18-07-2013, 01.52.46 | #1901 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Pioppo vide arrivare presso di lui Elisabeth e Gem.
In principio restò sorpreso, poi finalmente li riconobbe. “Oh, cari amici...” disse “... certo, ora rammento. Strano? Io? E' strana tutta la città! Pare che il principe sia tornato! Milord è a vedere il Palio nel padiglione della sua contrada, quella dell'Oca. In verità tiene molto a tutta la festa e fino alla fine della giostra non ammette di essere disturbato. Ma quando terminerà il Palio sarò io stesso a condurvi da lui.” Rientrò poi verso i padiglioni. “Non so...” fece Gem, una volta rimasti soli “... tutta questa storia è sempre più assurda... non so cosa pensare... ma mi sembrerebbe strano se davvero ci fosse qualcun altro giunto dal futuro qui... non sappiamo neanche quanti compagni abbia Solder... ammesso che non abbia bluffato fino ad ora...” scosse il capo pensieroso “... non so davvero cosa pensare... forse davvero Milord potrà illuminarci... su cosa, non so... ma lo spero vivamente...”
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18-07-2013, 01.57.50 | #1902 |
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Altea gridò il nome del principe verso quella finestra.
Non era molto distante, eppure non abbastanza vicina per far giungere fin là la sua voce. Eppure, dopo alcuni istanti, quasi come se il vento avesse sospinto più in alto la voce della ragazza, dalla grata di quella finestra apparve una sagoma incerta. I tratti e l'aspetto non erano naturalmente riconoscibili, visto che la simmetria accentrata del dongione, dove si trovava la finestra, non permetteva una visuale sufficiente dalla stanza di Altea. Ma almeno era visibile quella sagoma incerta. Sagoma che però non disse nulla. O almeno nulla della sua voce giunse alla finestra della donna. E restò alle grate, forse attratta dalla voce di Altea.
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18-07-2013, 02.35.31 | #1903 |
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Sanion ascoltò attentamente ogni parola di Clio, senza tuttavia tradire emozioni o turbamento.
Lui e Carlo di Monsperon, come tutti i nobili a Chanty, avevano il sospetto che il principe si trovasse imprigionato in qualche luogo. Ma sapevano anche che, se questa eventualità fosse vera, liberarlo sarebbe stato tutt'altro che facile. E l'arbitro della partita tra i nobili da un lato e i Rossi dall'altro era il tempo. E il piano di Carlo e Sanion serviva proprio a guadagnare tempo, rallentando così le manovre dei Rossi, che con il re a Fisyem di certo vedevano arrestato il loro piano di rovesciare totalmente l'ordine costituito. Ecco perchè il barone, nonostante le parole di Clio sul principe, riuscì a non tradire, almeno in quel momento, inquietudine. “Al termine del Palio” disse alla ragazza “sarà sua Maestà che racconterà ogni cosa. Come vuole la tradizione, quando il Drappellone, ossia il trofeo per il vincitore, sarà portato davanti all'Immagine Santa dell'Assunta, il principe parlerà al popolo. E tutti sapranno.” Il barone però ben fissò nella sua mente le parole della ragazza. Nel frattempo, qualche metro più avanti, Guisgard era deciso a capire quale segreto nascondesse Pestifero. E così, sotto gli occhi di Talia, prese il cavallo e lo condusse verso una vasca di legno per farlo bere. Ma quando il sauro arrivò a specchiarsi nell'abbeveratoio, si fermò di colpo, divenendo rigido e mostrando agitazione. “E' come pensavo!” Esclamò Guisgard, per poi voltarsi verso Talia. La fissò per un istante e annuì sorridendole. “Dov'è la sella?” Chiese poi a Marzio. “La sella?” Stupito il ragazzo. “Ma, maestà... sapete bene che i cavalli nel Palio vanno montati a pelo!” “Ah...” sorpreso Guisgard “... ottimo!” Fingendo di sorridere. “Volevo vedere se lo rammentavi!” E fece l'occhiolino a Marzio. Questi sorrise. Il Taddeide allora fissò Pestifero negli occhi, ancora agitato e scosso per essersi specchiato nell'abbeveratoio, strinse le briglie e saltò sul cavallo. Questo ebbe un sussulto e fu sul punto di scalciare, ma il suo cavaliere lo tenne bene per le redini. “Su, bello!” Facendolo calmare Guisgard. “Ho bisogno di te e non puoi mollarmi ora!” Dopo qualche istante, incredibilmente, Pestiferò si ammansì. Nello stesso istante, ma davanti all'ingresso nello spiazzo dedicato alla giostra, Giacomo, sceso dalle tribune, raggiunse le transenne dietro le quali c'era il cavallo dell'Aquila. “Cosa accade?” Attirando l'attenzione di Yrko. “Non ne ho idea!” Ancora scosso questi. “Dicono che sia tornato, ma ciò non può essere!” “Forse è stato liberato...” fissandolo il Nero. “Impossibile!” Sbottò Yrko. “Il castello è sorvegliatissimo! Neanche il demonio in persona riuscirebbe a trarre un'anima dannata da lì!” “Allora come può essere?” Tradendo nervosismo Giacomo. “Forse è il suo fantasma...” rispose Yrko “... non c'è altra spiegazione...” “I fantasmi non esistono!” Con rabbia Giacomo. “E in questa città già ve ne sono un bel po', sebbene fatti di melma e non di spirito!” “Che sia un trucco?” “Non lo so...” scuotendo il capo Giacomo “... non lo so...” “Poco male!” Con impeto Yrko. “Che sia un fantasma o un gaglioffo che si nasconde sotto la corazza del principe, io risolverò la faccenda! E a modo mio!” Strinse il suo spadone di legno. “Gli spaccherò in due la testa! E se è davvero il principe, tanto di guadagnato allora!”
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18-07-2013, 10.02.22 | #1904 |
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Osservai attentamente il nobile ma non riuscii a scorgere nessuna reazione a quanto avevo detto.
"Naturalmente..." Dissi con un sorriso. Poi, però, alzai lo sguardo e guardai nuovamente il nobile negli occhi "Badate, però, che non sia troppo tardi..." A bassa voce "..Io non sono nessuno, e non mi aspetto che vi fidiate di me, né che ascoltiate quanto ho da dire.. Ma , se permettete l'ardire.. Non crediate di essere solo in questa partita, mio signore... non dimenticate che i contradaioli della Pantera darebbero la vita per liberare o difendere Sua Maestà.. Tenetelo presente, vi prego..". Così dicendo, mi allontanai di qualche passo, sperando che le mie parole fossero almeno servite a qualcosa. Sospirai, forse ero troppo testarda, magari quello era il vero re e io mi stavo preoccupando per niente. Mentre parlavo con il barone mi ero accorta dello sguardo della donna giunta insieme al principe e al nobile su di me, ma ero concentrata a tentare di decifrare lo sguardo dell'uomo che avevo davanti, con scarsi risultati purtroppo, e non vi avevo dato peso. Mi voltai quindi verso di lei e la salutai con un sorriso e un cenno del capo prima di entrare nuovamente nel padiglione. Mi buttai il cappuccio sulle spalle e sospirai. Dovevo smetterla di essere sospettosa, il re era lì, avrebbe sconfitto Yrko, e io avrei potuto restituirgli il biglietto e la spilla, Lady Beatrice avrebbe riavuto indietro il figlio e l'acquamarina, e il popolo di Chanty il proprio sovrano. Tutto sarebbe andato per il meglio. Cercai invano di farmi entrare in testa quei pensieri. La verità era che non riuscivo a stare con le mani in mano. Guardai il fermento all'interno del padiglione e sorrisi "Posso essere d'aiuto in qualche modo?" Chiesi ad un contradaiolo che aveva l'aria di organizzare i preparativi. |
18-07-2013, 16.12.13 | #1905 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Sanion lasciò Clio e tornò dall'uomo col cappuccio.
Questi era riuscito a salire in groppa a Pestifero e nel vederlo tutti i contradaioli esultarono. Bariel rise commosso. “Procediamo alla vestizione di Sua Maestà.” Disse Ippio agli altri. “In fondo al padiglione” fece un altro dei contradaioli a Clio “vi sono vari spadoni di legno. Prendete quello con l'elsa d'avorio e l'effige della Civetta Gigliata. Bardo il falegname ha realizzato quell'arma apposta perchè il principe la usasse nel Palio. Andate, presto.” E così cominciò la vestizione del loro principe, mentre dalle tribune tutti acclamavano e attendevano il suo ingresso nel campo.
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18-07-2013, 16.51.10 | #1906 |
Cittadino di Camelot
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Vidi solo una sagoma silenziosa tra le grate...era lui? Poteva essere chiunque..anche un nemico.
Dovevo provare e parlai di nuovo.."Voi alla grata..se siete il Principe suonate la vostra ocarina"..chissà se mi avrebbe sentita. Certo non mi sarei messa a scalare torri per salvare damigelle in pericolo..pensai ridendo tra me e me.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
18-07-2013, 18.43.48 | #1907 |
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" Pioppo sia ringraziato il cielo ci hai riconosciuti......ascolta.....so che Milord non vuole essere disturbato prima della fine di questo palio...ma abbiamo la necessita' di parlargli ora....mi faccio carico di tutta la responsabilità.......anzi...sai che facciamo..?....ormai per via dei nostri stravaganti abiti siamo troppo riconosciuti....che ne dici se ci dessi una mano a cambiarci d'abito.....magari raggiungeremo Milord tramite le tue indicazioni e tu non avrai problemi.....".....non avevo piu' idee...non sapevo che pensare ma Gem aveva ragione...non avevamo altre speranze......
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18-07-2013, 19.25.04 | #1908 |
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Nel vedere l'entusiasmo generale, dimenticai le preoccupazioni.
Annuii sorridendo al contradaiolo e mi diressi dove mi aveva indicato. Come mi era stato predetto trovai varie spade di legno, di pregevole fattura, ordinatamente assemblate in un angolo. Tuttavia, una tra tutte spiccava per raffinatezza e cura : ed era quella che dovevo prendere. Mi fermai un istante ad osservarla, era davvero bellissima. Tornai velocemente sui miei passi e raggiunsi il centro del padiglione, dove tutto era pronto per la vestizione. "Ecco qua.." Dissi al contradaiolo con cui avevo parlato prima. |
19-07-2013, 01.21.15 | #1909 |
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Pioppo, a quelle parole di Elisabeth, apparve turbato.
“Avanti, abbiamo bisogno te, amico.” Disse Gem esortandolo. “Aiutaci a trovare abiti decenti e indicaci come raggiungere il tuo padrone. Vedrai, non ci saranno noie per te in questa storia.” Il servitore allora si convinse. Portò la donna ed il pilota in una piccola tenda in mezzo ai padiglioni, dove c'era una donna. “Ariga!” Entrando nella tenda Pioppo. “Cosa diamine urli?” Fece la donna. “Ah, moglie belante, donna zelante!” Esclamò lui. “Di pecora, anzi caprone, qui ci sei solo tu!” Replicò lei. “Poche chiacchiere, donna.” Disse Pioppo. “Servono degli abiti per questi amici di milord. E alla svelta, o ti rimando da quella megera di tua madre.” “Avrei dovuta ascoltarla” rispose la donna “e non accettarti come marito. Sei un pezzo di somaro.” “Bada a te!” Cercando di non uscire perdente da quella disputa Pioppo. “E ora fa come ti ho detto!” La donna annuì, dopo però aver continuato ad inveire contro la sua decisione di averlo sposato. Mostrò allora ad Elisabeth e a Gem un baule carico di vestiti di non primissima qualità. “Scegliete quelli che più vi aggradano.” Disse la donna, per poi uscire dalla tenda. “Perfetto idillio matrimoniale.” Ridendo Gem appena restò da solo con Elisabeth. “Beh, direi di scegliere ora i nostri abiti. Naturalmente dopo di te, mia cara.” Indicando il baule ad Elisabeth. “Poi, ovviamente, mi volterò dall'altra parte per lasciarti vestire.” E le fece l'occhiolino.
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19-07-2013, 01.29.22 | #1910 |
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A quelle parole di Altea gridate quasi al vento, seguì solo l'eco del sibilo che percorreva l'aria.
Poi, all'improvviso, quell'incerta sagoma che lei vedeva a quelle grate, cominciò a suonare. Era il suono dell'ocarina che Altea aveva udito fino a poco prima. Era davvero il principe? O una trappola? O forse solo un prigioniero senza nome e senza storia rinchiuso in quel dongione? E se fosse davvero il principe, come raggiungerlo? E Daiz dove era finito? Come ritrovarlo? E mentre i tratti dell'avventura che il Fato stava tracciando per Altea prendevano forma davanti a lei, il maestoso castello, come un gigante addormentato, sembrava chiudersi su stesso. Quasi a difesa dagli inquieti e lamentevoli spiriti della notte, che parevano voler gettare ombre ed inquietudini su quel luogo dominato da un silenzio irreale e impenetrabile.
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