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Vecchio 22-07-2013, 19.06.34   #1931
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“La mia ocarina...” disse l'uomo prigioniero ad Altea “... si, infondo è l'unica cosa che mi è rimasta... il mio unico tesoro... una cosa è certa... se davvero sono un principe, lo sono ormai dell'usignolo e dell'allodola, che con il loro canto scandiscono il tempo e l'alternarsi del giorno e della notte... allora suonerò per voi ogni sera... suonerò in modo che possiate sentire la mia ocarina dalla vostra camera... voi siete corsa in mia aiuto... non i cavalieri di questo regno, o i suoi arcieri e i suoi fanti... ma voi, una donna... no, forse non sono più davvero un principe... forse non sono niente se non colui che suona quest'ocarina... e voi siete la mia unica speranza... ditemi... avete detto di essere prigioniera anche voi qui... dunque siete impossibilitata a lasciare il castello? Oppure pensate ci sia un modo per voi di uscire da qui?”
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Vecchio 22-07-2013, 19.25.52   #1932
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
In quelle parole sentivo della tristezza e del rammarico...e poi quel meravigliarsi che una donna venisse in suo aiuto...ma non eravamo nel 2013.
"Io vi chiamerò Principe Ardena e ogni sera mi allieterò del suono della vostra ocarina..e Voi potete chiamarmi Altea, Maestà. Non dovete pensare che vi hanno abbandonato, perchè i contradaioli della Pantera non sanno affatto dove voi vi trovate e quando io ho raccontato di Voi...alcuni non mi hanno creduta."
Poi quella domanda a bruciapelo..come uscire da questo castello..."Non saprei come uscire Principe..ho provato perfino a scendere dalla finestra e..sono stata azzannata al collo da un molosso..voi avete qualche idea?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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Vecchio 22-07-2013, 21.48.00   #1933
Clio
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Restai ammutolita ad osservare lo scontro, col fiato sospeso e il battito del cuore sempre più forte, per quanto non lo dassi a vedaere.
Ma quando poi vidi Yrko cadere a terra, non potei più trattenermi, mi alzai in piedi, di scatto e portai le mani al volto.
La vista mi stava forse ingannando? Era caduto per davvero?
Non potevo crederci, avevo sperato, sì, ma i dubbi e la paura erano tanti.
Quando vidi che il campione dell'aquila non si rialzava, lasciai cadere il cappuccio e sorrisi.
"Non è possibile.." mormorai tra me "..non può essere vero!".
Non avevo nulla da temere, pensai, benedicendo la mia malfidenza che mi aveva tenuto lontana dal padiglione dell'Aquila così come dalle tribune.
Poi, accadde ancora qualcosa, e per poco non proruppi in un grido.
Anche il principe era ferito, anche lui era caduto a terra.
Vidi i contradaioli prendersi cura di lui e mi precipitai al padiglione della Pantera.
Nonostante l'aria di festa durata pochi momenti, ora il caos regnava sovrano e sul volto di ogni contradaiolo si poteva scorgere preoccupazione e ansia.
Lasciai in un angolo la sacca ormai inutile col vino drogato e le mappe e corsi a chiedere se potevo essere d'aiuto in qualche modo.
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Vecchio 23-07-2013, 00.35.09   #1934
Talia
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La prima parte degli scontri si era terminata e Guisgard stava bene, tirai un sospiro di sollievo...

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Sugli spalti, intanto c'era attesa.
Carlo si avvicinò a Talia.
“Non abbiate paura...” disse “... si sta dimostrando molto abile... vedrete che andrà tutto bene...”
Mi voltai e fissai Carlo per un istante...
“Avete un bel coraggio, voi...” sussurrai “Sì, avete proprio un bel coraggio... Spero, almeno, che questo servirà!”
Gli lanciai un’occhiata torbida...
non ero arrabbiata con lui, una parte di me poteva anche capirlo in fondo: lui voleva solo salvare il suo principe ed il suo regno...
ma io ero preoccupata per Guisgard e mi seccava che i loro piani dovessero per forza mettere lui in pericolo.
E fu un quel momento che suonò la tromba: erano rientrati nel campo...
Lo scontro fu duro...
d’istinto chiusi gli occhi all’impatto...
ma poi sentii grida di gioia intorno a me e di festeggiamento.
Inspirai profondamente... fu un sospiro di sollievo... ed il mio core riprese a battere...
aprii gli occhi e lo vidi tra gli uomini della contrada che già lo avevano raggiuto, accerchiandolo e portando con loro, spinti dalla loro gioia, tanto lui che il cavallo...
sorrisi, raggiunte...
e tuttavia il sorriso mi si gelò sulle labbra appena un istante più tardi...

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Ma mentre tutti festeggiavano raggianti, Guisgard si accasciò improvvisamente su Pestifero, per poi perdere i sensi.
“Sua Maestà...” gridò uno dei contradaioli che lo reggevano “... Sua Maestà...”
“Cosa accade al principe?” Urlò Ippio.
“E' ferito!” Gridò quel contradaiolo.
Infatti una delle schegge dello spadone di Yrko si era conficcata nel suo fianco.
Lo portarono allora subito nel padiglione.
E la paura scese su tutto il campo.

Per un attimo rimasi immobile, impietrita dall’orrore...
i miei occhi lo videro accasciarsi e venire raccolto, lo seguirono mentre veniva portato al padiglione e rimasero immobili sui tendaggi mentre un denso silenzio calava sul campo...
tremai e dovetti fare appello ad ogni pur minimo briciolo di lucidità rimastomi per non sprofondare nel terrore...
lentamente mi voltai e gettai in faccia a Carlo lo sguardo più truce che possedevo...
“Farete bene a pregare che stia bene!” esclamai dura “Farete bene a pregare, o io...”
Ma non finii la frase: senza aggiungere altro e senza guardare nessuno in faccia, lo oltrepassai, scesi dal palco in fretta e mi diressi verso il padiglione della Pantera.
E, raggiuntolo, trattenendo un piccolo sospiro per non perdere il controllo, entrai.
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Vecchio 23-07-2013, 00.57.09   #1935
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Nel padiglione della Pantera c'era il caos.
Agitazione, inquietudine, sgomento, paura.
Tutti correvano avanti e indietro, mentre il principe fu messo su un lettino ed avvolto nelle coperte.
La ferita aveva infatti già causato un'infezione e la febbre era salita velocemente.
In quel momento arrivò Clio.
“A meno che non siete un medico” disse Ippio alla ragazza “temo che potete fare ben poco, come tutti noi... andate piuttosto dalle donne sul retro del padiglione e fatevi dare acqua calda e qualche panno pulito... bisogna lavare la ferita o si infetterà ancora di più...” si voltò verso Marzio “... il dottore arriva, stramaledizione?”
“Devono condurlo qui i Marescialli di Campo...” fece il ragazzino “... è la regola... ma ancora non si vedono...”
“Potete giurarci...” mormorò Bariel.
“Cosa?” Fissandolo Ippio.
“Guidox si sarà di certo preoccupato di far tardare i medici di campo...” rispose il vecchio “... è naturale...”
“Dannato!” Ringhiò Ippio. “Lo ucciderò con le mie stesse mani se succede qualcosa al principe!”
In quell'istante arrivò nel padiglione Talia e subito dopo di lei anche Carlo e Sanion.
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Vecchio 23-07-2013, 01.10.00   #1936
Clio
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Annuii alle parole di Ippio.
Aveva ragione, non ero un medico, ma avrei fatto il possibile.
"Corro immediatamente.." Lo salutai con un cenno e raggiunsi il retro in un attimo.
"Presto, servono acqua calda e bende per disinfettare la ferita di Sua Maestà.. Cioè per lavarla, ecco..." Dissi a una delle donne che erano lì.
Mi chiesi se nel XVI secolo si usasse già il termine disinfettare, ma immaginai di no.
Poi alzai gli occhi al cielo chiedendomi che utilità avesse quel pensiero, in un momento così frenetico.
Davvero non riuscivo a bloccare i pensieri, nemmeno in circostanze come quelle.
Scossi la testa e mi avviai di nuovo verso il padiglione, stando attenta a non far cadere l'acqua, maldestra com'ero.
Avevo ascoltato di sfuggita il discorso sul dottore.
"Ecco le bende e l'acqua.." Dissi ad Ippio "..non credo ci sia tempo da perdere, anzi... Beh se i marescialli di campo sono agli ordini di Guidox siamo spacciati, non si può trovare un altro medico? Magari c'è un contradaiolo nei paraggi che lo è..".
Guardai Ippio senza allegria "..intanto pulire la ferita ed evitare infezioni è l'unica cosa che possiamo fare, l'avete detto voi..".
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Vecchio 23-07-2013, 01.20.56   #1937
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Trascorsero alcuni istanti senza che nessuno dei due parlasse.
“Forse” disse finalmente quella voce oltre la porta, rompendo finalmente quel silenzio fra loro “c'è una possibilità, sebbene remota e pericolosa, Altea... se siete qui, davanti alla mia cella, significa che, sebbene prigioniera, potete comunque circolare per il castello... allora, quando non ci sarà nessuno, recatevi nelle cucine... attendete che cuochi e servi siano andati a letto e poi raggiungete la dispensa... appena dentro contate sette mattonelle davanti a voi e poi altre sette verso destra... l'ultima mattonella, quella contro la parete, non è fissata con la calce... sollevatela e sotto troverete uno spazio... dentro ci sono varie boccettine, utilizzate da un alchimista al servizio del vecchio proprietario del castello... tra esse cercate quella che reca sull'etichetta Sonno di Morte... prendetela per voi e quando sarete in camera bevetela tutta prima di dormire... però assicuratevi di avere con voi un taglierino o un piccolo pugnale, che nasconderete con cura nei vostri abiti... la boccettina contiene un siero che vi causerà una morte apparente... al mattino, quando vi troveranno, sentenzieranno la vostra morte... vi chiuderanno in un sacco e vi porteranno fuori dal castello... i Rossi hanno disposto che le sepolture non debbano essere poste all'interno della città, per paura che i sacerdoti celebrino messe per i defunti... i servi di Yrko però non si scomoderanno a portare il vostro corpo oltre le mura cittadine e lo butteranno invece nel fiume Elsa... qui a contatto con l'acqua voi riprenderete i sensi... col taglierino vi libererete dal sacco e nuoterete poi fino alla sponda del fiume... una volta che sarete al sicuro, se riuscirete a trovare qualcuno disposto a credere alla mia storia, allora forse io sarò salvo... se invece nessuno dovesse credervi, voi sarete comunque libera ed io così avrò pagato il mio debito con voi, mia generosa amica...”
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Vecchio 23-07-2013, 01.52.37   #1938
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Entrai nel padiglione e mi guardai intorno, colpita da quel viavai e da tutta quella confusione.
Guisgard era al centro, disteso su un tavolo ed avvolto in alcune coperte... era pallido e privo di sensi...
mi accostai lentamente al tavolo, combattendo contro il terrore che stava cercando di impadronirsi di me...
eravamo giunti lì da soli...
eravamo lontani da casa e da qualsiasi ospedale come si deve...
eravamo in un’epoca nella quale per ferite del genere...
non finii quell’ultima frase: non potevo.
Lo avevo raggiunto, intanto, e dovetti appellarmi a tutta la mia forza di volontà per abbassare gli occhi sul suo volto...
non vedevo niente intorno a me, non sentivo niente...
e riuscivo a pensare solo che eravamo stati due incoscienti...
due folli... ma che cosa credevamo di poter fare, lì? Cosa credevamo di trovare?
Chiusi gli occhi, tentando di placare quei pensieri che, adesso, erano inutili...
Li tenni chiusi per lunghi momenti, poi li riaprii lentamente e, inspiegabilmente, mi sentii fredda e calcolatrice, analitica.
Sollevai una mano e la poggiai su di lui, sulle coperte sul suo petto, avvertendo il metallo della cotta di maglia che ancora indossava...
“Toglietegli questa roba di dosso...” dissi a coloro che mi erano più vicini, in tono piatto, ma senza guardarli “Deve poter respirare e non può farlo con tutto questo metallo... è pesante! E poi datemi dell’acqua, pulirò io la ferità...”
Mi rimboccai le maniche dell’abito, quindi, e mi lavai le mani con un catino che mi veniva porto...
ero nata nel ventesimo secolo, dannazione: dovevo saperla pulire, una ferita... dovevo!
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Vecchio 23-07-2013, 02.50.39   #1939
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Clio portò così, come le aveva detto Ippio, acqua calda e panni puliti per lavare quella ferita.
Tuttavia il dottore del campo continuava a tardare e allora Talia, facendosi coraggio, si avvicinò a Guisgard, sempre steso senza conoscenza su quel lettino, e cominciò a dare indicazioni su cosa fare agli altri.
“Fate come vi dice.” Disse Carlo a tutti loro.
Così, Clio, Ippio, Marzio e gli altri contradaioli seguirono alla lettera le indicazioni della ragazza.
Talia allora, una volta fatta togliere la cotta di maglia al falso principe, cominciò a lavare con cura la ferita.
Era una brutta ferita, profonda e Guisgard aveva perso molto sangue.
Alla fine, pulita la lacerazione, strette bende la ragazza strinse attorno ai fianchi del cavaliere.
“Almeno il necessario, per ora è fatto...” fece Carlo prendendo in disparte Sanion “... se non altro abbiamo scongiurato l'infezione... ma serve un medico...”
“Forse restare qui è inutile...” mormorò il barone “... meglio portarlo in un luogo più tranquillo e nel frattempo cercare un medico per curarlo...”
Carlo annuì e si voltarono entrambi a fissare Guisgard steso su quel letto senza conoscenza.
E al suo capezzale c'erano Talia che gli aveva pulito la ferita e Clio.
“Non...” cominciò a mormorare Guisgard nel delirio della febbre “... non vi... tradirò... non mi... scopriranno... sarò... Ardena...” aggiunse ansimando.
E queste confuse parole furono udite solo da Talia e da Clio che erano accanto a lui.
Ma ad un tratto qualcuno entrò nel padiglione.
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Vecchio 23-07-2013, 12.16.21   #1940
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Tolta la cotta di maglia, la ferita si era mostrata subito per ciò che era: una profonda lacerazione, resa peggiore dalle schegge di legno e dai brandelli di stoffa.
Impiegai molto tempo per pulirla con cura, rimuovendo ogni corpo estraneo, per poi lavarla con l’acqua calda...
facendomi aiutare, poi, gli strinsi una lunga fascia intorno al fianco, perché smettesse di sanguinare.
Poi rimasi a fissarlo, sfiorandogli appena la spalla.
Ero stupita di me stessa... io che avevo sempre avuto orrore del sangue e terrore delle ferite, come potevo aver fatto quel lavoro?
Però quella era una situazione diversa.
D’un tratto, poi, parlò...

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E al suo capezzale c'erano Talia che gli aveva pulito la ferita e Clio.
“Non...” cominciò a mormorare Guisgard nel delirio della febbre “... non vi... tradirò... non mi... scopriranno... sarò... Ardena...” aggiunse ansimando.
E queste confuse parole furono udite solo da Talia e da Clio che erano accanto a lui.
Ma ad un tratto qualcuno entrò nel padiglione.
Spalancai gli occhi...
Aveva parlato piano, ansimando... ma io avevi sentito nitidamente ciò che aveva detto ed ero certa che anche la ragazza che era accanto me, e il cui aiuto mi era stato così prezioso nel pulire la ferita, avesse potuto udirle...
ed erano parole che non lasciavamo molto adito a dubbi o a interpretazioni...
che ne sarebbe stato di noi, se i contradaioli avessero intuito che quello non era il loro principe?
Come l’avrebbero presa?
Che ne sarebbe stato di Guisgard, in quelle condizioni?
In preda al terrore, dunque, spalancai gli occhi e li sollevai su di lei...
ero quasi incapace di parlare.
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