15-05-2014, 21.53.31 | #1811 | ||
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"I miei omaggi, Lady Altea.." sorridendo alla donna "Ricordo che ci siamo incontrate in una triste circostanza, qualche giorno fa... E vi sono grata se ci avete difeso da altri... So che avete dato ospitalità a mio marito prima che giungesse in città, e per questo vi ringrazio.... E so anche che vi siete molto adirata perché egli vi ha taciuto il suo vero nome.. Ma non crucciatevi, fa sempre così.." alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa "Sono lieta che dopo la scenata dell'altro giorno tutto sia tornato alla normalità.. Dovete perdonarmi, tuttavia, non ho alcun ricordo di una promessa.." guardai Guisgard e poi Altea "Sempre che vi stiate rivolgendo a me... Comunque sia, saremo anche mercenari ma la parola è sacra, e vale anche per mio marito, vero caro?" appoggiandomi a lui con disinvoltura.
La donna poi uscì e mostrai a Guisgard il ciondolo. "Beh, complimenti.. è davvero molto carina, ma non dimenticare che sei sposato... Potrei diventare gelosissima, marito caro.." sorrisi "Beh, se doveva dirti qualcosa di importante, avrebbe trovato il tempo..". Citazione:
Sospirai "Ma probabilmente hai ragione tu, questo ciondolo deve avere una storia, altrimenti quell'uomo non avrebbe fatto tante scene! Speriamo almeno una storia a lieto fine.." facendo l'occhiolino al cavallere. "Ma comunque, non ha importanza... abbiamo altre cose a cui pensare.." mi guardai intorno "Ormai dovrebbero essere qui... A proposito, non mi hai neanche detto come sto.. sembro una tenera fanciulla, magari un po' in carne, ve lo concedo.. ma comunque indifesa e sperduta?" risi appena. Citazione:
"La bestia non attacca uomini armati, ricordate? Solo donne e bambini... Motivo per cui non dovete assolutamente andarci, è troppo pericoloso..." cercai di tranquillizzarla "E comunque non temete, stiamo giusto per andare nella foresta... Proveremo a cercarlo, e lo terremo con noi se riusciremo a trovarlo ... Cosa ne dici, caro? Non dovrebbe essere un problema" guardai Guisgard "Anche se, non posso garantirvi nulla... la foresta è grandissima... Ma, per nostra fortuna, anche affollata... se non lo troveremo noi, sono certa che incontrerà un altro gruppo di cavalieri pronti a dare la caccia alla bestia.." Sorrisi alla donna. |
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15-05-2014, 22.04.38 | #1812 |
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Mettere insieme tutte le ossa di un corpo umano era impossibile...e comunque noi avevamo un unico osso.....e secondo il Borgomastro il nostro osso doveva completare il tutto...ma non immaginavo che ci fosse dimezzo un tesoro.....e che lo avesse potuto avere il giovane Maniscalco.......Daizer chiedeva continue spiegazioni ......sino a quando la risata di Flees arrivo' alle mie orecchie.......lo guardai malamente lo presi per un braccio....e lo sposati vicino ad una vecchia tomba....." Che diavolo hai da ridere......a te sembra un gioco....ma non lo e' affatto.....e se ti stai scocciando..puoi sempre andartene per i fatti tuoi, non voglio tenerti con la forza..." ma mentre parlavo con lui...il mio occhio andò alla vecchia tomba e mi accorsi che c'erano dei gradini che portavano giù....i gradini erano stretti e un cancelletto in ferro delimitava l'entrata della cappellina......." lasciamo perdere Flees ho altro da fare...."...e così scansandolo....scesi non senza difficoltà quei gradini e spostando quel cancello arrivai ad una piccola cripta....c'era odore di muffa, e pochissima luce, se non quella che arrivava da fuori.........sembrava non ci fosse nulla all'interno.......niente lapidi....era strano......ma su un muro.....graffiato dalla punta di un coltello..." Il Borgomastro riporterà il Maniscalco".....accidenti....non era la tomba che cercavamo..ma era un indizio....mi volta e feci per uscire da quel cunicolo.....ma non ero sola....
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15-05-2014, 23.01.33 | #1813 |
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Osservai la donna...infatti mi stavo rivolgendo al cavaliere.."Non occorre acqua milady, ho visto cose peggiori qui a Solpacus".
Mi voltai verso Posteg..."E' stata una pessima idea amico mio, forse siamo di troppo a quanto pare...non occorre vi disturbiate per mio fratello, potete andare a cacciare la belva e che Dio vi benedica". E uscii dalla locanda silenziosa e pure Posteg aveva il viso rammaricato. Perdere qualcuno caro è un dolore senza fine...e forse avrei proprio dovuto sconfiggere questo dolore. Tornai al palazzo del vescovo e entrata nella mia stanza guardai fuori il buio e mi gettai nel letto addormentandomi...avrei voluto dormire fino all'eternità.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
15-05-2014, 23.27.42 | #1814 |
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Restai basita ad osservare la donna che se andava insieme al suo amico.
Guardai il mio finto marito con gli occhi spalancati. "Che ho detto? Che storia è mai questa?" allargai le braccia "Vieni da noi, chiedi aiuto, te lo si offre e te ne vai? Così? Meno male che ho cercato di essere gentile, se la mandavo al diavolo che faceva?" scossi la testa "Ah.. Capisco perché si dice che le donne sono volubili.." lanciai un sorrisetto divertito a Guisgard "A meno che non ci sia rimasta male perché le ho parlato io.. Magari voleva l'aiuto di un valido cavaliere..." feci l'occhiolino al mio finto marito "Non avrai fatto conquiste mio caro? Devo iniziare a preoccuparmi?" risi appena, guardandolo però negli occhi. "Beh, andiamo a vedere se i ragazzi sono tornati, così possiamo andare nella foresta..." sospirai "E comunque cercheremo il fratello di quella donna.. a quanto pare faccio scappare le dame a cui rivolgo la parola, ma non sono così crudele.. E' pericoloso là fuori.. anche se la bestia non ha mai assalito uomini armati.." abbassai lo sguardo "A parte Scotir, ma la bestia stava puntando me, è lui che si è messo in mezzo..". Chiusi gli occhi per fermare una lacrima ribelle. Li riaprii dopo un istante, e mi sforzai di sorridere "Andiamo, la mezz'ora è passata ormai..". |
16-05-2014, 01.58.27 | #1815 |
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Elisabeth, nel quasi totale buio che avvolgeva quella cripta dimenticata, voltandosi intravide qualcosa.
Una figura immobile che la fissava nella penombra. “Dovreste occuparvi dei vivi, cara zia” avanzando verso di lei Flees “e non andare in cerca dei morti... la vita può riservare sorprese ed essere molto interessante ed eccitante...” si avvicinò quasi a sfiorarla “... siete fatta per la vita, cosa cercate quaggiù?” La fissò e poi con una mano cominciò ad accarezzarle lievemente il viso, sfiorandole poi le labbra con le dita, fino a scendere sul suo collo. Allora avvicinò la bocca a quella di lei e la baciò. La baciò con impeto e passione, premendo le sue labbra contro quelle di lei, come a volerne trarre ogni sapore. E con una mano iniziò a slacciare i bottoni del vestito della donna.
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16-05-2014, 02.08.16 | #1816 |
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“In effetti” disse Tisin ad Eilonwy “questa melodia è cominciata appena sei Riccardo ha smesso di suonare per mettersi a letto. Si, forse avete ragione voi, damigella... magari è una sorta di gara per dimostrare di saper suonare meglio... oppure, chissà, forse davvero qualcuno sta consegnando i suoi sentimenti alle dolci note di questa musica...”
La sera era limpida, silenziosa e malinconica. Il chiarore delle stelle, vivo e luminoso, sembrava ingentilire e disincantare il perenne manto di quelle tenebre a cui il Cielo pareva aver concesso potestà su tutte le cose. E su questo sfondo fiabesco e sognante, con la Luna, pallida e mutevole, che a fatica emergeva dalle ultime nuvole d'argento in procinto di dissolversi verso Meridione, si stagliava, simile ad un gigante addormentato, il maniero poco distante dalla cappellina. E proprio da una delle sue torri qualcuno continuava a suonare quella bellissima e struggente melodia. “Chi sarà mai a suonare?” Mormorò il merlo.
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16-05-2014, 02.42.44 | #1817 |
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Altea, stanca e confusa, tornata nella sua stanza del Palazzo Vescovile, cadde subito in un sonno profondo...
La locanda era colma di gente e tutti bevevano, cantavano e brindavano allegramente. Eppure dall'esterno giungeva un cupo e silenzio, come se qualcosa di terribile ed indicibile si stesse consumando nell'oscurità della notte. Poi il rintocco della campana. “Abbiamo cercato in lungo e in largo” disse Gvin che se ne stava seduto ad un tavolo insieme ai suoi uomini “ma di quella maledetta bestia neanche una misera traccia.” Guardò poi Enar che se ne stava a bere tutto solo al bancone. “Ma siete sicuro che si tratti proprio di un dannato cinghiale?” Rivolgendosi il duca al pastore. “Si.” Annuì questi. “Infatti uccide le sue vittime senza poi sbranarle.” “Zio!” Disse entusiasta Roxanne. “Ho fatto un altro disegno della bestia! Stavolta l'ho raffigurata mentre uccide una ragazza senza però divorarne le carni!” Sorrise. “Sono stata brava, vero?” Altea osservava ed ascoltava tutto dal suo tavolo, dove era seduta insieme a Thomas. Suo fratello aveva al collo un crocifisso. Lo stesso che portava Older. “Sarà meglio che vada nella foresta.” Rivolgendosi a sua sorella. “Sono in pensiero per te, Altea. Nessuno qui sembra intenzionato ad uccidere la bestia ed io temo che quell'animale possa fare del male a te.” Le diede un bacio sulla fronte ed uscì dalla locanda. Di nuovo il rintocco della campana. Dopo un po' entrò Older e subito si avvicinò al tavolo di Altea. E fissandolo, la bella avventuriera si accorse che aveva al collo il crocifisso portato da Thomas poco prima. “E' stato vostro fratello a donarmelo, milady...” indicando il crocifisso Older “... a lui presto non servirà più...” “Che novità ci sono dalla foresta, vecchio mio?” Chiese il locandiere. “Nulla di nuovo...” rispose Older “... pare che la bestia abbia ucciso ancora...” “Davvero?” Fissandolo il locandiere. “E chi stavolta?” “Questa volta” fece Older “è toccato a quei mercenari... volevano ucciderla, ma la bestia li ha preceduti...” Altea si svegliò di colpo. Di nuovo uno strano sogno, confuso ed indecifrabile. L'avventuriera allora guardò verso la finestra, accorgendosi che era ancora notte fonda. Dal cortile del palazzo si udivano gli uomini di Gvin che durante i turni di guardia giocavano ai dadi fra di loro. Poi all'improvvisò Altea sentì qualche altra cosa. Qualcuno che canticchiava proprio sotto la sua finestra. Era Posteg.
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16-05-2014, 04.15.15 | #1818 |
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“Beh...” disse Guisgard a Clio “... tanto è per finta, no? Una recita. Devo solo interpretare il ruolo del marito del tutto soggiogato dalle grazie della sua bella moglie, come tu, di contro, devi fingere magari di essere gelosa quando qualche dama sembra volersi interessare a me.” Rise piano, per poi guardarla con indosso quell'abito. “Eh, devo dire che ti sta benissimo... quasi quasi mi sento un idiota a condurti nella foresta per dar la caccia ad un grosso cinghiale... avrei voglia di portarti in ben altro luogo, magari al chiaro di Luna...” facendole l'occhiolino.
Poi, quando lei ricordò l'assalto della bestia e la morte di Scotir, si accorse che la ragazza chiuse gli occhi ed un velo di tristezza la prese. “Un canto indiano” sussurrò piano lui, sfiorandole la guancia inumidita da quella lacrima “racconta che le pietre preziose più belle e colorate sorsero tutte dalle lacrime di una principessa dai magnifici occhi... lei piangeva ogni giorno per il suo sposo lontano, fino a quando egli ritornò da lei... Shiva allora, commosso dal loro grande Amore, mutò quelle lacrime in tutte le gemme più belle che colorano il mondo...” sorrise appena “... ma la cosa che mi ha sempre colpito di questa poesia è che il suo anonimo poeta non ha mai descritto quale fosse il colore degli occhi della principessa... forse per permettere ad ogni innamorato di immaginarli simili a quelli della propria amata...” la fissò negli occhi “... ed io non credo che gli occhi di quella principessa fossero belli quanto i tuoi...” In quel momento si avvicinò a loro Astus. “Ho sentito dei rumori provenire da fuori...” disse “... credo che gli altri siano giunti.” “Bene, sarà meglio andare allora.” Annuendo Guisgard. I tre uscirono dalla locanda e trovarono Dort e gli altri già pronti. “Abbiamo tutto l'occorrente?” Chiese loro il cavaliere. “Si, tutto, messere!” Annuì Mime. “Direi di partire allora.” Disse Borel. Montarono allora sui loro cavalli e lasciarono la città, addentrandosi fin nel ventre della foresta. Galopparono per un po', fino a quando trovarono un luogo che sembrava adatto per il loro piano. Infatti sotto ad uno spuntone roccioso, ricoperto da muschio e sterpaglia, si apriva una vasta fossa naturale. Con le pale alcuni di quei falsi mercenari allargarono un po' le sue pareti e ripulirono il fondo dai massi e dai rami secchi. Gli altri invece raccolsero della legna che in seguito lavorarono con le asce, ricavandone così pali robusti ed acuminati che fissarono poi nel pietrisco e nel fango della fossa. Ricoprirono infine quella buca con arbusti e foglie per renderla invisibile. “Tra circa due ore comincerà a fare giorno...” mormorò Dort “....speriamo di avere tempo a sufficienza per attirala qui...” “Piccola...” voltandosi Guisgard verso Clio “... vieni qui...” ed aiutò la ragazza a raggiungere lo spuntone roccioso, facendola poi sedere dove la luce della Luna era più luminosa. “Io non ti toglierò gli occhi di dosso” fissando la ragazza il cavaliere “e non permetterò che si avvicini a te più del necessario... tu però non fare nulla di imprudente, chiaro? So che sei abile e coraggiosa e non devi dimostrare nulla a nessuno... non sappiamo con cosa abbiamo a che fare, né se sia davvero un animale, dunque qualsiasi cosa accada tu sii prudente...” i suoi occhi erano in quelli di lei. E restò così, per qualche altro istante, a fissarla. Ma poi, con un gesto improvviso, la baciò. Un bacio lungo, caldo, intenso, appassionato. “Non accadrà nulla di male a nessuno...” sospirò, staccando appena le sue labbra da quelle di lei “... te lo prometto...” Riaprì gli occhi, la guardò ancora una volta e poi con un salto scese dallo spuntone roccioso e raggiunse gli altri della compagnia, che intanto si erano ben nascosti nella vegetazione, ciascuno al proprio posto. “Anche quel bacio faceva parte del piano?” Dort a Guisgard. “Devo recitare al meglio la parte di Gufo, no?” Rispose il cavaliere. “Già, vero...” sorridendo Dort. Cominciò così la lunga attesa di quegli eroi, mentre la pallida luce lunare diveniva sempre più spettrale, posandosi, quasi come un velo, sul volto di Clio. Un volto che a Guiagard appariva ancora più bello in quel momento.
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16-05-2014, 15.59.22 | #1819 |
Cittadino di Camelot
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“Ehi….mi è venuta un’ idea!....Portatemi, per piacere, il flauto di Sir Riccardo! Voglio fare un esperimento. Proverò anch’ io a suonare qualcosa. Voglio vedere cosa succede. Forza su!” enunciai al merlo. Lo vidi volare dentro la stanza di Riccardo e tornare con un flauto di metallo. “Grazie mille. E adesso vediamo un po’!” esclamai. Mi portai il flauto alle coralline labbra e con le sottili ed opalescenti dita incominciai a suonare. LA MIA MELODIA: |
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!!
Eilonwy
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Eilonwy
16-05-2014, 16.08.57 | #1820 | |
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Ormai tutto era stato preparato. I ragazzi si erano impegnati duramente per costruire la trappola, e pregai che funzionasse.
Salutai i miei uomini, ad uno ad uno, raccomandando loro prudenza. Poi Guigard mi si avvicinò e mi lasciai guidare sullo sperone roccioso. "Piccola.." risi, scuotendo la testa. Ma i suoi occhi erano seri, e i miei lo diventarono immediatamente. "Beh, di solito riusciamo a spuntarla quando siamo insieme, no?" sorrisi. Citazione:
Solo a quella maledetta bestia! Annuii accennando un sorriso e lo guardai andare via. Erano molto più che rare le occasioni in cui restavo senza parole. Ma quel bacio.. così intenso, passionale, pareva quasi.. vero. Non me l'aspettavo.. no, decisamente. Eravamo solo noi, non c'era motivo.. Lo seguii per un momento con lo sguardo. Per un istante, gli occhi di Dort incrociarono i miei, gli feci l'occhiolino e sorrisi, voltandomi poi verso la vegetazione spettrale. La caccia aveva inizio. Presi posizione sullo spuntone roccioso, con il cestino accanto a me. Dort aveva ragione, ancora qualche ora e avrebbe inviato ad albeggiare. Non potevamo limitarci ad aspettare. Così, nel silenzio della notte, iniziai a cantare piano, dolcemente, mentre la mia voce si spargeva tutt'intorno. Cantai una canzone triste e malinconica, che ben si fondeva con l'atmosfera di morte che aleggiava sempre nella foresta. Parlava di un ragazzo, colpito a morte durante una battaglia, che prega il suo amico di riportare alla sua sposa il pegno d'amore che lei gli aveva donato, perché sapesse che l'aveva amata fino all'ultimo respiro e soprattutto perché non cadesse in mano nemica. L'ultima strofa descriveva la scena in cui l'amico bussa alla porta della donna, per consegnarle quel pegno d'amore. Riusciva a strappare una lacrima anche agli ormoni grandi e grossi come Vortex o Scotir. Ed era molto più adatta che non le canzoni di soldati allegre e goliardiche che cantavamo più volentieri, magari davanti ad un boccale colmo di vino. I miei occhi perlustravano la foresta intorno a noi, alla ricerca del minimo movimento. Avanti... vieni fuori... vienimi a prendere maledetta.... |
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