12-02-2013, 02.12.22 | #11 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Parsifal raggiunse così il piazzale, dove la gente era ancora radunata intorno a quell'incredibile veliero volante.
Ad un tratto uno dei paggi si avvicinò al giovane cavaliere e lasciò nella sua mano un misterioso bigliettino sigillato con la ceralacca. E su di esso vi era il disegno di una lancia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
12-02-2013, 12.35.30 | #12 |
Disattivato
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Avanzai di alcuni passi verso quelle navi così strane e affascinanti.
Camminavo con cautela, gli occhi sgranati, non curandomi delle grida di giubilo che provenivano dalla folla attorno a me. Tenevo il bigliettino in mano, come fosse immensamente prezioso e avessi paura di romperlo. D'un tratto, però, qualcuno mi fece sussultare. Mi voltai di scatto verso l'uomo che aveva parlato. Arrossii timidamente, cercando tuttavia di parlare con più naturalezza possibile. "..Perdonatemi, messere.." dissi, accennando ad un inchino formale "...non ho potuto fare a meno di osservare la bellezza di queste navi..." con un sorriso. Ma sapevo bene che non era per quello che mi ero spinta fin lì, sapevo bene che era stata la mia curiosità, il mio desiderio di saperne di più su quel bigliettino a condurmi lì dove non avrei potuto stare. Già, pensai con un sospiro, la mi curiosità. "La vostra curiosità è troppo impertinente, signorina Clio.. non è bene per una donna nella vostra posizione..". Il vecchio maestro passeggiava avanti e indietro nel grande giardino, dove rose e gigli crescevano rigogliosi per la gioia della padrona di casa. Lo guardai, con gli occhi sgranati. Temevo quel discorso, sapevo che prima o poi sarebbe giunto il momento, ma speravo che almeno il maestro sarebbe stato dalla mia parte. "..Ma maestro, siete stato voi a insegnarmi a leggere, scrivere, a comprendere le lingue degli antichi.. perchè mi dite questo ora?" scossi la testa, con le lacrime agli occhi "..non capisco..". L'uomo in piedi accanto al roseto evitò il mio sguardo "..avete ragione, Milady.." cominciò "...vi ho insegnato tutto questo perchè me l'ha chiesto vostro padre, e perchè siete stata davvero un ottima allieva.." sorrise. "Tuttavia, è giunto il tempo di mettere da parte i libri e prendere il posto che vi spetta nel mondo.." scosse la testa ".. non avrei dovuto insegnare così tante cose ad una donna.. l'età mi ha reso incosciente..". Strinsi i pugni per evitare di piangere. Sapevo cosa intendeva dire il maestro con "il tuo posto nel mondo": mia madre non faceva che ripetermi di andare a questo o quel ballo, e che nessun ragazzo di buona famiglia si sarebbe preso una moglie che non sapeva stare al suo posto. Mi alzai e presi il maestro per un braccio "... ma ci sono ancora troppe cose che non so..". Lo sguardo del maestro si fece di ghiaccio "...state attenta, ve lo ripeto, questa voglia di sapere non vi porterà a nulla di buono...". Fece qualche passo verso il cancello, cominciai a comprendere che non l'avrei più rivisto. Ma c'era una cosa, una cosa che mi tormentava più di qualunque altra: una storia. "... E Leonard?" dissi, come tra me e me. Ma il maestro si fermò, si voltò e i suoi occhi neri come la notte mi trapassarono: "Devi dimenticare quella storia.." urlò, dimenticando persino le buone maniere ".. sia maledetto il giorno in cui hai curiosato nella mia biblioteca senza il mio permesso..". "..Ma, il manoscritto si interrompe... devo sapere che cosa gli accade.. io.. devo sapere.." abbassai lo sguardo e sussurrai "...e se fosse tutto vero?". "..Non è altro che un mito, una leggenda.. non vi è nulla di vero in quelle parole.." si avviò nuovamente verso il cancello, mi guardò un ultima volta "...ascolta questo vecchio, ragazza... lascia stare quella storia.. passerò nei prossimi giorni a prendere il manoscritto..". Sorrisi, nuovamente, anche se con una vena di tristezza. Il maestro non era mai tornato a prendere il manoscritto che studiavo quasi fosse una reliquia, sperando di trovarci chissà quale risposta. Ma, infondo, di lui non avevo più saputo nulla da quel giorno non molto lontano. Osservai l'espressione cordiale dell'uomo davanti a me, e mi resi conto di essere rimasta con lo sguardo perso nel vuoto per lunghi istanti. Così, arrossendo sempre più, mi feci coraggio e provai a spiegarmi. "..Ehm, perdonatemi.. la verità è che, questo biglietto..." dissi mostrandolo al paggio, ma tenendolo sempre ben saldo tra le mani ".. io... io conosco questa immagine..". Che assurdità, Clio! Tutti conoscono l'immagine di San Giorgio... Mi rendevo conto che i lunghi giorni nell'isolamento della biblioteca mi avevano resa poco incline al dialogo. "... voglio dire.. che è importante per me.." lo guardai sperando comprendesse le mie parole. Certo, non potevano sapere del mio manoscritto, di Leonard e del suo sogno premonitore. Sospirai, cercando le parole giuste. "...voi, messere.. voi sapreste dirmi perchè è stata scelta questa immagine? Perchè proprio questa tra mille altre possibilità? Cosa.. cosa significa tutto questo?" i miei occhi brillavano di una luce che ben conoscevo, una luce che invano i miei genitori avevano tentato di spegnere. |
12-02-2013, 16.12.20 | #13 |
Cittadino di Camelot
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Silenzio.
La carrozza procedeva rapidamente per l’ampia strada che, tagliando boschi ed aggirando valli, scendeva verso sud. Il convoglio era partito presto ed il capitano premeva perché non diminuissimo l’andatura, onde evitare di essere sorpresi dal tramonto ancora sulla via. Non erano tempi, quelli, nei quali sarebbe stato salutare sostare o perdere molto tempo per strada... soprattutto non sarebbe stato salutare per me. Silenzio. Amavo il silenzio. Ed era precisamente per questo motivo che in quella carrozza avevo voluto viaggiare da sola. Avevo accettato di accogliervi, giacché il viaggio non sarebbe stato breve, soltanto quell’anziana e devota servitrice che aveva vissuto presso la mia famiglia da ben prima della mia nascita; lei sola sarebbe bastata per le mie necessità, ma ero certa che non avrei potuto sopportare le chiacchiere di nessun altro in quello spazio angusto e per tutto quel tempo. Sollevai lo sguardo e fissai la donna: stava guardando fuori dal finestrino. Amavo quella discrezione almeno quanto detestavo le chiacchiere inutili e gli sguardi insistenti di talune persone. Silenzio. C’era vento quel giorno, e fu proprio quel vento a spazzare via, ad un tratto, le nubi che coprivano il cielo e a permettere a quel debole sole invernale di bagnare la campagna. All’improvviso, un raggio scese verso di noi, colpì l’armatura metallica di uno dei due soldati che procedevano a cavallo di fianco alla mia carrozza e, riflettendosi su di essa, giunse a penetrare fin dentro al landò. Osservai, quasi stupita, quel raggio di sole indugiare sul mio abito di broccato verde ed oro per qualche momento, poi la strada ci fece curvare leggermente ed il raggio scomparve. Silenzio. I miei occhi erano immobili di fronte a me, lo sguardo lontano, l’aria impenetrabile... niente di me, se non la presenza stessa del mio corpo, testimoniava che ero lì. Ad un tratto, tuttavia, come destata da una sensazione, distolsi quello sguardo da qualsiasi cosa lo avesse occupato fino a quel momento e lo portai fuori dal finestrino... ed allora la vidi, la nostra meta... una città arroccata su di una piccola altura, gli edifici regolari che sembravano nascere dalla pietra stessa, e tutt’intorno alture e valli, come una corona, come a proteggerla... “Mandate a dire al capitano che spedisca due soldati avanti, ad annunciare il nostro arrivo...” dissi “Non voglio dover aspettare neanche per un istante!” La donna seduta di fronte a me annuì appena, poi si accostò ad uno dei finestrini per chiamare il soldato. Io non le badai, tuttavia, ritrovando immediatamente quel mio impassibile distacco.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
12-02-2013, 16.16.51 | #14 |
Cittadino di Camelot
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Lentamente il biglietto si aprì come se quella collana, a me cosi cara, avesse voluto dar risposta ai miei quesiti..rimasi sbigottita nel vederne il contenuto.
Chi scriveva sembrava conoscermi, sapeva il mio nome...e ciò che era successo. Guardai il laghetto e il lieve fluttuare delle acque al leggero fruscio della brezza...il Tempo. Era vero...il Tempo era ciò che poteva aiutarmi, non avrebbe mai potuto farmi dimenticare ciò che era accaduto ma avrebbe lenito lentamente i miei dolori e fatto accettare tutto questo, anche se accettarlo era troppo forte per me, non potevo perdonare ancora. Continuai a leggere il biglietto e rimasi ancora più stupita...chi mai poteva essere l'Arconte Meccanico di Sant'Agata di Gothia e cosa poteva avere a che fare con la mia vita, era quasi una premonizione. Scossi il capo pensando tra me e me..."E se fossero impostori? Magari conoscono la mia vita, ciò che è successo alla nostra famiglia e vogliono entrarne a far parte per qualche motivo?Certo sono arrivati dal Cielo ma non da Dio, colui che solo conosce tutto di noi". Mi alzai e sapevo dove dovevo andare..alla fonte...rimisi con cura il biglietto e la collana nel sacco di velluto rosso in tasca e imboccai il piccolo sentiero camminando nella brughiera fino a raggiungere la villa del barone dove si trovavano i nuovi arrivati presentandomi alla porta...."I miei saluti, sono la figlia del conte Trevor, Altea, trovo per caso la figlia del barone?". La porta mi fu subito aperta, ero grande amica della figlia del barone e subito fui accompagnata nella sua stanza e abbracciatola mi sedetti alla poltrona. Ella stava ricamando uno dei suoi tanti preziosi arazzi, questo rappresentava due innamorati a cavallo...mi rabbuiai. "Tu credi ancora nell' Amore?" chiesi alla baronessina "ovunque nella tua stanza ci sono libri di antichi miti d'Amore e ricami sempre scene di innamorati...si vede che aspetti l'anima gemella..lo sai che dopo Eleonor..". Un freddo e quasi interminabile silenzio..."Certo" continuai avvicinandomi a lei e l'arazzo toccandolo con cura "non è che sono sfortunata da meno, le figlie del conte Trevor non hanno molta fortuna in Amore...che sia per quella leggenda che si narra della nostra antenata?E che Eleonor imitò gettandosi come lei nel pozzo per Amore...già pure Lui se ne è andato senza un saluto, una spiegazione, ormai mi avrà pure dimenticato ma io certo non lascerò che un uomo si prenda oltre che il mio cuore anche la mia vita." Sentii la mano della cara amica prendere la mia mano...io la fissai in volto "Ma non sono venuta per questo..per tediarti con queste storie che già conosci. Chi sono i nuovi venuti che ospitate qui in dimora? Mi hanno lasciato un messaggio...sembra mi conoscano e ne sono spaventata..potrei parlare con qualcuno di loro?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
12-02-2013, 16.27.35 | #15 |
Cittadino di Camelot
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Lo spettacolo era incredibile.......rimasi a bocca aperta dinanzi a tale magnificenza ingegneristica.
La scrutai dall'alto in basso ma non riusci ad esprimer parere. Poco dopo un paggio venne verso di me e mi consegnò una lettera sigillata, la girai e vidi il simbolo di una lancia........era simile al mio ciondolo: il Longinius. "Cosa significa? Chi mi manda tale messaggio" pensai tra me alzai lo sguardo e "Perdonate messere......ma......", il paggio era sparito. Cercando tra le varie aeronavi, facendo fede alla mia memoria nel riconoscere il paggio, vidi una leggiadra fanciulla che andava facendo lo stesso......portava le arme di cavaliere ed i suoi capelli erano di color argenteo......probabilmente, avrebbe potuto aiutarmi.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
12-02-2013, 18.37.14 | #16 |
Cittadino di Camelot
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Ero ferma ad osservare come una bimba a cui qualcuno sta facendo vedere un mondo di favole.....c'era un leggero vento....quando uomini di alto lignaggio scesero da quella strana nave volante.....mi strinsi il mantello alle spale, conoscevo alcune delle persone nella piazza.......ma non amavo essere riconosciuta, molti mi chiamavano l'araba solitaria......ridevo...quando la mia fedele governante veniva a riferirmelo mentre mi spazzolava i lunghi capelli...lascia perdere le dicevo......sono un'araba solitaria.....un paggio mi fece sussultare mentre mi porgeva un bglietto.....quando lo aprii vi trovai disegnata la mezzaluna.......ebbi un tuffo al cuore, il simbolo della mia terra, come potevano sapere......lo strinsi tra le mani, volevo gettarlo a terra e invece lo tenni, mi guardai intorno e pensai che forse era tempo di tornare tra le mura di casa...dove avrei trovato protezione....
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13-02-2013, 01.56.48 | #17 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il paggio sorrise a quelle parole di Clio.
Poi, con un gesto delicato, prese il bigliettino dalle mani della ragazza. “Damigella, io non posso conoscere il significato di questa immagine.” Disse il paggio. “Il bigliettino è indirizzato a voi e non è consentito a nessun altro di leggerlo.” Allora ruppe il sigillo di ceralacca e ridiede il bigliettino alla ragazza, per poi salutarla e andare via. Il bigliettino così recitava: “Clio, un libro è fatto di mille pagine, milioni di parole e infiniti significati. Come i sogni. Io non posso svelarti ciò desideri sapere, ma posso offrirti la possibilità di cercarlo. Lo farò concedendoti qualcosa di straordinario... il Tempo. Conserva gelosamente questo bigliettino, poiché esso vale come invito per giungere dall'Arconte Meccanico, signore di Sant'Agata di Gothia. Ed egli ti donerà ciò che ti è stato promesso...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 13-02-2013 alle ore 02.38.09. |
13-02-2013, 02.31.06 | #18 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Vivian, la figlia del barone, guardò Altea e poi sorrise dolcemente.
“Non voglio vederti triste, lo sai.” Disse alzandosi e avvicinandosi alla finestra. “So che quanto accaduto ti ha scosso. Si, è terribile. Ma alla morte non si risponde con la morte. Sei giovane e bella.” Si voltò e la fissò di nuovo. “E la vita è una continua meraviglia. Si, sogno l'anima gemella. Cosa c'è di male. Ginevra, Isotta, Enide. Loro hanno trovato ciò che cercavano.” Si avvicinò ad Altea e prese le mani di lei nelle sue. “E anche per noi sarà così. Messer Amore sorride a tutte!” Esclamò speranzosa. “In verità non so chi siano i nuovi arrivati.” Alzando lo sguardo verso la porta della stanza. “So solo che mio padre li tratta con rispetto. Credo siano nobili.” Sorrise maliziosa. “Ho fatto però alcune ricerche su quella città, sai? Sant'Agata di Gothia. Si trova a Sud. In passato era sotto la giurisdizione della Chiesa, ma poi fu concessa come Feudo agli Arciduchi di Capomazda, in modo da legare con un patto di vassallaggio quei nobili al Pontefice.” Si avvicinò allora alla sua libreria e dopo aver cercato prese un piccolo volumetto. Lo aprì e tra le sue pagine estrasse un volantino. “Guarda.” Mostrandolo ad Altea. “A Sant'Agata di Gothia si tiene ogni hanno una grande festa per celebrare il raccolto delle mele. Ci saranno fiere e spettacoli. Molte persone correranno a vedere quella festa. E alcuni attori itineranti mi hanno detto che forse giungerà anche il misterioso Chevalier de Lys...” sospirò “... nessuno sa chi sia veramente... e neanche che volto abbia... ma tutti lo definiscono il miglior attore in circolazione! Pare sia stato un cavaliere costretto poi da un voto fatto in Terrasanta a lasciare la cavalleria. Ora per vivere è diventato un attore itinerante. Ma il suo passato di cavaliere gli permette di interpretare magistralmente ogni ruolo romantico e d'azione.” Sospirò ancora. “Si dice che nei suoi spettacoli salvi dame in pericolo... ma solo se sono bellissime...” e si lasciò cadere, sognante, sul suo lettino.
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13-02-2013, 02.40.42 | #19 |
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La ragazza armata, avvicinata da Parsifal, prestò subito attenzione al biglietto che il cavaliere aveva con sé.
“Messere...” disse “... vi aggirate stupito e titubante con quel bigliettino... ma in esso vi è tutto ciò che vi occorre...” prese allora delicatamente il bigliettino e ruppe il sigillo di ceralacca. Lo aprì e lo ridiede a Parsifal, per poi allontanarsi. Nel bigliettino c'era scritto: “Parsifal, ciò che cerchi non può essere riconosciuto da occhi umani, poiché misera è la natura dell'uomo. La tua ricerca cesserà quando sarai lontano da ogni colpa. Ma basta una vita, con i suoi brevi e dolorosi anni, a purificarsi dal peccato? Per questo io voglio donarti l'unica cosa che ti occorre per continuare... il Tempo. Conserva gelosamente questo bigliettino, poiché esso vale come invito per giungere dall'Arconte Meccanico, signore di Sant'Agata di Gothia. Ed egli ti donerà ciò che ti è stato promesso...”
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13-02-2013, 02.56.57 | #20 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth era ferma, nel piazzale, con quel bigliettino fra le mani.
La gente continuava, incredula e meravigliata, a girare intorno a quell'incredibile veliero sceso dal cielo, mentre i paggi proseguivano a distribuire olio, pane, carne e vino alla popolazione accorsa. Ad un tratto, nella confusione generale, qualcuno urtò Elisabeth, facendo cadere a terra il biglietto. Nel cadere, il sigillo di ceralacca si ruppe e il foglietto si aprì, mostrando alla donna il suo contenuto: “Elisabeth, la solitudine è come un veleno che si prende in piccole dosi. Alla fine non ci si accorge di esserne diventati immuni. Ma tu non sei ancora sola. Ciò che hai perduto io non posso rendertelo. Ma posso offrirti la possibilità di riavere quel che ti è stato sottratto... il Tempo. Si, perché nel Tempo perduto sono imprigionati i giorni che la solitudine ci ha impedito di vivere. Conserva gelosamente questo bigliettino, poiché esso vale come invito per giungere dall'Arconte Meccanico, signore di Sant'Agata di Gothia. Ed egli ti donerà ciò che ti è stato promesso...”
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