24-08-2013, 12.38.56 | #11 |
Cittadino di Camelot
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...ora sono curiosa...
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27-08-2013, 02.49.28 | #12 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Un giorno, presso il nostro teatro qui a Camelot, si ritrovarono due amici.
Uno era un vecchio poeta, apprezzato e prolifico autore di straordinarie composizioni. Nei suoi versi prendevano forma personaggi e sentimenti di straordinaria grandezza e capaci di travolgere i cuori di ogni lettore. L'altro invece era un giovane scrittore poco più che esordiente, perlopiù sconosciuto al grande pubblico. Era stato quest'ultimo a chiamare il suo amico poeta, dandogli appuntamento proprio davanti al teatro. “Non l'ho detto ancora a nessuno...” disse lo scrittore “... ma ormai ho deciso... voglio smettere... non scriverò più...” “Perchè?” Sorpreso il poeta. “Hai talento, fantasia, ispirazione. Sarebbe una sciocchezza, finiresti per pentirtene presto o tardi... e per tutta la vita.” “Guardami...” mormorò lo scrittore “... non ho il becco di un quattrino... non sono famoso, né mai qualcuno mi ha premiato per ciò che ho scritto... cosa ho scritto poi? Una sola opera... tratta da una vecchia leggenda, ma perlopiù sconosciuta al grande pubblico... no, questo mestiere non fa per me...” scuotendo il capo. “Io credo” fece il poeta “che quello dello scrittore sia il più bel mestiere del mondo... è come giocare... siamo pagati per giocare e come sanno i bambini i giochi sono le cose più prossime ai sogni...” “Giocare?” Ripetè lo scrittore. “Si...” annuì il poeta “... perchè possiamo giocare ad essere, ad impersonare gli eroi di cui raccontiamo le gesta... pensaci... Chretien è il vero Lancillotto e il solo Erec, così come Cervantes sarà sempre l'unico Don Chisciotte... in egual misura Dumas è D'artagnan e Montecristo, Walter Scott è Ivanhoe, Conan Doyle sarà Sherlock Holmes, Rafael Sabatini infine Scaramouche o Capitan Blood...” Lo scrittore lo ascoltava in silenzio. “Tu sei i personaggi che descrivi e racconti.” Continuò il poeta. “Tu soltanto.” “Personaggi che però nessuno conosce ed apprezza...” “Credi?” Fissandolo il poeta. “Si...” mormorò lo scrittore “... guardati, sei ricco, famoso ed apprezzato... hai scritto opere di ogni tipo, mentre io soltanto una... quella sul Fiore Azzurro... darei tutto... tutto... per aver scritto una sola delle tue opere...” “Ed io” sorridendo il poeta “darei tutte le mie opere, per aver scritto del Fiore Azzurro...” Lo scrittore lo guardò sorpreso. Ma proprio in quel momento passò un gruppo di ragazzini, che subito si avvicinarono ai due. “Chi è quello?” Chiese uno del gruppo agli altri, indicando il vecchio poeta. “Non lo so...” rispose un altro ragazzino del gruppo “... non l'ho mai visto... ma l'altro” indicando lo scrittore “... l'altro si... è sir Guisgard!” E corsero via, scimmiottando duelli e inseguimenti. Lo scrittore allora si voltò verso il poeta. “Cosa ti dicevo?” Annuendo e ridendo questi. E senza dire altro fece segno al giovane scrittore di entrare con lui nel teatro, mentre sulla porta faceva bella mostra il manifesto del prossimo spettacolo: il nuovo gdr...
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29-08-2013, 03.01.02 | #13 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gli occhi di Ordifran...
La stanza era invasa da un' inquieta penombra che sembrava rendere incerti i ritratti e gli oggetti, di gusto classico e barocco, disseminati ovunque intorno a loro. Quel luogo sapeva di antico, con tutti i volumi raccolti, oltre che nella grande libreria a muro, sulla scrivania, sulle mensole alle pareti, sul piccolo tavolino di gelsomino e madreperla, persino sul tappeto persiano sotto i loro piedi. La poca luce che penetrava in quell'ambiente giungeva da una finestra semichiusa da tende color porpora, che diffondevano un alone rossastro e sbiadito, volto a rendere quasi assopite le forme e le fattezze di quell'uomo. Almeno così apparivano al giornalista mentre, intento a raccogliere ogni sua parola, lo fissava non senza un accenno di viva ammirazione. Ma ciò che più lo colpiva erano i suoi occhi. Gli occhi del Professor Ordifran, infatti, non riflettevano mai lo stesso colore. O, se lo facevano, il giornalista non era in grado di riconoscerlo. In certi casi trasmettevano un grigio opaco, che sembrava poi mutare in freddo bianco ghiaccio. Quando parlava invece del suo argomento preferito, le discipline scientifiche, su tutte la matematica, quegli occhi tendevano ad enigmatiche screziature che si rincorrevano, tra un vivo ebano e uno spento ambrato. Per mutare ancora, poi, nel momento in cui toccava temi opposti, come la Religione. Allora, nel discutere sugli antichi testi Indù, o quelli venerabili del Buddismo, dal Corano con i detti del Profeta, a quelli della Torà ebraica, fino ai Testi Sacri e quelli Patristici del Cristianesimo, quegli occhi cambiavano, divenendo diversissimi e dominati da una oscura tinta rossa. Eppure il tono della sua voce, il suo gesticolare essenziale, quasi impercettibile, non mutavano, né risentivano di nulla. Come se solo i suoi occhi fossero in grado di tradire e manifestare i suoi più intimi pensieri e i suoi più remoti stati d'animo. E da quegli occhi, nonostante la sua calma apparente, il fare distaccato, i gesti sempre garbati, il giornalista riconobbe un astio, seppur velato, verso ogni forma di religiosità. Il Cattolicesimo su tutte. Ma quegli stessi occhi, così sensibili a percepire e tradire i sensi di quell'uomo enigmatico e carismatico, cessavano di pulsare, di riflettere, quasi di vivere, quando il professore cominciò a parlare del Fiore Azzurro. “Sapete” disse al giornalista davanti a lui “perchè l'uomo non è mai riuscito a trovarlo?” “Perchè, professore?” Chiese l'altro. “Perchè l'uomo ha sempre atteso di sapere quando e dove il Fiore sbocciasse e fiorisse... come se vi fossero epoche privilegiate e tempi prescelti.” “E non è così, professore?” “Sicuramente.” Annuì lui. “Ma in ogni epoca è stata concessa la possibilità all'uomo di trovare il Fiore.” “Dunque?” “Vi è sempre un dunque, secondo voi?” Sorridendo il professore. “Dalle vostre parole mi era parso di capire così...” “Voi non avete capito nulla.” Sentenziò Ordifran. “Voi come tutti gli altri.” Il giornalista lo fissò incuriosito. “Tutte le meraviglie” continuò il professore “che le leggende o anche la stessa storia accenna, non sono altro che echi di ciò che l'uomo, con le sue debolezze, può aver percepito. Qualche esempio?” “Si, vi prego.” “Il mito greco” fece Ordifran “ci ha tramandato il ricordo di una grande spedizione, avvenuta durante l'Età del Bronzo, dalle coste della Tessaglia fino alla lontana Colchide, sul Mar Nero...” “Il mito degli Argonauti?” Fissandolo il giornalista. “Esatto.” Annuendo il professore. “Alla ricerca di un oggetto dai poteri inimmaginabili... il Vello d'Oro...” si accese un sigaro “... e sapete cos'era in realtà?” “Cosa?” “Il Fiore Azzurro.” “Possibile?” “Certo, amico mio.” Accennando un'aria divertita Ordifran. “E questo vale per tutti gli straordinari oggetti che la storia ha descritto con toni più o meno fantasiosi... lo Scudo di Perseo che si narra sia sepolto sotto Corinto... la leggendaria Excalibur di Re Artù forgiata per unificare la Britannia... l'Araba Fenice che nidifica in luoghi privilegiati... la Pietra Filosofale capace di mutare i metalli vili in oro...anche l'Elisir di Lunga Vita che vince il Tempo e la Natura... persino la fiabesca Lampada di Aladino in grado di realizzare ogni desiderio... tutte queste cose, e molte altre ancora, non sono altro che il Fiore Azzurro sbocciato innumerevoli volte nei meandri della storia... e come vedete, non sempre l'uomo è stato in grado di riconoscerlo...” “E voi come fate a saperlo?” Domandò il giornalista. “Semplice, amico mio...” accennando un enigmatico ghigno il professore “... li ho veduti... ho veduto ognuno di questi oggetti nel corso dei secoli...”
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29-08-2013, 08.38.59 | #14 |
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Caspita.... Qui la faccenda si fa sempre più interessante...
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29-08-2013, 11.56.02 | #15 |
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Concordo con lady Clio... interessante... e, se mi è concesso esprimere uno stato d'animo, anche vagamente inquietante...
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30-08-2013, 03.08.05 | #16 |
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Mie care dame, tra pochissimi giorni, se Dio vorrà, scopriremo tutto ciò e molto altro ancora.
Preparatevi dunque perchè questo Gdr si animerà dell'avventura, quella con la “A” maiuscola e dei sogni, quelli più grandi, che sono l'unica materia di cui è fatta la storia che racconteremo e vivremo
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30-08-2013, 10.55.22 | #17 |
Cittadino di Camelot
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Il poeta scrisse: "Se sognare poco è pericoloso, la sua cura non è sognare meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo"...
sono in trepida attesa, mio signore!
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31-08-2013, 22.14.47 | #18 |
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Dai presupposti tutto sembra alquanto enigmatico...ma voi sir Guisgard ci rivelate poi sempre delle sorprese, e io sono curiosa.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
02-09-2013, 16.05.08 | #19 |
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Allora vuol dire che questi frammenti hanno svolto il loro dovere, milady
Bene, è ormai tutto pronto... se Dio vuole allo scoccare della Mezzanotte, circa, il nuovo Gdr sarà aperto nella nostra Camelot
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02-09-2013, 17.17.25 | #20 |
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Come Cenerentola......apriremo le danze ...ma ci sara' qualcuno a raccogliere la nostra scarpetta ?......lo scopriremo allo scoccare della mezzanotte
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