12-01-2015, 15.26.48 | #1811 | |
Cittadino di Camelot
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Io provo a dire l'intruso è il "ventaglio"..penna, mattarello ed anello sono solidi, il ventaglio può essere flessibile.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
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13-01-2015, 01.58.10 | #1812 | ||
Cavaliere della Tavola Rotonda
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E sia, lascerò un altro piccolo aiutino: La soluzione è celata nel modo di utilizzare gli oggetti riportati sulle quattro colonne
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13-01-2015, 12.21.22 | #1813 | |
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
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14-01-2015, 01.41.47 | #1814 |
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Lady Gwen, ma allora ciò che ho udito su di voi da alcuni pellegrini di ritorno da Glastonbury è la verità!
Siete davvero sapiente come le antiche sacerdotesse celtiche! Infatti, milady, l'intruso è proprio il mattarello, poiché, come da voi spiegato, è l'unico oggetto fra i quattro a richiedere entrambe le mani per essere usato Dunque, proprio sotto la colonna del mattarello è custodito il prezioso codice dell'Ardea de'Taddei, conservato nell'antica Cappella della Misericordia a Faycus. I miei complimenti, lady Gwen
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14-01-2015, 01.45.53 | #1815 |
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Oh, che meraviglia!
Credevo che questo enigma mi avrebbe perseguitato ancora per giorni! Comunque, no.. ci sarei arrivata mai e poi mai.. I miei più vivi complimenti Lady Gwen, siete stata arguta e perseverante! Bravissima, davvero |
14-01-2015, 01.57.56 | #1816 |
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Sir Guisgard: vi ringrazio, soprattutto per il rispetto che mostrate verso me e la mia gente e in effetti, persino per me, questo enigma si e` rivelato un po' ostico, ma io sono abbastanza testarda e perseverante :)
Lady Clio: grazie Milady! E` vero, ho risolto l'enigma, ma il fatto che tutte noi abbiamo tentato fino alla fine ci rende tutte vincitrici :)
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14-01-2015, 15.27.30 | #1817 |
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Lady Gwen..i complimenti sono doverosi..il vostro primo enigma e avete subito risolto..e a dire il vero nemmeno io ci sarei riuscita ...e avete ragione, l' unione fa la forza
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14-01-2015, 18.09.46 | #1818 |
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E` vero Milady :) grazie mille!!!
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14-01-2015, 18.34.03 | #1819 |
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Visto che siamo nei giorni che precedono l'inizio del Gdr, l'enigma di oggi è tratto proprio dalla storia che ispira quell'imminente avventura, svelandoci un frammento della genesi di uno dei personaggi principali che incontreremo (in verità sia lady Elisabeth che sir Galgan hanno già interagito con lui nello scorso Gdr, sebbene in entrambe le occasioni egli si presentasse sotto diverse spoglie...) presto.
Sul convento di San Giuseppe a Mondovì il Cielo, con scure e basse nuvole, pareva quasi voler schiacciare quelle lande, come divenute di colpo troppo pesanti a causa dei peccati e delle miserie umane. Il vento sibilava tra echi sinistri e lamenti di vaga disperazione, rincorrendosi tra le alte cime innevate, i boschi pullulanti di abeti e le valli segnate dal tempo e dal silenzio. “Vedrai, Pier...” disse il frate al suo confratello “... vedrai che le tue doti saranno premiate. Io so per certo che l'abate ti tiene in grande considerazione e persino Sua Grazia il vescovo ha parlato della tua traduzione a quei passi del Vangelo Domenica nella sua omelia.” “Ah, Guglielmo...” scuotendo il capo Pier “... non capisci... tu proprio non comprendi...” “Cosa?” “Non vedi?” Fissandolo Pier. “Non ti accorgi che qui sono uno come tanti? Credi forse che io valga più di Fra' Trebonio che conosce solo il momento più propizio per seminare e cogliere verdure? O forse pensi che qui mi considerino migliore del povero Fra' Rebano, il cui unico e solo intento è dar da mangiare al cane? Suvvia, ti prego...” “Pier, qui siamo tutti uguali” stupito Guglielmo “e tu forse sembri averlo dimenticato. Dimenticato la nostra Regola...” “Massi, massi...” annuendo l'altro “... certo che lo so... naturale... ma era per dire, per discutere su cose ovvie...” “Ovvie?” “Guglielmo, ti prego...” avvicinandosi ad una finestra della sua cella Pier “... ti prego, cerca di comprendere...” “Cosa?” “Allora abbi almeno rispetto per il mio lavoro qui.” Voltandosi Pier. “Non rammenti la parabola dei talenti? Non dice forse che il Signore da ad alcuni di più, rispetto ad altri? E non tenere in considerazione ciò, non riconoscere questo Dono Divino, non è forse peccato?” “L'orgoglio e la superbia sono peccati...” Pier non rispose nulla. “Perdonami, non voglio certo giudicarti” fece Guglielmo “ma forse dovresti meditare e pregare di più, fratello mio...” “Ho tradotto tutti i testi della nostra biblioteca...” mormorò Pier con gli occhi persi fuori dalla piccola finestra “... ho insegnato a molti nostri fratelli a leggere, scrivere e contare... io stesso mi occupo della corrispondenza del convento e persino delle lettere da inviare al vescovo, sulle quali l'abate appone solo la sua firma... per cosa ho fatto tutto ciò? Rispondi? Per cosa? Se poi vengo così ripagato?” Guglielmo lo ascoltava in silenzio. “Non sono forse il più dotto qui tra voi?” Continuò Pier. “Da solo non ho organizzato e curato tutti i libri del convento, salvandoli dall'oblio e della rovina? Ed ora che potevano premiare il mio lavoro, dare il giusto riconoscimento ai miei sforzi, nominandomi priore, vedo invece dare ad altri ciò che per diritto spettava a me!” “Pier...” “No.” Lo interruppe Pier. “Non basterà nessuna tua parola, Guglielmo. Non più.” Deciso. “Cristo così ripagava i Suoi discepoli? A San Pietro, che è morto per Lui a Roma, non Ha forse dato le Chiavi del Paradiso? E a San Paolo non Ha permesso, dopo averlo convertito, di diventare Dottore della Chiesa? Invece cosa fanno loro? In che modo premiano noi sottoposti?” “Stai bestemmiando, Pier...” “Già, loro ci vogliono pecore...” “Obbedienti, umili e penitenti.” Lo corresse Guglielmo. “Guglielmo, amico mio...” prendendo Pier il volto dell'altro nelle sue mani ed accarezzandolo con fraterna tenerezza “... amico mio... tu sei umile... sei puro... ma perchè hai un animo semplice... io invece...” “Pier...” prendendo le sue mani l'altro “... io so di non valere quanto te... forse qui nessuno vale quanto te, a parte l'abate...” “E' da vedersi.” Con superbia Pier. “Ma ciò non ti da il diritto di giudicare...” a lui Guglielmo “... né ti giustifica a disobbedire... ti assicuro che l'abate conosce il tuo valore e un giorno magari sarai maestro in qualche scuola cattedrale...” “Non mi basta!” Esclamò con rabbia Pier. “Voglio di più! Se avessi ambito solo ad una cattedra, allora non sarei entrato...” “Dove?” Avvicinandosi a lui Guglielmo. “Dove, Pier? Qui, in seminario forse? Questo intendevi? E' questa dunque la tua vocazione?” “Ti prego, lasciami solo...” allontanandosi di un passo Pier “... devo meditare...” “Cosa ti succede, Pier?” “Mi farà bene stare un po' da solo...” “D'accordo...” annuì Guglielmo “... ti lascio però qui il Codice di San Rocco... sopra vi è una sorta di indovinello, di arcano... l'abate vuole che tu lo risolva... fa parte della traduzione...” Pier gettò uno sguardo sul libro, senza dire nulla. “Va adesso...” dopo un istante. “A stasera, Pier...” a capo chino Gugliemo “... pregherò per te...” ed uscì, lasciando l'altro solo con i suoi demoni. Pier allora aprì il libro e lesse le parole dell'arcano: “Alcuni vi abitano. Vi si assiste in teatro. Si può trovare in casa. Si può vedere in Chiesa. Può essere di vari colori.” Il frate però, avvilito ed arrabbiato, chiuse il libro. “Maledetti...” ringhiò “... maledetti... renderei...” esitò “si... renderei anche corpo ed anima al demonio pur di... pur di veder trionfare il mio vero valore... vivere per ciò che sono nato!” Poi giunse la notte, con le sue angosce e i suoi tormenti. E vinto dalle sue inquietudini, Pier uscì di nascosto, incamminandosi fuori dal convento. Camminò per un'ora, fino a quando udì il cigolio di un carretto. “Buon frate...” ad un tratto una voce “... buon frate, vi occorre una delle mie penne?” Era un vecchio che trainava un carretto. “Non mi occorre nulla.” Con indifferenza Pier. “Oh, ma io ho tante belle penne, buon fraticello.” “Non mi servono.” “Piume finissime, pennini leggeri e precisi...” mostrando la sua merce il vecchio “... altre poi fatte di osso e peltro... per non parlare dei miei calamai, in pelle, sughero e legno...” sorridendo. “Mi hai forse preso per uno scrittore?” Con ira Pier. “Prendi il tuo carretto e lasciami in pace, vecchio.” “Perchè mi maltratti, frate?” Fissandolo il vecchio. “Io ti offro merce rara.” “Le tue stupide penne merce rara?” Pier a lui. “Ne ho tante altre e mi hanno dato solo delusioni se vuoi saperlo.” “Non sono penne la mia offerta, frate...” “Sei pazzo, vecchio.” “Sono merce rara, ti ho detto...” Pier lo guardò in silenzio. “A te cosa serve?” Continuò il vecchio. “Io lo so...” “Tu non sai nulla...” “Oh, si...” annuì il vecchio “... a te mancano due cose... la Fede ed un vero amico...” “Cosa vuoi da me, dannato?” “La Fede, ahimè, non posso dartela” ridendo il vecchio “ma la mia amicizia si...” “E cosa dovrei farmene?” “Oh, un amico è un tesoro...” rispose il venditore di penne “... lo rimpiangerai invano in futuro, dammi retta...” “Vattene...” “Un amico che perori la tua causa...” “Che causa?” “Quella che riconoscerà il tuo valore...” “Chi sei tu?” Meravigliato Pier. “Un amico, te l'ho detto...” “Come fai a sapere che...” “Un amico vero sa tutto...” lo interruppe il vecchio “... dammi retta, accetta la mia amicizia... io ti sarò amico qui e tu, poi, mi sarai amico di Di Là...” “Non mi interessa cosa accadrà dopo...” “Allora accetta la mia amicizia!” Esclamò il vecchio. “Firma questo patto fraterno tra noi...” “Firmare?” Turbato Pier. “Si...” ridacchiando il vecchio “... vedi che ti occorre una penna? Le tue, quelle che usi ogni giorno, sono nel convento e qui ora non possono esserti utili... prendi una delle mie e firma...” Il rintocco della campana suonò all'alba, salutando il nuovo giorno. E Pier si destò a quel rintocco. Era nel suo letto. Accanto a sé vi erano il libro portatogli da Gugliemo per risolvere l'enigma ed una penna. Ma quella penna era diversa. Non era nessuna delle sue. Nessuna di quelle penne con cui Pier aveva lavorato a tanti Testi Sacri fino a quel giorno. E voi, dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere l'arcano contenuto nel Codice di San Rocco?
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14-01-2015, 19.08.25 | #1820 |
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Devo dire che mi piace molto come più di una volta vi siate riferito al nuovo gdr definendolo "imminente"..
Lo scenario che descrivete è ancora una volta avvincente e complesso. Quanto all'enigma.. non so, ma così, a istinto a me viene in mente Opera. - Una mia carissima amica, ad esempio, abita ad Opera - A teatro si può assistere all'opera lirica - A casa trovare un'opera letteraria - In Chiesa vedere un'opera d'arte - Che spesso è di vari colori |