ragazza. “Ah, vedo che siamo accompagnati, cavaliere!” Sorridendo Ramon. “Ed è anche molto carina! Presto, ragazzi!” Sollecitando gli altri cuochi. “Stasera abbiamo ospiti importanti... chi siete?” Fissando i due ragazzi. “Lancillotto e Ginevra? O forse Tristano e Isotta? O magari Aladino e la sua bella principessa? Oh, non ditelo...” mostrando la sua abilità come giocoliere con delle mele “... siete un principe ed una principessa fuggiti da un reame malvagio in sella ad un destriero veloce come il vento...” I due ragazzi sorridevano alle parole e alle movenze dello zingaro. “Permettetemi, allora, di farvi assaggiare qualcosa di straordinario, miei signori...” continuò Ramon “... sono certo di poter soddisfare i vostri sofisticati gusti...” mettendo loro davanti un piccolo tavolino e apparecchiandolo come si conveniva “... ragazzi...” chiamando gli altri cuochi “... c'erano dei fagiani niente male, vero? E poi quelle verdure con olive e lardo. Anche dello stufato con legumi se ricordo bene...” rise “... oh, ma forse i nostri nobili ospiti gradiscono qualcosa di particolare... come quelle due fette di torta di mele che stanno per arrivare!” E servì loro la torta. “Ramon...” fece Guisgard “... parlaci di uno di quei posti magici che hai visitato...” “Eh, stasera vorrei parlarvi di un posto speciale...” sussurrò lo zingaro “... incantato, dove tutto può accadere... dove ogni desiderio può essere esaudito, sia esso un viaggio avventuroso, un tesoro inestimabile, un amore d'altri tempi...” mostrò ai due ragazzi la mano vuota, per poi chiuderla e soffiarci dentro “... seguitemi in un borgo lontano e fuori dal tempo... vorrei parlarvi della Casa delle Bifore...” aprì il pugno e magicamente mostrò una candela con cui poi illuminò il tavolino dei due giovani “... ma dovrei parlarvi di magia... siete pronti a chiudere gli occhi e sognare?” E sorrise. E con lui sorrisero anche Guisgard e Talia. “Sei felice?” Fissandola lui. “Si, tanto...” annuendo lei “... ma la Pesca di Beneficenza? Il maestro magari pensa di trovarci lì...” “Non pensarci, Talia...” sussurrò lui “... non pensare più a nulla... stasera ci siamo solo noi... promettimi che sarai sempre felice... felice come lo sei questa sera...” “Si...” sorridendo lei “... te lo prometto...” Restarono così, abbracciati, col solo linguaggio dei sussurri ad intaccare quel lieve silenzio fatto di ricordi, paure, inquietudini e sogni solo appena accennati al proprio cuore. “Mi avevi detto di voler visitare questo palazzo, vero?” Giocando lui con una ciocca dei capelli di lei. “E mi avevi accennato ad una stanza in particolare... vogliamo andarci adesso?”
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17-04-2012, 10.27.36 | #1684 |
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La dama si rivolse a me piangendo...forse era proprio Lady Arya, mi disse di andarmene dal castello..quasi fosse una supplica.
Ci sarebbe stato un nuovo duello per l' Avvilente Costumanza.."Milady, aspettate" corsi dietro ad ella e in quella corsa il vento porto un lamento. Mi fermai, ancora le parole del vento? "Milady, gentilmente, spiegatemi cosa consiste l'Avvilente Costumanza e perchè molti cavalieri muoiono per essa".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
17-04-2012, 10.56.17 | #1685 |
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" Cavalieri, Reas, Cavalieri le cui trombe al suono scuotono la terra....."....gli andavo dietro.....Dovevamo parlare con la Regina, la immaginavo.....triste col cuore in tumulto.....non era il tempo del pianto.....era il tempo di agire, quando Goz si paro' davanti a noi.....Reas mi strattonava per andare avanti...ma Goz mi fece una precisa domanda...e ill suo tono non era sottomesso....era autoritario...." No Goz...non ho pensato ai vostri cigni, io non so piu' dove andare o cosa fare.........sono nel caos....I vostri cigni...hanno bisogno di acqua, sono trattenuti.....in una vasca...o in un lago...... o in uno stagno.......Goz..perche' non ci fate strada.....vi aiuteremo a trovare i vostri cigni, Reas ..penso che la vostra Regina.....non abbia bisogno di voi, ma se pensate il contrario....abbandonate me..per correre da lei......."....
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17-04-2012, 11.33.03 | #1686 | |
Cittadino di Camelot
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Lentamente il mio respiro tornò regolare, i miei occhi si asciugarono ed il mio cuore si placò... era Guisgard, era ciò che aveva sempre fatto: fin da quando eravamo piccoli, infatti, lui era sempre stato in grado di calmarmi, ti tranquillizzarmi, di farmi sentire bene nonostante tutto...
Citazione:
Le parole di padre Anselmo in quel giorno lontano continuavano a vorticarmi in mente... non avevo il diritto di ignorare quel dono, mi aveva detto, perché quel dono non mi era stato destinato per il mio esclusivo bene ma per un bene più grande... Però dall'altro lato c'era Guisgard... ed io non avrei mai anteposto il bene di nessuno al suo! Esitai per qualche istante... poi decisi che, almeno per il momento, tanto valeva vedere dove avrebbe condotto quella strada... Così sorrisi... "Si..." mormorai "Si, andiamoci adesso!"
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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17-04-2012, 14.40.46 | #1687 |
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"Il Fabbro degli Eroi?" non avevo mai sentito parlare di lui......
Il suo nome sicuramente rispecchierà chi ha servito e le sue gesta da artigiano, inoltre chi è riuscito ad ottenere la stima dei nani divenendone il mastro varrà...... Continuaì ad osservare quell'armatura.....venne detto che sarebbe stato il premio di colui che avesse superato la prova, ma a quale prezzo..... Un brivido mi percorse la schiena e pensaì: "Temo questa prova......e se ci mettessero l'uno contro l'altro? Se usassero qualche sortilegio?" Mi appoggiaì al muro e chiusi gli occhi per riflettere.
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17-04-2012, 17.22.31 | #1688 |
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La monaca voleva portare via con sé la dama velata, ma questa si fermò, voltandosi poi verso Altea.
“L'Avvilente Costumanza è solitudine...” mormorò “... è angoscia, è tristezza... è rimpianto, è dolore... l'Avvilente Costumanza è una piaga dell'anima e del cuore... è un nemico invisibile e come un demonio vuol spingere alla disperazione... ti sottrae la fiducia, la speranza... ti ruba ogni desiderio e sogno... come un morbo si diffonde ogni giorno di più col solo intento di spingerti a perdere ogni slancio, ogni proposito e con essi la volontà di essere felici e la gioia di vivere...” “Dobbiamo andare, milady...” disse la monaca alla dama velata “... è tardi...” “Ogni guerriero o cavaliere” continuò la dama velata, senza badare alle parole della monaca “per coraggioso e valoroso che sia, spera ed invoca una morte rapida e onorevole... ma a coloro che sono afflitti dall'Avvilente Costumanza anche questo è negato... e ogni giorno muoiono un po' alla volta, maledicendo quella felicità e quella gioia che a loro sembrano negate per sempre...” Di nuovo si udì il suono della campana. “Vi supplico, milady...” insistendo la monaca “... è tardi, dobbiamo andare...” prese allora la dama velata e la portò via. “Milady...” all'improvviso una voce che destò Altea da quell'incontro “... cosa ci fate qui tutta sola?” Domandò Redentos. “Fa freddo e il cielo promette pioggia, meglio rientrare nel castello e prepararsi per la partenza.”
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17-04-2012, 17.36.59 | #1689 |
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La dama si voltò verso di me, e iniziò a raccontare dell' Avvilente Costumanza...una lenta agonia dei sensi che ti portava a una morte dove vita non vi era mai stata. Ascoltai con attenzione....i cavalieri che l'avrebbero affrontata sarebbero destinati a una lenta morte di infelicità.
La monaca portò via la dama...e nuovamente un rintocco della campana. Un duello..e chi voleva nuovamente affrontare l' Avvilente Costumanza? Fui destata da una voce maschile....era il maestro Redentos, era la prima volta che avevo occasione di parlare con lui. "Messere...stavo qui..tra i miei pensieri e cercando di sapere di più sulla Avvilente Costumanza..voi sapete dove si trovi Fyellon?"
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17-04-2012, 17.47.24 | #1690 |
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Elisabeth, Reas e Goz erano nell'androne, quando si udirono dei passi.
Giunsero così alcuni cavalieri del Tulipano insieme ad un vecchio. “E' lei!” Indicò il vecchio fissando Elisabeth. “Ne sei sicuro, vecchio?” Chiese uno dei cavalieri. “Si, certo!” Annuendo il vecchio. “L'ho veduta io stesso! L'ho veduta mentre evocava il demonio! Lei ha evocato La Lacrima di Cristo!” “Ma cosa sta dicendo?” Turbato Reas. “Questo vecchio è pazzo!” “Seguiteci, milady.” Disse uno dei cavalieri ad Elisabeth. “Dove volete condurla?” Domandò Reas. “Sarà processata davanti a lord Guxyo.” “Non avete il diritto!” Gridò Reas. “La regina deve decidere su queste cose!” “Dimenticate che noi Cavalieri del Tulipano” giungendo anche Shoyo “abbiamo giurisdizione su Tylesia, visto che siamo in tempo di guerra.” Si rivolse poi ai suoi cavalieri. “Portatela da lord Guxyo.” “Fermi, vi dico!” Estraendo la spada Reas. “Nessuno la toccherà!” Shoyo allora fece un cenno ai suoi e cinque di loro aggredirono Reas pestandolo a sangue. “Portatela via.” Ordinò nuovamente. Ed Elisabeth fu condotta nel quartier generale del Tulipano.
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