27-02-2015, 05.06.35 | #1931 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Il Principe di Afragolignone” è il più antico poema in lingua Afragolignonese conosciuto, anteriore anche all'Ardea de'Taddei, che circolò a lungo in forma non scritta attraverso i versi di bardi ed aedi, fino a quando venne fissato nella scrittura per volontà dell'Arciduca Dommone, signore di Capomazda.
Questo poema è a sua volta una versione nobile, nel senso che venne composto per circolare negli ambienti aristocratici, di un'opera ancora più antica, conosciuta come “Le avventure di Arduè” e che è giunta a noi solo in pochi frammenti. “Il Principe di Afragolignone” narra di un re, chiamato nel poema con gli epiteti e gli attributi dei monarchi Afragolignonesi, cioè Gran Re o Signore di re, che non avendo figli decide di far crescere nella sua corte i suoi tre nipoti, Linn, Redas e Arduè, con lo scopo un giorno di scegliere tra loro il suo legittimo erede, così da dargli il trono e la mano della sua pupilla, la bellissima Aleriti. La scelta dell'erede è in realtà molto importante, poiché il futuro re dovrà affrontare una terribile maledizione che flagella da sempre quelle terre. Ogni venticinque anni, infatti, dal luogo chiamato Gorgo del Lagno, un terribile drago (lo stesso che affronterà Ardea in una delle sue Questioni) si risveglia, sterminando greggi, devastando le campagne e terrorizzando la popolazione. E spetta al re affrontare il mostro e liberare il reame per altri venticinque anni. Il poema narra dunque come Arduè riesce a guadagnarsi l'affetto e la stima dello zio e dei tentativi dei suoi due cugini di screditarlo davanti al re ed all'intera corte. Di seguito riportiamo un breve frammento dell'opera, in cui Arduè, assente a corte poiché inviato dal re ad affrontare in battaglia i terribili Acernani, è fatto oggetto di scherni e dicerie da parte dei due cugini di fronte allo zio ed alla bellissima Aleriti. “Avanti, leggi questo tuo arcano...” disse il re alla sua pupilla, sorseggiando dalla sua coppa di vino “... ma bada che se vincerai non ti darò alcun premio stavolta.” “Oh, siete severo, maestà!” Imbronciata lei. “Sanno tutti che i tuoi enigmi sono difficilissimi” sbottò il sovrano “e che spesso non hanno soluzione.” “Non stavolta, mio re!” Sorridendo la ragazza. E lesse l'arcano: “Si studia a scuola. Può essere di vari tipi Si diffuse nel Medioevo. E' buona cosa non toccarlo mai. Lo si può vedere nel Nord Italia.” “Credi che siano tutti abili come Arduè nel risolvere questi arcani indovinelli?” Bevendo ancora il re. “Arduè possiede molte altre qualità, maestà...” sospirando lei. “Non gli basterà risolvere enigmi, né rendere i tuoi occhi languidi per governare Afragolignone.” “Lui è quasi vostro figlio, maestà!” Esclamò Aleriti. “Come lo sono Linn e Redas.” Fece il Gran Re. “Quei due” seccata lei “non hanno occhi azzurri come i vostri, maestà, né il temperamento che anima il vostro cuore...” per poi sorridere “... doti invece che possiede Arduè, vostro prescelto e prediletto dal Signore!” “Lo vedremo.” Tentando il monarca di fermare i facili entusiasmi della sua pupilla. “Conosco bene il suo cuore, mio re...” lasciandosi cadere all'indietro sui cuscini di seta e oro Aleriti “... oh, se lo conosco... mi appartiene...” “Ma il tuo cuore” replicò il re “spetterà a colui che governerà questo regno dopo di me.” “E quello sarà Arduè!” Con occhi sognanti lei. “Bada, ragazza...” la ammonì il re. “Perchè mai?” Fissandolo Aleriti. “Amiamo entrambi lo stesso uomo. Voi come un figlio, io come amante.” Il re scosse il capo divertito. Ad un tratto nella sala entrarono due fiere figure, ciascuna munita di un diverso fascino superbo ed autoritario. “Salute, mio re.” Con un inchino Linn. “Dio vi risparmi, Gran Re.” Col medesimo atteggiamento Redas. “Venite avanti, figli miei.” Con un cenno il sovrano. “La gente mormora” disse Redas “e con loro i nostri vicini, nonché nemici.” “Affermano” aggiunse Linn “che siete vecchio e stanco, al punto da disfarvi del vostro esercito.” “Come sarebbe?” Contrariato il re. “Sono tre mesi che i vostri soldati non sono qui a difenderci.” Fissandolo Redas. “Sono in guerra, vipere che non siete altro!” Inferocita Aleriti. “Calmati.” A lei il sovrano. “Tutti sanno che l'esercito è in guerra contro gli Acernani.” Ai due nipoti. “Tre mesi sono tanti per forzare un confine...” mormorò Redas. “Ma abbastanza” sorridendo Linn “per legare un esercito al loro condottiero.” “Falsi e bugiardi...” con rancore Aleriti ai due cugini. “Cosa cercate di dirmi?” Domandò loro il re. “Che vostro nipote Arduè possiede ormai la lealtà e la devozione dei nostri soldati.” Rispose Linn. “E che potrebbe entrare in città ed essere acclamato re al vostro posto, sire.” Fece Redas. “In qualsiasi momento.” “Non date retta a questi vili pipistrelli, maestà!” Alzandosi di scatto Aleriti. “Vogliono solo screditare Arduè ai vostri occhi.” “O forse ai tuoi, mia cara.” Voltandosi verso di lei il re. “Non abbiamo bisogno di inganni per reclamare ciò che è nostro.” Con superbia Redas. “Io deciderò cosa è vostro.” Con tono grave il re. “Ora fate preparare il mio carro.” Ordinò. “Perchè, sire?” Preoccupata Aleriti. “Voglio scoprire se il mio esercito conquista città nemiche o mira a prendere le mie.” In quel momento si udirono le grida di festa del popolo tutto. “Cosa accade?” Stupito il re. “Maestà...” entrando uno dei suoi ministri “... l'esercito è stato avvistato alle porte della capitale...” “Lo dicevo!” Gridò Redas. “Arduè vuole violare la legge che impedisce di entrare armati in città! Vuole il potere e le nostre teste!” “Taci, verme!” Urlò Aleriti. “No, sire.” Scuotendo il capo il ministro. “Il Principe Arduè torna con i gerarchi Acernani in catene e vi porta in dono le loro terre ed i loro tesori... abbiamo vinto.” Tutti allora corsero sulla terrazza e videro il superbo spettacolo. Arduè si avvicinava al Palazzo Reale, col popolo che lo portava in trionfo e alle sue spalle i prigionieri Acernani in catene, pronti a rendere omaggio al Gran Re di Afragolignone. “Figlio mio...” mormorò felice il re nel vedere quella grande vittoria portata in dono da suo nipote. Ed Aleriti, anch'ella con lo sguardo perso sul giovane principe Arduè, già assaporava il caldo abbraccio di quelle labbra amate sulla sua bocca. Tutto ciò mentre il popolo invocava Arduè suo principe. Il principe di Afragolignone. E chissà, a Dio piacendo, un giorno forse, dopo l'epopea di Ardea de' Taddei, su Camelot narreremo anche le pagine di questo antichissimo poema. E voi dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere l'arcano di Aleriti?
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27-02-2015, 10.36.02 | #1932 |
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Ma quanti enigmi ultimamente, che bello!!
Devo dire che anche questa storia mi ha affascinato, e spero davvero vorrete narrarcela interamente in un futuro. Veniamo all'arcano della bella Alesti. Così, di primo acchito direi: RISO. |
27-02-2015, 19.51.30 | #1933 |
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Provate dunque con “Riso”, lady Clio?
Eh, ahimè, la vostra risposta vedo non riesce a soddisfare tutti gli indizi... Ed infatti, purtroppo, non è la soluzione all'arcano!
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27-02-2015, 20.03.31 | #1934 |
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Io vorrei provare con "fuso"..non so qualche indizio mi ha ispirato questa risposta..tanto per provare.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
27-02-2015, 20.20.03 | #1935 |
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“Fuso”, lady Altea?
Mmm... però la vostra risposta non riesce ad abbinarsi ai vari indizi... E infatti, ahimè, non è quella esatta!
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27-02-2015, 20.20.37 | #1936 |
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Provo -senza troppa convinzione- con "granturco". Però non mi combacia con il primo indizio, temo...
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27-02-2015, 20.25.41 | #1937 |
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Lady Tessa..faccio il tifo per voi
A proposito...pure io aspetto di sentire le storie di Arduè
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27-02-2015, 20.26.43 | #1938 |
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Provate con “Granturco”, lady Tessa?
Eh, temo che i vostri dubbi siano giusti, poiché in effetti questa risposta non riesce a soddisfare tutti gli indizi... E infatti, ahimè, non è la soluzione all'enigma! Ma, mi raccomando, non arrendetevi
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01-03-2015, 20.24.44 | #1939 |
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Provo con "campo"...
Si studia a scuola...certo vi sono di vari tipi...campo sportivo,campo elettrico, campo agricolo etc si diffuse nel Medioevo....il campo di battaglia è buona cosa non toccarlo mai....qui ho dei dubbi..forse campo elettrico o magnetico? Lo si può vedere nel Nord Italia...io abito nel nord est..di campi agricoli o incoltivati se ne vedono molti. Ho provato
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02-03-2015, 02.41.06 | #1940 |
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“Campo”, milady?
Eh, purtroppo non è la soluzione. Campo di battaglia è un'espressione usata sin da quando l'uomo concepì l'arte bellica, lady Altea. Un'espressione già presente ai tempi della leggendaria Guerra di Troia, avvenuta nell'Età del Bronzo. Ma non arrendetevi, mi raccomando Lascerò un nuovo indizio: “Lo usavano i mercanti.”
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