09-01-2017, 18.55.31 | #11 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quello strano sogno, inquietante e misterioso, fece svegliare di soprassalto Altea.
Ma forse non solo quel sogno interruppe il suo sonno. Dall'esterno si udivano rumori e voci confuse e nel corridoio si sentivano le suore camminare nervosamente. Una strana atmosfera sembrava avvolgere l'orfanotrofio di San Giovanni. C'era agitazione, preoccupazione, persino paura. Poi il nitrito di alcuni cavalli da fuori e la bella orfana avvertì un senso di oppressione e terrore. Allora qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
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09-01-2017, 18.55.51 | #12 |
Cittadino di Camelot
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Sapevo che prima o poi sarebbe giunto qualcuno. Un tempo mi sarei alzata sola e lavata sola. Entrò Anne, la più piccola delle mie badanti, l'unica che mi chiamava ancora 'signorina'. Sorrisi alle sue parole. Disse che il giorno era freddo, chissà se il cielo era pieno di nuvole come quando nevicava. Posai la collana sul comò e aspettai di essere vestita, anche se odiavo quella mia disabilità.
"Oh, adoro le focacce al miele" dissi lasciandola fare. Chissà che sarebbe successo di nuovo quest'oggi? Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk
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09-01-2017, 19.00.06 | #13 |
Cittadino di Camelot
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Il respiro si fece più regolare e cominciai a comunicare col mondo esterno..era un sogno per fortuna..ma subito dovetti ricredermi.
Udivo rumori, nitriti di cavalli e le suore erano allarmate. Mi alzai preoccupata e misi la spada di mio padre alla cinta..la portavo sempre con me ma ad un tratto qualcuno bussò alla porta. Forse era una suora o un bambino spaventato ed andai subito ad aprire esclamando.."Ma che diamine sta succedendo?".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
09-01-2017, 19.39.14 | #14 |
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La vita e' un grande mistero.......e la mia era regolata dal caos...dal caos della vita immersa nella natura...vivevo fuori dalle porte della citta' in una casa solo mia.......in mezzo al bosco......molto spesso appesi ai rami degli alberi trovo dei biglietti che la gente del luogo ama legare perche' i loro desideri vengano esauditi.....e io amo raccoglierli perchè non rimangano delusi...e poi' chissà magari qualcuno potrebbe essere esaudito.....sono Elisabeth......I miei genitori mi hanno insegnato tutto quello che potevano leggere scrivere e guarire con le erbe......la Magia ?......ci credete ?.........chi vive in un bosco non vive da solo.......comunque......gli ultimi avvenimenti in città hanno scosso ogni creatura e anche per me non e' piu' cosi' semplice la vita ....... devo sempre stare attenta come parlo e con chi parlo.....Ma oggi mi sonosvegliata di buonumore....e e' tempo di andare in citta pre compare della carta su cui scrivere i miei appunti......
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09-01-2017, 21.04.00 | #15 |
Cittadino di Camelot
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Dieci anni era passati da quando io e mio fratello eravamo scappati dall'orfanatrofio di San Giovanni.
Dieci anni da quando avevamo lasciato la città senza nulla se non noi stessi. " Buonasera Sorella, io e mia moglie qui desideriamo prendere un ragazzo a vivere con noi. Abbiamo una falegnameria e poiché il Buon Dio non ci ha concesso dei figli nostri, abbiamo pensato di venire qui. Cerchiamo un ragazzo in gamba, dall'indole buona, di corporatura robusta però, così potrà aiutarmi nel lavoro. Lei mi capisce vero?" "Ma naturalmente, prego seguitemi. A quest'ora i nostri ragazzi e ragazze stanno giocando nel cortile interno, bisogna approfittare di giornate soleggiare come queste non credete anche voi?" " Si, Sorella. Avete di certo ragione" disse la donna che finora non aveva aperto bocca e seguiva il marito con reverenziale timore. Il terzetto raggiunse il cortile dove noi stavamo tutti giocando. A quell'epoca c'erano una quarantina di bambini, o almeno così mi pareva. Era difficile tenere la conta, c'era sempre chi andava e chi veniva. Io me ne stavo seduta su un muretto a osservare mio fratello, più piccolo di me di tre anni, che giocava con alcuni suoi coetanei con un pallone di stoffa tutto rattoppato. Non era il mio forte il cucito, con grande rammarico di Suor Grimilde, e infatti la palla che avevo cucito, a fuori di calci e riprese, iniziava a mostrare segni di cedimento nelle cuciture che non facevano che allargarsi. Chiusi gli occhi quando Amit, mio fratello, tirò un calcio così forte che il pallone si aprì praticamente a me rivelando il suo contenuto di stracci. Qualcuno rise e solo allora mi accorsi che due estranei ci stavano osservando. E io osservai loro. Lui era un uomo baffuto, alto e possente, con le braccia più spesse che avessi mai visto, rosso di capelli e sulle gote mentre lei pareva una bambina tanto era magrolina ma il volto aveva bei lineamenti. Il pallore del volto della donna mi fece pensare ad una lunga malattia di qualche sorta. Le malattie erano così frequenti anche tra le persone apparentemente di buona costituzione. Era stata una malattia a portarci via la mamma, due anni prima, quando io avevo solo undici anni. L'uomo baffuto si avvicinò a mio fratello, lo fissò negli occhi, gli tastò un braccio e poi gli esaminò i denti, proprio come si usava fare coi cavalli, quindi gli chiese il nome. Ricordo la smorfia di entrambi i coniugi quando il mio fratelli disse "Amit" in tono confuso. "Oh beh, si può sempre cambiare in un nome più cristiano..." bofonciò l'uomo baffuto e tornò verso la suora, i due confabularono un po' quindi si allontanarono seguiti dalla donna minuta. Non era la prima volta che vedevo una scena simile e sperai solo di sbagliarmi. Ma più tardi la stessa suora si premurò che Amit si lavasse per bene e si vestisse con il suo abito della Domenica. E fui sicura. Sicura che me lo avrebbero portato via. Non potevo permetterlo e così prima della cena preparai rapida una borsa con le nostre poche cose e preso per mano Amit scattaiolammo fuori. Fuori, nell'ignoto. Non conoscevamo la città. Eravamo arrivati da poco quando mia madre si ammalò e morì. Dentro di me sentivo crescere la paura e il dubbio. Forse non avremmo dovuto lasciare l'orfanatrofio. Ma poi guardai Amit negli occhi e ogni dubbio scomparve. Eravamo una famiglia e dovevamo restare insieme. A ogni costo. "Amit sbrigati o perderemo il poco di folla che si sta radurando e addio soldi per raggiungere la Capitale. Mio fratello fece una smorfia come faceva sempre quando lo rimproveravo, anche per qualcosa di piccolo e mi raggiunse. Sistemai a terra una sacca in cui la gente avrebbe, si sperava, buttato qualche moneta e non appena sentii le prime note iniziai a cantare. Una canzone che sentivo sempre da mia madre, una canzone d'amore. Un amore clandestino, che può realizzarsi solo con la morte dei due amanti. https://lh3.googleusercontent.com/-b...cwd5o5_250.gif O mio compagno di vita, l'attesa è quasi finita Guarda, la destinazione d'amore sta chiamando a noi Colui che ho chiesto in preghiera, Sei la stessa guida E' molto difficile camminare anche un solo passo senza di te Senza di te, non c'è alcuna destinazione di amore per me O mio compagno di vita, l'attesa è quasi finita la destinazione d'amore sta chiamando a noi Né sono io infedele né c'è meno quantità di amore tra noi E' solo che i nostri destini sono completamente differenti Come possiamo raggiungere la destinazione d'amore allora? O mio compagno di vita, l'attesa è quasi finita la destinazione d'amore sta chiamando a noi Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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It is saying that if you really desire something from the heart ... then the whole universe will work towards getting you that Dacey "Karishma" Starklan Ultima modifica di Dacey Starklan : 09-01-2017 alle ore 21.53.54. |
10-01-2017, 01.27.07 | #16 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Ben presto le note avvolsero quell'angolo di strada, con Dacey che danzava leggiadra e con una certa naturale sensualità tra gli sguardi attenti ed anche compiaciuti dei passanti, mentre Amit suonava quasi al tintinnio delle monete che finivano nella sacca.
Un nutrito gruppo di persone circondò i due giovani impegnati con quel loro numero musicale. Ed un breve applauso, ma caloroso, sancì la fine della musica e della danza. Amit allora mostrò un lieve inchino ai generosi passanti, mentre Dacey notò una figura che li fissava tra la gente.
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10-01-2017, 01.34.20 | #17 |
Cittadino di Camelot
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Se la gente che mi osservava avesse visto la ragazzina timida che ero un tempo avrebbe faticato a credere che la stessa ragazzina ora danzava e cantava dinanzi a loro.
Vivere per strada mi aveva cambiata, avevo messo da parte la timidezza molto tempo fa. Terminata la canzone feci un piccolo inchino sorridendo sfacciata e guardai velocemente quanto avevamo racimolato. A occhio e croce , unendo quella cifra agli altri risparmi, potevamo finalmente partire. Con un cenno del capo mio fratello comprese che ce l'avevamo fatta quindi si alzò. Raccolsi la sacca e la legai in vita, ancora un inchino per gli ultimi spettatori più restii ad andare e nel rialzare lo sguardo notai qualcuno che mi fissava insistente. Quasi mi mise a disagio ma scacciai subito la sensazione, anzi la sfidai, avvicinandomi alla figura che se ne restava lì ferma mentre il resto della folla aveva preso a disperdersi. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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10-01-2017, 01.52.00 | #18 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“A breve.” Disse Ozillonne a Clio, guardando il profilo dell'orizzonte dove si stagliavano le alte torri e le voluminose guglie della capitale. “Appena raduneremo gli altri.” Per poi fischiare verso il resto della compagnia.
Era questi un uomo grasso e barbuto, col naso a patata e la bocca larga, di un rossiccio ruggine ed i modi adatti per interpretare, sulla scena e nella vita, l'uomo furioso e fanfarone, tipico padre padrone irruento e brontolone. Arrivarono poi gli altri alla spicciolata. Un ribaldo alto e robusto, con le membra grosse ed il viso piatto e bonario che aveva come nome quello di Sbrizzone. Poi un tipo magrolino e minuto, agile e sveglio, dalle mani piccole ed il volto fino che tutti chiamavano Lione. Il terzo a giungere fu un ragazzotto riccioluto, dal pizzetto folto e gli occhi vispi, pacato nei movimenti e dall'espressione riflessiva, con un grosso cembalo legato dietro la schiena. Il suo nome era Zordone e si occupava della musica e di tutte le cacofonie della compagnia. L'ultimo a saltar fuori era un giovane alto e moro, dagli occhi neri ed il volto pulito che a parer di Ozillonne rappresentava l'ideale bellezza mascolina. Si trattava di Lelandro ed era stato scelto per interpretare il bell'amante e tutti i ruoli ad esso affini. Mancava solo la seconda donna della teatrale brigata, che se ne stava seduta sui gradini del carrozzone. Bionda e formosa, sui quarantacinque anni e portata ad interpretare il ruolo della matrona saggia e risoluta, il cui nome era Isolde. Ecco così al completo l'intera compagnia itinerante. "Manca solo quel fanfarone!" Tuonò Ozillonne, riferendosi all'ultimo membro della brigata, che solitamente non figurava insieme agli altri.
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10-01-2017, 01.56.58 | #19 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Perchè stasera verranno alcuni amici di bevute del padrone...” disse sospirando Anya a Gwen “... lui stesso mi ha detto di riferirti ciò... non credo siano gentiluomini.” Fissando la ragazza.
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10-01-2017, 02.01.12 | #20 |
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Annuii lentamente.
Sì, capitava spesso che venissero. La loro presenza in casa non passava certo inosservata, le loro risate grasse e sghignazzanti echeggiavano per l'intera serata nella magione, a volte protraendosi fino a tarda notte e, onestamente, non volevo averci nulla a che fare. Ringraziai così Anya e mi rimisi a leggere, stringendomi nello scialle di lana. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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