18-05-2012, 15.24.22 | #2091 |
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Guardai il falco e dissi bella mossa amico ora allontaniamoci da questo pozzo e lasciamolo qui questo essere e mi spostare di qualche passo mentre guardavo gli altri
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fabrizio |
18-05-2012, 18.22.56 | #2092 |
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Le mie dita strinsero lo stelo di quelle due rose ed io, sentendone subito il dolce profumo, sorrisi...
“E così Lancillotto, per amore della regina Ginevra, fece ciò che nessun altro mai avrebbe osato...” Guisgard, seduto al centro di un gruppetto di fratelli, accanto al muretto che delimitava il giardino e lo divideva dal bosco di Suessyon, raccontava... la voce chiara e vibrante, il tono fervente, gli occhi luminosi. Io, accomodata poco distante, tendevo le orecchie per ascoltarlo con attenzione mentre, distrattamente, terminavo di ripiegare alcune tovagliette per l’altare della cappella del Casale. “Chiacchiere!” sentenziò ad un tratto, in appena un sussurro, una voce subito dietro di me. Mi voltai di scatto, quindi, e trovai Fyellon seduto su di una grossa pietra lì vicino... era arrivato tanto piano che non me ne ero accorta. “Cosa?” domandai. “Bah... tutto!” ribatté con un’alzata di spalle, accennando a Guisgard e agli altri “Sono tutte sciocche storie infondate, balle infarcite di miele, miti e leggende senza nessuna utilità... ma non c’è niente di vero in ciò che dice! Assolutamente niente di reale!” Sospirai a quelle parole e tornai ad abbassare gli occhi sul mio lavoro... “A me piacciono le sue storie!” “Oh, ma questo lo so bene!” sussurrò lui, vagamente sarcastico “E... credimi, poche cose mi deludono allo stesso modo!” “Fyellon!” “Cosa?” i suoi occhi si fecero improvvisamente di fuoco “Cosa, Talia? Ma non capisci che ti sta solo ingannando? Ti incanta con mille racconti di terre lontane e misteriose, con immagini di viaggio... ti fa sognare... e poi? Realizzerai mai quei sogni, Talia? Te lo dico io: no! Non ne realizzerai neanche uno perché il tuo destino è un altro... e lo sai!” Mi irrigidii a quelle parole... “E tu che cosa credi di saperne di ciò che sogno?” ribattei, la voce bassa ed improvvisamente dura. Fyellon fece una piccola smorfia di disappunto... “Probabilmente niente!” rispose poi “Ma sono pur sempre tuo fratello... e so che la vita nel Tempio non fa per te. Ti vedo, sai? Ti osservo qualche volta... tutto ciò che fai per la Cappella, lo fai solo perché è ciò che il Maestro vuole, lo fai per non dispiacere a lui, e non per altro... Tu non vuoi essere una sacerdotessa, lo so, e Guisgard non fa che alimentare questi tuoi sogni! Ma ricorda questo, Talia: tu alla fine farai esattamente ciò che ci si aspetta da te, diventerai una sacerdotessa perché è questo che il Maestro vuole... e né Guisgard, né nessun altro Lancillotto dei miei stivali potrà mai farci niente! I sogni non servono a niente, Talia, se non a farti soffrire di più alla fine! Difficilmente si realizzano... e certamente non nel tuo caso!” Quelle parole fredde e dure, pronunciate quasi in un sussurro, mi ferirono profondissimamente... per qualche attimo rimasi immobile, stordita dal dolore... e poi, incapace di reagire, raccolsi tutte le mie cose e scappai via. Raramente avevo provato tanto dolore e tanta angoscia prima di quel momento... nessuno dei miei fratelli parlava mai espressamente del voto e del mio futuro, Guisgard per primo... ma quel giorno quelle parole aspre di Fyellon aprirono una ferita nella mia anima che credetti insanabile... E come sempre accadeva quando era molto triste, finii in quell’angolo di cortile che il Maestro aveva riservato solo a me, perché io potessi accudire le mie piante, attività che prediligevo sopra ogni altra cosa. Quel giorno, tuttavia, neanche quello sembrava volermi dar conforto... le splendide rose dal colore appena madreperlato che crescevano ben oltre il lago e che io avevo convinto il Maestro ad andare a prendere per me, perché desideravo tentare di far ambientare al Casale, infatti, non volevano saperne di attecchire e continuavano bellamente a morire, in barba a tutto il mio impegno, al tempo che dedicavo loro, alle mie cure e ad ogni genere di espediente cui ero ricorsa... erano rimaste solo le ultime due piante, ormai, ed anche quelle erano pressoché seccate... cosa, questa, che mi causava un vivo senso di frustrazione, oltre il sonoro dolore che ancora le parole di Fyellon stavano generando nel mio cuore... “Hey, sei qui!” esclamò, ad un tratto quella voce familiare. Guisgard saltò la bassa staccionata di legno che delimitava il mio angolino privato e venne verso di me, sorridendo... “Questa mattina te ne sei andata prima che finissi di raccontare quella storia...” disse, sedendosi vicino a me... Io non risposi, limitandomi ad annuire. “Perché?” chiese. Mi strinsi nelle spalle. Lui mi osservò per un istante, poi sospirò... “Cos’hai? Perché sei triste?” Non risposi subito, continuando ad armeggiare intorno a quelle rose, ma poi, sentendo il suo sguardo indagatore su di me, mi decisi ad aprire bocca... “Non sono triste!” mentii “Non ho niente!” Lui rimase in silenzio per qualche istante poi, con uno strano tono, chiese... “Non ti piaceva la storia che raccontavo oggi?” “Non lo so... non ci ho pensato!” dissi, rassegnandomi e gettando stizzosamente di lato una di quelle piante ormai secca... “Sai cosa si dice? Che nessuno capisse Ginevra come il prode Lancillotto... se lei era triste lui lo vedeva subito... e nessuno, Talia, nessuno poteva scacciare via la tristezza della regina Ginevra come lui!” Chiusi gli occhi a quelle parole... all’improvviso mi sentivo infinitamente male, le parole di Fyellon mi rimbombavano nella mente ed io, pur desiderando con tutta me stessa non sentirle più, non sapevo come farle tacere... “Basta, Guisgard!” dissi allora, piano, con voce quasi implorante “Basta, ti prego!” “Che succede?” chiese ancora, con il mio stesso tono basso “Talia... cos’hai? Dimmelo! Sai, Lancillotto...” “Basta!” lo interruppi, il cuore ormai a pezzi e gli occhi pieni di lacrime “Basta con Lancillotto! Basta, Guisgard... tu nomini spesso Lancillotto ma non hai capito niente! E forse è vero che sono tutte soltanto storie false! Sogni! E forse è vero che i sogni non si realizzano mai! Forse è vero che Lancillotto non poteva affatto leggere nel cuore di Ginevra... E forse... Forse, addirittura, ha ragione Fyellon ed è tutto inutile. Ed è tutto sciocco!” Mi alzai in piedi, tremavo... ma Guisgard, alzandosi a sua volta, mi afferrò per un polso prima che potessi fuggire via... “Fyellon?” chiese lentamente, osservando i miei occhi lucidi “Che cosa c’entra Fyellon, Talia? E’ lui che ti ha messo queste idee in mente? Era questo che ti stata dicendo questa mattina in giardino?” Non risposi... non potevo, tremavo tanto e tanto a stento riuscivo a contenere lacrime e singhiozzi che ero certa che se avessi parlato non ci sarei riuscita più... “Ma non è vero...” sussurrò ancora lui dopo qualche istante, lasciando il mio polso e sfiorandomi i capelli “Non è vero niente! Lancillotto sa bene cosa c’è nel cuore di Ginevra, può leggervi... ed ognuno dei sogni che le descrive sono reali...” Scossi appena la testa, ma lui non mi lasciò obiettare... “Ognuno di quei sogni è reale... Talia, credimi... non ci sono bugie. Non ti mentirei mai!” Guisgard attese che mi calmassi, attese che il mio respiro tornasse regolare e che smettessi di tremare poi, lasciatami nella Cappella, sparì... non lo vidi più per tutto il pomeriggio ed anche la sera, per la cena, giunse molto tardi... era spettinato ed accaldato ma sorridente, non capii. Non capii fino a quella sera, quando, giungendo nella mia camera, vi trovai due piccoli vasi di terracotta che accoglievano due rametti di quelle rose madreperlate che tanto desideravo ma che crescevano solo oltre il lago e che, ormai, credevo non poter più avere... Mi avvicinai sorpresa e ne presi uno tra le mani... e fu allora che notai quel biglietto... ‘Lancillotto sa ciò che Ginevra desidera. Ogni sogno di Ginevra è per Lancillotto una missione.’ Sorrisi... Quell’anno, per la prima volta, al Casale fiorirono le rose color perla. Quel lontano, lontanissimo ricordo scivolò tra i miei pensieri quando il profumo di quelle rose mi raggiunse... I miei occhi si bagnarono di nuovo... ma sorrisi. “Devono essere meravigliose...” mormorai “Meravigliose! Le rose color madreperla... Oh, Guisgard... darei qualsiasi cosa per vederle...” Lentamente mi avvicinai e gli poggiai un bacio sulla guancia... “Grazie!” sussurrai “Grazie!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
19-05-2012, 00.34.32 | #2093 |
Cittadino di Camelot
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Alcuni pezzi di roccia iniziarono a staccarsi dalla parete della montagna alzando ancora di più la polvere, l'aria era satura e iniziai pure io a tossire.
Barius cercò in quel momento di strapparmi una promessa..egli si fidava ciecamente di Fyellon. "Barius" dissi tossendo "io ho già aiutato Fyellon in tutto e per tutto..l'ho fatto entrare nelle guardie reali della Regina di Tylesia e l'ho aiutato a prelevare una corazza speciale...ora penso che tocchi a lui essere in pegno con me...ma sapete io lo conosco più di voi e non nego che lo vedo cambiato, con voi si mostra benevolo ma io lo vedo freddo e cinico e non capisco il motivo". Mi bloccai un momento e mi balenò in mente quel sogno fatto dopo essere svenuta al maniero..per quei topi..che strano fatto...Tylesia e i suoi cancelli aperti e il cielo buio sopra la splendente città che incupidiva le sfavillanti cupole...e il cancello del Fiore misterioso aperto con la Regina piangente e le parole di Fin che non sono riuscita a udire. A questo pensiero iniziai a innervosirmi..e se Tylesia fosse stata in pericolo? "Messer Barius, dovete sapere che pure io cerco un Tesoro...io vengo da una città chiamata Tylesia, dovete vedere che magnificenza ella sia, e nel palazzo reale dove sarei ospite vi è custodito un prezioso Tesoro..un fiore..si sembra strano ma è un fiore e io voglio salvarlo e capire di cosa si tratta.." non riuscii a finire, sentii delle voci e dei passi, mi voltai e vidi Fyellon con delle persone. "Fyellon, finalmente....dobbiamo fare presto o la montagna rischia veramente di crollarci addosso".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
19-05-2012, 01.45.23 | #2094 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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XXII Quadro: L'Enigma della Belva
“E innanzi a quest'uomo dorme una strana schiera di donne adagiate sui seggi. No, non donne, ma Gorgoni le chiamano; anzi neppure a figure di Gorgoni potrei paragonarle.” (Eschilo, Orestea) A quelle parole di Parsfifal e di Lilith, la donna nella nicchia emanò un gemito che si mutò in una stridula ed insopportabile risata. “E sia!” Disse. Ma la sua voce era mutata in un tono bestiale e terrificante. I suoi occhi si accesero di un fuoco carico di odio e malvagità e dalla nicchia cominciarono a fuoriuscire folgori e fumo nero. All'improvviso una figura emerse e si mostrò ai due giovani sfidanti dell'Avvilente Costumanza. Era una donna dalle orribili fattezze animalesche. La sua pelle era coperta da scaglie ed emanava un fetido come se fosse putrefatta. Bava e sangue colavano dalla sua bocca, in cui erano racchiuse, come imprigionate, affilate zanne. Una lingua biforcuta danzava sulle sue labbra arse da un alito che appestava l'ambiente col suo mefitico odore di marcio. Sul suo corpo sembravano essersi abbattute tutte le malattie conosciute, come la peste nera, la lebbra, la cancrena, la rabbia. L'espressione del volto era indescrivibile ai sensi umani, sfigurata, com'era, da un misto di terrore, di astio e di avvilimento. Quello era il volto dell'Avvilente Costumanza. E quell'essere era il demone che ne incarnava tutti i mali, gli stessi che riempiono quel vuoto lasciato dall'amore quando viene fatto sfiorire. “Avete scelto il vostro destino” grugnì la belva “ed ora ne sarete vittime!” Si abbandonò ad un'assurda e fortissima risata di folle perfidia. “Ecco l'enigma... e solo risolvendolo potrete vincere questa prova... ma se fallirete, allora io prenderò i vostri corpi e le vostre anime!” Di nuovo echeggiò quella maligna risata di morte. Li fissò ancora una volta, per poi cominciare a recitare: “ Ascoltate l'arcano, poiché esso non tradisce! Quando cade, sempre e solo in acqua finisce!”
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19-05-2012, 01.47.42 | #2095 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Ma mentre Cavaliere25 e i suoi amici si allontanavano, dal pozzo quell'essere cominciò a chiamarli:
“Non mi abbandonate! Vi prego! Altrimenti morirò qui dentro! Aiutatemi, vi supplico! Fatelo ed io mi sdebiterò! Esaudirò tre vostri desideri!”
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19-05-2012, 02.10.07 | #2096 |
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Fyellon sorrise ad Altea come a volerla tranquillizzare.
“Non temete...” disse “... questi uomini sono esperti minatori e stanno già studiando la montagna per comprendere il modo migliore di aiutare Barius... però vi vedo stanca... su, tornate alla locanda. Dovete mangiare qualcosa e poi riposare. Sta cominciando ad arrivare gente, sapete? La notizia della tragedia di Barius sembra abbia fatto il giro della zona.” Si affacciò allora nella fessura. “Sentito, amico mio? Siete diventato una specie di celebrità!” “Questa poi...” sorridendo per poi tossire Barius “... non immaginavo una cosa simile... e Renya? Ditemi, è orgogliosa di me?” “Non fa altro che parlare di voi!” “Davvero?” “Sicuro!” “Sapete...” mormorò “... non è mai stata molto affettuosa... ma è colpa mia... non sono un buon marito...” “Invece la troverete cambiata!” “Perchè?” Domandò Barius. “Probabilmente è stata la paura di perdervi.” Rispose Fyellon. “Si e solo ora ha compreso di amarvi davvero.” Si rivolse poi ad Altea. “Milady, tornate alla locanda. Vi riposerete e poi verrete a darmi il cambio. Così facendo Barius avrà sempre uno di noi due accanto. Su, io attenderò il vostro ritorno.” La prese poi in disparte, allontanandosi dalla fessura per non farsi sentire da Barius. “In verità ho bisogno di voi, Altea...” mormorò “... dovete tenere d'occhio Renya... stamani era intenzionata ad andarsene... Barius vive per lei ed un suo addio, beh, credo causerebbe un trauma per quel poveraccio... e lui invece ora non può mollare...”
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19-05-2012, 02.57.47 | #2097 |
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Quel bacio.
Come una carezza, un sospiro, sfiorò il viso di Guisgard, che, istintivamente, con un movimento quasi impercettibile, cercò le labbra di Talia. Labbra che però non trovò. Il cavaliere fissò poi gli occhi di lei, inumiditi da quell'emozione. “Le vedrai quelle rose, Talia...” disse lui “... si, le vedrai, presto... te lo prometto... e quando ciò accadrà, non le vedrai mai appassire, perchè io ne coglierò una ogni giorno per donartela ad ogni tuo risveglio...” sorrise e accarezzò il suo viso “... si, le vedrai, te lo prometto...” E fissando quelle rose, soprattutto quella perlata, un ricordo scivolò sul suo cuore... La notte. Avvolgeva ogni cosa, rendendo le forme del bosco di Suessyon mutevoli e sfuggenti, come se fossero i contorni sbiaditi di un sogno fatto poco prima del risveglio. Luci distanti scintillavano tra i lineamenti delle sagome dei monti lontani, che si stagliavano nel buio dell'orizzonte che sembrava perdersi nella notte sterminata. Tutto taceva al Casale. Solo un grillo cantava tra gli alti alberi che segnavano il limite tra il cortile e lo spiazzo che il maestro usava come giardino. Una figura, taciturna e furtiva, scivolava nel silenzio che avvolgeva ogni cosa. Si arrampicò su un albero e da qui saltò verso il parapetto di una finestra. In quel momento, sotto di lui, vide qualcuno che si accingeva ad entrare per poi raggiungere la sua stanza. Guisgard allora balzò dalla finestra, apparendo proprio alle spalle di Fyellon. “Fyellon!” Disse. “Cosa vuoi?” Voltandosi questi. “Oggi ti ho visto vicino a Talia.” Con occhi di ghiaccio Guisgard. “Beh?” Fissandolo Fyellon. “E se anche fosse?” “Cosa le hai detto?” “Va al diavolo!” “Rispondimi!” “La verità!” Esclamò Fyellon. “Questo le ho detto! La verità su tutto... è mia sorella e non voglio che cresca credendo in cose assurde... le ho parlato, anzi rammentato, del suo voto... del senso della vita e ciò a cui ognuno di noi è destinato.” “Cosa ne sai tu a cosa è destinata lei?” “Lo so bene” mormorò Fyellon “e lo sai anche tu.” “Tu non sai nulla...” celando a fatica la rabbia Guisgard “... nulla...” “Lo credi davvero?” Con un sorriso Fyellon. “Ne sei certo? E allora dimmi tu come stanno le cose e a cosa siamo destinati... avanti, ti ascolto...” “All'Inferno...” con astio Guisgard “... a quello sei destinato tu...” “Si, si...” ridendo l'altro “... sempre il solito ruolo... quello che ti sei disegnato addosso sin da piccolo... il Primo Cavaliere... il buono, il giusto, l'eroe cortese... colui che vince sempre contro i cattivi e conquista alla fine il cuore di Ginevra...” scosse il capo “... ma tu non sei Lancillotto!” Con disprezzo. “Non sei il Primo Cavaliere! Non ci sono nemici qui, né draghi, né orchi e né tanto meno demoni! Gli unici demoni sono solo i tuoi deliri di eroica onnipotenza! Ma chi credi di essere? Pensi che basti raccontare qualche storia di cavalieri per far credere a tutti di essere un predestinato? O disseminare il Casale di fiorellini e petali colorati per fingerti un eroe romantico?” Guisgard serrò i pugni per la rabbia. “Sai perchè lei ti sta ad ascoltare?” Continuò Fyellon. “Perchè non ha altro in cui credere e sperare! Non ha altro mondo in cui rifugiarsi, oltre a quello che le inculchi tu ogni giorno! Ma quando sarà cresciuta ed accetterà finalmente il suo destino, quando i privilegi e gli onori che la sua condizione le offrirà, allora, credimi, ti riderà dietro! Ai suoi occhi sarai solo un patetico burattinaio che muove le sue marionette su sfondi di cartapesta... e allora il ricordo di questo tuo paese dei balocchi le sembrerà pietoso e ridicolo!” Guisgard, all'improvviso, colpì violentemente Fyellon con un pugno, facendolo cadere a terra. “Se...” ansimando per la rabbia “... se ti vedrò ancora una volta vicino a lei... giuro su quanto ho di più sacro che ti ucciderò, Fyellon... ti ucciderò davvero...” L'altro, allora, si sfiorò la bocca e vide che sanguinava. “Sai...” tornando a sorridere, ma con l'intendo di ferire a morte suo fratello “... cosa penso, caro fratello? Che quando la porteranno in Oriente qualche cavaliere le farà scoprire le gioie della vita... laggiù, a quanto si dice, le bionde con la pelle chiara scarseggiano e...” “Maledetto!” Gridò Guisgard, per poi saltargli addosso, impedendogli così di continuare a parlare. “Maledetto!” Fyellon, però, lo colpì all'improvviso con una pietra che, senza farsi accorgere, aveva afferrato dopo essere caduto a terra. Colpì con forza, quasi spezzandolo, il polso destro di Guisgard. Questi però, in preda a quella forte furia, quasi non avvertì dolore e cominciò a colpire con pugni e calci suo fratello. In quel momento, attirato dalle grida dei due, giunse il maestro. Prese di peso Guisgard e lo allontanò da Fyellon. “Mi ha aggredito, maestro!” Gridò Fyellon. “Mi ha aggredito a tradimento! E' un vigliacco!” “Lasciami!” Urlando Guisgard e tentando di liberarsi dalle braccia del maestro. “Lasciami! Lasciami che voglio ucciderlo, questo bastardo!” “Ora avrai ciò che meriti!” Disse il maestro. “Con te bisogna avere il pugno di ferro! Come si fa con gli animali!” E lo portò via. Il maestro legò ad un albero quel figlio ribelle e lo lasciò così per tutta la notte. All'umidità e al dolore lacerante che ormai il polso ferito gli procurava. Ma da quel punto poteva vedere quell'angolo del cortile che il maestro aveva lasciato a Talia per le sue piante ed i suoi fiori. E per tutta la notte sognò ad occhi aperti quelle rose perlate che presto sarebbero sbocciate. Sbocciate come i sogni di Talia che lui aveva promesso di realizzare tutti. Sogni che non sarebbero mai sfioriti, se lei avesse creduto in lui e nelle sue promesse. Quel ricordo scivolò via in un attimo, come portato via dalle luci e dalle voci del borgo festante. “E ora farai sfoggio del tuo bellissimo costume alla festa.” Sorridendo Guisgard a Talia. “E queste rose sono il giusto ornamento alla tua bellezza... su, ora sorridimi, gioia... sei la regina Ginevra, la più bella di tutte... l'unica capace di conquistare e custodire il cuore di Lancillotto...” prese la sua mano e si avviarono verso il palco destinato al ballo. E subito ritrovarono i loro compagni.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 19-05-2012 alle ore 03.45.06. |
19-05-2012, 03.58.37 | #2098 |
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Finalmente venne allo scoperto..... l'immagine che comparve innanzi a noi era agghiaciante.
Il corpo che guidava la bestia era quello di una donna che in tutto il suo perenne cammino ha assimilato e assorbito tutti i mali di questo mondo......riuscivo a comprenderne la disperazione ma oramai era troppo terdi per salvarla, il suo animo era corrotto. Avanzò innanzi a noi, con fare aggressivo ma non mi tiraì indietro......la nostra sfida era stata accolta tanto che ci porse l'arcano; era in formato breve.....la risposta potrebbe sembrare anche banale ma non credo sarebbe andata così. Le parole che lo componevano celavano un profondo mistero, non era permesso sbagliare.....altrimenti sarebbe stata la fine......
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
19-05-2012, 09.07.13 | #2099 |
Cittadino di Camelot
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La tanto sperata notizia arrivò..finalmente i minatori erano arrivati, ma da quel che capii la cosa doveva essere lunga visto Fyellon mi chiese di fare dei turni di guardia.
"Si avete ragione, sono stanca Fyellon...vi lascio Barius, e poi tornerò dopo che mi sarò un pò ripresa". Il cavaliere mi condusse in disparte e ascoltai con attenzione con un mezzo sorriso la sua richiesta..."Avete sempre bisogno del mio aiuto vero? Altea fate questo e quello...e voi che farete per me Fyellon? Così Renya se ne vuole andare, d'accordo cercherò di fermarla e ho alcune cose da dirle". Uscii da quella Montagna, il sole quasi accecava i miei occhi, mi guardai ero piena di polvere, imboccai la stradina da dove ero venuta e notai uno strano fermento di persone...strano, questo posto era davvero spaesato. Entrai nella locanda e chiesi di parlare con Renya.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 19-05-2012 alle ore 13.04.34. |
19-05-2012, 15.32.40 | #2100 |
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Alla vista di quel mostro, rabbrividii e sussultai.
mi avvicinai a Parsifal e gli sussurrai nell'orecchio: "avete qualche idea?" Tolsi lo sguardo dalla bestia e cercai di concentrarmi sull'arcano, ma non avevo nessuna idea.
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"Basta un individuo o un semplice gesto per mettere sottosopra l'ordine del mondo." Mago Merlino |
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