22-02-2013, 20.04.44 | #171 |
Cittadino di Camelot
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I raggi flebili dell' Aurora mi svegliarono come una carezza...per un attimo rimasi immobile nel letto poi mi voltai e vidi il dolce viso di Vivian che mi guardava preoccupata e la sua bocca che pronunciavano quelle parole.
.."Nel giardino..mi hanno trovata nel giardino priva di sensi?" dissi a Vivian, poi come se quelle parole fossero un sonoro schiaffo mi ridestai e ricordai tutto quello che era successo...sia nel seminterrato e nel corridoio..quello strano pizzicore al collo e quelle bestie nere. Piano mi alzai, la testa girava ancora ma c'era solo un modo per dare conferma a tutto ciò, lentamente aprii la porta e senza farmi notare camminai fino a quella porta e infatti con stupore, lo trovai proprio dove era nascosto....il libro preso nel seminterrato. Che era successo allora...e chi mi aveva portato nel giardino? Tutto questa dava conferma ai miei sospetti, che i servi erano a conoscenza di tutto e che qualcosa di strano era successa la notte prima. Presi il libro e lo portai con me in camera, feci cenno a Vivian di non preoccuparsi..."Comunque Vivian, non penso proprio potrai vedere la tua festa delle Mele, noi siamo qui prigionieri e non ne sappiamo il motivo, l'Arconte Meccanico avrebbe potuto venire qui e darci il benvenuto, non pensi? Come gli uomini educati fanno con gli ospiti...ma tu non preoccuparti, ci penso io...a costo di scalare quella torre che svetta e scenderci, sono bravissima sai...oppure chissà verrà a salvarti il tuo Chevalier de Lyes?" e le feci l' occhiolino. Vivian non doveva sapere nulla di tutto questo, ella era troppo sensibile e inoltre mi sentivo in colpa per averla portata fino quel posto. Iniziai a sfogliare distrattamente quel libro..una cosa era certa. Quel palazzo celava misteri ed era difficile scovarli, l'unica possibilià era uscirne ma come??
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
23-02-2013, 00.21.14 | #172 |
Cittadino di Camelot
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Il saluto scambiatoci.....sentivo che era puro e sincero, quanta cordialità e affetto è possibile trarre da una persona estranea. Pensai':
"Fortunatamente......non tutto è perduto....". Poco dopo, traversai' il primo tratto di montagna e mi accorsi che il clima stava cambiando, osservai' il cielo e dalla disposizione delle nuvole capi' che questa strada era soggetta a molte nevicate. Prosegui' verso l'interno e cominciai' a d avvertire la rigidità dell'area......iniziava a far freddo......era tempo di fermarsi, per mia fortuna una locanda era lì..... "Dio ti ringrazio......hai visto caro amico, adesso potrai' riposare un po'.....". Scesi da cavallo ed entrai' nella locanda, vi era gente a fiotti chissà se vi erano ancora stanze libere. Mi avvicinai' all'oste e chiesi: "I miei saluti messere, volevo chiederle se vi era posto per la notte ed un pasto caldo da gustare. Domani.....mi attende un lungo viaggio....."
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23-02-2013, 01.09.08 | #173 |
Cittadino di Camelot
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I racconti affascinano perche' possono prendere formanella mente umana......non sempre dandoleuna grande verita'....ma quel suono era reale e l'anziana donna non parlava con gli occhi di chi vaneggiava.....nel mio paese gli anziani avevano tutto il rispetto....che si poteva dare ad una persona di grande rispetto.....lascai che le donne andassero via....." Elina...mi hai insegnato che quando un anziano parla...i suoi occhi diventano di lacrima se e' la verita' che dice e io....nei suoi occhi hovistoun fiume di lacrime.....oltre la siepe c'e' il muro di cintae il suono proviene da oltre il muro..ti chiedo troppo se ti chiedessi di saltarlo ?...."...andai dietro la siepe....e vidi il muro...era alto ed invalicabile.....ma quando ero una ragazzina avevo imparato che nulla e' impossibile...e cominciai cosi' a cercare un lato debole o valicabile....poggiando le mani alcune pietre sembravano stranamente malmesse...e cominciai a staccarne le pietre non senza l' aiuto di Elina....mi sembro' di vedere oltre.....era l'altro lato del maniero?...
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23-02-2013, 02.15.53 | #174 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Clio si era ripresa.
La sua pelle ed i suoi abiti erano intatti. Poco distante vi era il camminamento delle mura, dal quale si poteva vedere un baratro profondo diversi metri. “Clio...” disse Lucius ancora visibilmente stravolto per l'accaduto “... Clio... eri come impazzita... e volevi lanciarti nel fiume da quassù...” “Eravate in preda a qualche allucinazione” fece Fornò “e decisa a lanciarvi dalle mura del castello.” Il suo sguardo era gelido e distante, come se l'accaduto non avesse suscitato alcuna sensazione in lui.” “Allucinazioni?” Ripetè incredulo Lucius. “Si, allucinazioni.” Fissandolo il misterioso re di Brulandia. “Avete presente? Sono una specie di visioni. Immagini irreali che tuttavia ci appaiono vere.” “So cos'è una allucinazione!” Risentito Lucius. “Mi fa piacere per voi.” Con indifferenza Fornò. “Ma da cosa sono state prodotte queste allucinazioni?” “Invece di star qui a fare sciocche domande” mormorò Fornò “vi consiglio di riaccompagnare la vostra ragazza in stanza. E la prossima volta che deciderete di passeggiare al chiaro di Luna, accertatevi di farlo in un posto sicuro.” Fissò Clio. “Non voglio i vostri ringraziamenti. Comunque non riuscireste mai a sdebitarvi con me.” E si allontanò, per poi svanire nel primo Sole di quella mattina. “Ma che tipo arrogante...” borbottò Lucius “... comunque su una cosa aveva ragione... meglio tornare in stanza. Devi riposarti.” E riportò Clio nella sua camera. Poco dopo si udirono alcune trombe e poi voci festanti. Nel castello arrivò una sontuosa carrozza. Era quella dell'Arconte Meccanico.
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23-02-2013, 02.28.28 | #175 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea, per trovare conferma dei suoi ricordi, scese di nuovo fino a quella porta di ferro, recuperando così il libro visto la notte prima.
“Queste tue parole mi inquietano, Altea...” disse Vivian visibilmente turbata per quello strano comportamento di Altea “... mi vuoi dire perchè sei uscita stanotte? E perchè ora sei andata a prendere questo libro? Insomma, voglio capire il perchè di questi tuoi strani comportamenti!” Altea nel frattempo aveva cominciato a sfogliare distrattamente quel libro. Ma con suo grande stupore si accorse che ora le sue pagine apparivano diverse. Quelle misteriose illustrazioni non c'erano più e neanche quello sconosciuto idioma. Era un normalissimo libro in cui erano registrate le entrate e le spese del castello. Con aggiunte e note riguardanti l'amministrazione e i lavori di ristrutturazione. “Allora?” Fissandola Vivian. “Ti interessano ora i registri di questo castello?” Forse Altea aveva sognato davvero? Forse aveva perso i sensi e poi fatto quell'incubo? Ma proprio in quel momento si udirono alcune trombe suonare a festa. Seguirono poi voci che accoglievano con entusiasmo una carrozza appena giunta al castello. Era quella dell'Arconte Meccanico.
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23-02-2013, 02.40.58 | #176 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth scostò alcune pietre malmesse dal muro, aprendo così una piccola breccia nelle murature del castello.
E da lì vide cosa circondava il maniero. Una sterminata selva, nel cui ventre scorreva il fiume che fungeva da barriera e nello stesso tempo prigione. Nessuno poteva avvicinarsi e nessuno poteva lasciare quel luogo senza permesso. Infatti le mura erano alte e tentare di scavalcarle equivaleva ad un suicidio. “In nome di Allah...” disse Elina “... allontaniamoci da qui... oltre queste mura c'è un salto di decine di metri...” prese allora per un braccio Elisabeth e si allontanarono di qualche passo. Ad un tratto le due donne udirono qualcosa. Erano delle trombe e provenivano dal cortile. Il ponte levatoio del castello fu calato ed una carrozza entrò. Si fermò poi in mezzo al cortile e diversi servi accorsero ad accoglierla. Da essa scese un'austera figura avvolta in un lungo mantello nero. Il suo portamento era fiero e tutti si prostravano davanti a quella. Era l'Arconte Meccanico.
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23-02-2013, 02.52.39 | #177 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Parsifal raggiunse così la locanda.
Si trovava lungo la strada isolata, ma appariva accogliente. Al suo interno un grande camino scaldava un vasto ambiente. Qui, seduti ai tavoli, vi erano diverse persone. Perlopiù viaggiatori. “Salute a voi, cavaliere.” Disse il locandiere a Parsifal. “Certo, ho per voi una comoda stanza e se prendete posto ad uno dei tavoli liberi vi servirò un pasto caldo e del buon vino.” Accompagnò così ad un tavolo il giovane cavaliere. Poco dopo gli servì un piatto di minestra, accompagnato da pane e formaggio. Aggiunse poi una piccola brocca di vino rosso. “E' buono, cavaliere.” Indicando il vino il locandiere. “E' quello della casa. Vi auguro buon appetito.” E si allontanò. Nella sala vi erano, come detto, molte persone. Viaggiatori, commercianti, contadini, pastori e zingari. Ad un tratto Parsifal si accorse di essere come spiato. Infatti ad un tavolo non distante dal suo vi erano quattro uomini che continuavano a fissarlo.
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23-02-2013, 19.12.55 | #178 |
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L'accoglienza fu delle migliori, il locandiere senza indugio mi disse che vi era una stanza per riposare......
L'aria che si respirava era molto familiare......sembrava che tutti i viandanti si conoscessero l'uno con l'altro, tutto era nella norma.....tranne che un piccolo problemino: il tavolo di fronte ospitava quattro persone che mi fissavano, i quali non battevano ciglio nell'allontanare lo sguardo. Consumai' il mio pasto e mi diressi verso l'oste e gli chiesi: "Messere, è possibile sapere chi sono gli uomini laggiù?". Era meglio rimanere concentrati, non si poteva mai sapere.
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23-02-2013, 22.14.28 | #179 |
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Un incubo o una allucinazione??....Il mio sguardo fisso su quel libro che segnava solo parole e numeri...guardai Vivian sbigottita, aprii la porta e lo riposi sopra un mobile...ma che era successo???
Ad un tratto sentii degli squilli di trombe, i servitori si muovevano frenetici finchè una carrozza giunse in giardino..era arrivato l' Arconte Meccanico. Rientrai in camera..."Vivian, presto, è arrivato l' Arconte e noi dobbiamo essere presentabili come si conviene a una dama del nostro rango, come i nostri genitori ci hanno insegnato. Presto indossiamo uno dei migliori abiti...e mi raccomando, o stiamo zitte e parliamo solo quando ci interpella lui o mostriamo la più assoluta spontaneità..e dimentichiamo tutto ciò che è accaduto fino ora". Iniziammo a prepararci in fretta...indossai un bel vestito di seta turchese con pizzo bianco, mi guardai allo specchio e mi spazzolai i capelli e li raccolsi in una mezza coda cinta da una spilla dorata che lasciava cadere parte dei lunghi capelli biondi lateralmente su una spalla...."Vivian...non dimentichiamoci, come ci hanno detto di indossare lo stemma del casato quando si incontra una persona importante" e cosi mi puntai al petto una spilla con il simbolo del mio casato ovvero una aquila con una spada laterale, e l'aquila in bocca teneva un ramo di alloro. Poi il mio sguardo ricadde sulla collana, trattenni una lacrima e presi in mano il ciondolo, il rosso del rubino risaltava sulla pelle candida e sul colore del vestito...e vicino a quel ciondolo vi era un piccolo simbolo, quasi un emblema a me sconosciuto e di cui non avrei mai conosciuto il significato. Guardai Vivian..."oh si...so a cosa stai pensando..ma io non potrò mai amare nessun altro più" e sospirai lasciando quel ciondolo.." e ora usciamo da qui e andiamo nel salone e aspettiamo che l'Arconte Meccanico ci dia udienza". Uscimmo dalla stanza e ci sedemmo aspettando silenziosamente e con ansia perchè...chissà...forse potevamo uscire da quel posto.
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24-02-2013, 19.18.01 | #180 |
Cittadino di Camelot
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Dopo le mura solo un volo....non c'era nulla...elina mi tiro' via e come si fa con i bambini...si finisce di dargli retta...e si portano in un luogo sicuro...non senza dovere ascoltare tutte le sue manifestazioni di non approvazione....eravamo nei pressi del portone che portava alle nostre stalle, quando il portone si apri' e una carrozza scese da essa......un unomo, buio..buio come la notte ....il suo abbligliamento mi colpi' era uguale alla morte........ogni persona si inchinava al suo passaggio...io ed Elina rimanemmo sulle scale del palazzo...." Elina...guarda abbiamo ospiti, nella gente incute paura...non rispetto...e questo non e' un buon segno.....pensi che e' lui il Signore di questo posto ?......nonmi piace proprio....".....cosi' salii i gradini che ci avrebbero portato nella nostra stanza
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