17-01-2013, 21.33.00 | #1711 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cavaliere25 risalì sul ponte per cercare Becco di Ferro.
Ad un tratto gli si avvicinò Joao. “Ehilà...” disse “... cerchi il tuo pennuto? E' ancora lassù!” E indicò l'albero maestro. “Ma mi sa che devi andarlo a prendere tu!”
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17-01-2013, 21.36.02 | #1712 |
Cittadino di Camelot
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ho un rimedio veloce per farlo scendere da lassù presi e tirai fuori una patata e dissi becco di ferro guarda cosa ho per te e gli mostrai una patata vieni a prenderla dissi e aspettai tenendo sempre in mano la patata
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fabrizio |
17-01-2013, 21.51.40 | #1713 |
Cittadino di Camelot
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Mi addormentai profondamente e non mi accorsi dell'arrivo di Fhael.
Quella notte molte immagini si affollarono nella mia mente, spesso vaghe e confuse..Solo una si stagliò chiara nella mia mente...piccole onde si avvicendavano sulla sabbia illuminata da un caldo sole, numerosi zoccoli affondavano morbidi nella spiaggia bagnata sollevando gocce di acqua salata...a guidare il gruppo di cavallo era il mio Gulltoppr, che correva fiero davanti agli altri.... Il mattino seguente, al mio risveglio, mi resi conto di sapere che cosa desideravo...Da sempre avevo avuto una passione per gli animali, in particolar modo per i cavalli....E l'isola sembrava un luogo perfetto, con tanti prati lussureggianti, per allevare stalloni e giumente di qualità. Trovai Fhael ad attendermi nel salotto con la colazione pronta. Iniziò subito a illustrarmi le sue idee ma io lo fermai per parlargli di ciò che avevo in mente.
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17-01-2013, 21.52.31 | #1714 |
Disattivato
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".. No.." risposi con voce ferma ".. non dovrai dividermi con nessuno, su questo puoi starne certo.. un uomo e un uomo soltanto è sempre stata la mia regola di vita.." sorrisi, di quello, almeno, ero ancora certa ".. ecco perchè John non mi ha sposata, per quanto insistessi.. per lasciarmi libera..".
Scoppiai a ridere, ma senza allegria ".. mai avrei creduto che una situazione come questa potesse capitare a me.. mai, in tutta la mia vita..". Mi misi a sedere e portai entrambe le mani davanti al viso, come se coprendolo tutta quella situazione si allontanasse un poco da me. Restammo in silenzio, per lunghissimi minuti, ad osservare il mare. Il lento ritmo delle onde che lambivano la morbida sabbia, poco lontano da noi, era l'unico rumore a rompere il silenzio della notte. ".. io lo amo.." sussurrai d'un tratto, con lo sguardo perso nel vuoto "...l'ho sempre amato.. quando l'ho visto ho pensato che mi ero sbagliata, che non mi stavo innamorando di te.." abbassai lo sguardo e iniziai a giocherellare con la sabbia "... però non sono riuscita a starmene lì come lui mi chiedeva, tranquilla, sapendo che tu eri in pericolo.. dicevo a me stessa che volevo solo salvarti, come tu hai fatto con me.. ma quando ti ho visto..." la voce mi si spezzò in gola "... non sopporterei l'idea di perderti ancora..". La mia mano, nella sua nervosa esplorazione della sabbia sotto di essa, urtò qualcosa. Era un rametto, finito lì da chissà dove. Lo strinsi forte e lo scagliai con rabbia verso il mare, cadde poco più un là, provocando un piccolo tonfo e uno spostamento d'acqua. "Maledizione, che persona orribile sono!" quasi urlai, tra i denti, lanciando il malcapitato bastoncino. Mi presi il viso tra le mani, per poi passare le dita nei capelli. Tentai, infine, sospirando, di asciugarmi le lacrime. ".. Basta, non mi sopporto più! Detesto essere così...". Mi voltai verso Guerenaiz "... perdonami.. non avrei mai creduto.." ma dallo sguardo nei suoi occhi, mi accorsi che capiva. "...Domani.." dissi poi ".. domattina, all'alba, andrò a cercarlo e gli parlerò..". Lo guardai negli occhi "...ma hai la mia parola che se partirò con te, sarà una scelta mia e non te lo farò mai pesare.. e lascerò il mio passato e i miei rimorsi su quest'isola... ma.." le lacrime, imperterrite, mi riaffiorarono ".. ma se non dovessi riuscire a farlo.. allora promettimi che non mi odierai.. non potrei sopportarlo..". Fu allora che mi accorsi quanto tenevo a lui, più di quanto riuscivo a dire, più di quanto avrei dovuto, più di quanto credevo di essere capace. Mi avvicinai a lui e, per la prima volta, fui io a baciarlo per prima. |
18-01-2013, 00.39.36 | #1715 |
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Quel bacio... così intenso, desiderato...
Poi tornai a guardarlo e sorrisi appena... "Vuoi acquistarmi, capitano?" mormorai, sfiorandogli delicatamente la tempia con due dita "Oh, ma non puoi... non puoi acquistare il mio cuore... poiché esso già appartiene ad un giovane guardiamarina inglese, al quale lo donai molto tempo fa..." Lo osservai per qualche momento ancora, con il sorriso che si allargava appena... "Quel guardiamarina ha avuto in dono il mio cuore prima ancora che me lo chiedesse... ed è sempre suo..." Le mie labbra sfiorarono quelle di Guisgard, allora... "Non è mai stato che tuo!" sussurrai. L'isola di era svegliata, ormai... i suoni ed i rumori che ci circondavano erano il fruscio del vento tra le fronde e la risacca delle onde in lontananza... ed io ascoltavo quella pace, felice e di nuovo serena.
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18-01-2013, 01.30.47 | #1716 |
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Fhael restò piacevolmente sorpreso da quel gesto di Cheyenne.
“Bene...” disse sorridendo “... ti ascolto... dimmi quali sono i tuoi progetti e desideri per la nostra isola. Sono proprio curioso di conoscerli.” Aggiunse entusiasta.
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18-01-2013, 01.53.57 | #1717 |
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Gurenaiz e Clio allora si baciarono.
Era stata la ragazza a baciarlo per prima, ma l'ufficiale olandese subito rispose con passione a quel bacio. Poi ad un tratto giunse qualcuno. Erano degli indigeni e fra loro vi era anche quello che aveva accompagnato Clio sull'Antigua Maria. “Venire al villaggio.” Disse l'indigeno. “Qui presto arrivare pioggia.” Infatti sembrava prossimo un temporale. “Si...” annuì Gurenaiz, che poi fece cenno ad uno di quelli di aiutarlo ad alzarsi “... io ho bisogno di una benda...” indicando poi la ferita. L'indigeno annuì. “Clio...” voltandosi Gurenaiz verso la ragazza “... andremo al loro villaggio... io mi farò curare e tu... tu andrai da lui... nel pomeriggio, quando la mia ferita starà meglio ed il mare si sarà calmato, con quella lancia ritornerò a Las Baias... nel frattempo tu sceglierai cosa fare... ti aspetterò sulla spiaggia per conoscere la tua decisione... qualunque essa sia...” la fissò per un lungo istante, nel quale solo il mare ed il vento sembravano esistere attorno a loro. Poi tornarono al villaggio e i due si separarono.
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18-01-2013, 02.39.36 | #1718 |
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Appena vista la patata mostrata da Cavaliere25, subito Becco di Ferro si catapultò in volo dall'albero maestro e si posò sulla spalla del giovane pirata.
E cominciò a mangiare la patata. “Ehi...” disse Joao “... ci sei riuscito? Vedo che ti sta a sentire il tuo pennuto!" Guisgard strinse a sé Talia e la baciò ancora. Un raggio di Sole sfiorava i loro volti ed un lieve tepore si diffondeva sui loro corpi, dopo l'umidità della notte. Uccelli sconosciuti, dal raro piumaggio, cominciarono a tubare tra la lussureggiante vegetazione che circondava quel luogo. Il vento soffiava leggero tra le larghe palme ed il rumore del mare sembrava scandire ritmicamente lo scorrere del tempo su quell'isola dimenticata. “Il tuo cuore” disse Guisgard a Talia “con tutti i suoi battiti è l'unico tesoro che ho sempre voluto...” “Capitano!” Si udì all'improvviso. “Capitan Guisgard! Lady Talia! Dove siete?” “Sembra che qualcuno ci stia cercando.” Fece Guisgard. “E ad occhio e croce, non credo siano gli spettri che custodiscono il tesoro.” Sorrise. Allora si alzarono. “Siamo qui!” Rispose a quelle voci Guisgard. Poco dopo arrivarono Austus, Maras ed Emas. E con loro vi era anche Rynos. “Grazie al Cielo state bene.” Disse Austus. “Ma tu che fine avevi fatto?” Rivolgendosi Guisgard a Rynos. “All'improvviso sei svanito nel nulla.” “E' stato quel vigliacco!” “Parli del Gufo Nero?” “Si, quel dannato.” Annuì Rynos. “Mi ha colpito a tradimento e poi mi ha legato ad un albero.” “L'abbiamo trovato privo di sensi.” Spiegò Austus. “Fortuna che abbiamo deciso di raggiungervi. Eravate su quest'isola da troppo tempo.” “E il Gufo Nero?” Domandò Guisgard. “L'avete più visto?” “E' sulla spiaggia.” Fece Rynos. “E a quest'ora starà raccontando i suoi peccati a Belzebù. Che possa marcire per sempre all'Inferno!” E sputò a terra. “Era spacciato.” Mormorò Guisgard. “Il veleno di quello scorpione non da scampo.” Sorrise poi ai suoi. “Guardate un po' fra quelle pietre.” E videro l'immenso tesoro di Lanzaras. “Che io sia dannato!” Esclamò Emas. “Allora esiste!” “Già.” Annuendo Guisgard. “Beh, direi che possiamo portarlo a bordo. Non credete? O vogliamo lasciarlo qui, così che lo spettro di Giuff possa vegliare su di esso per i prossimi secoli?” Sorrise. E dopo un po', appena si furono ripresi, gli uomini di Guisgard portarono il forziere sulla spiaggia, per issarlo poi su una delle lance e ritornare tutti sulla Santa Rita. E sulla spiaggia, lambito dalle onde che giungevano a morire sulla sabbia, videro il corpo senza vita di Giuff. “E così...” fissando il cadavere Guisgard “... finisce un'alleanza nata già morta...”
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18-01-2013, 12.41.33 | #1719 |
Cittadino di Camelot
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eh si piano piano gli faccio imparare le buone maniere e anche a parlare devo provare ma sarà una cosas un po difficile vero becco di ferro dissi guardandolo e accarezzandogli la testolina
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fabrizio |
18-01-2013, 13.42.30 | #1720 |
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Mi persi nei suoi occhi, per attimi che sembrarono lunghi ore.
Poi, lentamente, ci avviammo verso il villaggio, Guerenaiz fu portato via da alcuni indigeni, mentre io raggiunsi la capanna di John. L'alba era ancora lontana, e mi chiesi se fosse sveglio. Ma, tuttavia, non potevo permettermi di aspettare fino al levar del sole. Così entrai e lo trovai addormentato su un giaciglio, nell'angolo più esterno della capanna. Mi sedetti accanto a lui, e restai immobile per qualche istante a guardarlo dormire, ad ascoltare il suo respiro, calmo e regolare, riempire l'aria silenziosa intorno a noi. Passai lunghi minuti ad accarezzargli i capelli e il viso, senza pensare a nulla, mentre lui dormiva, ignaro della mia presenza. Com'è possibile che tutto questo sia capitato a me? Com'è possibile che sia capitato a noi? Sorrisi dolcemente, accanto a lui mi sentivo a casa, il cuore era in pace e la mente rilassata. Era sempre stato il mio rifugio, il mio luogo sicuro. Mi aveva sempre consolata, pur non capendo mai fino in fondo il mio pensiero. Così, lo spostai delicatamente, e mi sdraiai accanto a lui. Sei una persona orribile, Clio... Non puoi fare così.. devi fare una scelta... Quei pensieri mi tormentavano, ma sapevo che sarebbe stata la decisione più complicata e dolorosa di tutta la mia vita. Restai ancora un po' in silenzio, ad accarezzare dolcemente il viso di John, a posargli teneri baci sulle guance, sugli zigomi, sulla fronte. Non ero ancora pronta per svegliarlo. Chiusi gli occhi un istante, respirando piano. La luna iulluminava la piccola spiaggia di una luce strana ed eterea, impreziosita dal riflesso delle onde del mare. Mi girai verso di lui, d'improvviso. Lo guardai negli occhi mentre mi avvicinavo verso il suo viso. Vidi i suoi occhi illuminarsi di una luce nuova e intensa. Sorrisi, e chiusi gli occhi mentre posavo le mie labbra sulle sue. Cercai il suo collo con la mia mano e lo strinsi a me, lo strinsi forte. Mentre la passione accendeva le nostre labbra, legandoci in baci intensi e infuocati. Lui mi passò una mano tra i capelli, tenendomi impercettibilmente stretta a lui. Poi la sua mano scese, sul collo e poi sulla spalla, tenendomi in un abbraccio appassionato. Mi stringeva a sé come avesse paura che potessi scappare da un momento all'altro. Tentò di abbracciarmi con entrambe le braccia, ma il dolore della ferita alla spalla lo fece desistere. E, in un istante, ci fermammo, restando in silenzio, con gli occhi spalancati e increduli fissi gli uni negli altri. Li riaprii di scatto. "..Maledizione.." sibilai tra i denti. Sentii John gemere nel sonno, iniziava a svegliarsi. "... Ehi, John, svegliati.." dissi dolcemente ".. John.. sono io, Clio.. sono tornata.. sono qui..". Quando lo vidi aprire gli occhi, gli sorrisi di nuovo "..Ciao.. sei sveglio finalmente..". Lo abbracciai. Smettila, per amor del cielo, Clio.. non si possono amare due uomini contemporaneamente.. svegliati.. svegliati.. Restai ad osservarlo mentre si svegliava,sapevo che avrei dovuto aspettare, ma non riuscivo a stare accanto a lui, come se nulla fosse. "..so che è presto.." cominciai, passando lentamente la mia mano sul suo braccio, e sulla sua spalla ".. ma devo parlarti.. non posso aspettare domani..". Mi sforzai di alzare lo sguardo, e guardarlo negli occhi ".. voglio la verità, John.. voglio sentirmi dire perchè, una volta guarito dalle ferite del naufragio non sei venuto da me.. perchè non hai tentato in tutti i modi di scappare da quest'isola.. o di mandarmi almeno tue notizie.." la mia voce era un crescendo disperato, e le lacrime ricominciarono a scendermi dalle guance, ribelli e indesiderate ".. sapevi che non mi sarei mai data per vinta.. sapevi che avrei passato ogni giorno della mia vita a fare la spola tra la mia stanzetta e il porto.. perchè? Voglio sapere perchè hai scelto questa gente e non me.. perchè non hai affrontato il mare per me..". Lo guardai, disperata, tra le lacrime "... voglio sapere.. ho il diritto di sapere.. gli uomini innamorati affrontano qualsiarsi pericolo per le loro amate.. perchè tu sei rimasto inerme? Perchè hai aspettato che fossi io ad affrontare il mare e l'ignoto per venire a cercarti? Rispondimi, ti prego.. non posso vivere con questo peso tutta la vita..". |
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