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#1691 |
Cittadino di Camelot
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"Ti dirò... questa volta il tuo arrivo non è del tutto sgradito..."
Gli girai attorno. Non sentivo un briciolo di potere di lui. Era vuoto e inutile, come una marionetta. Era ora di tagliarne i fili. "Ambasciator non porta pena... bè nel tuo caso faremo un'eccezione..." meditai su come eliminarlo. Presi il pugnale che portavo appeso alla cintola, ma ci ripensai. Non potevo pugnalarlo o semplicemente tagliargli la gola. Il sangue avrebbe sporcato ogni cosa, soprattutto i suoi vestiti. E quei vestiti mi servivano. Quindi lasciai cadere la mano dal pugnale al fianco. Lui si voltò, guardingo. "Ma forse potresti fare qualcosa..." e con un gesto rapido della mano gli ripulii la bocca sporca dal miele e dalle briciole. La sola idea era semplicemente nauseante, ma sarebbe bastato avvicinarmi a sufficienza da percepirne il respiro. Velocissima, come se stessi afferrando al volo una gallina nel pollaio, chiusi il suo volto tra le mie mani. "Sssh... silenzio!", ordinai. Mi avvicinai e il suo respiro si congiunse col mio. Ci misi un po'. A un certo punto capii che era agli sgoccioli: il suo cuore, che prima batteva forte e rapido come un tamburo, batteva sempre più lentamente. Si stava quasi fermando. Scacciai indietro ogni scrupolo e terminai. Ricadde pesantemente sulla sedia. Mi ricomposi. "Ci servono i suoi vestiti, non potevamo semplicemente... infilzarlo..." biascicai, tentando di spiegarmi. Detestavo che qualcuno mi vedesse nutrirmi.
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#1692 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Avrei potuto strozzarlo o rompergli l’osso del collo…” disse Guisgard “… perché avete fatto questo?” Fu sul punto di dire altro, ma tacque e si chinò a raccogliere i vestiti del grottesco mendicante.
“Hanno un odore nauseante…” mormorò “… ma forse poco fa ho visto di peggio… come faremo a sapere dove hanno nascosto Gavron?” Chiese senza alzare lo sguardo su di lei. Spero per voi che abbiate un piano serio…” Indossò allora i panni del mendicante.
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#1693 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Questa monaca è completamente pazza!” Disse Finiwel, che ancora si appoggiava a Cavaliere25 per via della ferita, indicando Llamrei. “Crede che il veleno di cui è intrisa la sua bocca basti a metterla al sicuro!”
“Sorella…” fece Monteguard, zittendo Finiwell con un cenno “… credete davvero che la vostra tonaca ed il Crocifisso che avete al collo possano rendervi immune dall’odio di quegli uomini? Quella è gente che i Crocifissi li sradica dalle chiese per oltraggiarli e bruciarli. Per loro i chierici sono il male del mondo, solo perché mettono limiti alla loro ambizione ed alla loro malvagità. Non starò qui a raccontarvi cosa fanno dei nostri monasteri una volta attaccati, né cosa riservano agli orfanelli che vi trovano dentro… ma delle monache si, voglio parlarvene… il Cavaliere del Gufo è solito usarle come premio per i suoi fedeli… vengono così violentate per giorni, forse settimane le più sfortunate… fino a quando non muoiono per sfinimento e per le torture… un testimone una volta rivelò di aver udito il Gufo in persona di vantarsi di aver strappato le donne destinate a Dio, per concederle ai suoi cavalieri… se Dio E’ un dio, affermò, allora lo sono anche io, visto che vado a rubarGli le donne fin dentro il Suo gineceo.”
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#1694 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Icarius prese la mano di Talia ed insieme scesero nel cortile prima e nelle scuderie poi.
Layla li seguiva qualche passo più indietro. “Talia…” disse lui all’orecchio di lei “… possibile che tu non riesca a riconoscermi? Talia, guarda i miei occhi, tocca il mio volto, i miei capelli…” portando le mani di lei su di lui “… Talia, vita mia… le sere al Borgovecchio, al ballo in maschera! Ricordi il pane caldo e la frutta fresca? E i nostri vestiti per l’incoronazione? Non puoi non ricordare!” Layla, infastidita dal comportamento di Icarius, fece qualche passo verso di loro. Il Figlio del Vento allora riprese a camminare, conducendo Talia alle scuderie. “La vedi?” Indicando un bellissimo cavallo. “E’ Matys! E tu sai cavalcarla come nessun altra! E’ incredibile, sai?” Fissandola con gli occhi lucidi. “Si è lasciata cavalcare da me fino a qua! Senza mai scalciare!” Fissò di nuovo Talia. Accarezzò i suoi capelli chiari come quando la Luna illumina i fiori di un verziere e sfiorò quel viso che, ai suoi occhi, rendeva anche la bellissima Layla una semplice dama di corte. Ed in quel momento, allora, vinto dall’amore e dalla disperazione, la strinse a sé e la baciò con passione.
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#1695 |
Cittadino di Camelot
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"Bè... loro lo sanno... ci guideranno da Gavron." Erano vivaci e pieni di brio. La simbiosi che si era sviluppata con loro faceva sì che le nostre rispettive forze si equilibrassero vicendevolmente.
"Quella... bè, qualcuno la chiama colazione... ma senza volere essere sarcastici, visto ciò che stiamo per fare, il fatto è che non posso permettermi di rinunciare nemmeno alla più piccola e immonda fonte di energie." Lo osservai bardarsi con i panni di quell'uomo. "Temo che siate troppo diverso per costituzione da quell'uomo... questo vi rende riconoscibile e farà saltare il piano... a meno che..." Mi agitai, quasi impacciatamente. "A meno che non mi permettiate di trasformarvi in lui... e prima che diciate qualunque cosa, l'illusione è reversibile, sarà sufficiente che vi leviate di dosso l'oggetto che incanterò e tornerete quello di sempre." Guardai la spada. "Così porterai me e la spada da lui... e mentre lui sarà impegnato a punire me per l'affronto, voi potrete tentare il vostro unico colpo."
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#1696 | ||
Cittadino di Camelot
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Scendemmo nel cortile, Layla ci seguì...
Citazione:
“I vostri occhi...” iniziai, ma subito mi interruppi e, dopo una breve pausa, mi corressi “I tuoi occhi hanno qualcosa di speciale... io...” Volevo spiegare quella sensazione che avevo provato fin dal primo momento nell’osservare i suoi occhi, quel senso di déja-vu, quell’emozione indistinta e inspiegabile... ma era difficile da esprimere ciò che non capivo bene nemmeno io. Poi Layla si fece avanti, mostrando palese scontento per quell’atteggiamento. Icarius le lanciò un’occhiata obliqua e subito riprese a camminare. Così giungemmo alle scuderie... Citazione:
E in quell’istante per me non esisté nient’altro tranne noi, non importava dove eravamo, non importava chi eravamo... Fu tornando, infine, a guardare i suoi occhi che qualcosa si mosse con tale forza dentro di me da stracciare e vincere quella densa nebbia che mi avvolgeva la mente... E allora rammentai... Ricordai Icarius e tutti i momenti trascorsi con lui, la sua partenza e il ritorno, il suo incidente e la nostra fuga, Capomazda e l’Incoronazione, Pascal e il draghetto Kodran, Matys e il Borgovecchio, gli abiti per la festa in maschera e quella sera nel giardino del palazzo, il pane caldo che lui aveva fatto preparare per me alla maniera di Sygma... ricordai la Pieve, il cavaliere con la tunica rossa, Layla, Gyaia, la maledizione... ricordai i profumi e i colori di Sygma, ricordai il sole e le stelle di Capomazda... I miei occhi si allargarono spropositatamente mentre tutto questo e molto altro mi attraversava la mente il un lampo. La testa mi girò forte, le ginocchia mi cedettero e dovetti aggrapparmi alla sua camicia con entrambe le mani per non cadere... “Icarius...” mormorai “L’incidente, la fuga, il Borgovecchio, il pane di Sygma...” Ma fu un lampo fulmineo... Avvertii quella nebbia farsi di nuovo avanti, tentai di concentrare la mia mente su quei ricordi, tentai di aggrapparmi a quelle immagini con tutta la forza che avevo... ma quell’incanto crudele era forte, molto più forte di me... Chiusi gli occhi... “Icarius...” mormorai “Icarius, aiutami!” Presi qualche respiro profondo, sentivo che la mia mente si stava facendo sempre più fragile e quella nebbia premeva forte, sempre più forte... ed io divenivo sempre più stanca e debole... Sollevai un’ultima volta lo sguardo su di lui e mi sforzai di sorridere... “Oh, Icarius...” mormorai “Ti amo tanto, cuore mio!” Opposi un’ultima strenua resistenza contro quella nebbia, finché quella stanchezza non divenne insostenibile e mi avvolse fino a sopraffarmi. Tutto divenne buio, allora, e io persi conoscenza, afflosciandomi tra le sue braccia.
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** Talia ** ![]() "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." ![]() |
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#1697 |
Cittadino di Camelot
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Quando i miei occhi si abituarono alla luce mi guardai intorno, eravamo in uno strano ambiente circolare illuminato da numerose torce alimentate ad olio che emanavano un odore quasi insopportabile. Intorno a noi le pareti erano ricoperte di marmo bianchissimo. La stanza dava su di un corridoio ampio e rivestito anch'esso di marmo, ma non era completamente bianco, aveva alcune striature nere. Compresi che le urla provenivano da lì, avremmo duvuto percorrere quel corridoio. Presi la mano di Pasuan
"Vieni, c'è un corridoio davanti a noi, dobbiamo percorrerlo! E' ampio, puoi camminare al mio fianco se vuoi". Ci incamminammo. Dopo un primo tratto il corridoio iniziò ad avvolgersi su sè stesso, era una chiocciola, più avanzavamo più scendevamo. Tutto quel vorticare mi fece venire la nausea ma non ci badai, presi una delle torce che erano appese al muro e continuai ad avanzare. Arrivammo ad un cancello di ferro "C'è un cancello qui Pasuan, non possiamo avanzare". Mi voltai sentendo un gemito. Appese a dei grossi anelli c'erano delle enormi catene... e ad esse era legato un giovane uomo. Era ricoperto di sangue ed irriconoscibile, immaginai subito che fosse Ludovici. Non vidi Amelya invece... "Pasuan, Ludovici è qui! Sta male, è grondante di sangue... non so nemmeno se sia ancora vivo..."
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#1698 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“E sia, trasformatemi in quel bozzolo fetido e deforme…” disse Guisgard a Melisendra “… quanto a ciò che avete fatto…” esitò un momento “… non è affar mio, ma…” la fissò “… mi chiedo quando vi deciderete a smettere con questo genere di cose… poco fa… poco fa avete dato a vita ad uno spettacolo, beh… lasciamo perdere, come detto non è affar mio…” scosse il capo contrariato “… avanti, trasformatemi in questo obbrobrio e finiamola il prima possibile questa storia… voglio solo liberare Gavron ed andare via da questo posto il più in fretta possibile…”
Guardò il corpo senza vita del mendicante e fissò di nuovo Melisendra. “Però non mi sento sicuro a portarvi con me…” fece, quasi a voler parlar d’altro “… preferirei sapervi al sicuro, mentre io sistemo la faccenda…”
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#1699 |
Dama
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"Bene capitano, allora che aspettate a mettere freno a tutta questa violenza? Credete che star qui a parlarne possa sortire un effetto positivo? Dite, signore, avete qualche idea migliore della mia o debbo raccontarvi anch'io cosa accade nei monasteri quando i cavalieri trovano ristoro dopo una lunga giornata di viaggio? Trovano rifugio e consolazione tra le braccia e le preghiere dei monaci. Se vi garba vi posso indicare qualche monastero in particolare"
Senza attendere risposta chiesi: " Ho bisogno di ristorarmi. Un bagno caldo. E' possibile averlo o è un'operazione troppo difficile da espletare?" |
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#1700 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Cerchiamo di liberarlo, Dafne!” Disse Pasuan. “Portami vicino alle sue catene e cercherò di spezzarle con la mia spada! Ma fa attenzione.”
Ludovici alzò il capo e fissò i due amanti. Sanguinava ed aveva ferite ovunque. Cercò di parlare, ma non sembrava in grado di poterlo fare. Allora cominciò ad indicare qualcosa alle sua destra ed alla sua sinistra. Dafne voltò il capo e si accorse di un qualcosa di orribile. Altri uomini erano incatenati alle pareti, nelle stesse condizioni di Ludovici. Come tanti martiri, erano lasciati a morire dopo essere stati torturati a sangue. “Cosa c’è, Dafne?” Chiese Pasuan. “Perché non parli più? Cosa sta succedendo?”
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