18-05-2018, 01.19.02 | #1711 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il barone guardò Dacey e sorrise lievemente.
Un gesto intimo e sensuale. Ma vi era il Maresciallo e i due amanti non potevano indugiare oltre. “Oggi è giorno di udienze, mio signore.” Disse il Maresciallo. “Venite, alcuni dei vostri vassalli vi attendono nella sala grande.” “A dopo, madama...” Minsk sfiorando con un bacio la mano di Dacey, accarezzandole la pelle per un istante con la lingua calda “... a dopo...” fissandola. Poi andò via col Maresciallo e lasciando la ragazza con in mano la lavanda. Senza indugiare oltre, il cavaliere guardò Altea negli occhi, si avvicinò alla sua bocca e la fece sua. La baciò con impeto, trasporto, foga, come se non assaporasse le labbra di una donna da tempo, da una vita intera. Un bacio che divenne subito ardente, inumidito dai fiumi della passione, animato da un gioco di lingue che si rincorrevano l'una sull'altra. Un bacio quasi magico, che sembrò destare il castello diroccato dalle ombre di antichi e dimenticati incanti. “Eh, l'amore...” disse sorridendo il vecchio custode fermo a guardarli. Gwen liberò Ivan da quelle catene, senza attendere che Elv potesse aiutarla. Poi diede al suo amico alcune gocce dell'unguento del barone. In pochi istanti il vampiro ferito sembrò riprendere. “Ivan...” disse Elv “... chi ti ha fatto questo?” “Sono stato io.” Una voce fredda alle loro spalle.
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18-05-2018, 01.27.04 | #1712 |
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Per fortuna Ivan si riprese e a quella domanda mi voltai all'istante, volendo guardare in faccia la bestia che lo aveva ridotto in quello stato, perché di sicuro non sarebbe uscito vivo da qui.
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18-05-2018, 01.28.31 | #1713 |
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Non capivo più niente, ero completamente folle, persa, mi ero voltata nell'estasi più totale, nella perdizione più assoluta.
Sentivo tutto il mio corpo fremere, in quella posizione così lasciva, così proibita, così calda ed invitante. Ogni istante era una tortura, ogni momento di quell'attesa terribile un tormento, gemevo piano, supplicando quasi l'esaudimento di quel desiderio ormai incontrollato che aveva preso ogni parte del mio essere, l'aveva sconvolto fino a farlo impazzire, non renderlo più lo stesso, farlo morire e rinascere mille e mille volte. Ancora e ancora. Sentivo la sua mano su quel membro ormai pronto, che sapevo bene fremeva quanto me, quanto la mia intimità pulsante, calda e umida. Ma poi, tutto intorno a me iniziò a vorticare di nuovo, il mondo scomparve ed esistette solo il piacere, quel piacere così assoluto da farmi perdere letteralmente il senno. La sua mano era entrata di nuovo in me, e io non riuscivo a trattenere le grida, nè volevo trattenerle a dirla tutta. Le sue mani si muovevano in me in un modo così abile, così intenso, da farmi gridare in un modo incontrollato, forte. La mia voce sovrastava la sua, le mie grida risuonavano nella locanda, forse anche nel borsco e a Monsperone stessa. Ma non mi importava, non mi importava nulla di tutto ciò, niente di niente. Pensavo solo a lui, a quella mano, a quel piacere... no, non pensavo nemmeno, godevo e gridavo e basta. Sentii come in lontananza Aegos che mandava via Icarius, ma ero troppo soggiogata dal piacere per intervenire, ero così persa da non riuscire a muovermi e nello stesso tempo non riuscire a stare ferma. Era meraviglioso, ero compleramente in estasi, una sensazione che la mia vita dissoluta non mi aveva mai concesso. Poi il ragazzo se ne andò e io voltai lo sguardo a cercare quello azzurro di Aegos. "Ehi, quello era il mio giocattolino..." con aria divertita, ma la voce e lo sguardo stravolti dal piacere incontrollato e insopportabile delle sue mani. Poi quel tono, quella voce, e improvvisamente esistemmo solo noi al mondo, di nuovo. "La padrona è sempre pronta, Aegos..." fissandolo con occhi famelici, caldi, lussuriosi e appassionati "...per una bella cavalcata!" aggiunsi, abbassando lo sguardo fino a cercare quella virilità così meravigliosamente eretta e prorompente che bramavo infinitamente dentro di me. O forse, per la prima volta, bramavo molto più di quello in me... |
18-05-2018, 01.38.48 | #1714 |
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Sentii che un pezzo della mia anima mi veniva staccata e portata via, dovendomi allontanare dal Barone
Ma era giorno e alla luce del sole dovevano ancora sforzarci e fingere per le apparenze. “ Voi signori avete sempre così tanto da fare... Vi auguro una buona giornata di proficuo lavoro.” Tremai impercettibile al tocco della sua lingua sulla mia mano ma dovetti riprendermi subito dinanzi a mio fratello. “ Buona giornata, grazie per esserti occupato di quel criminale.” Salutando anche mio fratello con un consueto bacio sulla guancia. E li guardai andare via, il Barone con il mio pezzo d’anima ormai indissolubilmente legata alla sua. Mi era rimasta la lavanda, portai alle mie narici il fiore e poi lo sistemai tra i capelli. Allora, rimasta sola, provai il macabro desiderio di veder il corpo penzolante di Reddas. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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18-05-2018, 01.51.13 | #1715 |
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Gwen ed Elv si voltarono di scatto verso la voce alle loro spalle.
“Si, sono stato io.” Disse Nikolaj con un ghigno. “E la cosa interessante è che tutto questo altro non è che una trappola per tutti voi.” “Per...” ansimando Ivan “... perchè ci fai questo?” “Perchè il mio maestro mi ha promesso ciò che voi poveri inetti non avrete mai.” Ridendo Nikolaj. “Aspetta...” fissandolo con rabbia Elv “... sei stato ad uccidere Tatiana, Roze, oltre che Marko ed Isabel, vero?” “Centro, amico mio!” Raggiando Nikolaj. “Ed ora completerò il tutto!” Con un lampo di malvagità negli occhi. Aegos la guardò e sorrise. Un sorrise misto ad un gemito. Allora si avvicinò e finalmente soddisfò la lunga attesa di Lys. “Ahhhhh... Lys...” disse lui in un lungo lamento di piacere liberatorio “... ohhh... si...” entrando dentro di lei, riempiendola tutta, affondando in lei il suo desiderio, insieme alla sua virilità. Cominciò allora a muoversi piano, poi sempre più veloce, insistente, potente. Iniziò una nuova folle cavalcata. Lui la teneva per i fianchi, spingendo con forza il bacino contro le natiche di lei, facendola sudare, sussultare, gridare. Allora si chinò sulla sua padrona. “Baciami...” ansimando per lo sforzo che non cessava “... baciami... amore mio...” cercando le sue labbra. Dal cortile si vedeva la torre più alta, da cui penzolava un cadavere incappucciato. Era quello di Reddas, che per volere del Maresciallo doveva restare per tutto il giorno ad oscillare al vento, su tutta Monsperone come monito per ogni ribellione. Dacey dal basso poteva vedere il corpo senza vita del vendicatore fallito e maledetto.
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18-05-2018, 01.57.12 | #1716 |
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Dovevo immaginarlo.
In tutto questo tempo, avrei dovuto immaginarlo. C'era sempre stato lui di mezzo e io non avevo fatto nulla. Poggiai Ivan su una roccia e mi alzai, lanciando una fugace occhiata ad Elv per fargli capire che ora era finalmente il momento di agire. Poi un ruggito. Poi, mi avventai sulla sua gola e morsi con ferocia inaudita. Quell'odio che da secoli provavo verso di lui. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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18-05-2018, 02.00.37 | #1717 |
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Come accadde quando udii la tromba che annunciava la sentenza di morte, anche guardare quel cadavere suscitò in me una strana eccitazione
“ Io avevo tentato di avvertirvi... “ Mormorai, lo sguardo rivolto verso l’alto sempre al corpo senza vita. Era la prima volta che osservavo un cadavere così a lungo ma soprattutto, che non ne avevo ribrezzo. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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18-05-2018, 02.06.39 | #1718 |
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Gwen lo aggredì, ma qualcosa la respinse, facendola finire rovinosamente contro la parete di pietra.
Nikolaj rise. “Sciocca...” disse con disprezzo “... il potere del maestro è infinitamente più potente di ciò che tu potrai mai essere.” “Bastardo!” Gridò Elv. “Avanti, sono clemente...” Nikolaj “... vi ucciderò insieme.” Divertito. Dacey restò a lungo a fissare il cadavere penzolante di Reddas dalla torre. Verso ora di pranzo Silvia venne da lei, invitandola a prepararsi. Il pasto si sarebbe consumato nel salone interno del palazzo.
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18-05-2018, 02.15.58 | #1719 |
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Sbattei contro la parete di pietra, ma mi rialzai.
Anche se fossi morta, non lo avrei fatto senza combattere. "Potere..." dissi, guardandolo "Se basta uno spiraglio di sole per polverizzarti, quanto credi sia grande il potere che ti ha dato? Hai avuto bisogno di questo per illuderti di contare qualcosa, ma sei stato sempre mediocre e miserevole. Non ti distoglierò dalla tua illusione, ma di sicuro per me sei solo patetico" continuai. Speravo che Elv cogliesse il momento, attaccandolo alle spalle, perché ora ogni istante era prezioso per noi e non saremmo morti qui per mano di quel bastardo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk
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18-05-2018, 02.21.04 | #1720 |
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Eccolo, finalmente.
Chiusi gli occhi nel sentirlo scivolare in me, nel sentirlo affondare, riempirmi tutta, fino in fondo. Era meraviglioso, era incredibile, una sensazione così unica, come se il mondo intero si fosse fermato per permettermi di assaporare appieno quella sensazione, quel momento di puro godimento. "Ahhh.." gemetti a mia volta, un suono liberatorio, mentre gli occhi si spalancavano e si voltavano per cercare i suoi, così folli e vicini ai miei. Ma poi iniziò a muoversi, a prendermi con forza sempre crescente, con un desiderio disperato come il mio, con una passione incontrollata e folle. Mi muovevo con lui, spingendo il bacino contro il suo membro come a volergli dire che volevo di più, che non mi bastava mai, che non mi sarebbe mai bastato, che volevo tutto di lui, e lo volevo in quel momento, fino in fondo, fino alla parte più nascosta della mia anima, sempre che ne avessi una. Quella corsa folle, selvaggia, fatta di passione incontrollata, di desiderio assoluto, era qualcosa di incredibilmente meraviglioso. Più lui spingeva più gridavo, e gridavo ancora e ancora e ancora. Poi quelle parole, mi voltai a guardarlo negli occhi. Le mie labbra erano già vicinissime alle sue, quando mi bloccai... quelle parole. Amore mio... Nessuno mai mi aveva chiamato così. Nessuno. Mai. Spalancai gli occhi, fissandolo negli occhi. Sì, avevo sentito i suoi pensieri, ma ora... sentirlo dire dalle sue labbra ea qualcosa di così strano per me, così nuovo, così bello. Sì, era davvero bello, una sensazione unica, sentivo il cuore battermi sempre più forte nel petto. Chi mai avrebbe potuto amare me? Io non ero fatta per essere amata, Clio se proprio prioprio, ma io? Eppure il mio cuore esplodeva sempre di più, i miei occhi brillavano di una luce nuova, unica e speciale. Solo nostra. Erano emozioni così forti che riuscivano a sopraffarmi, e lui poteva vederli, non aveva i miei poteri, certo, ma ero sicura che i miei occhi erano talmente trasparente che avrebbe capito ogni cosa, che era tutto nuovo per me, nuovo e bellissimo. Sentii una lacrima che voleva uscire, e a quel punto fu troppo. Che mi stava succedendo? I miei occhi si fecero immensi, quasi rabbiosi, rossi, carichi di passione. Per tutta risposta lo baciai. Quel bacio era la risposta migliore a quelle domande che nessuno dei due aveva il coraggio di fare all'altro, ma che erano tacita nei nostri sguardi e nei nostri corpi intrecciati. Quell'amplesso meraviglioso continuava, mentre però le nostre labbra erano incatenate da quel bacio infinito. |
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