06-04-2011, 02.56.48 | #191 |
Cittadino di Camelot
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Stavo camminando speditamente nel corridoio quando udii la voce di Izar gridare e chiamarmi, così mi bloccai, sorpresa: raramente lo avevo visto tanto agitato.
Ascoltai in silenzio le sue parole, il raccondo di quanto era appena successo secondo quello che lui, a sua volta, aveva appreso dalle parole di Perecourt... Quando la sua voce si spense io rimasi immobile per un istante... la mia mano scivolò involontariamente verso la piccola tasca dell'abito in cui avevo nascosto quella missiva e sfiorò appena la ruvida pergamena. Solo per un istante, poi socciusi gli occhi e la spostai al mio collo, a cingere quel medaglione che custodiva il suo ritratto... Mi sentivo tanto combattuta e indecisa nel cuore, quanto lucida e fredda nella mente... "Venite, Izar!" dissi all'uomo, prima di voltarmi e prendere la scala che scendeva verso i piani inferiori. E in un istante giungemmo nel cortile. C'era confusione e disordine, servi e ancelle agitati che correvano dappertutto, paggi sconvolti, soldati confusi... Individuai il capitano Monteguard e mi diressi verso di lui, solcando quel mare di gente. "Capitano!" dissi, in tono stentoreo, quando lo ebbi raggiunto "Fate tornare l'ordine immediatamente. Questa confusione non risolverà niente! Dopo di che raggiungetemi nel vostro ufficio... voglio il punto della situazione!"
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
06-04-2011, 02.57.47 | #192 | |
Cittadino di Camelot
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Citazione:
Un frastuono inaudito ci attirò verso le finestre. Seguii Monteguard nel cortile e ascoltai la triste notizia del guardiacaccia, che recava con sè un animale a me familiare... non ne vedevo uno da tanto tempo! Mentre le parole del povero Perecourt uscivano tra singhiozzi e respiri affannosi, mi sporsi verso la bestiola impaurita e tremante. La sua pelle era piacevole al tatto e parve acquietarsi brevemente.
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06-04-2011, 03.23.12 | #193 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Monteguard raggiunse Talia nel suo ufficio e rimasti soli cominciò a dire:
“Milady, sembra che sua signoria sia rimasta vittima di un agguato. Il racconto di Perecour è confuso e sinceramente credo sia ancora traumatizzato dall’accaduto. Ora organizzeremo una spedizione per tornare nel Gorgo del Lagno e cominciare le ricerche del nostro signore.” La fissò per un momento e poi aggiunse: “Milady, ora siete voi ad avere in mano il controllo di Capomazda… dalle vostre decisioni dipenderà il destino di tutti noi…” In quel momento entrò Perecour ed trovandosi davanti a Talia si gettò ai suoi piedi disperato. “Perdonatemi, mia signora…” piangendo “… non sono stato capace di proteggerlo! Ve lo giuro sui miei figli… mai avrei voluto sopravvivergli!” “Ora calmatevi, Perecour!” Cercando di rasserenarlo Monteguard. “Ora ci guiderete in quel luogo e cominceremo a cercarlo.” Milady…” disse Perecourt “… là fuori c’è una strana fiera… è un cucciolo e non credo qualcuno abbia mai visto nulla di simile… sua signoria era molto entusiasta per averlo catturato...” Nel cortile, intanto, Melisendra era proprio accanto allo strano animale catturato al Gorgo del Lagno. La donna sembrava conoscere bene la grottesca natura di quella bestiola.
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06-04-2011, 03.39.30 | #194 |
Cittadino di Camelot
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"Portatemi dell'acqua", chiesi alla servitù, "questa bestiola non può rimanere all'asciutto."
Lo rinfrescai con un secchio d'acqua e mi guardò riconoscente con i suoi occhietti scuri. Le scaglie luccicavano di colori brunastri. Si strinse nella propria coda e mi guardò fiducioso. Sperai che nessuno volesse fargli del male. Nel nord si era quasi estinti, avevo assistito personalmente a un paio di cacce. Alcuni di essi erano stati schiavizzati. Trascorrevo le ore nelle loro gabbie. Fu così che scoprii la loro natura gentile. Pelle ruvida e fredda. Occhi gentili. Se solo li avessero osservati con attenzione, tutti se ne sarebbero accorti.
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06-04-2011, 04.05.56 | #195 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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August, per ordine del capitano Monteguard, cominciò a raccogliere volontari per le ricerche del duca.
“Pochi di noi non daranno nell’occhio ed eviteremo così di lasciare indifeso il palazzo. Chi si offre?” “Ditemi solo dove si trova quel dannato posto e poi raggiungetemi!” Disse Finiwell. “E con me c’è di sicuro anche il mio amico e futura guardia ducale, Cavaliere25!” “Testa sono dei vostri… croce resterò qui…” mormorò Guisgard lanciando in aria una moneta “… testa! Si vede che è la mia giornata fortunata!” “Anche io sono dei vostri!” Intervenne Perecourt. “Non vi è più nessuno?" Domandò August.
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06-04-2011, 04.33.46 | #196 | |
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Il vivo dolore del guardiacaccia mi colpì...
“Va bene!” dissi “Va bene, calmatevi...” Poi quell’altro discorso... Citazione:
Incuriosita mi feci sulla soglia e guardai nel cortile... e il mio cuore ebbe un balzo. Non avevo mai visto niente di simile, eppure quella creatura esercitò immediatamente su di me una tale attrazione che in alcun modo avrei potuto spiegare... e i miei piedi si mossero in quella direzione prima ancora che me ne accorgessi. Rimasi per un istante immobile, osservando Melisendra rinfrescarlo con l’acqua, e sorrisi di fronte all’apparente mansuetudine dell’animale... Fiera, pensai, forse era un termine eccessivo! Lentamente mi avvicinai e lo osservai meglio... i suoi occhi si muovevano curiosi ed intelligenti da un punto all’altro del cortile, la sua coda ondeggiava quasi giocosamente... Alzai una mano e la avvicinai piano al muso dell’animale che, mi parve, si lasciò sfiorare con tranquillità... “Allentate un po’ questi lacci!” dissi allora a Perecourt, indicando le corde che lo immobilizzavano “Ma piano... senza spaventarlo!” Poi mi voltai verso Melisendra e sorrisi: “Mi inganno, milady, o avete già avuto a che fare con creature simili a questa? Se così è, allora, vorrete forse suggerirmi il modo migliore per offrigli ospitalità... almeno temporaneamente! Penso che potrei riservargli una parte del giardino del palazzo...”
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06-04-2011, 05.05.40 | #197 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il piccolo cucciolo di drago fissò con i suoi grandi occhi quelli di Talia, come se in essi avesse visto qualche cosa.
Scodinzolava e batteva le zampette anteriori, che sembravano assomigliare a paffute manine. Emetteva degli strani versi, che palesavano la sua curiosa e, per certi versi, sorprendente natura docile e giocosa. Si chinava a terra, per poi mettersi sottosopra e restare immobile in attesa di carezze e grattatine sulla pancia. E nel muoversi le sue scaglie, che ricoprivano per intera la sua schiena, tintinnavano sulle pietre del cortile. “Che io sia dannato!” Esclamò uno degli stallieri. “Sembra tranquillo come un qualsiasi cane addomesticato! Eppure tra un po’ diventerà una specie di gigante!” “Ad occhio e croce” aggiunse uno dei servitori “una volta cresciuto sarà grosso come uno dei dongioni!” “Milady…” disse l’altro stalliere a Talia “… volete che conduca questa bestiola nei giardini? Potrei sistemarlo dove sorgeva uno dei vecchi forni… ora non sono più in funzione e sarebbe un ottimo rifugio per questo animale.”
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06-04-2011, 05.49.55 | #198 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Intanto, Llamrei era entrata nel palazzo.
Qui aveva incontrato un giovane paggio, ma prima che lei potesse parlargli il disordine generale, causato dall’incidente accaduto al duca, aveva già attirato l’attenzione di tutti. La monaca così si ritrovò da sola in quello sterminato palazzo. Ad un tratto sentì come una strana sensazione. Si sentiva osservata. Si guardò intorno e si accorse dei tanti ritratti che sembravano fissarla. Ed uno in particolare pareva essersi come destato per la presenza di quella monaca. “E’ lady Conelia…” disse una voce alle spalle di Llamrei “… una donna straordinaria, fuori dal comune… se fosse viva il ducato non rischierebbe di cadere in rovina…” Era un vecchio servitore. “Cosa cercate, sorella?” Domandò alla monaca. “Il palazzo è vuoto come la corazza di lord Rauger… vuota, senza più l’ardore che un tempo animava i signori di Capomazda…” Fissò per qualche istante il ritratto della Granduchessa ed aggiunse: "Talvolta, durante notti insonni ed inquiete, mi ritrovo quasi senza volerlo a passeggiare in questi corridoi... ed allora quasi mi sembra di udire la voce della mia signora..." "Ahimè, molte ore e anni son trascorsi, da quando esseri umani sedevano intorno a questo tavolo e candelabri scintillavano su di esso. Mi sembra di udire l'eco del tempo trascorso e perduto che ancora mormora intorno a noi dall'alto di queste cupe volte, come lamenti sospesi degli Arciduchi che ormai da tempo dormono nelle loro tombe." Lady Conelia de Taddei
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06-04-2011, 12.12.12 | #199 |
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Guardai Finiwell e dissi sarò dei vostri amico mio voi mi state dando tanta speranza e ve ne sono grato vi seguirò in capo al mondo e sarò sempre al vostro fianco ora andiamo dissi e troviamo quel maledetto posto
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fabrizio |
06-04-2011, 12.21.51 | #200 |
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Morrigan sorrise tra sè, vedendo quel gesto di Guisgard.
"Dite di non essere fortunato, eppure affidate alla fortuna la vostra vita... non è strano?" gli domandò, lanciandogli uno sguardo attento. In quel momento la voce imperiosa di August si fece largo in quel gruppo rumoroso e agitato, imponendosi all'attenzione dei presenti. Morrigan si accorse che stava cercando con lo sguardo tra i cavalieri i volontari per quella impresa. Chiedeva a tutti, ma non a lei... ovvio, che cosa ti eri aspettata? Quell'evidenza la infastidì. Si modicchiò il labbro per reprimere quel sentimento. Poi, con passo deciso si fece avanti e si rivolse al cavaliere. "Ci sono io," disse "e c'è la mia spada..."
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
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