30-06-2010, 16.15.22 | #181 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 10-01-2010
Residenza: milano
Messaggi: 1,396
|
Mi sto sempre piu appassionando di questa storia meravigliosa
__________________
fabrizio |
30-06-2010, 18.07.48 | #182 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
|
Ecco, vedi? Siamo d'accordo! ...ma certamente sir Guisgard avrà in mente una sorte più che meritevole per la bella Maria. E io e te, Rainbow, saremo tacciate come due malpensanti!! ...mi sbaglio, milord?
__________________
** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
30-06-2010, 21.17.39 | #183 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Milady, ho troppa fiducia nell'intuito di voi dame di Camelot per definirvi "malpensanti"
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
01-07-2010, 03.10.32 | #184 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
ARDEA DE' TADDEI
“Bernardo: <<Benvenuto Orazio; benvenuto, buon Marcello.>> Orazio: <<Dunque, s’è rifatta vedere... quella cosa?>> Bernardo: Io non ho visto nulla.>>” (Shakespeare, Amleto, I, I) Ardea restò per alcuni istanti in preda a dubbi e pensieri, quando udì dei passi. “Nervoso?” Chiese una voce alle sue spalle. “Biago!” Esclamò Ardea. “Ho visto che non eri nella tua stanza.” Disse lo scudiero. “Non riesco a prendere sonno stanotte.” “Immagino” rispose Biago “e non me ne meraviglio. Quella cosa che vi ha assalito nella brughiera non può certolasciare indifferenti.” “Già…” “Ma tu in passato” continuò Biago “te la sei sempre cavata egregiamente con la caccia.” “Si, ma la cosa che ci ha attaccato” rispose Ardea “non era certo selvaggina o una qualsiasi fiera selvatica.” “In fondo” disse Biago “gli animali sono tutti uguali per chi è abituato a cacciarli.” Ardea si voltò e lo fissò incuriosito. Biago accennò un sorriso. “Forse la differenza tra questa belva e le altre” disse Ardea “è il luogo in cui si trova la tana.” Biago rise di gusto. “Lo trovi divertente?” Chiese Ardea. “No, immaginavo dove potesse trovarsi la tana del nostro molosso!” Esclamò Biago. “A sentire tutti” rispose Ardea “sembrerebbe trovarsi... all’Inferno!” “Mi domando perché” disse Biago “quando gli uomini non sanno darsi spiegazioni concrete, finiscono sempre per tirare in ballo l’Aldilà.” “Insomma...” sbottò Ardea “... dove vuoi arrivare? Se cerchi di tirarmi su hai sbagliato momento! Ed il ruolo di buffone di corte non ti si addice!” “Ardea...” disse Biago facendosi serio “... abbiamo già abbastanza preoccupazioni… il demonio ed i suoi malefici lasciamoli dove sono!” Ardea lo guardò enigmatico. “Il tuo molosso” continuò a dire Biago “è reale quanto lo siamo io e te!” Il cavaliere si avvicinò al suo scudiero con un’espressione incuriosita. Biago aveva con sé Parusia. La soderò, mostrando la lama ad Ardea. “Forse non te ne sei accorto” disse “ma la lama è intrisa di sangue... ed i fantasmi, come le anime dei dannati, non hanno sangue!” Ardea sgranò gli occhi ed afferrò la spada. La portò sotto la luce della Luna e la scrutò con attenzione. “E’ vero!” Esclamò. “E’ sangue!” “Quando ti ha assalito sei riuscito a ferire quel molosso.” Disse Biago. “Si, ricordo!” Rispose Ardea. “Lo colpii, ma credevo di non avergli fatto nulla!” “Ovvio.” Disse Bigo. “Siete tutti presi dalla storia del fantasma.” “E invece l’ho colpito e ferito!” Esclamò Ardea. “E credo si tratti anche di una bella ferita!” Aggiunse Biago. “Mi meraviglio come non te ne sia reso conto subito di averlo ferito.” “E come avrei potuto?” Chiese Ardea. “Era notte!” “Eppure l’hai messo in fuga.” “Non io...” rispose Ardea “... ma qualcosa l’ha richiamato.” “Qualcosa?” Ripeté Biago. “Si, come un richiamo... un fischio credo.” “Un Fischio?” “Si...” rispose Ardea “... un fischio giunto dall’oscurità della brughiera.” “Cosa facciamo ora?” Chiese Biago. “Mostriamo la spada insanguinata ai Mussoni?” “Non ancora.” Rispose pensieroso Ardea. “Non ancora.” “Cos’hai in mente?” Chiese Biago. “Se quel molosso è reale quanto lo siamo noi...” rispose il cavaliere “... dubito allora che quel fischio possa essere giunto dall’Inferno!” In quel momento la Luna era alta nel cielo notturno, inondando Frattagrande con la sua eterea e magica luminosità, che sembrava voler ora coprire, ora svelare, gli incubi di quella inquieta terra. (Continua...)
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 01-07-2010 alle ore 03.16.03. |
01-07-2010, 15.21.32 | #185 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
|
ahhh, il buon Biagio! Finirà per diventare il mio personaggio preferito!!
mi ricorda qualcuno (un personaggio di qualche libro, racconto, opera teatrale...) ma non riesco a connettere chi... Uffa, se non mi viene in mente finirò per uscir di senno!! Suggerimenti per me? Please!
__________________
** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
01-07-2010, 20.02.04 | #186 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
Quel che posso dire, milady, è che la mia nobile ed antica terra, dal cui folklore è tratto il racconto di Ardea, ha generato da sempre eroi inquieti, tormentati e romantici.
Spesso istintivi, talvolta avventati, ma sempre animati da indomite e travolgenti passioni. Ed ecco che spesso il destino, sempre benevolo e lungimirante, offre loro come compagni personaggi pacati, pratici e razionali, dotati di buonsenso, ingegno e mitezza d'animo. Ed il buon Biago appartiene senza dubbio a questa straordinaria varietà di individui
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
02-07-2010, 03.28.00 | #187 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
ARDEA DE' TADDEI
“Era sul punto di slanciarsi all’assalto: la terra gli bloccò i piedi e rimase masso immobile con l’apetto di un uomo armato.” (Ovidio, Metamorfosi, V) Biago lo fissò stupito e turbato. “Credi dunque” chiese “che ci sia qualcuno dietro quella belva ed alle stragi che ha causato?” “Mi sembra ovvio.” Rispose Ardea. “Un conto è se quella bestia fosse giunta davvero dall’Inferno... tutt’altra cosa invece è se, come sembra, essa appartenga al nostro mondo.” Restò un attimo in silenzio e poi aggiunse: “Recati nelle scuderie e senza farti scoprire da alcuno prepara i nostri cavalli.” “Cosa vuoi fare a quest’ora della notte?” Chiese turbato Biago. “Andare a caccia di quella belva!” Rispose Ardea. E infatti, poco dopo, i due uscirono in gran segreto dal palazzo e si recarono nella brughiera. L’assoluta ed angosciante oscurità della notte era squarciata dalla luminosità della Luna, quando l’argenteo astro notturno riusciva a liberarsi dal giogo che le sottili e spettrali nuvole gli avvolgevano intorno. Sinistri versi di sconosciuti animali si udivano di tanto in tanto echeggiare in quel desolato ambiente, come se la brughiera volesse dar segni di se ai due cacciatori. “Dobbiamo cercare le tracce di quel molosso.” Disse Ardea. “Che tracce?” Chiese Biago. “Il sangue causatogli dalla ferita.” “Ma è notte!” Ribatté Biago. “Non riusciremo mai a vederle!” “Dobbiamo riuscirci, invece!” Esclamò Ardea. “All’alba potremmo non trovarle più!” Così i due, ripercorrendo la via a ritroso fatta nel pomeriggio, si misero in cerca delle possibili tracce lasciate dal misterioso molosso. E proprio quando questo compito sembrava impossibile, riuscirono a riconoscere del sangue su un tronco di albero. “Sono sicuro” disse Ardea “che questo sangue appartiene al molosso.” “Come fai ad esserne certo?” Chiese Biago. “Guarda qui…” rispose Ardea mostrandogli qualcosa. Erano dei peli luminosissimi. “Sono di quella belva, guarda.” Disse Ardea. “E sembra siano stati tinti…” mormorò Biago. “Tinti?” Ripeté Ardea. “Si, tinti.” Rispose Biago. “E sembra una qualche tintura fosforescente.” “Tutto ciò è sempre più misterioso.” Disse Ardea. “Seguiamo questa traccia di sangue…” E, seguita la misteriosa traccia, i due giunsero, poco dopo, nei pressi di una grotta apparentemente abbandonata. “C’è altro sangue qui!” Indicò Ardea. “Proprio su queste rocce!” I due si fissarono per un attimo. Biago aveva un’espressione di timore impressa sul suo volto. “Sembra che le tracce” disse Ardea “conducano proprio nella caverna…” L’ingresso di quel luogo, avvolto nell’oscurità della notte e dall’umida nebbia, sembrava assumere l’immagine e la forma della porta dell’Inferno. Tutto attorno era immobile e silenzioso. La brughiera pareva essersi zittita, forse per la paura che dominava tutt’intorno. Ardea fissò Biago e con un cenno lo invitò a seguirlo. I due così, illuminati solo dalla fioca luce della Luna semiavvolta da alte ed eteree nuvole, entrarono in quell’inquietante luogo. Man mano che penetravano nella caverna l’oscurità avvolgeva ogni cosa, compresi loro stessi. La strada, in seno a quel luogo, si faceva sempre più angusta e le pareti si restringevano come un imbuto. I due non emisero fiato e continuarono a calarsi in quell’oscura discesa negli inferi. Ad un tratto, quando erano ormai nel buio più totale, videro un leggero alone in lontananza. Proseguirono allora, avendo come meta quel tenue chiarore. E più si avvicinavano, più il chiarore aumentava, fino a quando riuscirono a riconoscere una piccola apertura nella parete della caverna. E proprio da li proveniva quella luce. Accostati allora ai bordi di quella apertura, gettarono lo sguardo al suo interno. Vi era un’ampia rientranza nella roccia, tanto larga da assomigliare ad una grande sala. Alle pareti erano accese alcune torce che ben illuminavano l’intero ambiente. Ovunque erano appese o inchiodate armi di ogni specie; alcune tradizionali e conosciutissime dai due, altre esotiche e dalle forme pittoresche e grottesche. Inoltre larghe e sfarzose pelli di sconosciuti animali, dai varipionti e rari colori, copriavano larghe fasce di quelle pareti. In fondo, nell’estremità opposta all’entrata, vi era una grossa gabbia di ferro. Ed al suo interno vi era un’enorme belva addormentata. E gli unici suoni che dominavano in quel sinistro ambiente erano quelli provenienti dalle torce, che si consumavano al fuoco e quello provocato dal pesante respiro della belva addormentata, che sembrava l’unico e solo segno di vita in quel luogo che sapeva di morte. (Continua...)
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 02-07-2010 alle ore 03.50.50. |
02-07-2010, 13.39.13 | #188 | |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
|
un gesto molto ardito, quello di Ardea di andare a cercare la fiera... e fin dentro la sua tana, per giunta!!
E poi il mistero si infittisce... chi ce l'ha cacciato quel mostro terribile in una gabbia?? ...suvvia, sir, non teneteci sulle spine!! (e io continuo a dire che Maria e Giovanni sono ben sospetti... ) Citazione:
E' molto simpatico nella sua pragmaticità, comunque... a tratti è un po' il contraltare di Ardea, direi!
__________________
** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
|
03-07-2010, 04.35.40 | #189 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
|
ARDEA DE' TADDEI
“Genìe umane mandava in rovina spadroneggiando a Treto, ad Apesanto, e a Nemea, il mostruoso leone: ma dall’erculea forza fu abbattuto.” (Esiodo, Teogonia, 525) Una luce irregolare e inquietante, frutto delle torce, danzava e si contorceva lungo le ruvide pareti della grotta annerite dal fumo. I contorni e le forme di quel luogo assumevano così, a causa di questi ambigui giochi di luci e ombre, un aspetto grottesco e deforme. “Che... che luogo è mai questo?” Chiese Biago profondamente turbato. Ardea non rispose. E dopo aver scrutato ogni angolo di quel luogo e accortosi che nessun altro, oltre loro e la belva addormentata, vi fosse decise di uscire allo scoperto. “Dove vai?” Gli disse Biago. “Sei forse impazzito?” Ardea però non si curò del richiamo del suo fedele scudiero e continuò ad avanzare. Giunse così a pochi passi dalla gabbia della belva, mentre questa continuava ad essere immersa nel suo profondo sonno. Così, a pochi passi da quell’animale, Ardea poté riconoscerne la forma e la stazza. Si voltò verso Biago, che era rimasto dietro le rocce, fissandolo con uno strano sguardo. Fece poi cenno al suo scudiero di avvicinarsi. E nonostante la viva paura Biago obbedì. “Questo è il molosso che ci ha aggrediti nella brughiera.” Disse Ardea. “Ne sei sicuro?” Chiese Biago. “Si, ne sono certo.” “E’ un grosso cane...” disse Biago “... forse il più grosso che io abbia mai visto.” “Si, potrebbe mettere in fuga anche un lupo.” Rispose Ardea. “Ma è nero.” Disse Biago. “Nero come la pece dell’Inferno. Mentre noi invece cerchiamo una belva coperta da un pelo spettrale…” Ardea guardò con attenzione la belva e rispose: “Si, ma tu stesso mi avevi detto che il suo pelo era tinto…” La fissò ancora ed aggiunse: “Guarda il suo ventre... c’è una vistosa benda che lo avvolge.” “Deve essere il punto in cui l’hai ferito!” Esclamò Biago. “Già.” Ad un tratto si udirono dei passi in lontananza. In un attimo i due ritornarono nel loro nascondiglio e pochi istanti dopo qualcuno giunse in quel luogo. Era un uomo con la testa coperta da un nero cappuccio. Aveva la giubba di pelle ed i calzoni stretti che terminavano in consumati stivali di cuoio. Uno stretto cinturone borchiato, che pendeva sul lato destro, recava diversi foderi con dei pugnali al loro interno. Sembrava in tutto e per tutto abbigliato alla maniera dei bracconieri normanni. Il misterioso figuro si avvicinò alla gabbia e cominciò ad accarezzare quella belva addormentata. Questa si destò dal suo sonno e, riconosciuto il suo padrone, si abbandonò alle carezze di quella mano amica. “Tranquillo, amico mio…” cominciò a dire l’uomo incappucciato “... presto la tua ferita guarirà e termineremo quello che abbiamo cominciato.” Si allontanò allora dalla gabbia e prese una grossa ciotola con dentro della carne mista a legumi. La introdusse nella gabbia e lasciò quella grottesca belva a divorare il suo pasto. “Questa volta, amico mio... ” aggiunse l’uomo incappucciato “... ti ho offerto io il tuo pasto, ma la prossima volta sarai tu stesso a procurartelo... e banchetterai con le carni di quel maledetto cavaliere e di tutti i Mussoni che mi hanno fatto del male!” A quelle parole, Ardea e Biago si scambiarono una rapida occhiata. Dopo qualche istante passato ad osservare il molosso mentre consumava il suo passo, il misterioso uomo scomparve in un’apertura naturale della grotta. “Ora cosa facciamo?” Chiese Biago totalmente turbato dalla scena appena vista. “Chi sarà quell’uomo incappucciato?” Si domandò ad alta voce Ardea. “E perché odia tanto i Mussoni?” “E da quel che ha detto” intervenne Biago “anche tu sei nella sua lista nera!” Ad un tratto, per qualche motivo inspiegabile, il molosso emise un sordo ululato che sembrò scuotere l’intera caverna. Biago ebbe un sussulto e arretrò di scatto, colpendo con una gamba un secchio che si rovesciò a terra. Al suo interno vi era un liquido denso e vischioso, di un forte giallo fosforescente. “Accidenti!” Disse Biago. “Fai attenzione!” Gli intimò Ardea. “Hai visto? Deve essere la tintura usata per coprire il molosso!” Esclamò Biago. Ma un attimo dopo, senza che se ne fossero accorti, un’ombra si proiettò su di loro. L’uomo incappucciato li fissò. Portò uno strano oggetto alla bocca e cominciò a soffiarci dentro. Il suono rese subito nervoso e inferocito il molosso. A quel punto l’uomo incappucciato tirò via la spranga che teneva chiusa la gabbia e liberò la sua innaturale belva. (Continua...)
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
03-07-2010, 16.03.36 | #190 |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 11-04-2010
Residenza: campania,salerno
Messaggi: 363
|
Adoro la figura di Biago..è il giusto opposto di Ardea...il primo ardimentoso l'altro prudente...ma insieme formano una coppia straordinaria....più leggo la storia più i due si amalgamano sempre di più...aspetto con trepidazione il seguito...grazie ancora per averla continuata sir Guisgard...
__________________
lady rainbow |