20-04-2012, 17.48.11 | #1751 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltai attentamente Fyellon...in parte ero d'accordo con lui ma in altre disapprovavo..."Fyellon concordo col fatto che questo castello è desolato perchè sono desolati gli animi e i cuori di chi lo abita, ma non sono certa che nel sotterraneo ci possa essere un criminale, non penso sia cosi pericoloso..ma ora parlatemi di questo fatto di Tylesia, cosa può esserci in questo maniero per vincere i nemici della città splendente?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
20-04-2012, 18.17.51 | #1752 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard continuava a guardarsi intorno, a cercare di interpretare, decifrare quell'innaturale silenzio.
Chiamava continuamente il vecchio guardiano, ma nessuno rispondeva a quel drammatico appello. Poi le parole di Talia. Anche lei avvertiva quell'angosciante ed enigmatica atmosfera. Ma proprio in quel momento, qualcosa ruppe, scalfì e vinse quell'irreale silenzio sceso sul Belvedere. Un nitrito tradì l'avvicinarsi di qualcuno. Guisgard corse sulla terrazza dello spiazzo e guardò in basso alla stradina lastricata. Era un gruppo di persone che saliva verso il Belvedere. E più si avvicinava, più lui riusciva a scorgerne l'aspetto. Erano cavalieri. E recavano un simbolo: quello della Luna Nascente. Guisgard impallidì. Corse allora verso Talia. “Ci hanno trovato!” Disse. E corsero verso le scuderie. C'erano Peogora e Luthien. Guisgard sellò le due cavalle e aiutò Talia a salire in groppa a Luthien. “Dobbiamo scappare, galoppare via, Talia!” Spronando i loro cavalli Guisgard. “I Cavalieri della Luna Nascente stanno arrivando!” Due strade danno al Belvedere: quella lastricata, la principale e quella che invece sale dalla chiesa di San Lecio. I due presero quest'ultima e galopparono verso i colli. Giunti nel bosco, sentendosi un po' al sicuro, Guisgard chiamò qualcuno con un segnale particolare. Un attimo dopo, dal folto bosco un superbo felino emerse. “Andiamo, Shelyon!” E si inoltrarono nel ventre del bosco. Ma poco dopo il cielo cominciò a mutare. Un forte vento iniziò a soffiare e grige nuvole si addensarono, oscurando ed intimorendo il paesaggio circostante. Tuoni lontani scossero la vallata e lampi illuminarono quel grigiore. Ma nella boscaglia Guisgard vide qualcosa. Uno stretto antro, simile ad un passaggio seminascosto tra sterpi e rovi. Si diressero lì, trovando così riparo in quella grotta.
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20-04-2012, 18.59.10 | #1753 |
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La Bestia, un demone antico... mi girava la testa.
Quando udii quelle parole nel vento rabbrividii... stavo per compiere una prova praticamente impossibile, ma ormai non potevo tornare indietro e non lo volevo. Vidi Redentos che veniva verso di noi, ma non avevo la forza di parlare o di dare spiegazioni; tutte le mie energie erano concentrate sui miei poteri, che sapevo avrei dovuto utilizzare durante quella prova.
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20-04-2012, 19.06.21 | #1754 |
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Accadde tutto così in fretta... Guisgard che chiamava, quel silenzio sempre più opprimente, quel vago senso di disagio che si faceva strada in me...
Poi all’improvviso quel nitrito che sembrò rompere l’incanto e riportarci a terra con la violenza di una gelida tempesta... E così fuggimmo... fuggimmo verso il bosco al galoppo sfrenato, ci inoltrammo nella vegetazione e, quando anche Sheylon si riunì a noi, prendemmo la strada dei colli senza più guardarci indietro. Luthien procedeva quasi da sola, tenendosi mezzo passo dietro Peogora e seguendo alla lettera ogni pur minima indicazione o gesto di Guisgard... e questo mi lasciò il tempo di pensare! Dopo già qualche ora che cavalcavamo, sentivo ormai la magia del Belvedere fin troppo lontana e nubi pesanti di preoccupazione si addensarono sul mio cuore... e pensai ai Cavalieri... li avevo quasi dimenticati... e mi chiesi come era stato possibile... ero stata tanto sciocca, tanto avventata da dimenticare che eravamo inseguiti, da dimenticare ciò che rischiavamo e soprattutto ero stata tanto sciocca da dimenticare il pericolo che Guisgard correva solo per il fatto di essere insieme a me... Il vento tra i capelli ed i raggi del sole morente negli occhi... ero felice, raramente ero stata così felice. I miei piedi sembravano sfiorare soltanto a fatica l’erba, tanto correvamo veloci, e la mia mano era stretta nella sua. Ad un tratto si fermò di colpo, ed anche io mi bloccai. “Dove siamo?” chiesi. “Vedrai! Ma prima... chiudi gli occhi!” Gli lanciai uno sguardo scettico: “Perché?” “E’ una sorpresa!” sussurrò. Sorrisi allora e, sospirando, chiusi finalmente gli occhi... per un istante... ma subito li riaprii di colpo, colta da un pensiero fulminante. “E se il Maestro lo scopre?” chiesi di getto. “Cosa?” “Che siamo venuti qui, anziché andare con gli altri...” di nuovo sospirai, questa volta per la preoccupazione “Oh, Guisgard, lo scoprirà di sicuro... e si arrabbierà con te... di nuovo... e...” Ma lui sorrise e scosse la testa... “Ci penseremo domani!” disse, interrompendomi. “Ma...” “Ti fidi di me?” “Si!” “Chiudi gli occhi, allora...” Anche io sorrisi... e chiusi gli occhi. Un tuono mi riscosse da quei lontani ricordi... e sospirai. Il tempo stava cambiando, si stava facendo più freddo e quel vento che si era alzato prometteva pioggia... ci soffermammo... poi Guisgard vide quella grotta e lì ci andammo a riparare. “Credi che saremo al sicuro, qui?” domandai allora, smontando da cavallo “Credi che non ci troveranno? Oh, Guisgard... Guisgard, lo sai... se ti prendessero...” Un brivido mi percorse la schiena e non finii la frase.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
20-04-2012, 20.13.26 | #1755 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Come per ogni giorno stabilito, anche quel dì la principessa raggiunse il verdeggiante giardino.
Attraversò un arco di salici e tigli intrecciati e raggiunse una panca di pietra, alle cui spalle vi era una grata ornata di gelsomini, clamidi ed eriche. Restò a fissare i candidi gerani e con una mano accarezzò uno dei grappoli d'uva che pendevano dalle floride viti. Una lieve brezza soffiò tra le foglie, generando un mormorio che si perse nello zampillare delle fontane. Un attimo dopo di nuovo quel soffio, ma stavolta il suo eco fu più intenso. Chymela allora avvertì qualcosa, come una voce. Una voce che riconobbe subito. “Milady, sono qui...” sussurrò Andros dall'altra parte della grata. Lei si guardò intorno, per voi voltarsi di scatto e raggiungere la grata. Era pallida e i suoi occhi lucidi. “Milord...” fissandolo lei “...ascoltatemi, vi prego... non voglio celarvi nulla... sappiate che ieri sera hanno discusso del mio matrimonio... all'arrivo del marchese sarà firmato il contratto...” Lui restò un attimo in silenzio, poi chinò lo sguardo. “Allora avverrà presto...” mormorò “... ho saputo che forse giungerà nella capitale già stasera, domattina al massimo... ne parlavano alla locanda...” esitò “... ho chiesto notizie in paese... è molto ricco ed offrirà alla corona di vostro padre un notevole aiuto militare... mi contende l'amata e poi le sorti dell'imminente guerra...” “Già... la guerra...” fissando un cespuglio fiorito lei “... dopotutto siete qui per questo...” Un lampo attraversò lo sguardo di lui. “Io so cosa voglio...” disse “... e voi? Voi cosa farete?” “Cosa potrei fare?” Guardandolo lei. “Andare contro la volontà di mio padre? Contro i desideri di mia madre? Contro tutto ciò che il popolo si aspetta da me? Sono sola in tutto questo...” “E sia...” con voce bassa lui, simile alla calma che precede la burrasca. “Perchè avverto questa freddezza?” “Rassegnazione.” “Indifferenza mi pare!” Impallidendo ancor di più lei. “Io posso lottare contro tutto e tutti” senza tradire emozioni lui “ma non contro il vostro cuore. Se vi arrendete così, allora cosa mi resta da fare? Costringervi forse? E a far cosa? Ad amarmi? Da una pietra non nasce un fiore...” “Siete crudele!” Lui restò in silenzio. “Crudele ed egoista!” Continuò lei. “Avevano ragione!” “Chi?” “Tutti!” Rispose lei. “Tutti coloro che mi dicevano di voi e della vostra corte! Perchè cercare un fiore lontano, se se ne hanno tanti ad una finestra o su un balcone? Forse perchè interessa il giardino che contiene quel fiore!” “Avete ragione...” con voce cupa lui, mentre le mani stringevano incessantemente quella grata “... sono un egoista... penso alla mia passione, al mio amore, ai miei sogni, dimenticando i vostri doveri, il protocollo della vostra corte e i desideri della vostra famiglia... si, ammetto che è così... ma l'ho fatto perchè tutto ciò non riguarda la vostra felicità, i vostri sogni... nessuno può rendervi felice davvero... nessuno che non sia io... Chymela, non capite... ho attraversato le sabbie del tempo e gli oceani che riempiono lo spazio... ho cavalcato in sella a sogni e segni con cieca fiducia... ho intrapreso un viaggio in terre, sensazioni e passioni sconosciute, come solo i navigatori infiniti sanno fare... loro interrogano le stelle ed io invece i miei sogni e tutto solo per quelle Isole Felici di cui parlano bardi e poeti... il tutto solo per voi, che con il vostro nome avete riunito tutto ciò che di meraviglioso il mondo può contenere ed offrire... volete sposare un altro? Volete vivere seguendo la Ragione? Volete reprimere ogni simpatia verso di me? Spazzare anche tutto ciò che vi induce a ricordarmi? Ebbene, fatelo...” sospirò “...accetterò anche questo... soffrirò fino a consumarmi, maledicendo l'immortalità della mia anima, perchè so che non mi basterà l'eternità per dimenticarvi... si dice che chi troppo ha ricevuto, alla stessa maniera pagherà...e sia! Mi è stato donato l'Amore più alto, più grande, più forte... quello che nutro per voi... ma non sono riuscito a conquistare il vostro... non sono riuscito a farvi comprendere quanto siano state vere le mie promesse e i sogni che ho giurato di realizzare per voi... allora giusto che paghi con un dolore che mi maledirà per sempre... accetto tutto questo, Chymela... tutto sopporterò, ma non quello che avete insinuato... non vi è altro fiore che voglio cogliere, né in questo giardino, né in nessun altro a questo mondo o nei Cieli...” “Oh, tacete, vi prego...” con un fil di voce lei “... non capite che è soltanto peggio...” “Mi accusate di avere altre?” Stringendo sempre più la grata lui. “Vi lasciate sedurre dalle menzogne di chi vuol far tutto per allontanarci? La vostra corte mi è ostile, per questo infanga il mio nome... mai, sapete bene, vi mentii... mai... si, ho incontrato altre donne... e da ognuna mi sono lasciato attrarre e sedurre... ma non come pensate voi... perchè da loro ho ricevuto solo astio, sdegno... ed è per causa vostra... perchè? Perchè in esse cercavo ogni volta qualcosa, anche d'insignificante... qualcosa che mi ricordasse lo scintillio di uno sguardo, la lucentezza di un sorriso o il calore di un bacio... occhi di meravigliose cromature di verde, di celeste, di grigio o nocciola, ma vuoti e senza vita... capelli troppo scuri o mai abbastanza chiari da accendere in me l'illusione di un ricordo ormai smarrito... mani mai davvero candide e bianche... quelle donne non eravate mai voi... ho tentato allora di chiamarle col vostro nome e per un attimo mi è parso di vedervi quasi fino a toccarvi, ma tutto sfumava perchè esse andavano via sdegnate e indignate... perchè io avevo preferito il vostro fantasma a loro che erano vive e reali... e voi mi accusate di pensare ad altre donne...” scosse il capo “... altre diverse da voi... no, questo che vi ho raccontato mi attende per il resto della vita... ma grazie al Cielo sono un soldato ed un soldato vive per la guerra... e la guerra richiede un tributo di vita... morirò presto... si, morirò presto, per fortuna... rincorrerò la morte come la più ambita fra le amanti... e ucciderò un gran numero di uomini, latini, greci ed infedeli... ed ella per questo mio servigio di sangue non mi negherà le sue grazie... si, morirò presto, anche se so che neanche l'Oltretomba annienterà il mio eterno e doloroso ricordo di voi...” voltò le spalle e fece per andar via. “Dove andate?” Chiamandolo lei. “Cosa volete fare? Parlate, vi prego! Parlatemi o morirò di pena!” “Fuggite via con me, Chymela!” “Oh, siete folle...” chinando lo sguardo lei “... dunque questo mi proponete? Siete visionario e irrazionale... negate la Ragione per un mondo di sogni irrealizzabili...” “Si, sono folle!” Voltandosi lui. “Folle come tutti gli innamorati! Perchè chi ama nega ciò che non può comprendere il proprio Amore! Non era follemente innamorato Paride, tanto da sfidare i re Achei per Elena? E non lo era abbastanza Orfeo fino a cercare la sua Euridice nell'Ade? Apollo offese Amore e questi giustamente lo punì strappandogli Dafne, ma io cosa ho fatto per perdere voi? Forse la mia colpa è di non avervi saputo conquistare e strappare ad un mondo che mai vi renderà abbastanza felice... addio per sempre, Chymela...” Chymela si aggrappò alla grata, scuotendola con un vigore ed una disperazione che ignorava a se stessa. “Dove andate?” Con un gemito. “Fermatevi, vi prego! Ditemi che non vi farete uccidere a causa mia!” “Lo farò...” mormorò lui “... mi farò uccidere forse stanotte stessa... a voi cosa importa ormai? State facendo ciò che ci si aspetta da voi... state facendo il vostro dovere di figlia e di principessa... vi lascio alla vostra coscienza acquietata...” “Fermati allora!” Scivolando come sfinita lei. “Farò come mi chiedi... sarò tua... solo tua... hai vinto, Andros... preferisco morire di vergogna, che annientarmi per il dolore...” “Chymela, amore mio adorato...” tornando verso la grata lui e impallidendo per quell'improvvisa gioia... davvero? Sarà così, anima mia?” “Si, lo giuro...” sussurrò lei “... su quanto ho di più sacro...” “Allora il vecchio eremita diceva il vero...” estraendo qualcosa dalla tasca lui “... diceva il vero quando mi donò questa pietra...” mostrandole una meravigliosa pietra rosso scura. La grotta era asciutta e ricoperta di erbe selvatiche. Quel luogo apparve subito accogliente e sicuro, offrendo ai due fuggitivi un comodo riparo. Un ramo di melo selvatico, carico di frutti, pendeva nella caverna, offrendo così ai due un dolce nutrimento, mentre un rio sotterraneo riforniva di acqua fresca e pura quel luogo incontaminato. Guisgard raccolse allora fascine secche e muschio con cui accese un fiore per scaldare la grotta. “Qui saremo al sicuro...” avvicinandosi a Talia e prendendo le sue mani per scaldarla “... non ci troveranno...” sussurrò sorridendole “... abbiamo Sheylon che farà la guardia... vero, vecchio mio?” La tigre rispose con un sordo brontolio. “Perchè non provi a riposare un po'?” Continuò Guisgard. “Questa fuga improvvisa e poi l'ora passata a cavalcare... riposati, Talia...” E così, tra i bagliori danzanti del fuoco che riscaldava, l'innocenza dei loro cuori, l'eco della pioggia che batteva sulle rocce secolari e coperte di muschio, i due fuggitivi si videro subito separati dal mondo, tratti in salvo da una situazione pericolosa e isolati dal resto dell'umanità, come se una Forza Superiore Avesse guidato il loro cammino.
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20-04-2012, 21.35.51 | #1756 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Redentos ascoltò Parsifal e fissò poi Lilith che era accanto a lui.
“Sin da quando abbiamo cominciato questo cammino insieme” disse il cavaliere al suo apprendista “ho sentito in te qualcosa di eccezionale... tu hai il tuo cammino, Parsifal, un tuo destino e nessuno può impedirti di compierlo... se senti di dover affrontare questa prova, allora è giusto che tu lo faccia... rammenta ogni cosa appresa in questo viaggio, ragazzo mio... ricorda che la vera forza di un cavaliere sta nel suo cuore... solo esso spinge a compiere le imprese più nobili...” sorrise ed abbracciò con paterno affetto il suo apprendista “... che il Cielo ti guidi e ti preservi, ragazzo mio...” abbracciò poi anche Lilith. Gli uomini incappucciati, allora, fecero indietreggiare Redentos e invitarono Parsifal e Lilith ad entrare nel labirinto. Un attimo dopo la porta si chiuse e cominciò l'avventura dei due giovani sfidanti. Il labirinto si mostrò ai due ragazzi come una serie di cunicoli e gallerie, appena illuminati da torce che ardevano alle pareti. Ad un tratto udirono un grido e poi un lamento. Proveniva da uno dei cunicoli davanti a loro. Vi erano tre grossi antri ed ognuno conduceva attraverso un'arteria di cunicoli e passaggi. Bisogna scegliere in quale antro entrare: quello di destra, quello centrale o quello di sinistra. Nel frattempo, Redentos rimasto all'esterno, chiese dove si trovasse la cappella del castello. Quando gli fu indicata, si chiuse al suo interno per pregare. Pregare per Parsifal e Lilith.
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20-04-2012, 22.14.34 | #1757 |
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se volete rischiamo però sappiate che dobbiamo fare una cosa veloce e andarcene da qui dissi guardando i miei amici piu lontani siamo e meglio è continuai a dire va bene vi aiuteremo ma a una condizione che sia un matrimonio veloce non abbiamo tempo di restare qui a lungo dissi guardando l'uomo
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21-04-2012, 02.10.00 | #1758 |
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Il Maestro Redentos davanti a me, dopo aver sentito le mie parole anche lui si congedò, non tentò di fermarmi. Anzi, ci incoraggiò e ci abbracciò come un padre con i suoi figli....
che magica sensazione provaì..... mi tornarono in mente gli abbracci del mio Maestro e Padre adottivo, non negaì il suo gesto tanto che anche io lo strinsi forte a me e dissi: "Non preoccupatevi Maestro, tornerò vivo e continueremo il nostro viaggio insieme..... ma..... questa è una prova che difficlmente mi si proporrà nuovamente e se la superassi....potrò essere un quarto di voi......" gli sorrisi. Varcammo la soglia è il tempo sembrò fermarsi. Osservaì l'ambiente e scrutaì se vi erano trappole installate....usaì il metodo del sassolino...... ad un tratto udimmo un grido orribile, presi Lilith per mano e la posi dietro di me: "Non allontanarti da me..... dobbiamo stare insieme....." Proseguendo il cammino ci trovammo in un enorme ingresso ove vi erano tre cunicoli, la prima scelta parve innanzi a noi; io, seguendo un mio simbolismo particolare avreì optato per il cunicolo di sinistra, poichè rappresenta il cuore, il centro di tutte le emozioni. Non sapevo se Lilith, era d'accordo. Attesi una sua risposta.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
21-04-2012, 18.51.15 | #1759 |
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Rimasi a fissare il fuoco ascoltando le parole di Goz.....non era un discorso strano, era un'anticacverita' ogni cosa nel futuro avrebbe preso altra forma.....ci sarebbero state meraviglie Armature fantastiche.....ma la natura non avrebbe mutato se non per mano dell' uomo....." Io non vorrei chiedervi nula Goz......perche' voi sapete da chi vengono le richieste.... e i vostri cigni io li cerchero' comunque, anche se voi decideste di non costruire quella maledetta armatura....usciro' da qui e andro' nel giardino, ho visto un giardino stupendo chiuso da un cancello il cui catenaccio e' una pietra rara, non so se quello e' posto giusto...ma quel luogo mi dira' qualcosa sui vostri cigni...."...Gli diedi un bacio sulla fronte e d uscii dalla stanza.....cammnai lungo il corridoio sino a quando non scesi le scale che portavano al parco......il silenzio regnava e il vento sembrava avesse smesso di tramare tra le fronde degli alberi.....ero un po' disorientata ma la cosa duro' solo un attimo e riuscii ad arrivare al cancello..il lucchetto era li'.....sembrava incantato, sentivo i profumi di vari fiori.....alcuni erano speziati altri erano dolci e vanigliati.......presi il lucchetto tra le mie mani e uan luce violentissima percorse il mio corpo......era un fascio di luce incandescente....una voce ......e il rumore di cascate d'acqua .....blocco' il mio respiro....
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21-04-2012, 19.58.17 | #1760 |
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Quando entrammo nel labirinto assieme a Parsifal il battito del mio cuore accelerò per la paura. I cunicoli erano stretti e bui; ad un certo punto dovemmo scegliere tra tre differenti passaggi.
Mi trovai completamente indecisa; non avevo idea di cosa avrei dovuto fare, così chiesi a Parsifal: "Dove pensate sia meglio andare?"
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