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#2111 |
Disattivato
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Non sapevo se essere felice per il fatto che fosse vivo, o terrorizzata per il destino che lo aspettava.
Qualche piccola informazione l'avevo captata, ma era ancora troppo poco. Dovevo usare la notte per riuscire a capire dove fossero le miniere, anche se non sarebbe stato semplice. Arrivo Anghela e la vecchia sembrava impaurita. "Oh, no.. Non ha detto niente di male.. Temo sia colpa mia.. Vorrei tanto visitare Auroria, ma temevo di fare tardi per la cena.. Così mi sono accontentata del giardino.. Le stavo dicendo che mi spiace che la donna che era con me non abbia scelto di restare, ma immaginavo che fosse in collera per suo marito.. Che io avevo dato per morto.. Tutto qui.. Perdonate la mia curiosità, è che questo posto mi affascina, io vengo da un piccolo paese, non credevo esistessero città tanto belle.. E che una donna potesse sentirsi così libera.." Sorrisi "Lei è stata solo gentile con me.." Sorridendo appena alla donna anziana "Non voglio sembrare scortese, voi mi avete avvolta e ve ne sono grata.." Mi alzai "Se non posso restare tornerò nella mia stanza..". |
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#2112 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea si fece forza e raggiunse quella luce.
Quando fu vicina si accorse che proveniva da una chiesa che sorgeva in una radura. Accanto al sacro edificio poi vi era una piccola abitazione, addossata ai muri della chiesa. E dal suo interno provenivano delle voci che conversavano in modo gioviale.
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#2113 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Scesi dai loro cavalli, Caio e Tizio pregarono Galgan di seguirli.
Attraversarono allora il cortile, fino a raggiungere la corte interna e da qui, salendo vaste scalinate, arrivarono davanti ad una porta. Furono annunciati ed entrarono, ritrovandosi in un'ampia sala, arredata con gusto ed abbellita da vari cimeli e trofei di caccia. “Venite avanti.” Disse qualcuno che se ne stava seduto su un grosso seggio. I due fratelli avanzarono verso colui che aveva parlato, facendo cenno a Galgan di fare altrettanto. “Signore...” esordì Caio “... nel tornare a corte abbiamo condotto con noi un ospite.” Indicando Galgan. “Egli è Cavaliere di Cristo e uomo assai cortese. Siamo certi che la sua presenza, nobile e virtuosa, sarà ben accetta al vostro cospetto. Lasciamo a lui stesso l'onore di presentarsi a voi.” “Benvenuto, cavaliere.” Il barone a Galgan. “Avervi come ospite è cosa gradita e spero possiate trovare ristoro e giovamento nel mio castello. Stavo per mettermi a tavola ed il vostro arrivo mi darà l'occasione di invitarvi tutti alla mia mensa.” Ordinò ai servi di preparare la tavola, per poi pregare Galgan e i due fratelli di sedersi con lui. “Tra breve ci raggiungerà mia figlia e la sua presenza allieterà il nostro convivio.” Sorridendo, per poi tornare serio di colpo. “Anche se mi rattrista offrirvi ospitalità proprio in questi indegni giorni...”
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#2114 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“L'Inferno...” disse Nettuno ad Elisabeth, per poi sorridere “...non pensavo una donna come te temesse l'Inferno. Naturalmente lascerò a mia moglie di potersi lavare e cambiare per prima.” Ironico. “E non temere, io resterò a fissare dalla finestra, così non cadrò nella tentazione di spiarti.” Facendole l'occhiolino. “Se vuoi, poi, posso anche parlare tutto il tempo, così dalla mia voce saprai sempre dove sono, senza doverti così voltare.” Si avvicinò alla finestra. “Non so perchè, ma credo di amare il mare da sempre...” fissando il porto che si poteva ammirare dalla stanza “... come un qualcosa che fa parte di te, anche se non sai spiegartelo... sai solo che è così, lo è sempre stato e nulla cambierà mai questa cosa... chissà, forse quegli uomini hanno ragione ed io sono quel De Gur di cui parlano... o forse sono soltanto uno dei tanti naufraghi che sognano il mare, tra i fluttui e le maree, l'orizzonte ed i venti impetuosi dell'esistenza umana...” per poi lasciarsi cadere, stancamente, su una sedia, in mezzo a numerosi oggetti e strumenti di navigazione.
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#2115 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Anghela ascoltò Clio, per poi tornare a guardare la vecchia.
Anche la bambina che aveva parlato fissava immobile Clio, diritto negli occhi, come se volesse penetrare nel suo cuore e scoprire quali fossero i suoi veri pensieri. “Come ti ha detto Laika” disse poi Anghela alla piratessa “tu qui sei libera. Dunque puoi uscire a visitare la città quando vuoi. Ma temo ora sia un po' tardi. Infatti tra breve sarà servita la cena.” Infatti, qualche istante dopo, un'ancella arrivò ad avvertirle che la cena era pronta. Così, precedute da Anghela, Clio, la vecchia e le bambine raggiunsero una vasta sala, tutta di marmo, dove era stata imbandita una sontuosa tavola. Poco dopo arrivò anche Laika, bellissima, con indosso un abito di seta e fili d'oro. E la cena cominciò. Nel frattempo, in un luogo semibuio ed umido, Guisgard aveva ripreso conoscenza, ritrovandosi in una sorta di galleria di pietra, puntellata da travi e tronchi di legno. Attorno a lui vi erano vari uomini, tutti sporchi e vestiti di stracci. Ma in quel ambiente serpeggiava anche una viva inquietudine mista a paura. Infatti la scossa che aveva fatto sussultare il Palazzo dell'Incertofato era stata avvertita anche in quel luogo. E fra quegli uomini Guisgard riconobbe un volto amico. “Finalmente hai ripreso conoscenza...” disse Pepe “... hai dormito per ben tre ore...” “Ho un mal di testa...” toccandosi il capo Guisgard. “Ci credo...” fece Pepe “... il colpo che ti ha tramortito era forte.” “Ora rammento...” mormorò il presunto Taddeide “... quelle donne guerriere... come Amazzoni...” “Amazzoni?” Ripetè Pepe. “Streghe vuoi dire!” Scuotendo il capo. “Dovevo travestirmi da Domenicano, altroché!” Esclamò. “Per metterle tutte al rogo!” “Ma dove sono Clio ed Altea?” Chiese Guisgard. “Non ne ho idea.” Rispose il finto monaco. “E qui dove siamo?” Guardandosi intorno il presunto impostore. “Non lo so...” mormorò Pepe “... ma qualunque cosa sia, questo luogo non mi sembra poi molto diverso da un fetida ed opprimente prigione...” sputò a terra “... mi chiedo come siamo riusciti a finire in questo guaio...” “A me ora importa solo capire come poterne uscire...” Guisgard al suo amico, scrutando quegli uomini intorno a loro, che con picconi e pale scavavano nella dura roccia di cui era fatto quel luogo da incubo.
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#2116 |
Disattivato
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Quant'era inquietante quella dannata bambina, non faceva che fissarmi.
Annuii ad Anghela "Infatti, non volevo fare tardi per la cena..". Vennero poi a chiamarci, e seguii docilmente la soldatessa verso la sala da pranzo. Era sfarzosa e raffinata oltre ogni dire, così come Laika, che fece sfigurare le altre donne al suo ingresso. Nel guardare quella tavola imbandita mi accorsi di essere affamata. Ma poi mi si strinse il cuore pensando a lui: rinchiuso in una miniera. Gli daranno da mangiare? Immaginai di sì, perché altrimenti avrebbero ceduto subito. Forse era quello il modo di entrare. Avranno pur avuto una sicurezza, o cose del genere. Magari potevo spacciarmi per una di loro e passare inosservata. Era rischioso, ma forse era l'unico modo. |
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#2117 |
Cittadino di Camelot
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Lentamente tutto fu più chiaro nella mia mente..su una radura vi era una chiesa..eppure non ricordavo di averla vista nella via di andata, ma forse non ci avevo fatto caso.
Mi avvicinai alla chiesa e la luce proveniva da una casa proprio unita alla chiesa e da dentro provenivano risate e suoni di voci..forse si festeggiava qualcosa..un matrimonio o un altro santo sacramento..o vi era solo una festa. Ma si doveva sempre stare all' erta, le cose più ovvie a volte riservavano strane sorprese..cosi mi abbassai e camminai a ridosso del muro, quando raggiunsi le finestre mi alzai lentamente e guardai dalla finestre dentro alla casa...che mi tocca fare, se mi vedesse mio nonno e mi avesse visto Taddeo l' Austero mi avrebbero rimproverato come non mai per quel gesto scortese..non si guardava in casa di altri ovvio..ma se fossero stati gli uomini della Santa Caterina a festeggiare?
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#2118 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La cena fu servita.
E durante tutto il tempo quella bambina continuò a fissare Clio, senza distogliere mai gli occhi da lei. Era uno sguardo indagatore. “Ebbene...” disse ad un certo punto Laika, rompendo il silenzio che aveva regnato a tavola fino a quel momento “... come trovi la nostra città?” Chiese a Clio. “Per quel po' che hai visto naturalmente.” Mangiando piano. “E mi incuriosisce anche conoscere il tuo parere su di noi.”
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#2119 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Altea guardò dalla finestra per capire chi si trovasse all'interno.
Vide allora tre persone sedute attorno ad una tavola per la cena. Un prete, un giovane uomo alto e dai capelli chiari ed una ragazza, bellissima, bionda e con due occhi di un azzurro intenso e sognante. Mangiavano e conversavano amabilmente fra loro.
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#2120 |
Cittadino di Camelot
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A quella vista trasalii e mi abbassai e mi sedetti...era un prete con due bellissimi ragazzi..lei lo guardava con aria sognante..guardai il pugnale..quella vista era peggio di una pugnalata allo stomaco..sicuramente stavano preparando il loro matrimonio..scossi il capo..non era il caso di disturbare quel momento, almeno loro potevano essere felici.
Cosi tornai nella strada e al bivio presi la strada dritta per la Santa Caterina, vidi l' albero dove sotto vi stava il pastore..e guardai avanti..sempre dritta..e poi avrei trovato i nostri compagni di viaggio. Camminavo veloce prima potesse diventare buio..ma ricordavo non ci voleva molto da quella parte. Mi guardai le vesti, le braccia e le gambe..ero proprio ridotta male, senza pensare al famoso dosso di rovi dove Guisgard mi aveva teso la mano per aiutarmi e questa volta avevo dovuto scavalcare sola..vi ero riuscita ma i graffi erano rimasti e bruciavano.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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