26-03-2014, 09.59.30 | #11 |
Cittadino di Camelot
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Dite che i miei sogni son belli, Guisgard? Vi ringrazio.
Si, forse... Tutti i sogni sono belli, proprio perchè sogni, null'altro. Vi rivelerò una cosa. La sera del mio ritorno a Camelot avevo vissuto un giorno strano, uno di quei giorni in cui desideri sfuggire ai pensieri che ti logorano e ti fanno male, e più vi sfuggi, più essi preponderatamente ti rincorrono, e li ritrovi in una frase su un libro che hai sfogliato per ingannare il tempo, o in un programma visto alla televisione nel vano tentativo di distrarti, persino nel commento al Vangelo della Domenica dove cercavi un segno. Tu credi di volerli ricacciare indietro tutti i tuoi pensieri, strapparli all'immagine che ti tormenta, e più accadono cose che ti riconducono ad essi. E ti rammentano quell'immagine. Quel giorno vivevo il conflitto interiore tra Amore e Ragione, vivevo il tormento del lasciarmi dominare dall'Una o dall'Altro, la corsa verso la vita, le fatiche, il desiderio di cedere, abbandonarsi poiché tutto andato infranto. E sapevi che se avessi mollato, se ti fossi arresa, avevi una giusta causa per farlo, una giusta ragione che non ti avrebbe fatta condannare. Le ferite, le disillusioni, le paure, tutte giustificate. E tutti avrebbero compreso, alcuno ti avrebbe compianto. Eppure, in ogni pensiero cercato di sfuggire con l'inganno si accendeva una lucina, come una vocina che ti segnala il percorso da seguire. I pensieri non possono essere ingannati. E non ci lasciano. Ogni cosa mi parlava in quel giorno, ogni riferimento sembrava fatto giusto per me, ogni flebile speranza appariva un'ancora di salvezza. E quando giunsi a Camelot mentre il giorno moriva trovai il vostro scritto. Pensai.. che strana combinazione, l'ennesima... Sono coincidenze, mi ripetevo, solo coincidenze. Ma qualcuno sostiene che le coincidenze non esistono, e così, misteriosamente, si levò una voce: Le coincidenze sono come isole, diceva quella persona spuntata dal caso come se mi avesse ascoltata, tu credi di vedere della terra in mezzo al mare e ti pare una cosa casuale, isolata da tutto il resto... diceva invece, togli l'acqua e cosa vedi? Che l'isola è collegata alla terra ferma! E questa voce sosteneva che ogni cosa è collegata, che ci inganniamo guardando a solo quella che è la superficie delle cose. Per un momento pensai che fosse vero, pensai che il filo dei miei pensieri non si potesse mai interrompere, pensai che, in fondo, Amore e Ragione sono così imprescindibili che Amore può dirsi Ragione e viceversa. L'Una si completa nell'Altro. E così siamo noi... Amore e Ragione nel medesimo cuore. Se sapeste... c'è una persona che è mancata all'inizio di Gennaio, ho sofferto molto. La sua scomparsa mi ha provata. E la vita mi insegna quanto sia dura la prova alla quale ci pone giorno dopo giorno. Credo che quella persona abbia pregato Dio fino all'inverosimile perché potesse concederle un giorno in più di vita per stare con i suoi figli. Avevano ancora bisogno di lei i suoi figli, molto. Ma, nonostante i progressi, la malattia, certe malattie, ancora hanno la meglio sulla vita. E i miei pensieri d'un tratto appaiono sciocchi, la mia esistenza futile, i miei sogni ingiusti. In fondo, sono solo un esserino misero, perché meritare i sogni? Perché dovrei avere più diritto io di essere felice? Quanti lo vorrebbero... Però, poi, giungo a Camelot, vi leggo, e tutto si ammansisce, tutto si rasserena, e tutto sembra collegarsi, e la sofferenza diviene più sopportabile... Perdonate, milord. Pernotate la mia impudenza, questi pensieri sono del tutto fuoriluogo. Ed io mi sento solo una sciocca. La vostra storia è dolcissima, e non è la prima, ogni vostra storia ha i contorni di un sogno che si custodisce in fondo al cuore, e spesso i gesti si levano dai pensieri e si finisce col lasciarsi andare alle emozioni, ed allora vuoi davvero che Amore e Ragione non smettano mai di ballare. Vi confesserò un'altra cosa ancora. Il nome Laika non è l'unica coincidenza con me. Dovete sapere che da piccolina tutti mi davano come la fidanzatina di un bambino di nome Luigi (ed il vostro personaggio si chiama Luis). Tutti, poiché egli così andava raccontando tanto mi volesse bene, promettendo di sposarmi, un giorno. Ma tutti lo credevano vero tranne me. Sebbene nutrissi tanta simpatia per quel bambino, e mi faccesse sorridere la sua determinazione, non l'ho mai creduto possibile quanto egli raccontava. Forse la vita mi ha dato ragione, almeno in parte. E sebbene in quella circostanza io e Luigi potessimo essere Ragione e Cuore, bhe, la mia parte di Ragione sente di non essersi ancora completata in Amore. Questo per dirvi che mi avete colpito col vostro racconto. E che, forse, come sostiene qualcuno, le concidenze non esistono. Vi ringrazio, milord. Vi ringrazio non una ma mille volte, anche per la pazienza che vorrete riservarmi nel leggere questi miei inutili pensieri. E, se permettete, se sostenete che i miei sogni sono belli allora vi dico che i vostri lo sono ancora di più, son dolci e delicati , milord. Mio signore... Ultima modifica di Chantal : 26-03-2014 alle ore 12.16.02. |
27-03-2014, 02.51.38 | #12 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lady Chantal, la felicità più grande, quella eterna e che riempie l'intera esistenza, nel linguaggio dell'Amor Cortese è detta Gioia e i trovatori, inserendo questa parola tra i loro versi (perchè, come narrava Guglielmo d'Aquitania, la Gioia è il naturale effetto che si ottiene quando si parla d'Amore), usavano scriverla rigorosamente con la lettera maiuscola, come si fa con le Cose Sacre.
E la Gioia, sempre secondo l'ideale cortese, è un diritto, ossia spetta a tutti. Ma come tutte le cose preziose, essa va cercata, trovata e conquistata. E l'unico modo che io conosco per trovare la Gioia è quello di cercare Amore. Lo straordinario poeta Goffredo Rudel scriveva che Amore si manifesta attraverso delle visioni che gli uomini chiamano sogni. E solo chi ha la forza e il coraggio di realizzarli alla fine trova davvero Amore. Non smettete mai di sognare, lady Chantal. Non fatelo mai, sarebbe un delitto. Quanto alle mie storie, sono lieto che esse vi donino qualche piccolo momento di spensieratezza e incanto. E ogni volta che giungerete fra queste mura le troverete sempre
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27-03-2014, 21.39.17 | #13 | |
Cittadino di Camelot
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Perdonate...
è giusto per gioco... Carnevale ed il Ballo tra Ragione e Amore... diversi anni dopo... Anche quest'anno, come da tradizione, per festeggiare il Carnevale i due maggiori Atenei della città di Capomazda hanno tenuto un gran ballo comune. Si sa, infatti, che tra il I ed il II Ateneo del Capoluogo vi è una rivalità sin da tempi remoti. E' questa l'occasione, pertanto, per gli studenti, docenti e dottorandi di diverse facoltà universitarie di incontrarsi e condividere le passioni per le proprie discipline, nonché opportunità di interagire reciprocamente tra le due Università. A causa dell'inagibilità della grande palestra del II Ateneo, dove è solito celebrarsi il ballo, quest'anno il Primo Cittadino del capoluogo Capomazdese ha disposto una sede speciale per la festa mettendo a disposizione degli studenti la grande sala della Reggia Borbonica di Casa Irta. Alcuni studenti, i più meritevoli del I Ateneo, hanno accolto con fervore l'iniziativa. La notizia li aveva eccitati a tal punto da farne argomento di discussione per diversi giorni, anche perché uno solo tra i favoriti avrebbe presentato al proprio professore, in rappresentanza di tutti gli studenti del corrispettivo Ateneo della città, una relazione del ballo da ascrivere al proprio curricum come Pubblicazione inserita sul più noto Giornale Universiteraio del Paese. Riunitisi, dunque, un gruppetto di loro aveva preso a disquisire sulla festa. "Hai sentito, Guisgard!" Diceva un ragazzo adagiato sul letto con le mani dietro la nuca in una delle stanze degli alloggi rivolgendosi al suo migliore amico. "Il ballo si terrà alla Reggia. Sai, io credo che spetti a te il diritto di quella Pubblicazione, non sia mai che scelgano qualcuno del II Ateneo, quelli hanno tutti la puzza sotto al naso.. credono che a fare i ricercatori si diventi uno scenziato..." "Sono bravi, sai? " Rispose Guisgard. " Tutti studenti in gamba quelli di Scienze Biotecnologiche, Medicina, Farmacia... inseriscono ogni anno una Pubblicazione sul Giornale degli Atenei..." "Ma dai! Tutti figli dei figli dei professori delle loro stesse discipline, tutti raccomandati, cosa vuoi che sappiano di scrittura e Pubblicazioni? E poi.. tu sei il migliore, quella relazione spetta a te di diritto." "Ma sai cosa ti dico," sbuffando Guisgard mentre nervosamente tratteggiava con una matita su un foglio da disegno standosene seduto alla sua scrivania" a me non importa niente di quella Pubblicazione! Forse neanche sarò al ballo!" "Ma come!" Intervenne un altro ragazzo con modi scanzonati e il sorrisetto sulle labbra che se ne stava sull'altra lettiga "Quelle di Scienze Biotecnologiche e di Medicina hanno nomea di essere le più belle ragazze della regione, e quando ricapita un'occasione del genere!" Sollevandosi sui gomiti" E poi... non avevi detto che se il ballo si fosse tenuto alla Reggia vi avresti partecipato?" Guisgard si alzò dallo scrittoio, andò alla finestra osservando silenziosamente la pioggerellina che cadeva... "E smetti di essere sempre così malinconicamente inquieto.. "intervenendo l'amico, alzandosi e dandogli una pacca sulla spalla. "Tipico atteggiamento da genio incompreso, tutti tristemente inquieti i superdotati..." rispose l'altro fissando il soffitto. "Almeno dimostra quanto vali come scrittore! " Tornando a parlare l'amico di Guisgard. "Se non partecipi non potrai tenere quella relazione e addio Pubblicazione!" "Si." intonò l'altro ragazzo portandosi ad affiancare Guisgard "Non diamogliela vinta a quelli del II Ateneo!" "Magari ci vengo "rispose Guisgard" se non per altro per quella dannata relazione!" "E dai!" Esultarono gli amici. La sera del ballo giunse presto, la Reggia era magnifica, le luci riflettevano gli ori ed i pregiati velluti di seta dei tendaggi assumevano toni cangianti ad ogni movimento dello sguardo. L'aria profumava dei fiori disposti dai fioristi su delle colonne posizionate ad intervalli regolari tra le grandi vetrate, i cristalli dei lampadari, al riflesso delle luci, brillavano come iridescenti stelle che cadevano dal soffitto, tutti indossavano costumi in maschera all'altezza, belli e di mirabile fattura e si muovevano con grazia in quell'ambiente a loro nuovo e straordinario. L'orchestra era stata sistemata in fondo alla sala in attesa del via all'apertura delle danze. I cavalieri avevano già scelto la propria dama donando loro un braccialetto con i fiori più delicati e variopinti. Guisgard giunse presto, puntuale e preciso come sempre, non aveva ancora dato il suo braccialetto alla compagna la quale aveva avuto necessità di allontanarsi e tardava a raggiungerlo, così lo custodiva nel taschino. Il cavaliere se ne stava da solo quando vi si accostò un amico... "E la tua dama?" Domandò. Guisgard sollevò le spalle. "La sto aspettando, ha detto di aver bisogno di rinfrescarsi ma è tanto che è via..." Ad un tratto giunse una ragazza avvicinandosi ai due studenti con una domanda: "Chi di voi due è Guisgard?" "Sono io... perché?" Rispose lesto Guisgard. "Io sono Emily, ti informo che la tua ragazza è scivolata slogandosi una caviglia, vuole che la riporti subito a casa.." "E dov'è adesso?" Domandò preoccupato Guisgard. "Nell'antrone, non può muoversi e non può fare le scale. Sbrigati!" Risponse quella. "Aspetta... aspetta..." intervenendo l'amico di Guisgard "lui non va da nessuna parte, deve ottenere quella pubblicazione! Ne va del nome del nostro Ateneo!" "Ma è ferita!" Gli rispose Guisgard. "Sai come sono le ragazze... " sdrammatizzando l'amico "un piccolo graffio e la fanno tanto lunga, una lagna... ci penso io ad accompagnarla!" "Ha ragione!" Intervenne un secondo amico sopraggiunto "Tu non ti muovi di qui! Quella relazione deve essere affidata a te, ne va della reputazione di tutti noi!" "Ma voglio almeno vedere come sta?" "Sta bene... te lo dico io... " rispose l'amico a Guisgard "la conosco bene, e magari è tutta una scena per farsi portare chissà dove..." "Sentite!" Intervenne la ragazza che li aveva informati " Fate come volete ma andate a prenderla. E' anche il mio ballo, lo sapete questo? Non posso spendere tutta la serata mentre vi decidete." Sbottò seccata. In breve i ragazzi concordarono perchè la partner di Guisgard fosse riaccompagnata a casa da entrambi i suoi amici e lui restasse. La serata, per il solitario cavaliere, si faceva monotona, ma il suo orgoglio ed il prestigio che ne avrebbe ricavato con quella Pubblicazione sul Giornale degli Atenei gli alleviava il fastidio di quel ballo andato in rovina. Decise così di prendere una boccata d'aria e s'avviò lungo il viale che costeggia la magnifica cascata nel maestoso Giardino della Reggia. Senza accorgersene, però, si era molto allontanato dalla sala ritrovandosi proprio nei pressi della Statua della Dea in quell'affascinante angolo di Giardino detto "Ai bagni di Venere". "Si dice che Saffo implorasse Afrodite con una preghiera perché fosse ricambiata in Amore..." Sussurrò dolcemente nella penombra una voce... "Chi sei?" Domandò Guisgard. La ragazza si fece avanti piano piano fino ad accostarsi alla statua di Venere per poi carezzarle il volto dolcemente... "Si dice anche che la legge degli amanti "Amor ch'a nullo amato amar perdona" sia stata stabilita da Afrodite per amore di Saffo prima d'essere ripresa da Dante..." Continuò lei sorridendo al cavaliere con tenerezza... " E sei qui per pregare la dea come Saffo?" Domandò un po' provocatorio Guisgard. "Può darsi... " sussurrò lei inclinando appena la testolina e sorridendo con un po' di malizia mentre si accomodava una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Guisgard allora si portò più avanti per guardala meglio in viso. "Ma come! Non mi riconosci?" Esclamò lei divertita! "Eppure.. ho lo stesso costume. Ed anche tu, a quanto vedo.. sempre messer Amore interpreti!" "Laika! " Ad un tratto Guisgard. "Indovinato!" Facedosi più avanti lei con tono giocherelloso. "Bhe, non è che tu sia cambiata molto, ma alla luce della Luna..." "Alla luce della Luna appaio più pallida?" Scherzando lei. "No, intendevo... bhe..." balbettava Guisgard con un po' imbarazzato "con questa luce fioca... le ombre del giardino... per questo non ti avevo riconosciuta..." " O... forse... ti eri semplicemente scordato di me!" Sempre con sorriso e dondolando un pochino sui suoi tacchi alti ed il vestito vaporoso che tentava ora di accomodare nervosamente con le mani portando via tracce di muschio e foglie appiccicatesi alla stoffa mentre attraversava i cespugli. "No, cosa dici." Rispose il cavaliere. "Però, per quanto ti doni, non avresti dovuto indossare un costume da Ragione, ma un peplo se desideri tanto emulare Saffo. " proseguì con tono da guascone Guisgard e facendole l'occhiolino... Ma lei non rispose e prese a sfiorare di nuovo dolcemente la statua che le stava accanto. "Cosa c'é? " Domandò affettuasamente Guisgard. Laika alzò un momento lo sguardo alla Luna e poi riportò i suoi occhi sul volto del cavaliere "Ripensavo a quel primo nostro ballo..." rispose piano e arrossendo un poco, ogni tanto riprendo ancora quella bambola che mi donasti. L'ho conservata, sai?" "Ricordo quei bambolotti.." sorridendo Guisgard " dicesti che ci somigliavano..." "Già, è così..." Sospirando Laika. Poi la ragazza si avvicinò al cavaliere e silenziosamente gli prese le mani tenendole lievemente strette prima nelle sue e poi accompagnandole fino alla statua... "Vieni qui," conducendolo a poggiarle su Venere "si dice che se le sfiori le spalle essa prende vita..." e lasciò dolcemente che le mani del cavaliere scivolassero sulle spalle della statua... " E se prendesse vita? Cosa accadrà poi?" Domandò il cavaliere tra la sorpresa e lo scherzo. " Ci favorirà ..." Rispose piano la ragazza distogliendo i suoi occhi da quelli di Guisgard e chinando il suo sguardo di nuovo sulla statua, quasi tristemente. "E' questo che vuoi? Essere favorita da Venere?" Domandò lui nel guardarla in quella sua espressione di triste dolcezza... "Almeno per questa notte..." rispose con un filo di voce Laika. Guisgard la guardò con tenerezza, lei aveva gli occhi come la notte ed apparivano alla flebile luce del Giardino come due opali neri luccicanti e tremolanti, inebriati del chiarore della Luna che in essi si rifletteva. "Come son belli i tuoi occhi..." ad un tratto Guisgard. Ma lei abbassò dolcemente lo sguardo e si allontanò. Ad un tratto si levò un delicato e flebile venticello che spingendosi fino al Giardino raggiunse i due ragazzi portando loro come accompagnamento le note di un dolce valzer viennese che proveniva dal salone. La festa aveva avuto inizio, la musica soave inondò la magica notte del ballo, il Giardino era un incanto, la statua di Venere sembrava davvero prendere vita e sorridere ai due ragazzi. Guisgard seguì così di qualche passo Laika fino a raggiungerla. "Non ho una dama..." disse con tanta delicatezza "vuoi ballare con me?" Laika rimase sorpresa. Il cavaliere estrasse poi il braccialetto dal taschino, era un nastrino sottile di seta color perla adornato con un ciuffetto di bianco, delicato e profumato mughetto racchiuso da una fogliolina verde glauco col quale avvolse il sottile polso di Laika. "Anche queste due campanelline " sussurrò piano la ragazza mentre con la punta delle dita sfiorava due fiorellini vicini "sembriamo noi... sospesi al filo dei sogni..." Guisgard annuì con complicità. Laika allora sorrise dolcemente e si lasciò cingere la vita mentre portava la sua mano in quella di Guisgard, sospesa all'altezza del cuore... Ballarono tutta la notte, teneramente stretti, volteggiando nella magia del Giardino della Reggia. Guisgard fu il prescelto a scrivere la relazione che comparve come Pubblicazione sul Giornale degli Atenei conferendo prestigio al suo nome ed alla sua Facoltà. Pochi giorni dopo il ballo, gli amici di Guisgard si ritrovarono una copia della rivista tra le mani... "Hai visto! L'abbiamo fatta in barba a quegli scrocconi del II Ateneo" disse uno dei ragazzi che reggeva il giornale" ora il tuo nome compare sul più prestigioso Giornale Universitario del Paese. E bravo il nostro Guisgard!" "E questa?" Esclamò d'un tratto incuriosito e sgranando gli occhi un altro dei ragazzi mentre sbirciava la relazione. "Cos'è questa?" Indicando l'ultima riga. Guisgard, sopraggiunto proprio in quel momento, prese in mano il Giornale, lo richiuse e se ne andò sorridendo... L'ultima riga era una dedica :" Ad Amore e Ragione, perché possano ritrovarsi a ballare ancora insieme fino all'Eternità!" Citazione:
Guisgard... vi credo sulla parola, mio signore. Voglia il Cielo che quella Gioia possa sempre accompagnarsi al vostro nome e tramandarsi in eterno come un sogno che scioglie da ogni incanto... So che se vi domandassi di narrarmi ancora di Essa e delle meraviglie di Amore, da cortese cavaliere quale siete, non me lo neghereste, ma io vi sciolgo da ogni vincolo che possa ancora indurvi a causa mia ad indugiare sulla ripresa del vostro viaggio, possiate raggiungerla presto la Gioia e cingere di onore il vostro cuore. Ma... vi lega a me una promessa... non dimenticatelo mai, non farete ritorno senza aver trovato la Gioia. Da più profondo del cuore... grazie. Ultima modifica di Chantal : 30-03-2014 alle ore 00.47.50. |
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28-03-2014, 03.23.31 | #14 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lady Chantal, che delicato dono avete fatto a quel lontano ricordo che ha ispirato questa storia.
Un grande romanziere una volta disse che i personaggi dei romanzi non appartengono ai loro autori, ma a tutti coloro che li hanno amati leggendo le loro storie. E voi stanotte avete animato Guisgard ed il suo mondo con incantevole e sognante meraviglia. Come lady Elena, quando narrava dei suoi sogni a Lancillotto. E in questa notte, nel limpido e magico scintillio delle stelle che la illuminano, davvero per un momento vi immaginerò con i tratti ed il cuore della dolce Elena, che in ogni suo sogno sapeva vegliare sul Primo Cavaliere.
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17-02-2015, 23.12.57 | #15 |
Cittadino di Camelot
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Ho cercato attentamente questo racconto e lo ho riletto con tenerezza e con piacere..pensando questo ricordo sia vivo in voi Sir Guisgard..spero di rileggere ancora queste storie dettate dal ricordo o dal cuore.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
18-02-2015, 19.22.09 | #16 |
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Vedo che ricordate ancora questa storia ed il ricordo che racconta, milady.
E in effetti questi giorni sono gli stessi che facevano da scenario a quel lontano ricordo. I ricordi, faceva dire ad uno dei suoi cavallereschi eroi il romanziere Rafael Sabatini, sono la vita di un uomo divenuta poesia. Chissà che le romantiche e romanzesche stradine della nostra Camelot non accolgano presto una nuova storia. Chissà...
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18-02-2015, 19.27.08 | #17 | |
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
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