01-06-2016, 15.25.31 | #11 |
Cittadino di Camelot
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Concordo con voi Sir Hastatus, sono davvero interessanti.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
01-06-2016, 16.02.28 | #12 |
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Cavaliere della Carretta...
Vi ringrazio enormemente per avere saputo interpretare, attraverso le mie giallastre parole impresse nella virtuale pergamena, la mia costante esigenza ed il mio spasmodico bisogno di Ricordare... In un certo senso, con un semplice tocco di Artista, avete ridonato Memoria a coloro che non sono più nel quotidiano da troppo tempo... Milady Altea... Grazie anche a Voi per esserci sempre, non solo con il pensiero ma e soprattutto con lo spirito... Taliesin, il Bardo
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01-06-2016, 20.47.08 | #13 |
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Grande idea, sir Hastatus.
Anche io avevo pensato a qualcosa del genere leggendo gli ultimi scritti di messer Taliesin nel Giardino, in particolar modo riguardo le ricorrenze dei Santi quotidiani riportate dal nostro bardo. Magari si potrebbe elencare anche quelle in una sorta di Almanacco giornaliero di Camelot, per scandire ogni giorno e festività del calendario.
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25-08-2016, 12.12.35 | #14 |
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POMPEI 24 Agosto Anno 79: L’APOCALISSE SCESA IN TERRA.
Sin dall'alba del 24 agosto di quell'anno 79, apparve sul Vesuvio una grande nuvola a forma di pino. Alle dieci del mattino i gas che premevano dall'interno fecero esplodere la lava solidificata che ostruiva il cratere del vulcano, riducendola in innumerevoli frammenti, i lapilli, i quali furono scagliati su Pompei, insieme con una pioggia di cenere così fitta da oscurare il sole. Fra terribili scosse telluriche ed esalazioni di gas venefici, la città cessò d'esistere quello stesso giorno, rimanendo per secoli sepolta sotto una coltre d'oltre sei metri di cenere e lapilli. Si è calcolato che sui circa diecimila abitanti che doveva avere in quel periodo Pompei, circa duemila sarebbero state le vittime, alcune avvelenate dai gas durante la fuga, altre stritolate nelle loro stesse case dai tetti crollati sotto il peso dei lapilli. Della città quasi si perse la memoria, al punto che, quando alla fine del XVI secolo l'architetto Domenico Fontana, nel costruire un canale di derivazione del Sarno, scoprì alcune epigrafi e persino edifici con le pareti affrescate, non vi riconobbe i resti dell'antica Pompei. I primi veri scavi nell'area di Pompei ebbero inizio nel 1748 per volontà del re Carlo di Borbone, anche se furono piuttosto irregolari e non seguirono alcun metodo scientifico. Spesso gli edifici man mano portati alla luce venivano spogliati di oggetti ed opere d'arte e quindi nuovamente ricoperti. Nella prima metà dell'Ottocento i lavori procedettero molto più speditamente, e portarono all'esplorazione di molti edifici privati e di quasi tutto il Foro. Dal 1860, con l'avvento del Regno d'Italia, i lavori affidati alla direzione di Giuseppe Fiorelli furono condotti con sistematicità e rigoroso metodo scientifico. Il Fiorelli intuì fra l'altro la possibilità di ottenere calchi dalle vittime dell'eruzione colando del gesso liquido nel vuoto lasciato dai corpi, ormai dissolti, nella cenere solidificata: questi calchi, nell'Antiquarium di Pompei, costituiscono una delle più tragiche testimonianze della catastrofe. Oggi Pompei ci appare in quasi tutta la sua estensione e ci riporta al giorno in cui il destino fermò il corso della sua storia: la vita sembra essersi interrotta un istante fa. Le scritte elettorali sui muri, le suppellettili domestiche, le botteghe, tutto sembra ancora vivo: la tragedia di Pompei non ha distrutto la città, vi ha solo fermato il tempo per restituircela con l'aspetto che essa aveva in quel preciso giorno del 79 d.C.. Taliesin, il Bardo Tratto da:www.inpompei.it
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25-08-2016, 17.36.00 | #15 |
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Sir Taliesin, mio amico bardo, grazie a voi per esserci sempre ed esservi unito a me in un unico canto.
Leggo con interessa di Pompei..la cosa mi fa sospirare. Sapete, durante le mie vacanze estive ho avuto modo di sostare pochi giorni in quel di Napoli e dovetti fare una scelta tra la Reggia di Caserta e Pompei e potete immaginare...scelta difficilissima e scelsi la prima..abbandonando con tristezza Pompei. E ho sospirato leggendo il nome di "Re Carlo di Borbone" in quanto ne rimasi affascinata dal personaggio quando entrai nel Regio Teatro di San Carlo, voluto dal medesimo Re e la cui inaugurazione fu il giorno di San Carlo, il suo onomastico..un Re che ha saputo fare di Napoli una città dotta e imponente, anche se la storia ci insegna che dentro tanto sfarzo fuori poi vi sta molta miseria..ma questa è un' altra storia. Grazie per avermi fatto riaffiorire questi ricordi di poche settimane fa Buon pomeriggio Camelot....
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08-09-2016, 13.01.11 | #16 |
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FIRENZE, 08 SETTEMBRE 1504: IL DIVINO SCESO IN TERRA.
Mia dolcissima Altea, dopo i fasti di Pompei decantati da Plinio il Vecchio racchiusi nello scenario straziante di una vita immortalata dal calco della cenere e dalle nere colate laviche, nella rarefatta aria di questo Giardino dei Silenzi e dei Sospiri, voglio regalarvi un altro pezzetto di Storia, quella che accadde oggi difronte a Palazzo Vecchio... Firenze, 08 Settembre 1504... Nel luglio del 1501 Michelangelo Buonarroti fu incaricato dall’Opera del Duomo di realizzare una statua raffigurante Davide e Golia, con l’obbligo di utilizzare un grande blocco di marmo che giaceva abbandonato presso la Bottega della Cattedrale e che era già stato sbozzato dallo scultore Agostino di Duccio circa 40 anni prima, nel tentativo di scolpire lo stesso soggetto. Questa era una sfida per Michelangelo, che allora aveva 26 anni ed era appena tornato da Roma, dove aveva creato il suo primo capolavoro: la Pietà oggi conservata nella basilica di San Pietro al Vaticano. La commissione, all’inizio religiosa e destinata ad essere collocata su uno degli sproni della cattedrale, venne presa in carico dal Governo della Repubblica di Firenze, dato che la figura di Davide poteva bene simboleggiare la virtù del buon governo e la difesa della patria. Sono questi gli anni in cui i Medici erano stati cacciati da Firenze e in cui Niccolò Machiavelli era segretario della seconda Cancelleria della Repubblica (odierno Ministero degli Esteri). Dopo aver preparato il lavoro con molti disegni e piccoli modelli in cera, nel 1502 Michelangelo iniziò a scolpire il marmo, lavorando da solo, in piedi sopra un’impalcatura che circondava il grande blocco. Nel gennaio del 1504 la statua era finita ed era riuscita così magnifica e straordinaria che fu deciso di riunire una commissione, di cui faceva parte anche Leonardo da Vinci, per decidere dove collocarla. Fu così che i fiorentini decisero di mettere il David di Michelangelo davanti al Palazzo della Signoria, dove venne inaugurato l’8 settembre 1504 e dove rimase fino al luglio del 1873. Taliesin, il Bardo
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08-09-2016, 16.00.30 | #17 |
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Mio caro e sapiente bardo Taliesin,
Voi avete il dono di portarmi con i vostri scritti nei luoghi da me amati..che dopo la mia natia Terra è Firenze. Oggi figura ancora la statua davanti Palazzo Signoria, non originaria, ma il vero capolavoro è presso l' Accademia delle Belle Arti a Firenze...per descrivere le opere di Michelangelo non vi sono parole..ma ho sempre pensato nelle sue mani vi fosse Dio stesso..come una sorta di Creazione delle più belle opere del mondo.
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20-09-2016, 13.43.18 | #18 |
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Mia Cara e Dolcissima Altea,
mia uinica speme in questa valle di lacrime, probabilmente quel Dio che tanto vi somiglia veramente esiste in ogni forma del creato ed anche noi, più o meno incosapevolmente ed immeritatamente siamo una piccola particella. Quello che avete detto, mi ha fatto ricordare una storia ambientata nella scellerata Roma seicentesca, al tempo di Papa VI... Filippo Neri, detto Pippo il Buono, passeggiava un giorno tra i maladoranti vicoli di Trastevere alla ricerca di un suo orfanello scappato dalla sua parrocchia, cercando di rimediare alle malefatte perpetrate ai danni di un povero fornaio. Nei pressi della bottega di Mastro Titta, rinomato scultore romano di Papi e Principi Romani, Filippo si soffermò sull'uscio della porta ed ammirando la magnifica statua di marmo di una fanciulla in vesti bucoliche che si bagnava in una candida fontana, esclamò, in un falso romaneco (lui che era fiorentino) con il sorriso sornione che lo contraddistingueva: "Mastro Ti...ma voi che sapete tanto usà lo scalpello come fosse pennello di Pittore non vedete che a questa vostra Pulzella manca qualcosa?" "E che mancherebbe Don Fili...? visto che il Principe Ruspoli m'ha detto che nessun'altro dei suoi artigiani avrebbe poito fa' de mejo?" "Manca l'Anima amico mio...l'anima di Dio. Soffiateci dentro e vedrete la differenza di cui io vi parlo.." Grazie a voi dunque Lady Altea, per avere soffiato dentro al vostro Davide Taliesin, il Bardo
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20-09-2016, 17.38.09 | #19 |
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Mio caro amico Taliesin..è un onore per me essere paragonata ad un episodio di Filippo Neri.
Grazie a voi..perché il vostro passaggio a Camelot è sempre aria fresca e rigeneratrice.
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