05-04-2011, 21.08.04 | #181 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Pasuan accese il fuoco e restò a fissare la fiamma che pian piano cominciava ad avvolgere i pezzi di legna.
Poi ritornò nella stanza Dafne. Pasuan la fissò. Era bella, luminosa e felice. Decise allora di tacere. Fece poi come lei aveva chiesto e si lavò nella tinozza. Poco dopo ritornò da lei. I due mangiarono le deliziose pietanze preparate da lei. Il fuoco dava tepore e sembrava recare serenità all’anima ed al cuore. “Quando sul fuoco si getta un pezzetto di legna” disse Pasuan prendendo un ramo per alimentare il camino “se questo genera una piccola fiammata allora si può esprimere un desiderio… lo diceva sempre mio nonno…” E gettato il ramo sul fuoco subito una piccola fiammata illuminò il camino. Pasuan la fissò e sorrise. Guardò poi fuori e subito si accorse, forse per la prima volta da quando era in quella casa, del tempo che era passato. “Ora devo andare…” mormorò “… devo presentarmi al capitano e spiegargli perché non ho svolto il mio turno di guardia… tu riposati, oggi è stata una dura giornata.” Le sorrise teneramente e si avviò verso la porta. La fissò un'ultima volta e poi tornò al palazzo.
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05-04-2011, 21.22.01 | #182 |
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Monteguard, udite le parole di Melisendra, restò un attimo immerso nei suoi pensieri.
Scolò un altro boccale di vino e cominciò a dire: “Dunque siete stata l’amante, la concubina di quell’uomo…” la fissò “… giusto?” Si alzò e cominciò a passeggiare nervosamente per la stanza. “Perché il Gufo dovrebbe fidarsi di voi? Proprio nel bel mezzo di questa guerra? E poi… chi è il vostro padrone?” Si avvicinò ed aggiunse: “Se fallirete o sarete scoperta la vostra sorte sarà inevitabile… ne siete conscia? O vi bruceranno come strega e vi impiccheranno come spia!”
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05-04-2011, 21.31.01 | #183 |
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"Capomazda dite... allora siete degli alleati di re Artù." feci una breve pausa e continuai a scrutare il gruppetto. Non intendevo ancora abbassare la guardia, e non accennai ad avvicinarmi a loro.
"Quanto al motivo che mi porta su queste... beh, è da parecchio che manco da Camelot, ma ora sto tornando dal mio signore... e sto tornando con una certa fretta... mi sono imbattuto in una strage di uomini stamane, voglio avvisare il re ed eventualmente mettermi a sua disposizione. Voi cosa potete dirmi di quello che sta accadendo in queste terre?"
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05-04-2011, 21.40.32 | #184 |
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Talia continuava ad interrogarsi su quel libro e sulla misteriosa iscrizione letta sulle sue pagine, quando, quasi per caso, la sua attenzione cadde su una lettera posta sotto quel libro.
Era aperta, nonostante il sigillo ducale impresso su di essa. “Milord, la vostra decisione mi è giunta questa mattina. La vostra scelta di ripudiare Lady Talia e rimandarla nelle sue terre causerà di certo la definitiva rottura con Sygma. Ogni trattato e tributo stabilito davanti ai baroni delle due terre saranno messi in discussione. E se il re di Sygma riterrà questa vostra scelta tanto grave da causare una nuova guerra tra le nostre terre, potrebbe essere un colpo mortale per Capomazda. Dobbiamo scongiurare un’alleanza tra Sygma e Cimarow o sarà la definitiva rovina per il ducato. Vi chiedo di ripensare a questa vostra scelta o comunque rimandarla in tempi più tranquilli." Lord Bynet, vostro umile servo nelle terre di Sygma
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05-04-2011, 21.42.32 | #185 |
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L’orrenda belva, terrificante e colossale, emerse con una rabbia primordiale dalle acque melmose del secolare Lagno.
Il suo grido, simile ad un mostruoso ruggito, carico di selvaggia rabbia, scosse tutto quel luogo, causando anche negli inumani cavalieri di Gouf, ai quali timore e paura erano da sempre sconosciute, un’irrazionale terrore. E dopo quel raccapricciante urlò, la mostruosa e sconosciuta belva alitò su tutti loro il suo fatale soffio di fuoco e morte. All’istante l’intera selva fu avvolta da un Averno di fiamme. Un attimo dopo l’orrenda fiera spiegando le sue gigantesche ali volò via, perdendosi nelle sterminate nuvole che coprivano il cielo sopra il dimenticato Gorgo del Lagno. “Ritirata!” Urlò ai suoi il Cavaliere del Gufo. “Ritirata! L’alito di quel mostro ci divorerà le carni col suo fuoco e ci brucerà i polmoni con il suo fetido se non lasceremo all’istante questo luogo maledetto! Ritirata!” Così, Gouf ed i suoi fedelissimi cavalieri abbandonarono quel luogo, incuranti dei propri avversari. Tra questi l’unico sopravvissuto era Perecour. Il guardiacaccia cominciò allora a chiamare con grida disperate il suo signore, ferito e scomparso tra le dense acque del Lagno. Lo chiamò con quanto fiato aveva in corpo, ma nessuno rispose a quel drammatico appello. Lo chiamò ancora, invocando tutti i Santi e gli Angeli del Cielo. Ma solo l’eco del fuoco che consumava quel luogo rispose alla sua disperata chiamata. Alla fine, vinto dalla disperazione, portando con sé il cucciolo di quel mostro trovato nell’antro del Lagno, Perecour decise di tornare a Capomazda per chiamare aiuto.
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05-04-2011, 22.37.58 | #186 |
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Il sole mi scaldava la nuca, mossi le braccia, crogiolandomi in quel raggio improvviso che mi riscaldava nello spirito. Sollevai lo sguardo sul Capitano Monteguard e strinsi le mani in grembo.
La speranza si riaccese... da tanto tempo speravo in un'occasione per redimere la mia anima dalle azioni che l'avevano macchiata. E anche se mai avrei potuto aspirare alla completa salvezza, le mie colpe si sarebbero alleggerite se avessi fatto qualcosa per rimediarvi. "Sì, ne fui l'amante... e per poco pensai che lui avrebbe potuto aiutarmi a fuggire, ma presto capii che avrei solo barattato una tirannia per un'altra, sebbene con me non fosse mai stato crudele, la sua natura lo spingeva a gesti d'ira e spietatezza indicibili verso qualunque cosa si ponesse sul suo cammino. Inoltre, non potevo permettermi di pagare la mia libertà col prezzo di molte vite... alla fine me la sono conquistata da sola, con l'aiuto della sorte." Ricordai il lungo peregrinare di terra in terra, sempre attenta a non lasciare tracce. "Io... fui rapita ancora pulzella e non ricordo nulla della mia infanzia, solo frammenti spezzati" sospirai "Non vidi mai il volto del mio padrone... la mia prigione nel bosco, le corti in cui svolgevo i miei compiti, i lunghi viaggi, sempre consapevole che ovunque fuggissi, ovunque avrei chiesto asilo... lui sarebbe giunto e avrebbe punito il mio tradimento facendolo ricadere su chiunque mi avesse aiutato..." scostai nervosamente una ciocca dal viso "per questa ragione è fondamentale la segretezza della mia presenza tra voi". Affrerrai una coppa e ne bevvi il contenuto, sperando che il colore tornasse sulle mie guance. "Perchè dovrebbe fidarsi di me? Forse non lo farà, forse mi caccerà o mi ucciderà o mi imprigionerà... forse, invece, lo farà, se gli serviremo una giusta circostanza..." il mio sguardo si accese. "Ascoltatemi bene, mio signore, le voci della mia fuga non sono ancora note. Sicuramente il mio vecchio padrone non ha interesse a spargerle, conosco troppe cose e la mia cattura sarebbe troppo ambita per chiunque..." squadrai bene il capitano, nella speranza che comprendesse l'intricatezza della questione. "Scopriremo dove si trovano le loro avanguardie, mi vestirete come una dama, mi darete un oggetto prezioso del tesoro dei Taddei e mi lascerete fuggire a cavallo... inseguita da un paio delle vostre guardie più veloci... e andremo dritti verso una delle loro imboscate. I vostri uomini fuggiranno in tempo, ma io cadrò nella loro rete." Sperai che l'accenno al tesoro del ducato non lo scandalizzasse e mi affrettai a specificare. "Dovrà sembrare che io mi sia introdotta nel castello per avidità, sembrerà che io abbia tutto da guadagnare da un'alleanza con la loro parte: protezione, un nuovo padrone, potere. Un aspetto rispettabile farà sì che i loro soldati mi consegnino direttamente ai loro comandanti, sperando in una ricompensa... un oggetto del tesoro nelle mie mani li convincerà che vi ho derubati e che voi vogliate la mia testa. Non appena la mia identità sarà nota, si domanderanno come usare i miei talenti a loro vantaggio. Per questo, non credo mi uccideranno e riuscirò a fornirvi informazioni, forse perfino a seminare zizzania tra le loro file." Sorrisi. Il piano era rischioso, ma poteva funzionare. Il mio volto era disteso e quieto, solo il mio sguardo tradiva la determinazione e il fuoco che mi bruciava dentro.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. Ultima modifica di Melisendra : 06-04-2011 alle ore 00.19.52. |
06-04-2011, 02.05.26 | #187 |
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Immersa com’ero in quei ragionamenti, non notai subito il foglio di pergamena abbandonato proprio lì sotto... lo presi distrattamente e me lo rigirai tra le dita per qualche momento senza neanche guardarlo, finché qualcosa -forse il sigillo ducale, forse la grafia opulenta del breve messaggio- attrasse la mia attenzione.
Perciò lo lessi. Lo lessi due volte consecutive. Inspirai. Poi lo lessi una terza volta... Era come se faticassi a registrare quelle informazioni. Mi sentii male, in un primo momento, la testa mi girò e un potente senso di nausea si impossessò di me, impedendomi quasi di respirare... Poi di colpo un’altra sensazione: una sorta di gelida, glaciale furia. In un secco gesto di stizza, allora, colpii il candelabro alla mia destra e lo feci finire a terra con un assordante clangore. Stessa sorte toccò al pesante leggio di legno, cui non si poteva attribuire altra colpa se non il suo trovarsi in quel momento su quello stesso tavolo, proprio di fronte a me. Strinsi con forza il foglio nel palmo della mano, poi furente me lo infilai in tasca... Era firmato Lord Bynet quel messaggio e conteneva frasi che mi offendevano. Conteneva, anzi, frasi offensive non solo per me, ma per la mia casa e la mia famiglia... frasi che continuavano a vorticarmi nella mente... ...definitiva rottura con Sygma... ...il re di Sygma riterrà questa vostra scelta tanto grave da causare una nuova guerra... ...un colpo mortale per Capomazda... ...dobbiamo scongiurare un’alleanza tra Sygma e Cimarow... ...ripensare a questa vostra scelta o comunque rimandarla in tempi più tranquilli... Queste parole, più di tutto il resto, mi risuonavano nella mente! Come poteva lord Bynet permettersi simili commenti? Nessuno, nemmeno Icarius, poteva! Poteva disprezzare me, forse, mio marito, poteva non volermi più vedere e desiderare che me ne andassi dal suo palazzo... ma nessuno di loro poteva permettersi di insultare la principessa di Sygma, mi dissi! Nessuno di loro poteva togliere il rispetto alla mia famiglia! Ero furente! I miei occhi fiammeggiavano! Con un secco gesto scostai la gonna, quindi, e mi apprestai ad uscire dalla biblioteca... “Andiamo Pascal!” dissi in tono asciutto.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
06-04-2011, 02.17.43 | #188 |
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Monteguard fissò Melisendra.
Era pensieroso e vagamente turbato. Era un uomo d’azione, abituato allo scontro, alle battaglie. Ed era poco incline alla diplomazia ed ai compromessi. “Il vostro piano è tanto audace, quanto folle.” Disse “Ma la vita è la vostra… da ciò che si narra su quel cavaliere, credo che una volta scoperta la vostra identità per voi sarà la fine… ma come detto, la vita è la vostra… il tutto potrebbe restare un segreto fra noi due, per essere certi della segretezza dell’intera faccenda, ma se vogliamo utilizzare anche una sola moneta del tesoro dei Taddei, cosa che credo impossibile, bisognerà comunque mettere al corrente di tutto sua signoria…” Si alzò e riempì le loro coppe. “Amavate quel cavaliere?” Domandò fissandola negli occhi. “E soprattutto… l’amate ancora?”
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06-04-2011, 02.27.07 | #189 |
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All’improvviso si udì una folle cavalcata, poi grida e frastuoni.
Qualcuno urlava nel cortile e tutti correvano verso quel disordine. Anche Monteguard, ancora a colloquio con Melisendra, udito quel casino, corse nel cortile. E qui vi era Perecourt che a fatica, piangendo e gridando, raccontava quanto accaduto al Gorgo del Lagno. Poco dopo la notizia si sparse in tutto il palazzo. “Milady!” Chiamava Izar nei corridoi del palazzo. “Milady, una tragedia!” Raggiunse così Talia e le raccontò in lacrime quanto detto da Perecourt. Così anche Talia seppe della tragedia accaduta ad Icarius.
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06-04-2011, 02.41.41 | #190 |
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Nel frattempo, sulla strada che conduceva a Capomazda, August ed i suoi avevano incontrato Hastatus di Camelot.
“Messere…” disse August a Hastatus “… queste terre sono insanguinate da una guerra senza tregua… quando farete ritorno a Camelot sicuramente vi sarà raccontato tutto di ciò che accade in queste contrade…” “Come facciamo a sapere che non è invece uno dei cavalieri di Cimarow?” Intervenne Finiwell. “Pensate che stranezza il caso… un cavaliere tutto solo, che ha la fortuna di non incontrare i razziatori di Cimarow… eppure devono essere passati da qui per forza!” “Non è detto.” Disse August. “Possono aver deviato verso la selva attraversata dal Lagno… per quella strada non c’era il rischio di incontrare le nostre armate.” Fissò poi Hastatus. “Cavaliere, noi stiamo tornando a Capomazda… e lì occorrono uomini esperti… magari ci rivedremo tra le fila dell’esercito ducale, chissà…” Detto ciò, August diede ordine ai suoi di ripartire. Poco dopo giunsero a Capomazda. E qui scoprirono l’orrenda tragedia accaduta ad Icarius.
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