16-05-2014, 16.50.44 | #1821 |
Cittadino di Camelot
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Lui sempre lui.....Flees....era diventato la mia ombra......" Flees ti prego...lasciamo perdere i discorsi filosofici....sono qui per motivi forse a te poco comprensibili.....anche se mi piacerebbe saperti diverso.......ma sarebbe chiedere troppo......" ....le mie parole rimasero incollate a quelle mura piene di muffa......mi sfiorò le labbra...con infinita dolcezza........mi baciò...bevendo da me tutta l'essenza del mio essere.......non sembrava aver foga......accarezzo il mio corpo come fosse porcellana...e le sue mani incominciarono a slacciare il mio vestito......" Ti prego Flees smettila...non ha senso tutto questo...non capisco...se tua madre non centra nulla in questa storia.....tu che non mi conoscevi neanche ..cosa vuoi da me....cosa ti importa se sto con Daizer oppure no......"....ma le cose andavano avanti....e il mio languore era alto....." E' farmi male il duo desiderio piu' grande....?.....perchè se e' questo.....per una volta nella tu avita lascia il mondo come'.....".....le sue mani si fermarono sui seni.....e la sua bocca si stacco dalla mia .....con riluttanza......odorò i miei capelli....e mi guardò negli occhi....
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16-05-2014, 17.22.35 | #1822 |
Cittadino di Camelot
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Aprii gli occhi..ancora quei sogni, stavolta speravo davvero fossero solo dettati dal mio subconscio e preoccupazione per Thomas.
Mi alzai dal letto pensierosa, fuori era ancora buio e se Thomas fosse ritornato sarebbe venuto da me ad avvisarmi, dalla finestra vidi gli uomini di Gvin giocare a dadi..non avevo altra alternativa, se volevo mio fratello vivo dovevo chiedere aiuto a quell'uomo sperando indietro non volesse poi qualcosa...era furbo, molto furbo e abile. Oh si..ricordai quella storia letta da poco da cui trarre molte conclusioni.."Un giovane voleva cacciare un capriolo e si diceva avesse un manto quasi color dell'oro e quindi una preda molto ambita da esporre in bella mostra come un suo trofeo di caccia. La sua bella innamorata, invece, lo supplicava di lasciar perdere quella sua ossessione ed egli glielo promise ma solo per tenerla buona, la tentazione era troppo forte. Per uccidere quel capriolo si fece costruire proprio una freccia d'oro e un giorno lo vide proprio nel giardino del suo palazzo, correva tranquillo ed egli chiamò i suoi uomini e con la balestra in mano, felice di poterlo avere, si mise a rincorrerlo, quando gli fu vicino prese bene la mira e scoccò la freccia al cuore dell'animale. Ma mentre il dardo d'oro si dirigeva verso l'animale egli lo guardò negli occhi e quegli occhi li parvero familiari e trasalii. La freccia d'oro colpì a morte l'animale, il ragazzo lo afferrò e il capriolo si mutò nella sua bella innamorata ed ella riuscì solo a dirgli che era una ninfa del bosco e si era perdutamente innamorata di lui, comune mortale, e morì tra le sue braccia. Su di lui poi ricadde la maledizione del Dio del Bosco, padre della ninfa....." Certo, quello era un racconto fiabesco, ma spiegava chiaramente come l'uomo a volte possa essere egoista, per dimostrare quanto forte sia è in grado di qualsiasi cosa pagando poi gravi conseguenze..e se a Solpacus qualcuno fosse veramente venuto con l'intento nel cuore di uccidere la belva solo per valore e non per dimostrare il proprio trofeo, ovvero la spada , e di essere stato il migliore...tutto questo sarebbe finito da molto e quelle povere ragazze e innocenti sarebbero stati ancora in vita. Mi ripresi da quella constatazione e se volevo salvare Thomas allora dovevo cedere, aprii la finestra e uscii nel balcone e chiamai uno degli uomini di Gvin..."Andate a chiamare il Duca e ditegli che lady Altea lo aspetta qui subito, per andare a cercare suo fratello e badate bene di dirgli non per uccidere la bestia ma per salvare suo fratello, e aggiungete di ricordargli che non sono una sprovveduta e nemmeno una dama paurosa e forse dimentica quando trapassai con la mia spada davanti a tutti quel cinghiale e poi andammo soli nella foresta per cercare di dimostrare la verità e pure quando disse uscendo dalla taverna ero una donna coraggiosa". Stavo per rientrare ma mi accorsi qualcuno cantava sotto, proprio sotto il mio balcone...era Posteg, rimasi sbigottita guardandomi attorno, che gli stava succedendo..sicuramente non avevo ammiratori segreti a Solpacus da mandarlo come cantore a cantarmi una serenata. Rientrai e mi vestii in fretta, scesi le scale per aspettare il duca e Posteg cantava ancora..."Sveglierete tutto il vicinato" dissi sottovoce "e dovete prepararmi Cruz, devo andare in foresta col duca a cercare Thomas.." ma continuava e mi fermai ad ascoltarlo perplessa.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
16-05-2014, 19.39.44 | #1823 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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L'attesa.
I minuti sembravano lunghi quanto delle ore, mentre tutt'intorno a loro appariva come reso incantato da un oscuro ed antico sortilegio. La foresta era muta, avvolta in un buio profondo ed a tratti insopportabile, rotto solo dal pallore lunare reso però incerto da alte nubi che avevano preso ad addensare il cielo. La luce allora, vaga, mutevole e sfuggente, pareva come spostarsi, aleggiando sulle forme e le fattezze di quella selva, rendendo i suoi tratti quasi animati, come se antichi ed inclementi spiriti si fossero radunati per un sacrilego rito. “Detesto l'attesa...” disse Vortex a Borel “... quanto tempo sarà passato? Mi sembra un secolo...” “Circa un'ora credo...” fece l'altro. “Dannata bestia...” scuotendo il capo Vortex “... fa freddo e il cielo sembra volersi coprire... giuro che se le armi saranno ancora nulle, allora la ucciderò con le mie stesse mani...” “Il demonio...” mormorò Mime “... porterà al guinzagli quella belva... non bisogna guardarlo negli occhi o finiremo per perdere l'anima ed impazzire tutti...” “Sta zitto, idiota...” fissandolo Astus. “E' la verità.” Annuì il rigattiere. “Lui è qui per le nostre anime...” “Piantala...” dandogli una gomitata Astus. Ad un tratto però quell'irreale silenzio fu rotto da un calpestio. Un attimo dopo una sagoma emerse dai cespugli. Si spostava rapida e leggera, fino ad avvicinarsi alla base dello spuntone roccioso sul quale Clio faceva da esca. La roccia sorgeva da un dosso naturale, dietro il quale non era possibile raggiungerlo. In quel momento le nubi si aprirono e la luce lunare illuminò quella sagoma. “E' un dannato e stramaledetto capriolo!” Esclamò Porturos. “Già...” disse Borel “... e si trova a pochi passi dalla buca...” “Sciò! Sciò!” Urlò Mime. “Abbassa la voce, tonto!” Lo riprese Astus. Ertosis allora prese un sasso. “Ora ci penso io ad allontanarlo...” mormorò, prendendo la mira, mentre il capriolo era immobile a fissarli tra i cespugli.
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16-05-2014, 19.52.38 | #1824 |
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Flees smise di baciare Elisabeth e restò a guardala negli occhi, con le dite che le sfioravano i capelli.
“Continuate a parlare di mia madre...” disse piano, senza smettere di guardarla “... ma lei non è qui... perchè continuate a guardarmi come un ragazzino? Non lo sono... sono adulto, tra breve avrò vent'anni... sono un uomo ormai, come voi siete una donna... una bellissima donna... e mi interessa parecchio se state o meno con quel contrabbandiere... si, mi interessa...” annuendo “... vi desidero, zia... vi desidero come mai prima d'ora ho desiderato una donna... e se vi interessa tanto di mia madre, allora sappiate che lei non approverebbe affatto...” con le sue labbra che quasi tornarono a sfiorare quelle di lei.
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16-05-2014, 20.00.20 | #1825 |
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“Questa vecchia canzone” disse Posteg ad Altea “era cantata dai boscaioli mentre andavano nella foresta per procurarsi la legna... si dice sia di buon auspicio...” sorrise “... volete il vostro cavallo? Non ditemi per ritornare di nuovo nella foresta, milady? E' ancora notte e ora è pericoloso andare là...”
“Sta zitto, idiota.” Arrivando Gvin. “La tua padrona ti ha dato un ordine, dunque obbedisci senza replicare. Altrimenti sentirai i miei stivali sul fondo dei tuoi lerci calzoni.” Posteg annuì e corse verso le scuderie. “Così si trattano i miserabili come quello.” Sorridendo Gvin. “A cosa vi occorre il cavallo, milady?” Chiese il duca ad Altea. “Forse riguarda il motivo per cui mi avete fatto chiamare?”
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16-05-2014, 20.02.27 | #1826 |
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Dei passi, troppo leggeri e agili.
Ma comunque dei passi. Alzai gli occhi al cielo: un capriolo. Ci mancava solo quello. I miei uomini erano nascosti nella foresta, e solo loro potevano fare qualcosa. Perciò restai immobile dov'ero confidando che avrebbero fatto di tutto per allontanarlo.. certo, un capriolo morto poteva anche attirare la bestia ma bisognava essere cauti che non si accorgesse della buca. Tutta quell'immobile attesa era snervante. |
16-05-2014, 20.09.31 | #1827 |
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Sorrisi a Posteg annuendo....dal mio volto feci capire la mia gratitudine.
Poi udii una voce familiare che con arroganza trattava male il vecchio uomo...dovevo stare calma se volevo salvare mio fratello. "Duca, salute a voi..forse mi sono scordata di dirvi Messer Posteg è il mio aiutante ora e quindi solo io posso dargli ordini anzi...posso chiedergli dei favori" e mi schiarii la voce..."Si, vi ho fatto chiamare per questo, Thomas ancora non è tornato, andremo a cercarlo..ma potete crederci? Ha fatto le Crociate in un vasto deserto e si perde in una foresta...se esiste ancora visto prima vidi dei cavalieri stolti che volevano appiccare il fuoco nella intera foresta per uccidere la belva." Poco dopo arrivò Posteg con Cruz e rassicurai Posteg non mi sarebbe successo nulla..mi feci il segno della croce e sali sul cavallo.."Bene milord, io sono pronta..e voi? Siete ancora rapito da Morfeo?"
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16-05-2014, 20.43.20 | #1828 |
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“Basterà spaventarlo” disse Borel ad Ertosis “e vedrai che quel capriolo correrà via in un baleno.”
“Tranquillo...” preparandosi a lanciare il sasso Ertosis “... gli farò rimbalzare questo sasso proprio davanti...” Ma in quello stesso frangente qualcosa si animò tra i cespugli e rapidissima e letale raggiunse il povero capriolo. Fu un attimo. Una sagoma grossa almeno il triplo lo schiacciò col suo potente artiglio, spezzando in due la schiena del capriolo. E un profondo latrato, simile ad un feroce ruggito, scosse la foresta. “Eccola...” mormorò Astus, per voltarsi dove si era nascosto Guisgard. La bestia, avvolta nell'oscurità, alzò allora gli occhi verso la sua preda che l'attendeva sullo spuntone roccioso. E vista Clio, lasciò il capriolo avanzando verso la roccia. La luce era rientrata tra le alte nuvole e di nuovo quel buio spettrale si era impossessato di tutto. E nel suo incedere verso la roccia quell'animale aveva movenze grottesche, quasi fasulle, come se neanche appartenesse a questo mondo. Avanzava con gli occhi fissi sulla ragazza, schiacciando rami ed arbusti sotto la sua immane stazza. “Si sta avvicinando troppo a Clio...” Guisgard a Dort, tradendo agitazione “... è troppo rischioso...” e fece quasi per uscire allo scoperto e correre verso lo spuntone. “Fermatevi...” prendendolo per un braccio l'aristocratico “... siete impazzito? Volete far fallire il piano?” “Si sta avvicinando troppo a Clio...” tentando Guisgard di liberarsi dalla presa di Dort “... potrebbe evitare la fossa...” “No, è quasi sopra...” scuotendo il capo l'aristocratico “... ci siamo quasi...” “Se le succede qualcosa io...” fissandolo il cavaliere. “Se perderemo la testa” tentando di farlo ragionare Dort “finiremo allora tutti male, non solo Clio... ora calmatevi...” Guisgard ebbe un impeto di rabbia, ma poi smise di divincolarsi. La bestia intanto era ormai quasi sotto la roccia, con gli occhi verso Clio. La Luna li illuminò appena e per un attimo, permettendo così alla ragazza di vederli. Erano grandi e luminosi, quasi fossero cromati, con al centro una pupilla nera e fitta come la notte. E si apprestava a prendersi la sua preda, come il mostro marino nell'avvicinarsi ad Andromeda. Ma all'improvviso la terra sotto la sua mole venne meno e la bestia sprofondò nella fossa. Un tonfo sordo ed un ruggito raggelante scossero gli alberi circostanti. “E' dentro!” Urlò Vortex, correndo poi verso la buca. Nestos intanto, con della pece che aveva portato, cominciò ad accendere un arbusto per far luce. Ma in quello stesso istante lo spaventoso animale emerse da quella che doveva essere la sua tomba, con un'agilità sovrannaturale. E nel farlo colpì Vortex che si stava affacciando nella buca. Il poderoso guerriero cadde così pesantemente a terra, tenendosi il fianco sanguinante. L'animale, come inferocito ancor di più, con un balzo raggiunse lo sperone roccioso, ormai a pochi passi da Clio. E nel vedere quella scena, Guisgard corse anch'egli verso la roccia, brandendo la sua spada. Lo colpì allora con forza alla testa. Ma incredibilmente la sua spada si spezzò in due contro il corpo di quell'animale. “Ma che razza d mostro sei?” Incredulo il cavaliere. Ma la belva lo colpì con un'artigliata, scaraventandolo giù, verso la fossa. Guisgard però ebbe il tempo di afferrare alcune radici che spuntavano dal terreno, riuscendo così ad aggrapparsi, salvandosi da morte certa contro i pali acuminati che riempivano la buca. Astus allora corse verso di lui. “Non da me!” Gridò il cavaliere, tenendosi a fatica a quelle radici. “Va da Clio!” Il cavaliere infatti era anche ferito. Gli altri però non stavano a guardare. Presero le frecce e cominciarono a scagliarle contro l'animale ormai prossimo ad aggredire Clio. Alcune frecce erano poi incandescenti, grazie alla pece di Nestos. Ma i darti si dimostrarono di nuovo inefficaci contro quell'essere, rimbalzando sul suo corpo. E alcuni di quelli, ancora infuocati, diedero fuoco ai cespugli. In un attimo si alzò un vasto incendio, permettendo così a quegli uomini di vedere meglio l'animale che stavano cacciando. Era simile ad un grosso istrice, con la pelle che ardeva dei riflessi del fuoco ed enormi aculei che spuntavano dal suo corpo. E più di tutti loro lo vide bene Clio, che si ritrovava davanti quell'innaturale essere ormai pronto ad assalirla. Ed il suo ruggito gelò il sangue dell'eroina guerriera.
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16-05-2014, 20.54.51 | #1829 |
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“Uscire ora per la foresta” disse Gvin ad Altea “è quasi un mezzo suicidio.” Rise. “Ma se debbo morire, allora voglio farlo in compagnia di una bella donna come voi.” Chiamò allora i suoi uomini e diede ordine di prepararsi.
Dopo qualche minuto, Altea e il duca, seguiti dai cavalieri di San Marco di Saggesia, lasciarono il palazzo vescovile e poi la città, raggiungendo la foresta. Galopparono per un po', con gli uomini del duca che suonavano i loro corni per spaventare la bestia e soprattutto per lanciare un richiamo per il disperso Thomas. Ad un certo punto Gvin fece arrestare la compagnia. “Con questo buio” mormorò “è come cercare un ago in un pagliaio... forse ci converrà attendere l'alba... non manca molto ormai...” “Milord...” fece uno dei suoi “... guardate quel bagliore laggiù...” La foresta sembrava in fiamme nel punto indicato dal cavaliere. “Forse è opera dei cavalieri di cui parlava lady Altea...” guardando quel lontano incendio Gvin.
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16-05-2014, 20.59.12 | #1830 |
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Tisin portò il flauto di Riccardo ad Eilonwy e la ragazza cominciò a suonarlo.
Dopo qualche istante dal maniero giunse di nuovo quella dolce e malinconica melodia, come se davvero fosse in risposta a quella suonata dalla bella sirenetta. “Di nuovo la musica...” disse il merlo “... chissà chi è che la suona...” In quel momento giunse Riccardo. “Noto che siete ispirata, damigella.” Sorridendo ad Eilonwy, per poi fermarsi ad udire la melodia che giungeva dal maniero. “Chissà chi abita in quel castello...”
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