05-10-2012, 20.38.38 | #191 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il vecchio Arkwin, fissando Talia, restò commosso ed una tenera espressione illuminò, per quanto possibile, il suo volto sofferente.
Passapour allora condusse il vecchio avventuriero sulla terrazza della villa, dal quale si poteva ammirare un meraviglioso panorama. Qui di nuovo Arkwin bisbigliò qualcosa al fedele servitore. “Signorina...” disse poi Passapour a Talia “... vostro nonno mi prega di rivelarvi che io sarò i suoi occhi e la sua bocca e nulla di quanto vi dirà, attraverso me, uscirà dalle nostre conversazioni. Egli allora vuol farvi sapere che solo voi siete la luce dei suoi occhi e l'unica ragione che lo tiene in vita. Inoltre” aggiunse “mi prega di mostrarvi qualcosa...” si chinò su un piccolo baule che avevano portato al loro arrivo e cominciò a cercare qualcosa in esso “... ecco...” estraendo un piccolo libretto “... questo è il diario di vostro nonno e vi prega di custodirlo come il più prezioso dei tesori...” e lo diede alla ragazza.
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05-10-2012, 21.38.41 | #192 |
Cittadino di Camelot
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Si signore dissi vado subito e usci dalla cabina del capitano e mi guardai in giro se c'era qualcuno non vedendo nessuno mi incamminai velocemente nella cambusa a prendere due forme di formaggio per poi nasconderle senza che mi vedesse nessuno ma come facevo ad andare dalla moglie del capitano senza dire nulla hai miei amici pensai e restai li fermo a riflettere
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fabrizio |
05-10-2012, 22.31.49 | #193 |
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La domanda di Odette mi prese alla sprovvista.. "Oh no, ti sembravano oggetti adatti a me?" risposi mentendo spudoratamente.
Il porto era vivo di barche, persone e marinai e vi era un gran fermento, quando riconobbi il vecchio mozzo della nave olandese, feci cenno ad Odette di aspettarmi e mi avvicinai al mozzo che mi riconobbe.."Messere" dissi concitatamente "ricordate quella notte che ci parlò di un terribile pirata?Era forse Capitan Lanzaras?" e mentre pronunciai quel nome estrassi dalla sacca il libricino appena acquistato e glielo mostrai.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
06-10-2012, 02.04.51 | #194 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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E mentre Cavaliere25 era fermo in balia di dubbi ed indecisioni, nella cambusa scese un marinaio, senza però accorgersi, anche a causa della poca luce, di quanto fatto dal nuovo arruolato.
“Ehi...” disse a Cavaliere25 “... ma tu non avevi ricevuto ordini dal comandante? Sicuramente ti avrà assegnato un compito, no? Allora sbrigati a portarlo a termine che manca poco ormai per la partenza! Su, forza, marinaio!” E ritornò in coperta, ad occuparsi degli ultimi preparativi prima della partenza.
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06-10-2012, 02.19.29 | #195 |
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Il vecchio mozzo fissò prima sorpreso Altea, poi, un attimo dopo, un sorriso cancellò ogni dubbio dalla sua mente.
“Ah, ora vi riconosco...” disse alla ragazza “... si, eravate sulla Moeder Recht anche voi!” Ma quel suo sorriso subito svanì, appena Altea pronunciò quel nome. “Capitan Lanzaras...” ripeté il vecchio mozzo “... come fate a conoscere quel nome? Voi siete forestiera in queste terre e neanche chi abita questi luoghi, almeno che non abbia sopra la cinquantina, conosce quel nome... un nome ormai dimenticato, grazie al Cielo...” scosse il capo, come se un mare di ricordi, simili ad una confusa e travolgente marea, lo avesse sommerso “... ormai Capitan Lanzaras è una leggenda... una favola oscura che quelli come me hanno udito anni fa e che oggi, poi, hanno fatto finta di dimenticare o di non averci mai creduto veramente... no, sulla nave non parlavo di Capitan Lanzaras... egli ormai vive solo nel ricordo intrappolato nell'eco delle onde... io mi riferivo invece ad un pirata ahimè ben peggiore, poiché solca ancora questi mari...” ma proprio in quel momento si accorse del libricino in mano ad Altea “... e questo? Come siete riuscita ad averlo?”
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06-10-2012, 02.53.49 | #196 |
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Libera. Non riuscivo a pensare ad altro. Stinsi le mani attorno ai polsi ormai violacei come se quelle carezze potessero cancellare il dolore.
Mio caro Guerenaiz, Perdonami, ti prego. Se sono arrivata a tanto è perché non soltanto la mia vita, ma la mia virtù erano in pericolo. Quando lasciai la Moeder andai in cerca di mio fratello e i soldati del governatore mi seguirono, mi circondarono. Riuscii a fuggire ma passai dalla padella alla brace dato che mi salvarono dei mascalzoni che ora mi tengono prigionieri. Conosci questi uomini,sono senza onore e senza dio, con una sirena al posto della ragione. Il capitano James Giuff , detto il gufo. Mi tiene prigioniera. Mi obbliga a dirti che ti chiede 500 dobloni d'oro se mi vuoi rivedere viva. E tu sai quanto ti ricompenserà la nostra vita insieme, quando finalmente saremo marito e moglie. Sai bene come temo Il mercato degli schiavi, lo sai perché mi hai letto nel pensiero, come quegli indigeni. Verrai avvicinato da un uomo, se non avrai quello che vuole mi ucciderà. Usa queste parole con saggezza. Confido che un uomo d' onore saprà capire e perdonare. Con amore e trepidante attesa La vostra esotica principessa perduta Clio Sperai con tutta l'anima che Guerenaiz capisse i significati nascosti in quelle righe. Che trovasse in esse il modo di salvarmi senza sottostare a quello stupido ricatto. Ma soprattutto , sperai con tutta me stessa che non mi odiasse, che mi riservasse ancora una volta quel sorriso magico che mi faceva dimenticare il dolore. |
06-10-2012, 03.17.34 | #197 |
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Appena Clio terminò di scrivere, James Giuff, il pirata temuto allo stesso modo dalle navi olandesi, spagnole e inglesi, strappò quella lettera dalle mani della ragazza e la lesse con attenzione.
La mostrò poi al suo fedele braccio destro Boyuke. “Allora...” disse il Gufo Nero “... cosa te ne pare?” “Drammatica, lacrimevole e passionale allo stesso tempo.” Ridendo l'altro. “E' perfetta.” “Credi che la riterrà autentica quel dannato ufficiale?” “Probabilmente si...” annuì Boyuke “... e ho idea che il nostro capitano olandese non resterà con le mani in mano.” “Bene!” Esclamò Giuff. “Allora fai in modo di fargliela avere al più presto!” “Manderò uno dei miei a terra, capitano.” Fece Boyuke. “Dove fisseremo il luogo dello scambio?” “Sull'isolotto di Nisidies...” rispose il capitano “... si, è perfetto per questo genere di faccende... uno scoglio, desolato ed abbandonato in mezzo al mare...” Boyuke annuì e andò via. “Sei stata davvero molto brava...” rivolgendosi Giuff a Clio “... immagino che quell'ufficiale sarà innamorato perso di te... al punto da pagare quella cifra colossale per riaverti!” E rise forte. “Che sciocchezza, vero? E dire che con molto meno si possono avere due belle indigene per una notte intera! Ma forse una donna con la pelle bianca possiede sempre un suo particolare valore!” Smise di ridere e la fissò con quei suoi occhi impenetrabili come la notte. “E prega che davvero creda a ciò che hai scritto... e soprattutto che sia disposto a pagare il riscatto per te... altrimenti...” di nuovo le sfiorò il volto, per poi andare via ancora accompagnato da quella sua terribile risata. Dopo un po', qualcun altro scese in quella stanza. Era un uomo robusto, con tatuaggi su tutto il corpo, orecchini ai lobi, bandana in testa ed una serie di citrici tra il collo ed il petto che rendevano ancora più inquietante il suo aspetto. Portava alla ragazza del cibo e un po' d'acqua. “Aveva ragione il capitano...” mormorò “... sei davvero un bel bocconcino...” ed un'espressione di ambigua bramosia attraversò il suo volto “... è vero che sei abile con le armi? Davvero sei sfuggita da sola alle guardie del governatore?”
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06-10-2012, 04.16.53 | #198 |
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La carrozza percorreva con andamento lento la stradina che, tagliando in due il borgo, conduceva al molo dov'era ormeggiata la Santa Rita.
L'ufficiale al suo interno guardava con sguardo cupo dalla finestrella del veicolo, perso com'era in un'ombrosa e sfuggente inquietudine. “Io...” mormorò lei con la voce rotta “... io ti ho sempre creduto... e forse l'averti creduto è stata la più grande disgrazia che potesse capitarmi...” lo fissava ed i suoi occhi sembravano volersi nascondere nel silenzioso imbrunire del crepuscolo, con ormai solo una pallida e malinconica Luna ad illuminare ciò che restava di quel triste giorno “... mi sono accadute tante cose per questo... troppe cose per me... ora scusami... ma voglio andare... non ho la forza di restare...” i suoi occhi scuri erano ancora più belli del solito, anche se lui non riusciva a comprendere se quel loro fulgido luccichio dipendesse dall'alone lunare riflesso in essi, o da calde lacrime apparse ad inumidirli con screziato vermiglio. Lei allora corse via e lui non riuscì neanche a sussurrare ciò che aveva nel cuore. “Non andartene...” E quel sussurro si spense con gli ultimi bagliori di quel giorno che stancamente andava a morire. “Come siete silenzioso e pensieroso, milord...” disse una delle due dame che erano con lui nella carrozza, destandolo così da quel ricordo “... forse avvertite già la mancanza di qualche avvenente dama? Certo che imbarcarsi per un anno e mezzo per i mari del Sud, lontano dalle frivolezze e dagli sfarzi dell'alta società, deve essere alquanto triste per un uomo come voi, vero?” L'ufficiale la fissò e sorrise, per poi assumere un'aria di sarcastica sufficienza. “In verità, cara lady Adelya, è la certezza della vostra mancanza, come quella della deliziosa lady Anghela” fissando poi l'altra dama seduta nella carrozza “che già mi rende opprimente questa partenza... posso allora augurarmi un dolce saluto da parte vostra prima di imbarcarmi per mari e rotte sconosciute?” “Oh, milord, i commiati sono tanto lacrimevoli” rispose Adelya “e voi un così abile simulatore che tutta la scena mi appare surreale e melodrammatica!” “E poi, milord...” intervenne Anghela “... da come guardavate lady Roman, l'audace e giunonica moglie del capitano Muschat, forse è giusto pensare che debba essere lei a recarvi tale saluto per questa imminente partenza!” “E anche lei, cara Anghela, non disdegnava di lanciare occhiate al nostro romantico tenente di vascello!” Replicò Adelya. “Comunque, abbiamo accettato di accompagnarvi, milord, solo per vedere da vicino il veliero su cui vi imbarcherete.” “Eh, amiche mie...” sospirò l'ufficiale “... un tempo ai marinai in partenza le donne destinavano ben altre attenzioni...” “Chissà poi” fece Adelya “cosa racconterete alle donne che incontrerete in questo viaggio. Si dice che le isole dell'emisfero Australe siano abitate da donne dalla pelle d'ebano, d'ambra e di corallo. Già vi vedo, milord, a dispensare a quelle poverette i vostri modi da cavalier cortese e amante devoto. Eh, povera la donna che vi concederà la sua fiducia!” “Oh, ma come siete crudeli, amiche mie!” Esclamò divertito l'ufficiale. “E dire che pensavo di non avere nemici, o almeno di non curarmene abbastanza da poterli rammentare. Invece vedo che non avete nulla da invidiare ad una Medea o ad una Morgana.” “Vi sentite dunque un novello Giasone, milord?” Domandò Anghela. “Più un Teseo direi, cara Anghela!” Disse Adelya. “E cosa direte, dunque, a qualche novella Arianna che incontrerete su una sperduta isola del Sud?” Chiese al nobile ufficiale. “Oh, racconterò una storia adatta a tutte le occasioni, vecchia come il mondo e credibile da un cuore ingenuo, come sicuramente può essere quello di una selvaggia principessa indigena...” con un sorriso beffardo lui “... che sono un nobile principe di qualche lontano potentato orientale, lasciato da una donna crudele e che per questo sono finito poi ad odiare tutte le altre e a farmi beffe dell'amore!” “Oh, nessuno vi crederà mai!” Esclamò Adelya. “Neanche un'ingenua indigena del Sud! Si vede che non avete mai sofferto per amore voi!” A quelle parole della donna, per un momento, lo sguardo dell'ufficiale fu attraversato come da un lampo. Un lampo poi che lui stesso si sforzò di spegnere. Ad un tratto la carrozza si fermò ed il cocchiere scese ad aprire la porta. “Siamo arrivati al molo, milord.” Disse. “Benissimo, Garret!” Esclamò l'ufficiale, per poi saltare giù dalla vettura. “Amiche mie...” rivolgendosi alle due dame e togliendosi il cappello “... grazie per avermi accompagnato. Così che serberò questi momenti durante le lunghe, calde, silenziose ed incantate notti nei mari del Sud, come ultimo e felice ricordo del mondo civile.” E mostrò loro un vistoso inchino. “Oh, siete detestabile, milord!” Esclamò Adelya. “Siete un adulatore anche nei saluti, che invece richiederebbero un minimo di sincera commozione! Ma ormai è da tempo che ho smesso di sperare in un atto di schiettezza da parte vostra! Ciò nonostante, vi auguro buona fortuna per il viaggio ed un felice risultato per la vostra missione.” “A presto, milord.” Sorridendo Anghela. “E che il Cielo vegli su di voi!” E la carrozza andò via. L'ufficiale allora salì a bordo della Santa Rita. “A chi apparteneva quella carrozza?” Chiese il capitano Sumond nel vedere il mezzo ripartire. “Al vostro secondo ufficiale, signore.” Rispose Great. “Non lo conoscete?” “No...” mormorò il capitano “... mi è stato assegnato dall'Ammiragliato... sarà allora più un damerino che un ufficiale di vascello...” “Signore, egli è...” Ma prima che Great potesse continuare, l'ufficiale si presentò al comandante Sumond. “Tenente Guisgard, signore!” Disse il nuovo arrivato a bordo. “Ai vostri ordini!”
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06-10-2012, 10.57.56 | #199 |
Cittadino di Camelot
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Finita la colazione ci dirigemmo in una sartoria di alta moda nel centro del paese quando un ragazzo chiamò il signor Fhael per un affare al porto.
Entrai così da sola nel negozio e inizia a osservare le merci esposte. Nella prima parte dell'atelier c'erano stoffe di tutti i tipi, colori e tessuti che non avevo mai visto (la mia conoscenza si limitava a lana e pelliccia), in un'altra parte del negozio invece c'erano accessori di ogni tipo: borsette, cappelli, scialli e guanti finissimi, e infine nel piano superiore erano esposti modelli di abiti confezionati dal sarto e che, stando a ciò che il cartello diceva, erano "abiti di alta moda europea". Finito questo giro di esplorazione del negozio, mi guardai intorno alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarmi nelle scelta dell'abito più adatto a me.
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[I][COLOR="Indigo"]Follow Your Heart But Don't Lose Your Head[/COLOR][/I] |
06-10-2012, 19.47.04 | #200 |
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Sarcastico lo spettro...adesso mi redeva in faccia e pensava anche di leggermi nel cuore......Ingrid era furente e se non fosse stata per la situazione cosi' strana e pericolosa.....gli avrebbe staccato gli occhi....." Tranquilla Ingrid.....il fantasma ...adesso se ne andra' cosi' come' arrivato, non so che abitudini ci siano su quest'isola ...ma da dove provengo, non avevo la necessita' di fuggire,per sapere che sapore avesse la vita......sono una donna libera .....e stanotte siete stato fortunato in genere non amo che uno sconosciuto mi metta le mani sui finachi..........non volete dirmi chi siete, bene allora e' tempo che voi cerchiate il modo di uscire da qui......anche se devo pensare che siete sul punto di chiedere il mio aiuto per farlo......e' una giornata splendida.......ho voglia di fare una passeggiata....avete uscito i vestiti dal baule Ingrid ?....."...incomineciai a spazzolarmi i capelli ....godendomi quel momento senza togliere gli occhi dall'ospite fantasma.........un sorrisino si poso' sulle mie labbra.....
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