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Vecchio 10-02-2010, 01.36.32   #161
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Grazie, milady.
Sono lieto che la storia di Ardea vi abbia appassionato tanto.
Invocherò la musa che non tardi a dettarmi il continuo delle gesta di questo nobile e tormentato cavaliere.
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Vecchio 10-02-2010, 01.48.17   #162
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ARDEA DE' TADDEI

LXXXVIII

"La tentazione ha sempre l'immagine di una donna."
(Anoonimo)


Lo stalliere si avvicinò alla tavola ed attese in silenzio un gesto che non tardò ad arrivare.
Maria chiese di essere scusata e si allontanò con Giovanni.
“Sicuramente avrete udito di ciò che accade di notte qui a Frattagrande...” Disse Parzia.
“Ogni luogo ha i suoi miti e le sue leggende.” Rispose Ardea.
“Si...” ribatté Parzia “...ma qui ci sono stati anche i morti. E quelli non sono miti o leggende.”
“Parzia...” intervenne visibilmente infastidito Luigi “...smettila di rovinarci il pasto con questi tuoi discorsi.”
“Damigella...” disse Ardea “...le morti che sono avvenute qui a Frattagrande sono reali, purtroppo. E solo quelle a me interessano.”
“Ma Frattagrande” intervenne Maria che era appena ritornata nella sala “non è solo un luogo di leggende e paure, cavaliere. E spero che il vostro soggiorno qui a Frattagrande renda merito a questo.”
La colazione continuò allora con discorsi più futili e leggeri, senza però che quell’angoscia, mista ad un senso di apatia, abbandonasse i presenti.
Il giorno poi trascorse senza slanci o accadimenti particolari, con Ardea e Biago condotti a visitare il palazzo dei Mussoni da Luigi, in veste di un Cicerone d’eccezione.
“La nobile ed antica stirpe dei Mussoni” raccontava Luigi con il tono di chi mischia austerità, soddisfazione ed un velato filo di nostalgia “è antica quasi come l’intero regno. E questo palazzo ne é testimonianza con ogni suo muro ed ogni sua pietra.”
“Perdonate” prese a dire Ardea “se mi occupo di argomenti intimamente legati alla vostra nobile famiglia, ma è il mio ruolo ad imporlo, milord.”
“Comprendo, cavaliere.” Rispose Luigi intuendo dove il suo ospite voleva andare a parare.
“Come pensate di risolvere le contese tra voi eredi?” Chiese Ardea. “Frattagrande è nel caos da troppo tempo.”
“Putroppo” rispose Luigi “nostra madre, che riposi in pace, non ha lasciato alcuna volontà testamentaria. Non designò quindi eredi ed ora tutto è alla mercé dell’avidità umana.”
“Eppure stento a credere” disse Ardea “che una donna come la granduchessa possa essere stata così avventata. Era una donna capace ed accorta nella gestione del suo feudo. E’ davvero singolare che non ci siano state sue disposizioni in merito alla successione.”
“E’ quanto pensiamo noi tutti, cavaliere” rispose Luigi “e tutte le nostre sciagure sono cominciate allora.”
“Riguardo invece a quelle strane voci” chiese Ardea “cosa potete dirmi?”
“Di cosa parlate, messere?”
“Di ciò che si dice attorno a quelle morti avvenute qui.”
“Non ditemi che avete creduto a quelle assurdità!” Rispose Luigi. “Non ditemelo, perché non vi crederei!”
Ardea lo fisso senza rispondere nulla.
“E’ assurdo credere che un cane fantasma” continuò Luigi “si aggiri nella campagna di Frattagrande!”
“Milord, io non parlo di fantasmi, ma di morti!” Ribatté Ardea. “Come credete siano avvenute?”
“Opera di lupi o di qualche altra fiera selvatica.” Rispose Luigi.
“Questa non è proprio una zona da lupi.” Disse Ardea.
“Forse l’inverno avrà fatto giungere qui qualche lupo, spinto dalla fame.” Rispose Luigi. “Purtroppo il controllo di queste terre è ancora inadeguato. E lo sarà finché non si deciderà chi dovrà governare Frattagrande!”
“Un motivo in più per risolvere le vostre controversie, allora.” Disse Ardea.
In quel momento li raggiunse Parzia.
Aveva indosso un provocante abito da cavallerizza.
“Che deliziosa amazzone.” La salutò Ardea.
“Per una volta sarà la dama a salvare il cavaliere!” Disse divertita.
“E da cosa, di grazia?” Chiese sorridente Ardea.
“Da mio fratello e dal suo culto per il nostro passato!” Rispose Parzia.
“Non essere irriverente, Parzia.” Intervenne infastidito Luigi.
“Immagino già la scena.” Continuò a dire Parzia. “Lui che osanna il secolare lignaggio dei Mussoni e voi ad annoiarvi a morte!”
“Tutt’altro, damigella.” Rispose Ardea. “Visitare questo antico palazzo è un privilegio e noi siamo grati a vostro fratello.”
“Voi cavalieri siete troppo imbevuti di cortesia.” Replicò Parzia. “Ecco perché vi preferisco nudi, senza le vostre scintillanti corazze!”
“Le corazze, damigella ci occorrono per difenderci, damigella.”. Disse Ardea. “Senza saremmo troppo vulnerabili.”
“E da cosa volete essere difeso?” Chiese Parzia.
“Ci sono tanti malintenzionati in giro...” rispose Ardea “...meglio essere prudenti.”
“E la corazza vi difenderà anche dagli sguardi di qualche affascinante dama?” Chiese maliziosa la ragazza.
“Ne dubito, damigella.” Rispose sorridendo Ardea. “Non ho mai veduto una corazza capace di tanto.”
“Perché sei vestita così?” Chiese Luigi. “Vai da qualche parte?”
“Si, voglio cavalcare nel campagna.” Rispose Parzia. “Oggi l’aria è splendida.”
“Tra non molto farà buio” disse Luigi “e sarebbe meglio non uscire. Ci andrai domattina.”
“E di cosa hai paura?” Chiese la ragazza. “Dei fantasmi che tu per primo deridi? E comunque non temere, sicuramente il nostro cavaliere non lascerà che io vada da sola a cavalcare. E con lui non correrò alcun rischio.”
“Sarà un onore accompagnarvi, damigella.” Disse Ardea accennando un inchino col capo.
“Bene, allora vi attendo fuori le scuderie.” Rispose la ragazza. “E badate di non fare tardi.”
Poco dopo i due uscirono a cavallo per la campagna di Frattagrande.
Il Sole era ancora ben visibile, se bene si accingesse a lasciare il posto al crepuscolo.
Ed un leggero velo di oscurità, pian piano, cominciò a scendere su quel paesaggio, rendendo quello scenario indefinito ed irreale.


(Continua...)
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Vecchio 13-02-2010, 00.14.39   #163
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Apprezzo molto la storia di Ardea, per questo vi chiedo di esortare la vostra Musa ad ispirare il vostro cuore e il vostro animo in modo che la penna tra le vostre mani possa scorrere su pagine bianche imbrattate improvvisamente di sapiente inchiostro, in modo che io non debba aspettare oltre per continuare a leggere le avventure di questo Umile Cavaliere insieme al suo fidato scudiero.......
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Vecchio 13-02-2010, 04.09.50   #164
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Allora, per queste vostre parole, esorterò la musa a visitarmi più spesso, milady.
Lei stessa promise che mai nulla mi avrebbe rifiutato.
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Vecchio 15-02-2010, 02.55.09   #165
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ARDEA DE' TADDEI

LXXXIX

“L’incubo è reale se chi lo vede ha
gli occhi intrisi di peccato.”
(Antica incisione longobarda)


“Sarà meglio tornare al palazzo, damigella.” Disse Ardea scrutando il rapido incedere della sera.
“Di cosa avete paura, messere?” Chiese maliziosa la giovane.
“Siamo a due passi dalla brughiera” rispose Ardea “ed è ormai buio. Ed ultimamente da queste parti sono accadute cose non sempre piacevoli.”
“Anche a voi fanno quindi paura i fantasmi, cavaliere?”
“Damigella...” rispose Ardea “...non c’è bisogno di scomodare fantasmi o spettri per dare una spiegazione a quanto è accaduto qui a Frattagrande.”
Ma proprio in quel momento un terribile ululato lacerò il silenzio della sera.
“Per tutti i diavoli!” Esclamò Ardea che però non ebbe il tempo di aggiungere altro.
Infatti il cavallo di Parzia, a quel delirante ululato, si imbizzarrì e cominciò a correre senza meta verso la brughiera.
La giovane gridava in preda allo spavento, mentre il cavallo, reso folle dalla paura, si immergeva sempre più nella desolata oscurità che avvolgeva quel paesaggio.
Ardea si lanciò immediatamente all’inseguimento di quel cavallo, mentre la giovane disperata invocava il suo aiuto.
Per quanto Arante fosse agile e veloce, il cavallo di Parzia sembrava avere centuplicato le proprie forze e correva veloce come il vento.
Ardea, alle urla della giovane, le gridava di saltare giù dal suo cavallo.
Ma Parzia, dominata dalla paura, si stringeva forte alle redini ed al collo di quel cavallo furioso.
E l’oscurità li avvolgeva sempre di più, rendendo impossibile ad Ardea di scorgerli in quelle tenebre.
Ormai a guidarlo era solo il rumore della frenetica corsa di quel cavallo e le urla della giovane.
Allora il cavaliere affondava i suoi speroni nei fianchi del fiero Arante per indurlo a raggiungere quel cavallo che sembrava come indemoniato.
La brughiera tutt’intorno era un’enorme vuoto di oscurità e sembrava voler inghiottire tutto ciò che l’attraversasse.
E più quell’assurdo inseguimento proseguiva più il freddo della brughiera li avvolgeva.
E quel freddo non aveva niente di naturale.
Il gelo che si percepiva nell’aria sembrava voler trafiggere le carni e penetrare sin dentro l’anima.
Un gelo che pareva la naturale atmosfera pronta ad accogliere il ritorno dei morti sulla terra.
Ardea però non cedeva e spronava sempre più il suo formidabile sauro a proseguire quella corsa.
Quella corsa era ormai una prova di forza ed il cavallo di Parzia sembrava attingere quell’innaturale vigore solo dalla follia che l’aveva completamente dominato.
Ma, ad un tratto, giunsero in una piccola radura, più simile ad uno spiazzo.
E chissà per quale motivo, il cavallo di Parzia arrestò la sua corsa, cominciando a scalciare con un forza impensabile data la velocità con cui aveva galoppato fino a quel luogo.
E tanto scalciò che la ragazza fu lanciata a terra.
E libero dal peso della giovane riprese la sua assurda corsa, sparendo per sempre nell’oscurità della brughiera.
Ardea si lanciò subito vicino alla ragazza, che per il colpo aveva perso i sensi.
Tentò di farla riprendere.
E dopo qualche istante Parzia riprese conoscenza.
Era intontita e confusa.
“Come vi sentite, damigella?” Chiese Ardea.
“Io...” cominciò a rispondere la giovane “...ho...un forte mal di testa..e...anche i capogiri...”
“Coraggio...” disse Ardea “...vi riporto al palazzo.”
Ma proprio in quel momento la ragazza sgranò gli occhi come se stesse fissando qualcosa di assurdo ed impensabile.
Divenne ancor più pallida di quanto non l’avesse resa la paura per la corsa del suo cavallo.
Ed iniziò a farfugliare qualcosa di incomprensibile.
“Cosa avete?” Chiese Ardea.
La giovane allora indicò un punto alle spalle del cavaliere.
Proprio in quel momento la Luna emerse dalle nubi della notte ed illuminò quello spiazzo.
E fu allora che Ardea vide qualcosa di innaturale ed incredibile.
Un grosso molosso fermo a pochi passi da loro.
Aveva il pelo lucente come se fosse rivestito da un alone aureo e li fissava ringhiando.
Quella bestia sembrava essere appena giunta dagli inferi, per reclamare il suo sacrilego pasto.


(Continua...)
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Vecchio 18-06-2010, 02.05.10   #166
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Giunsi a questa storia in seguito ad una segnalazione, e devo ammettere che ne sono rimasta alquanto colpita… peccato che non sia mai stata portata a termine: mi sarebbe piaciuto conoscerne il seguito!
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"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 18-06-2010, 20.42.09   #167
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lady rainbow sarà presto famoso
Anche io caro Guisgard mi aggiungo ai complimenti della nostra Talia..potrei conoscere,se non sono troppo ardita nel chiederlo il perchè non è stata portata a conclusione?davvero molto bella...e sentita...
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Vecchio 18-06-2010, 22.54.45   #168
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Il grande Guisgard, ho letto con passione questa storia sino a quando , un giorno.......tutto si fermo' e non ebbi piu' il piacere di leggere il continuo.......ma ho sempre pensato che un grande scrittore debba trovare .......il momento giusto per continuare una storia cosi' appassionante........Tre dame desiderano che voi proseguiate.......e non e' giusto farle attendere......
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Vecchio 19-06-2010, 01.46.12   #169
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Le grandi storie vivono da sempre sui sospiri e sui sogni che sanno suscitare.
Sono certo che la musa, mai insensibile alla bellezza ed alla grazia, saprà esaudire ciò che chiedete.
Da parte mia non posso che ringraziarvi delle belle parole spese su questa antica leggenda e sul suo nobile protagonista
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Vecchio 28-06-2010, 03.55.46   #170
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ARDEA DE' TADDEI

“La bestia è l’illusione.
L’illusione è il peccato.
Il peccato è la morte.”
(Lattanzio)


Gli occhi come due luci fisse e scintillanti.
Il pelo lucidissimo e di uno spettrale chiarore.
Quella bestia li fissava come se li conoscesse da sempre.
Come se fosse li ad attenderli dalla notte dei tempi.
Ringhiava ed alitava con viva ferocia.
“Non... muovetevi.” Intimò con voce quasi impercettibile Ardea a Parzia.
Gli occhi del molosso erano fissi su di loro.
Pochi passi li dividevano da quella assurda visione.
Ardea lasciò scivolare lenta la mano lungo l’elsa di Parusia.
La sua paura, il suo timore, erano dettati dalla vicinanza della giovane.
Se avesse fatto una mossa falsa, incerta o titubante, quel robusto molosso sarebbe balzato su di loro in un attimo.
La giovane si teneva stretta al cavaliere tremando come se fosse in preda alla paura più pura ed assoluta.
Ad un tratto, vinta dalla tensione e dall’terrore, Parzia lanciò un grido di paura.
La belva allora si lanciò verso di loro ringhiando.
Ardea, lesto, allontanò con una mano la giovane da sé e con l’altra estrasse Parusia.
Un attimo dopo il terrificante molosso era su di lui.
Ma rapido quel cane scattò, come se rimbalzasse, dal corpo del cavaliere e si ritrovò alle spalle di questi.
Riprese a fissare la sua preda ed a ringhiare. Stavolta con ancora più vigore.
Era ormai pronto ad un nuovo balzo verso il cavaliere che, dal canto suo, l’attendeva con la fedele spada in pugno.
Ma proprio in quell’istante, un fischio lontano interruppe quella macabra attesa che separava la belva e l’eroe dal loro scontro.
Il molosso, richiamato da quel suono, obbediente si lanciò nell’oscurità della brughiera, sparendo all’istante, come se davvero l’Aldilà l’avesse inghiottito.
Ardea rimase stupito.
Ma quasi nello stesso istante si voltò verso Parzia, che era a terra, come sconvolta.
“Come state, damigella?” Chiese il cavaliere.
La ragazza fissava il vuoto senza rispondere nulla.
“Parzia, mi sentite?” Gridò Ardea. “Come state?”
La scuoteva e la chiamava con forza, senza però che la giovane mostrasse segni di coscienza.
“Parzia, in nome del Cielo, rispondetemi!”
A quell’ennesima invocazione, la giovane lanciò un grido e cominciò a piangere forte, come se fosse stata appena destata dal peggiore degli incubi.
Si strinse forte al cavaliere e continuò a piangere senza sosta.
“Avanti...” cominciò a dire Ardea per rassicurarla “... è tutto finito. Ora torneremo al palazzo.”
In quel momento si udirono cavalli e voci.
E dal buio della brughiera emersero alcune persone a cavallo.
“Parzia!” Gridò Maria. “Cosa ti è successo?”
Scese da cavallo e corse ad abbracciare la sorella tremante.
Il resto dei nuovi arrivati era composto da Luigi, Biago e tre servitori.
“Cosa è accaduto, cavaliere?” Chiese turbato Luigi ad Ardea.
“Siamo stati assaliti da una strana bestia, milord.” Rispose Ardea.
“Che bestia?” Chiese Luigi.
“Una belva che sembrava essere giunta dall’Oltretomba.”
Luigi sbiancò.
“Siete folle a condurre mia sorella a quest’ora nella brughiera!” Disse Maria ad Ardea, mentre stringeva tra le lacrime la giovane sorella.
“E’ stata Parzia a voler uscire a cavallo...” intervenne Luigi “... nonostante si approssimasse il tramonto!”
“Si!” Ribatté inviperita Maria. “Ma il buonsenso me l’aspetto da un cavaliere, non da una ragazzina!”
“Avete ragione, milady...” intervenne Ardea “... avrei dovuto far desistere vostra sorella da tale proposito. Perdonatemi.”
“Ora torniamo tutti al palazzo.” disse Luigi. “Restare nel cuore della brughiera in piena notte non è certo sicuro.”
Montarono allora tutti a cavallo, apprestandosi a far ritorno al palazzo.
“Come stai?” Chiese Biago ad Ardea.
“Quando ho visto quella bestia” rispose Ardea “ho temuto il peggio.”
I cavalli furono poi spronati e l’intera compagnia si diresse al palazzo, abbandonando, per quella notte, la brughiera ed i misteri che custodiva nel suo seno.


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