23-03-2011, 03.02.11 | #11 |
Cittadino di Camelot
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Morrigan sorrise alle parole dell'oste... un'esperta d'armi... era davvero così evidente? Lanciò una rapida occhiata ai suoi abiti... in effetti il buon uomo non aveva tutti i torti! Il suo non era proprio quello che si sarebbe definito l'abbiagliamento di una nobile dama... eppure lo era, per nascita e per diritto! E sua madre aveva sempre amato indossare gli abiti più belli, e acconciava i capelli con fiori e nastri. Sua madre... Morrigan non aveva mai voluto somigliarle in questo! Non aveva mai voluto vestirsi da dama, e la cieca bontà di suo zio le aveva sempre concesso di fare tutto ciò che desiderava. Quel pensiero la distrasse, e quasi inavvertitamente la mano scese a carezzare l'elsa della sua spada, che per un istante parve rispondere al suo tocco con un bagliore che si perse nella fulgida luce del mattino che penetrava dalle finestre.
Morrigan sollevò gli occhi color dell'ambra e tornò a fissare l'uomo davanti a sè: "No, signore... non sono i soldi ad interessarmi, e grazie a Dio non mi è mai mancato nulla. La vita invece sì, quella mi è molto cara, ed è anche troppo corta perchè io possa perdere tempo... ho un affare molto importante da sbrigare in questo viaggio, quindi grazie del consiglio, ma adesso è per me tempo di andare" Ma proprio in quel momento alcuni uomini entrarono nel locale. Un chierico, scortato da alcuni ufficiali si fece avanti ed interrogò l'oste. "Pace e bene, a tutti!" esclamò "Sapreste dirmi, per favore, come si arriva al castello di lord Astalate? Siamo attesi da sua eccellenza ma non conosciamo bene dove si trovi la sua dimora." "Monsignore, essa è dall'altra parte di Camelot." Rispose l'oste. "Seguite la via principale fino alla rocca detta Degli Alabardieri... lì troverete una stradina secondaria... percorretela tutta e giungerete al castello di lord Astalate." Morrigan seguì in silenzio quello scambio di battute, quindi si avvicinò e si inchinò con rispetto di fronte al religioso. "Perdonate l'ardire, padre" gli disse quindi "Ma vorrei chiedervi umilmente una benedizione per una viaggiatrice che sta per riprendere il suo cammino"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
23-03-2011, 03.49.16 | #12 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, Cavaliere25 giunse davanti alla grande Porta dei Leoni, l'ingresso principale del palazzo dei Taddei.
Una lastra marmorea di notevoli dimensioni vedeva impressa su di essa una scritta che racchiudeva al meglio l'animo dei cavalieri di Capomazda: "Capomazda, santuario del Divino Michele, nobile e bellicosa dimora di uomini e cavalli che gioiscono al ferro" E appena l'aspirante cavaliere fu presso la grande porta, una delle guardie lo fermò. "Chi sei tu? Cosa cerchi qui?" Nel frattempo, all'osteria, Morrigan era con il chierico ed il suo seguito. L'uomo di Chiesa osservò la giovane e con sorriso la benedisse: "Possa San Raffaele Arcangelo, protettore dei viaggiatori, custodirvi e sostervi nel vostro cammino! Nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo! Amen!" Poi aggiunse: "Se il vostro viaggio vi conduce nella nostra stessa direzione, potreste accompagnarci verso il palazzo di lord Astalate?"
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 23-03-2011 alle ore 03.54.38. |
23-03-2011, 04.50.02 | #13 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel frattempo, al palazzo di Capomazda, l’arrivo della vecchia serva destò Talia dai suoi pensieri.
“Milady…” disse “… non avete toccato cibo da stamani… la morte di sua signoria ha scosso tutti noi, ma così rischierete di ammalarvi…” Posò allora sul tavolo un vassoio con della frutta fresca e dell’acqua. “Vostro marito è in viaggio per tornare al palazzo, milady…” aggiunse con un velo d’inquietudine “… dopo la morte del duca non ha potuto più rimandare il suo ritorno a Capomazda…” Fissò la giovane con gli occhi lucidi e poi, dopo averla salutata con un inchino, uscì dalla stanza, lasciando Talia alla sua inquietudine.
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23-03-2011, 08.04.16 | #14 |
Cittadino di Camelot
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Il risveglio non era stato dei migliori, la nottata insonne era andata anche peggio. Il fastidio di svegliarsi e ascoltare tra le chiacchiere della gente le tristi notizie che giungevano a Camelot poi... un disastro.
Ormai soggiornavo da abbastanza tempo nelle stanze soprastanti la taverna da averne carpito i movimenti. La rassicurante routine della brava gente di Camelot acquietava il mio animo. Inoltre, soggiornare alla taverna mi permetteva di tenere sotto controllo i movimenti dei forestieri e di essere sempre ben informata. Un languorino mi ricordò che non avevo ancora fatto colazione, nonostante stringessi ancora in mano un pezzetto di pane ai mirtilli. Ma non si trattava di quel tipo di colazione, quello che il mio istinto bramava. Energie. Mi occorrevano energie fresche per contrastare la notte insonne, disseminata da incubi. Sempre lui. Il mio padrone. Il mio antico padrone. Ma gli incubi finiscono al mattino, invece mi era rimasta addosso la sensazione della preda braccata, potevo sentirlo sempre più vicino. Quel sogno sembrava quasi un avvertimento a smettere di sprecare i giorni indugiando nell'ozio, nelle stanze azzurre sopra la taverna, giocando come un gatto pigro con i miei occasionali e inconsapevoli donatori di energie... era giunto il momento di organizzarmi. Ci voleva un piano. Ma prima la colazione... mi spazzolai via le briciole dal grembo, lisciando i morbidi veli impalpabili, aggiustai il corsetto di cuoio e mi accinsi ad avvicinarmi a un gruppo di guardie sedute a fare bisboccia durante la pausa del turno di sorveglianza delle mura. Un paio di parole, un sottile incantesimo e un rapido contatto della mia mano sul polso di qualcuno di loro... mi sarei sentita in forze. Nel frattempo, una donna che chiamavano Morrigan si era seduta al bancone, avevo avuto modo di notarla nei giorni precedenti. Niente a che vedere con le dame intente ai ricami, una spada al fianco e una sottile e antica energia magica che si diffondeva nella stanza ancora prima che entrasse. La fauna di Camelot poteva essere davvero affascinante, un crogiolo di umanità e magiche entità davvero particolare! Passando in mezzo ai tavoli della taverna mi parve di comprendere che il motivo del fitto chiacchiereccio fossero certi guai in cui versava un certo feudo, il ducato di Capomazda. Si vociferava, inoltre, di un cavaliere misterioso, dall'armatura inscalfibile, che portava un gufo nero sullo stendardo. E fu proprio quel dettaglio a farmi sussultare. Armeggiando nervosamente con i lacci di cuoio del polsino, mi sedetti su una panca, sopraffatta. Gufo? Armatura... Oddei! Le Gouf! La mia mente corse al nostro ultimo incontro, un paio di anni prima. Lo avevo lasciato esanime, bè, non del tutto esanime, se le voci che si rincorrevano erano vere, riverso su un pavimento di pietra. Solo in seguito avevo scoperto il motivo per cui mi era stato ordinato di avvicinarlo ed eliminarlo. Il mio signore aveva scoperto che il suo antico alleato era entrato in possesso di un metallo incantato in grado di riflettere gli incantesimi avversari. Voleva quel metallo e mandò me, ma una volta neutralizzato il mio obiettivo, scoprii che il prezioso metallo era stato spostato in un luogo sicuro. Ma il pensiero più terribile mi assalì, ricordando che proprio durante quella missione ebbi il pessimo gusto di... Il flusso dei ricordi fu interrotto dalla voce squillante dell'araldo. In un momento l'atmosfera rilassata della taverna si convertì in fermento. Ancora scossa dalla notizia e dalle emozioni passate, feci in tempo a notare che la donna chiamata Morrigan confabulava con un chierico. Scivolai silenziosa verso il bancone e colsi le parole "Lord Astalate... castello...". Un piano iniziò a prendere forma nella mia mente... sarei partita per Capomadza... ma solo dopo aver avuto maggiori informazioni sulla presenza di Le Gouf su quel fronte. Avrei seguito il chierico tra i vicoli. Afferrai il mantello e quindi scivolai fuori, in attesa sotto la luce primaverile, in mezzo alla vitalità delle strade di Camelot, dove suoni e profumi stordivano piacevolmente con la stessa giocosa ineffabilità di una rondine che sfida la frizzante brezza marina. La colazione avrebbe aspettato... improvvisamente il mio animo si era risvegliato, più battagliero che mai.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. Ultima modifica di Melisendra : 23-03-2011 alle ore 21.09.15. |
23-03-2011, 10.05.08 | #15 |
Cittadino di Camelot
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Guardai la guardia e dissi ho una lettera da consegnare al capo delle guardie sono un aspirante cavaliere posso entrare chiesi rimanendo con lo sguardo fisso sulla guardia che mi aveva fermato al cancello.
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fabrizio |
23-03-2011, 11.45.40 | #16 |
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Feci appena un piccolo cenno di ringraziamento alla donna ma, pur cogliendo la tristezza e la preoccupazione nei suoi occhi, non dissi niente. Un istante dopo, uscì.
“Hai sentito, Pascal?” mormorai lentamente, una volta rimasta di nuovo sola, con un tono che neanche tentava di mascherare lo sdegno che provavo “Sua signoria sta tornando! Sarà oltremodo seccato di aver già dovuto concludere il suo dilettevole viaggio!” Pascal mugolò sommessamente, tirando le orecchie indietro, e io sorrisi: qualche volta avevo la sensazione che pochi esseri umani mi comprendessero come mi comprendeva Pascal. Mi alzai, quindi, e feci qualche passo per la stanza... “Avevo chiesto al Capitano Monteguard un colloquio... quando non sapevo ancora che lui sarebbe tornato. In verità, non credevo davvero che si sarebbe deciso a tornare con una tale rapidità!” sospirai, in preda a mille pensieri... “La necessità di quel colloquio, dunque, si fa ancora più pressante!” conclusi. I miei occhi si posarono di nuovo sulla finestra e per un istante rimasi immobile a fissare l’acqua che, insistentemente, continuava a picchiettare sul vetro. Infine mi riscossi... afferrai uno scialle e mi ci avvolsi le spalle, poi mi diressi verso la porta... “Andiamo, Pascal!” dissi al gatto, che subito balzò giù dalla poltrona. Uscii dunque nel corridoio e, con passo sicuro, mi diressi verso la piccola sala di rappresentanza dove, urgentemente, avevo dato colloquio al capitano dei soldati.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
23-03-2011, 20.57.36 | #17 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La guardia fissò con attenzione Cavaliere25.
"Una lettera di presentazione?" Ripetè."Aspetta qui..." La guardia allora raggiunse l'ufficio del Capitano Monteguard. Questi era di pessimo umore ed aveva già alzato la voce più di una volta quella mattina. "Afragognesi!" Gridava. "Femminucce dovrebbero chiamarvi! Dove sono i migliori? O almeno coloro che si definiscono tali? Un'intero drappello! Grandezza del Creato! Un intero drappello andato perduto! Cosa avete da dire, signori?" Chiese poi ai due cavalieri che in silenzio gli stavano davanti. "Ecco..." rispose uno dei due "... noi non eravamo là, capitano e..." "E dove diamine eravate?" "Ecco... eravamo a tirare di spada!" Esclamò il cavaliere. "Si, per addestrarci! Vero, Pasual?" "In verità stamani ero altrove..." rispose l'altro "... nella stretta di Saggesia." "A far cosa, di grazia?" Chiese il capitano. "La sentinella, capitano! Che altro!" Rispose Pasual. "Ma il fato ha voluto che quei dannati scendessero per le Cinque Vie!" "Basta scuse!" Urlò il capitano. "Tu, Finiwell, sembri più un cortigiano che un cavaliere! Lusso e vanterie non danno fama e onore! E tu, Pasual, di certo eri in compagnia di qualche dama! Ma badate che il nipote del duca sta per fare ritorno a Capomazda e non è clemente come suo zio, che Iddio l'abbia in Gloria! Ora uscite e tornate da me quando avrete compiuto qualche nobile impresa!" I due cavalieri, a testa china ed in silenzio, uscirono dall'ufficio del capitano. In quel momento entrò una guardia. "Capitano..." "Cosa diavolo vuoi?" "C'è un giovane che chiede di essere ricevuto... vuole entrare nella guardia ducale..." "Mandalo al diavolo e vacci anche tu!" Gridò il capitano. "Ora sono troppo impegnato e non potrei che ricevere il vescovo o il duca!" "Ma, signore... ha una lettera di presentazione con sè... e dall'accento è di sicuro un afragognese!" "Ah... e sia, fallo entrare..." "Si, signore!" Un attimo dopo la guardia chiamò Cavaliere25, indicandogli l'ufficio del capitano Monteguard.
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23-03-2011, 21.06.01 | #18 |
Cittadino di Camelot
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Ringraziai la guardia e mi incamminai verso l'ufficio dove mi stavan aspettando il capitano delle guardie mentre mi incamminavo verso l'ufficio mi guardai intorno e scrutavo ogni angolo di quel posto arrivato davanti alla porta legai il mio cavallo a un ramo di un albero e mi avvicinai alla porta e bussai alla aspttai che qualcuno mi rispondesse dal interno di quel edificio
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fabrizio |
23-03-2011, 21.35.27 | #19 |
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Il capitano Monteguard fece entrare Cavaliere25 nella stanza.
"Vieni avanti, ragazzo..." disse. Lo scrutò con attenzione e notando la lettera di presentazione chiese di poterla leggere. "Si, ricordo tuo nonno..." continuò dopo la lettura "... era un cavaliere esperto e leale al duca... io lo conobbi quando giovanissimo mi arruolai e mi fece da maestro... gli devo molto..." Fissò di nuovo quel ragazzo con attenzione. "Il ducato ora sta passando un brutto momento e occorre gente esperta... ma per rispetto di tuo nonno io non ti manderò via... entrarai nei cadetti ducali e un giorno, se Dio vorrà, diventerai cavaliere! Ora raggiungi sir Gervan nella caserma e digli di farti entrare nei cadetti!" In quell'istante entrò una guardia. "Capitano, lady Talia ha chiesto di vedervi." "Bene, conduci questo giovane alla caserma." Detto questo, il capitano raggiunse lady Talia. "Dove preferite discutere, milady?" Chiese alla ragazza.
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23-03-2011, 21.42.20 | #20 |
Cittadino di Camelot
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segui la guardia fino alla caserma e dissi è dura diventare cavaliere? quanto tempo ci vorrà? domandai tutto incuriosito e aspettando di iniziare a conoscere quel nuovo mondo che mi si era aperto davanti a me
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fabrizio |
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