07-09-2010, 02.06.52 | #11 |
Cittadino di Camelot
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Oh, lady Sibilla...
Sì, avete ragione, è una canzone bellissima... Per quanti mesi, e notti, e giorni, non saprei dire, non lo so ma questo è certo: ci fu l'inverno, poi primavera... la vita torna nel castello ma non per me... Quanto è bella!! Che grande Giannina!!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
29-03-2012, 16.19.11 | #12 |
Cittadino di Camelot
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La Leggenda di Pia De' Tolomei
...Percorrendo l'angusta stradina sulla sinistra molto cara a Lady Talia, che in contemplazione, ritrovava il suo spirito ed il suo corpo nella campagna che riveste San galgano, tra i cipressi maestosi e le colline selvagge della Maremma, esiste poco distante dal luogo decantato, un'altra storia d'amore, in un altro spazio e in un altro passaggio temporale....Spero di fare cosa gradita ai moderni viaggiatori che vorranno ritrovare tra le mura del Castello di Pietra, il Suo volto...
Taliesin, il bardo Deh, quando tu sarai tornato al mondo, e riposato de la lunga via", seguitò 'l terzo spirito al secondo, "Ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi fé, disfecemi Maremma: salsi colui che 'nnanellata pria disposando m'avea con la sua gemma". (Purgatorio V, 130-136) E’ una storia d’amore tragica quella di Pia de’Tolomei, sospesa tra fantasia e realtà, della quale oltre alla celebre citazione nel canto del purgatorio della Divina Commedia Dantesca, si trovano molteplici tracce nella secolare tradizione popolare di quelle terre incastonate tra Siena e Maremma che ne vissero le ipotetiche gesta per terminare ai giorni nostri con una appassionata canzone recentemente dedicatale da una sua moderna e roccheggiante concittadina, Gianna Nannini. Nobildonna Senese, Pia intreccia ben presto il suo destino con quello del bello quanto rude, ma a tratti gentile, signore del Castello di Pietra roccaforte Senese nel cuore della Maremma, Nello di Inghiramo Pannocchieschi, capace condottiero e abile politico spesso impegnato in quelle campagne militari che contraddistinguono l’irrequieto periodo storico che vede contrapposte la Signoria Senese con quella Fiorentina e assiste alle sanguinose lotte tra Guelfi e Ghibellini delle quali anche un giovane Dante fu protagonista. Il contesto storico all’interno del quale la leggenda nasce e si esaurisce merita un breve approfondimento che risulterà sicuramente superficiale data la complessità politica che contraddistingue questo periodo medievale ma che può contribuire a far comprendere meglio il periodo storico ma anche le zone geografiche direttamente interessate. La nascita delle fazioni di Guelfi e Ghibellini si ha in Germania nella prima metà del XII secolo quando alla morte di Enrico V e in assenza di eredi diretti si contrapposero la Casa di Baviera e quella dei Duchi di Svevia aventi indirizzi politici assolutamente opposti, la casa di Baviera si schiera a favore dell’ingerenza Papale nella speranza di un sostegno diretto alla propria politica mentre quella di Svevia non accetta tali interferenze nella politica dell’impero. Il ramo cadetto dei Duchi di Baviera denominato Welfen si scontra quindi con quello dei Waiblingen (nome derivato dal Castello omonimo origine del casato Svevo), ma a prescindere dalla connotazioni politiche le lotte risultarono quasi esclusivamente causate dalla incerta successione dinastica che da una effettiva volontà di legittimare l’interferenza Papale, quello che però a noi interessa è la nascita dei termini noti come Guelfi e Ghibellini che dalle due fazioni sopraelencate trova precisa origine grazie alla trasposizione linguistica dei termini. Il conflitto tra Chiesa ed impero coinvolge Feudatari e Comuni tesi ad ottenere favori dall’una o dall’altra fazione in caso di supremazia, Firenze in questa situazione si dichiarò Guelfa perché già sostenitrice di Matilde di Canossa e del Papa della scomunica sia per il contrasto con Pisa dichiaratamente Ghibellina, ma la valenza politica degli scontri servì ben presto a giustificare lotte intestine di potere anche all’interno della stessa città tra famiglie e fazioni assetate di potere e di sangue, Siena invece sposa la causa Ghibellina accogliendo tra le sue mura gli esuli Fiorentini di tale fazione e godendo del sostegno dell’impero. Lo scontro tra le due città si risolse infine a favore della Guelfa Firenze dopo che primato militare Senese trovò la sua massima espressione con la vittoria la battaglia di Monteaperti del 1260, ad iniziare dalla quale prese in via anche il suo declino causato anche dalle conseguenze economiche derivate dalla immediata scomunica Papale inferta ai Senesi, declino che terminerà con la sconfitta di Colle 1269 che sancì la definitiva supremazia Fiorentina sulla Toscana Le lotte inziate nel 1100 si trascineranno con alterne motivazioni fino ad oltre il 1350 coinvolgendo le città Toscane in battaglie famose quanto sanguinarie come quella di, appunto, Monteaperti, Campaldino in Casentino o Montecatini. Ma torniamo alla Pia e alla sua leggenda, se sulle sue ipotetiche origini e la sua giovanile esistenza le varie versioni trovano un comune accordo è sulla sua fine che le versioni invece ampiamente discordano e la fantasia si sovrappone alla leggenda in un inestricabile intreccio, sarà comunque il Castello di Pietra a vedere la sua prematura fine. Non è chiaro infatti se la Nobildonna perita per volere del marito Nello si sia resa colpevole di adulterio tradendolo con un suo amico durante una delle tante campagne guerriere, e se effettivamente il tradimento si sia consumato oppure la cieca gelosia del Pannocchieschi sia rimasta sorda alla voce della verità influenzata dalla volontà di vendetta dell’amante sdegnosamente respinto, o la sua scomparsa si sia stata richiesta dalla fredda e cinica logica delle alleanze che voleva sposo il Nello ad una esponente di una potente famiglia: Margherita Aldobrandeschi. La stessa modalità della sua morte risulta controversa, gettata dalla rupe del castello detta “della Contessa” dallo stesso Nello anelante la mano di Margherita, oppure morta di stenti e di malaria rinchiusa nel castello eretto in una terra aspra ed ostile dove la bonifica da paludi e malaria non sarebbe arrivata che tra molti secoli. Oltre ai luoghi già citati nel complicato intreccio, probabilmente più per errata attribuzione che per effettiva storicità, si inserisce anche un ponte romanico ricostruito in epoca medievale noto appunto con il nome di “Ponte della Pia” e dal quale si narra abbia avuto inizio, con il suo attraversamento, il viaggio di Pia verso la sua ultima e malsana dimora. Quello che però a questo punto più interessa in questo contesto descrittivo è il suo inserimento in un percorso turistico assolutamente entusiasmante dal punto di vista storico e paesaggistico ma anche da quello meno nobile della guida motociclistica sulle orme della nobile e sfortunata Madonna Senese che prende il suo avvio proprio dalla città dal Palio per raggiungere rapidamente nei pressi di Rosia sulla SS73 i resti del Ponte della Pia per poi incunearsi sinuosa in terra di Maremma fino a Roccastrada da dove si raggiunge la zona di Gavorrano e i ruderi del Castel di Pietra, Maniero di antica datazione prima possesso dei Pannocchieschi e successivamente degli Aldobrandeschi e che ha progressivamente perso importanza ed infine esser abbandonato venuta meno la sua funzione militare. Abbandonato da tutti meno che dalla eterna leggenda di una triste fanciulla che inseguendo i romantici sogni d’amore giovanile si vide imprigionata dal destino ad una serie di drammatici eventi che ne vedranno la triste e prematura fine ma non la consegna della sua memoria all’oblio e alla dimenticanza. p.s. di Gabriele "Frevax". Grazie a Gabrilele, Ladro di Ombre, amico di perduta memoria campestre. |
29-03-2012, 16.27.51 | #13 |
Cittadino di Camelot
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Molto misteriosa...mi ricorda un pò con la morte dalla rupe la Leggenda della Dama Bianca del Castello di Duino a Trieste. Anche qui ornato da mistero e una leggenda.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
29-03-2012, 16.36.59 | #14 |
Cittadino di Camelot
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Non conoscevo questa storia e ne' i luoghi che sapientemente avete descritto.......Grazie Taliesin
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29-03-2012, 17.32.46 | #15 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Mi avete fatto gradito dono, mio buon bardo, ricordando questa storia.
Come un antico cantore vi ho trovato al mio ritorno a Camelot e avete saputo rasserenare il mio animo con questa bellissima leggenda. Nel leggervi ho riassaporato un sapore passato, ma che resta forse il solo nutrimento per il mio spirito. Le vostre parole mi hanno condotto lontano, dove arrivano spesso solo i sospiri e gli sguardi languidi di madonna Malinconia. E per questo, amico mio, vi sarò sempre debitore
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
30-03-2012, 09.36.34 | #16 |
Cittadino di Camelot
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Cavaliere dell'Intelletto,
come sempre la vostra eterna compagna di viaggio, Madonna Malinconia, è tornata a farci visita con questa bellissima storia incastonata alle pendici del mio vulcano spento, grazie a voi per esservi emozionato... Milady Altea, come avete prontamente intuito è un omaggio all'universo femminile, con sensibilità e stati d'animo elevati che regalano all'eterno viaggiatore un'esperienza unica ed irripetibile... Milady Elisabetta, il vostro ritorno tra i sentieri sassosi del Castello di Pietra, ha impresso come un antico sigillo, l'impronta della nascente Primavera in un tripudio di anime in festa e giostre in disuso... Taliesin, il bardo |
30-03-2012, 10.36.17 | #17 |
Cittadino di Camelot
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Molto interessante questo vostro racconto...anche io vi ringrazio
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] |
30-03-2012, 11.23.07 | #18 |
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Milady che camminate sulla via dei Pellegrini,
vi ringrazio per avere varcato questo antico sentiero, la vostra presenza ha regalato un nuovo sorriso a questo racconto immortale e, Altrove, in un altro spazio e in un altro tempo, anche la Pia vi ringrazia... Taliesin, il bardo |
17-09-2014, 16.00.38 | #19 |
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Buongiorno Giovani Viandanti,
mai avrei voluto ritornare sull'illogico parallelismo che unisce questa lungo sottile filo rosso che discende dalle lande della storia ufficiale tramutandosi in leggenda fino ad arrivare alle porte di quest'epoca nefanda e scellerata, dove moderni benpensanti e psicologi da strapazzo hanno voluto vedere un richiamo di un testo di una semplice canzone come induzione alla violenza ed il conseguente invito al suicio/omicidio di un recente fatto di cronaca nera. Gianna, che io ho conosciuto ed apprezzato negli anni verdi della mia vita sui banchi di conservatorio, è un'Anima Pura, molto lontana dalle mie sonorità e dalla mia musica, ma con le medesime corde del cuore accordate all'unisono che sanno trasmettere Emozione. Grazie Gianna, ovunque tu sia e "non ti curar di lor ma guarda e passa". Taliesin, il Bardo "Lascia che sia la sera a spargersi nei viali Mentre mi volto indietro e svuoto la valigia Rimangono i capelli, le punte fragili E gli occhi rossi rossi contro vento Angelo mio saltiamo in fondo al buio andiamo cadendo giù per sempre liberi Angelo mio saltiamo Spaccami il cuore piano Portami ovunque senza andare via Basterà Abbracciami niente ci può sciogliere Ancora i tuoi sospiri le notti a ridere Lascia che sia la sera a farci illudere Prima che passi questa notte invano Angelo mio saltiamo In fondo al buio andiamo Cadendo giù per sempre liberi Amore mio ti amo Spaccami il cuore piano Solo uno sguardo prima di andar via Basterà Abbracciami Ci troverà la sera Ci troverà la sera Ci troverà insieme" tratto da: "GiannaBest" - 2007 - "Suicidio d'amore"
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber) |