03-07-2010, 16.52.27 | #191 |
Cittadino di Camelot
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la figura di Biago mi assomiglia molto come l'umile scudiero di Guisgard
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fabrizio |
03-07-2010, 17.24.43 | #192 |
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ecco, ci mancava l'incappucciato con il fischietto del terrore!! Ora sono proprio a posto!!
...ma voi volete turbare il mio sonno, sir!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
03-07-2010, 20.21.52 | #193 |
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Vero la bravura di Guisgard nel descrivere ed animare i suoi personaggi può far nascere emozioni nei suoi lettori tanto da turbarne il sonno...
E' davvero un piacere poter seguire nuovamente l'ardito Ardea ed il suo fedele Biagio....continuate mi raccomando! |
04-07-2010, 04.40.29 | #194 |
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Mie leggiadre dame, sono io che ringrazio voi per per l'attenzione e l'entusiasmo che rivolgete alle gesta del nostro Ardea
E sono sicuro, amico mio, che in qualità di scudiero non fareste rimpiangere minimamente il buon Biago ed il suo proverbiale ingegno
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04-07-2010, 12.22.47 | #195 |
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Grazie mio fedele maestro per le belle parole
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fabrizio |
05-07-2010, 04.03.43 | #196 |
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ARDEA DE' TADDEI
“Due sono i grandi sentimenti che scuotono Il mondo. Sono mossi dalla medesima intensità e danno uguale forza. Essi sono l’amore e l’odio.” (Alexandre Dumas) Ardea e Biago ebbero solo il tempo di capire ciò che stava per accadere, la porta sbarrata della gabbia si aprì cigolando e l’orrendo molosso fu libero dalla sua prigione. Istintivamente Ardea portò la mano su Parusia, la estrasse e la impugnò a due mani. Lo scintillio della lama, sotto le luci delle inquiete torce, si rifletteva sulla corazza di Ardea, emanando un alone di lucido vermiglio, che andava a diffondersi sulle annerite pareti della grotta. Il molosso fissò per un attimo i due nemici che gli stavano davanti e cominciando a ringhiare ed a schiumare uscì dalla gabbia. Iniziò ad avanzare lentamente ed in modo nervoso, mentre il suo misterioso padrone fissava quella scena in un religioso silenzio. “Siamo perduti, Ardea!” Gridò Biago alle spalle del suo compagno. “Sta zitto e non muoverti.” Gli intimò Ardea. All’improvviso la terribile belva balzò sui due. Ardea l’attese fino all’ultimo, poi un attimo prima del fatale impatto scattò via, trascinando con se anche il suo impaurito scudiero. Il molosso però, con selvaggia ed indomita agilità, quasi rimbalzando sulla nuda pietra, si fiondò di nuovo verso quel cavaliere, come attirato da quei vivi bagliori che emanava la sua spada. Anche stavolta Ardea riuscì ad evitare quello che si sarebbe dimostrato un mortale attacco, scansandosi all’ultimo istante. Questa volta però riuscì a lanciare un rapido e secco fendente con Parusia, avvertendo tutto il peso e tutta la forza di quella belva sulla lama della sua superba spada. “L’ho colpito!” Pensò in cuor suo. Il molosso atterrò pesantemente al suolo, lasciandosi poi cadere, come corpo morto, sul terreno. Era steso, con il respiro pesante ed affaticato, proprio sotto la luce di una torcia e si poteva vedere chiaramente un ampio taglio che lo lacerava dal collo fino al ventre. Un momento dopo un lago di sangue avvolse il corpo senza vita di quel molosso. L’uomo incappucciato lanciò un grido e si lanciò verso la carcassa del suo cane. Ardea allora, lo afferrò per la giubba, trascinandolo a terra. “Maledetto, lasciami!” Gridò l’uomo. Si alzò lesto ed estrasse due lunghi ed affilati pugnali dal suo cinturone, lanciandosi con disperata rabbia verso il cavaliere. Questi evitò il cieco e rabbioso attacco del suo avversario e lo colpì con un rapido fendente sul volto. Il cappuccio si lacerò al contatto della lama di Parusia, mostrando il viso del misterioso uomo. La lama del cavaliere aveva causato un lungo ma superficiale taglio su quel volto che però fu subito riconoscibile. “Giovanni!” Esclamò Ardea. “Che storia è questa!” Giovanni restò in silenzio, fissando la nuda terra della caverna. “E’ così quindi che ti mostri fedele ai tuoi padroni!” Aggiunse turbato Ardea. “Hai ideato tutto questo, portando terrore e morte a Frattagrande!” Lo stalliere dei Mussoni restò in silenzio. “Sei un traditore ed un assassino” gridò Ardea “e morirai come tale!” “Fermo, cavaliere!” Intimò una voce alle loro spalle. Era Maria. “Voi?” Chiese meravigliato Ardea. “Cosa fate qui?” Maria non rispose e si avvicinò a Giovanni. Gli accarezzò il capo e dopo qualche istante lo schiaffeggiò duramente. “Sei un folle!” Gli disse piena di rabbia. “Perché hai fatto tutto questo?” L’uomo la guardò quasi senza tradire emozioni. “Se non lo comprendi da sola...” rispose “... io non posso spiegartelo.” Maria lo schiaffeggiò di nuovo. Con ancora più forza. Poi, vinta dalle lacrime, lo abbracciò forte. “Cosa sta accadendo qui?” Chiese Biago totalmente confuso. “Il troppo amore” disse Maria con la voce rotta dal pianto “causa spesso un odio senza fine.” Quelle strane parole echeggiarono, non senza lasciare un senso di inquietudine in tutti loro, in quella grotta dispersa tra l’oscurità ed i misteri della brughiera illuminata dalla Luna. (Continua...)
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05-07-2010, 11.58.03 | #197 |
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non avrei mai sospettato di Giovanni che fosse lui il propietario di quel malosso
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fabrizio |
05-07-2010, 13.28.56 | #198 |
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oh sir... lo sapevo lo sapevo... Quei due non mi avevano mai convinta, con quei mezzi sguardi...
Però, poverini, alla fine ho provato pietà per loro... fanno quasi tenerezza!
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05-07-2010, 19.53.56 | #199 | |
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Citazione:
Siete un'ottima ed attenta osservatrice, milady
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05-07-2010, 22.44.46 | #200 |
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@Guisgard
Oh, grazie milord! Non posso certo dire che lo spirito di osservazione sia considerato una virtù proprio da tutti, ma insomma...
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