17-07-2014, 10.16.07 | #1741 |
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Oh, ma che meraviglia! Svegliarsi e trovare un enigma che ci aspetta...
Storia affascinante, e dipinto enigmatico, non c'è che dire.. sono davvero curiosa di scoprire cosa voleva comunicare l'artista. Beh, venendo all'enigma, io escluderei il primo pannello, quello in pasta vitrea verde con Angelica e Medoro. Gli altri tre, infatti, sono stati realizzati con i colori "primari" (puri, assoluti, non so come si dica esattamente, comunque quei colori che non si realizzano mescolandone due tra loro: Giallo, Blu e Rosso, mentre il Verde si forma dall'unione di Blu e Giallo, se non sbaglio). |
19-07-2014, 03.44.46 | #1742 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lady Altea, il vostro ragionamento di base non è sbagliato, ma anche Admeto ed Alcesti compaiono in diverse opere letterarie, soprattutto in alcuni testi di scrittori Cristiani nei primi secoli del Cristianesimo, in quanto il loro Amore che vince la morte era visto come richiamo alla Resurrezione e alla Vita Eterna.
Dunque, ahimè, non è questa la soluzione all'arcano Lady Clio, voi invece volgete la vostra attenzione non sul contenuto dei pannelli, ma sulla composizione dei mosaici in essi custoditi. E allora devo dire che siete un'osservatrice molto acuta! Infatti il pannello intruso è proprio quello da voi indicato, ossia dove è rappresentato l'Amore tra Medoro ed Angelica. I colori che formano i tasselli di pasta vitrea sono, come da voi detto, tutti colori primari (rosso, blu e giallo), ossia quei colori che non possono essere generati da altri colori. Il verde dei tasselli del primo pannello, invece, è un cosiddetto colore secondario, in quanto nato dall'unione del giallo e del blu. I miei complimenti, lady Clio! Siete stata bravissima E ora, grazie all'acuta rivelazione della nostra lady Clio, spostando il pannello di Medoro e Angelica, troviamo una piccola fessura, in cui è conservato un antico biglietto. Un biglietto nel quale Silva di Monsperon rivela il significato della sua opera “Il Buon Amore e il cattivo amore”. Non è un caso, infatti, che sia stato scelto proprio il pannello con Medoro e Angelica per celarne il significato. La bella Angelica infatti non sceglie nessuno tra i grandi paladini come amato, ma bensì l'umile Medoro. L'opera, come detto, mostra due figure, una giovane che coglie un Fiore sbocciato spontaneamente ed un filosofo che invece raccoglie un fiore da una pianta da giardino, dunque coltivata. E' la rappresentazione dell'Amore che si coglie e che così entra nella nostra vita. Ma mentre il filosofo sembra accontentarsi di un fiore facile da cogliere, che cresce nel giardino di casa sua e che dunque appare curato, potato e senza spine, (allegoria chiara di un amore fatto di compromessi, che ben si lega con i bisogni della vita di tutti i giorni e che non comporta rischi, scelte, slanci e soprattutto conquista. Un fiore insomma che da sicurezza, tranquillità, ma nello stesso tempo incapace di sopravvivere al di fuori di quel contesto rassicurante e limitato raffigurato dal giardino), la giovane invece coglie un Fiore sbocciato spontaneamente, lontano da giardini o piante domestiche. Un Fiore dunque nato da sé, puro e capace di resistere alla furia del vento, alla pioggia, al freddo ed alla calura estiva. Un Fiore sbocciato senza preoccuparsi di ciò che lo circonda, foss'anche terriccio, pietrisco o rovi. Perchè quel Fiore da solo basta ad ingentilire ed impreziosire qualsiasi scenario e capace dunque di sopravvivere ovunque. Ma c'è dell'altro. La giovane indossa abiti in stile classicheggiante e richiama il mondo aristocratico Capomazdese, mentre invece il filosofo, con il suo aspetto tipico del mondo cittadino e comunale, mostra una chiara rappresentazione della società Sygmese. E in questo l'artista ha voluto rappresentare ciò che era avvenuto nella società di Sygma dopo l'arrivo dei Capomazdesi. Infatti la conquista di questi ultimi aveva avuto un effetto particolare nell'arte e nella letteratura di Sygma. Quei tipici valori Capomazdesi, come l'Amore Vero, da sempre forza ed ideale di quel mondo aristocratico e guerriero, stavano penetrando nella raffinata ma sobria cultura Sygmese, generando una nuova concezione della vita e dei desideri legati alla felicità che si eleva e diviene Gioia, ossia il suo più alto ed assoluto concetto. Questo straordinario processo, non del tutto interrotto dalla brusca ed improvvisa sconfitta dei Capomazdesi a Sygma, non ha esaurito le sue potenzialità e anzi ha prodotto quel vitale e affascinante filone di capolavori nei quali sembra forgiarsi, come una mistica unione, quel grande legame tra la cultura di Capomazda e quella di Sygma. E proprio da questo legame nascono cicli indimenticabili di dipinti, sculture, poesie, poemi e romanzi, così intrisi di quella sottile magia nel cui ventre sembrano comparire le secolari profezie del ritorno dei Capomazdesi nella terra di Sygma, che un tempo li accolse come la sposa adorna attende il suo sposo.
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19-07-2014, 12.25.07 | #1743 |
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Complimenti lady Clio..siete stata veloce e arguta
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20-07-2014, 00.29.58 | #1744 |
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Ero davvero curiosa di scoprire cosa si celava dietro quel dipinto, e devo dire che la vostra spiegazione non mi ha affatto deluso.
Che bel significato, terribilmente vero. Quanto all'enigma, grazie a entrambi per i complimenti. |
29-07-2014, 17.46.46 | #1745 |
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Ottimo ragionamento, non ci sarei arrivato.
Ultima modifica di Landulf Gahagi : 29-07-2014 alle ore 17.54.12. |
08-09-2014, 00.19.41 | #1746 |
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Cosa non si trova nella casetta di montagna in cui abbiamo passato le interminabili estati dell’infanzia.
Durante la mia brevissima visita, questa settimana, ho scovato in un cassetto un foglio di quaderno, scritto da me non so quanti anni fa, ma probabilmente una decina, quando ancora credevo che bastasse un quaderno per scrivere i miei pensieri. E’ un racconto, o meglio una specie di favola di cui non avevo assolutamente memoria. Devo dire che mi ha colpito e sorpreso molto, perché mi sembra troppo incoerente e non riesco a trovarle un senso. Per di più è incompleta. E io non ho la più pallida idea di dove volesse andare a parare la storia, che mi sembra scritta appositamente in una forma molto fiabesca e semplificata. (Almeno, spero che sia voluto..) Così, ho pensato di continuarla. Ma la storia si interrompe proprio prima di un enigma. A questo punto, che senso ha scrivere semplicemente un enigma da inserire nella storia, quando lo si può far vivere in questo splendido angolo di Camelot? Sempre che qualcuno abbia voglia di provare a risolverlo, (e che io sia stata in grado di costruirlo decentemente) . C’era una volta, in un paese lontano lontano, una guerriera dai capelli dorati. Un giorno, mentre vagava per la foresta incontrò un bellissimo principe che andava a caccia con i suoi amici, e se ne innamorò perdutamente. Lo seguì furtivamente fino al suo bianco castello e vide che ad attenderlo c’era una bellissima e soave principessa dai capelli corvini e dalla carnagione bianca come il latte. Si recò allora dalla maga Tyche per chiederle aiuto. La maga le disse che in una grotta sul Monte Ghiacciato era custodita una pietra capace di dare a chi la indossa le sembianze di un’altra persona. Ma le disse anche che per arrivare alla pietra avrebbe dovuto superare tre prove molto ardue per testare le sue capacità. Le tre prove erano: forza, intelligenza, convinzione. La guerriera accettò di buon grado, se avesse preso le sembianze della fanciulla avrebbe avuto l’amore del principe. E piena d’amore si incamminò verso la Montagna Ghiacciata. Dopo tre giorni e tre notti di duro cammino giunse ai piedi della montagna, ma davanti a lei, nella pianura, c’era un leone alato che ruggiva e le intimava di tornare indietro. Ma lei aveva combattuto contro interi eserciti e non sarebbe stato certo un leone alato a spaventarla. Così, con l’immagine del principe fissa nel cuore, sfoderò la sua lunga spada, impugnò lo scudo, e si gettò all’attacco. Il combattimento durò fino al tramonto poi, mentre la luna si alzava nel tetro cielo a illuminare la valle il leone alato stramazzò al suolo e la guerriera dai capelli dorati guardò la luna e pensò al suo dolce amore. E il suo sorriso illuminò l’intera valle. Ma ora l’attendeva la seconda prova: quella dell’intelletto. Non appena il sole sorse cominciò a scalare la montagna e quando arrivò in cima vide l’entrata della grotta ma essa era bloccata da una lastra di roccia sulla quale vi era inciso il seguente enigma. Sono rossa, o anche bruna Più luminosa della luna Sono sacra, non sol profana Son gigante oppure nana Mi trovi sui monti e in fondo al mare Dimmi chi sono e ti lascerò passare Lei ci pensò e ripensò per ore, provando e riprovando. Ma poi, d’improvviso, capì, e tutto ebbe senso. Così, pronunciando ad alta voce quella parola, la porta magicamente si aprì, rivelando l’interno della caverna, tetra e oscura. (Continuerà… in che modo, non si sa..) |
08-09-2014, 00.42.44 | #1747 |
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Mmm... una bella storia dai tratti fiabeschi
Non so, ma a me l'enigma fa pensare a “Stella”... si, credo possa essere questa la soluzione! Chissà
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08-09-2014, 00.58.05 | #1748 |
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Interessante..finalmente sarà sir Guisgard a rispondere a un enigma..ma penso abbia indovinato
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09-09-2014, 00.32.20 | #1749 |
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Eh, milord. Allora siete davvero bravo negli enigmi come volete farci credere?
Infatti, era proprio Stella la soluzione all'enigma. I miei complimenti Avete ragione, Lady Altea, per una volta ribaltiamo un po' i ruoli. (Non dovremo mica essere sempre solo noi a rimetterci la chioma, no? ) |
09-09-2014, 17.14.48 | #1750 |
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Eh, milady, pensavate dunque che vi fosse un'impresa o un'avventura insuperabile per il Primo Cavaliere?
Se così fosse non avrei meritato la fama che circonda il mio nome e che sempre mi precede ovunque vada (Avete presente l'omino che mettevano dietro il carro dei generali romani durante il loro trionfo? Quello che li ammoniva, ricordando loro di essere solo uomini, nonostante il tripudio del popolo che li circondava? Ecco, quell'omino ora mi sta rammentando che con ogni probabilità sono riuscito ad indovinare solo perchè ho letto per primo l'enigma... eh, siete solo un uomo, sir Guisgard... )
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